È un'estate diversa da solito, questa.
Sembrerebbe la prima estate senza le Brulle. Nel senso che molto spesso escono di casa verso le cinque, quando io sono ancora al lavoro, e tornano a tarda sera, quando io dormo. Poi la mattina dopo mi sveglio per andare a lavorare, mentre loro dormono. È Rimini, baby.
Non siamo neanche andate in vacanza assieme, per la prima volta. Avevo prenotato un glamping in Lunigiana, ed era stato un gran lavoro di mediazione. No mare, no montagna, no borghi, no arte, no weekend, no tenda, mi hanno detto. No soldi, ho risposto io. Che poi fa ridere, perché mi ricordo che quando davvero non c'erano i soldi, durante la mia infanzia, altro che glamping: era già un miracolo quando non avevamo la luce staccata. Comunque ho prenotato questa tenda comfort, mi sono assicurata che ci fossero le prese elettriche per le tre smartphone-dipendenti, e niente, Carolina s'è rotta un metatarso a pochi giorni dalla partenza e abbiamo rinunciato, perché l'unica attività che avevano accettato erano lunghe giornate al fiume e va da sé che al fiume non ci vai con le stampelle. Non ho più prenotato perché ad agosto avevano troppi impegni e non s'è più trovata una combinazione che fosse ok. Una volta mi piaceva andare in vacanza con loro, stavamo in una dimensione diversa dalla routine, e anche se era sempre una gran fatica sapevo di stare costruendo dei bei ricordi. Ora devo dire che la disdetta all'ultima non mi è del tutto dispiaciuta.
Ammetto che quest'estate è un po' meno difficile delle scorse due estati, che sono state un vero e proprio incubo. Lo so perché ogni tanto mi fermo un attimo e percepisco che in quel preciso esatto momento sono felice. Nota: io non credo che essere felici sia lo scopo dell'esistenza, credo che stare bene sia un momento di grazia, mentre per tutto il resto del tempo basta non aver paura. Però indubbiamente stare abbastanza bene è gradevole e io per due anni non lo sono stata quasi mai: ho vissuto nell'angoscia costante. Ho chiesto aiuto con una fiducia indefessa e mi è andata perlopiù male. A maggio-giugno di quest'anno credo di aver toccato il fondo, così mi sono guardata allo specchio e mi sono detta: se sei in una fossa, smetti di scavare.
Scavare era continuare a chiedere aiuto laddove non lo stavo trovando, anche se razionalmente sembrava la cosa giusta da fare. Scavare era chiedermi continuamente che cosa avrebbe fatto una persona normale al mio posto. Scavare era volere dimostrare (a chi?) che comunque ci stavo dentro. Mi è stato detto, a volte, che dovevo pretendere di avere il controllo della situazione ma mantenere il controllo a tutti costi non solo non è da me, ma anche negli altri lo considero un atteggiamento spesso al limite del patologico. Comunque non funziona quasi mai.
Io sono molto paziente, però non mi faccio dire come devo vivere. Noto i punti deboli delle persone. Non li sfrutto mai, li so e basta. Ma questo mi basta per non accettare indicazioni quasi da nessuno.
Un giorno mi sono chiesta: ma tu, hai paura per te o per le ragazze? Quando escono di casa, nell'estate riminese, con gli amici che conosci, hai davvero paura per loro o piuttosto temi che quella bambina che conosci bene resti di nuovo a casa da sola?
Mi sono risposta e ora le cose vanno meglio. Ho perso il Bestio per la vecchiaia e la stanchezza, ed era senza dubbio il mio figlio preferito.
Le ragazze le vedo praticamente solo quando sono in smart-working, o quando alle due o alle tre di notte mi sveglio e vado a vedere se ci sono. A volte mi sentono che entro nella stanza e, miopissima, tasto le lenzuola per sentirle, e allora magari scambiamo due parole. Le chiamo o le video-chiamo cinque o dieci volte al giorno e non mi rispondono mai. Per fortuna ho i numeri dei loro amici più stretti e questi mi rispondono. Comunque, quando le vedo le guardo attentamente e non noto nulla che non va, quasi mai. Finalmente.
Ho anche notato che se lascio del cibo pronto con una forchetta infilata nel piatto, si nutrono.
Raramente comunque sto da sola. Siccome non ho più qualcuno che mi aspetta a casa, a volte esco. Vado molto al mare, sto spesso con Lorenzo che è la mia comfort zone. Stiamo insieme da un anno e mezzo e non abbiamo mai litigato. A giugno abbiamo fatto una delle vacanze che sognavo da anni, in giro per la Scozia. Leggo molto, anche. Scrivo molto, ma per lavoro.
La mia vita ora è una grande incognita, però qualche progetto a lunga scadenza sta cominciando ad affacciarsi. Sapere cosa si vuole è già bel un passo nella direzione giusta. Comunque, tutto quello che sognavo da bambina lo ho realizzato. Non sapevo che sarebbe stata una tale faticaccia, ma avere realizzato tutti i sogni nel cassetto non è male.
Non posso dire di essere felice, ma, a suo modo, questa estate si sta facendo perdonare.
Sei fantastica sempre. Hai ragione, la felicità non è l'obiettivo, l'obiettivo è non avere paura sempre, e io ce l'ho, ogni secondo della mia vita. È un periodo durissimo. Durissimo. ❤️ Ti abbraccio forte.
RispondiEliminaPersonalmente non sono mai riuscita a dire davvero "sono felice", forse perché preferisco puntare alla serenità. Non è pessimismo il mio, magari ho standard troppo alti oppure pretendo troppo, sinceramente non lo so. Tuttavia penso che realizzare i propri sogni nel cassetto sia davvero l'apice di qualsiasi vita. Personalmente non li ho realizzati tutti ma ci sto lavorando e come dici tu "è una faticaccia"! E' bello sentire invece che qualcuno ce l'ha fatta, che ha realizzato tutto ciò che voleva e poteva, credo sia una delle cose più belle che si possano desiderare. Non ho figli e non ne avrò, ma sono una figlia. Credo che arrivati ad un certo punto della propria esistenza, i figli in qualche modo camminino da soli volenti o nolenti. Cominciano ad avere la loro routine, le loro abitudini e il 99% delle volte non corrispondono mai a quelle dei genitori. Ciò non vuol dire che la famiglia abbia sbagliato tutto, bensì che loro hanno scelto cosa va bene e cosa non va bene. In ogni caso ciò che conta è vivere bene, con tutti gli alti e i bassi che ci si presentano davanti, una vita piatta cosa sarebbe? Ci toccano le montagne russe, ma forse è questo il bello! Un abbraccio! Giulia :-)
RispondiEliminasei una forza della natura , io mi sento bene (felice è una definizione che è del passato)quando perdi una persona come è capitato a me allora dai una definizione della parola felicità ,una ma la felicità ha molte facce .....una potrebbe essere il relax che ho dopo avere pedalato per cento e più km o aver guidato la mia moto per 300 km e più per il resto è routine ti alzi fai colazione porti la nuora a terapia poi corri sempre per spesa prepari il pranzo nevio va al llavoro e100 cose da fare 50 problemi ma mi fanno sentire vivo e allora si ti dirò la sera quando mi vado a letto mi sento in pace con me stesso e ...sono felice diessere ancora vivo un abbraccio
RispondiElimina"Sapere cosa si vuole è già bel un passo nella direzione giusta."
RispondiEliminaQuanto hai ragione. Ma spesso è anche tanto difficile capire quello che si vuole!
E io l'ho capito dopo aver fatto, per quasi sette anni, un lavoro del quale non sono mai stato veramente soddisfatto e dal quale mi sto per congedare.
Felice di aver letto che la tua estate di quest'anno si stia facendo perdonare.
Ciao
EM