Negli ultimi 15 mesi sono cambiata.
Tutto è cominciato il 22 febbraio 2020, quando le Brulle sono rimaste improvvisamente a casa da scuola e non ci sono tornate mai più. O meglio, ci sono tornate per una manciata di settimane, un giorno sì e un giorno no. Nel giorno sì una è stata quarantenata in un bagno per uno starnuto da bronchite allergica; e poi hanno cominciato a chiamarmi ( “mamma ti prego, vieni a prendermi, non riesco a stare qui”). Una alla fine ha messo la scuola in stand by: aspettiamo tempi migliori, come il nostro biglietto del concerto di Marracash.
Non so se siano state più le circostanze avverse o l’esplosione dell’adolescenza, ma quest’anno, a casa, le abbiamo viste tutte: insonnia, anche di quella brutta; psicologi, psichiatri, skills training; scuola e lavoro a casa, in cucina - siamo finite in un Grande Fratello horror; bullismo a scuola, colloquio con il preside; bullismo per strada, colloquio con il questore; amici precipitati del burrone del disagio; pronti soccorsi (vuoti); festività in cui mancava la forza di alzarsi dal letto; un ricovero; litigi sempre e comunque per la qualunque; discorsi infiniti e fiato sprecato; porte sbattute 24/7.
Ho imparato a convivere con l’angoscia e la paura per il futuro. Ho imparato a fingere di essere forte. Di più. Ho imparato a fingere di essere di ottimo umore. Ho imparato a fingere di credere che le cose andranno meglio. Mi dicono che sono zen. Mio fratello mi dice che sono apatica. In realtà sono dissociata: fisicamente lì, con la mente in un luogo dove non c'è dolore.
Ho conosciuto solo ora l’ansia, quella che non mi aveva mai svegliato di notte, né quando studiavo, né quando le persone care sono state molto malate o ricoverate, né per il lavoro, né con tre neonate.
In questo quattrocento giorni, almeno trecentocinquanta volte ho desiderato essere ovunque tranne che a casa.
Quattrocento giorni fa lavoravo nel settore dei viaggi. Ho passato mesi a rispondere a insulti quotidiani e anche pesanti dai clienti che si erano visti il volo cancellato. All’inizio c’erano quelli dei viaggi con scalo in Asia, quelli che dovevano andare alle Maldive, alle Seychelles, in Thailandia, in Giappone, in Cina. Poi è toccato a quelli che avevano voli per gli USA e l’Europa. Insulti su insulti, anche per poche centinaia di euro che tardavano ad essere rimborsate, mentre io stavo per perdere il lavoro, con tre figlie da mantenere. Ho la nausea nei confronti di questi viaggiatori seriali con la mente aperta, i denti scintillanti e la reflex calda.
Non volevo lasciare un lavoro che amavo, con un team con cui stavo bene, e ho resistito finché ho potuto tra notti insonni, rinunce, cassa integrazione che non arrivava mai, collaborazioni come freelance; poi ho accettato la proposta di un’azienda dove stavo lavorando come copywriter freelance e mi è andata bene. Scelta davvero provvidenziale, ottimo lavoro e ottimo ambiente.
Ma nel frattempo ho dovuto guardare in faccia quello che mi faceva più paura: il piano B, C, D, E, F. Li ho guardati in faccia e li ho affrontati. Non potranno dire di avermi colpito alle spalle, mentre fuggivo pavidamente, no no.
La cosa bella è che mi sono accorta che il piano B era quello che già stavo vivendo, e ho avuto il coraggio di guardare in faccia anche il piano A. È ancora un po’ sfuocato, ma s’è svegliato, mi ha chiamata e mi ha chiesto per quanto ancora intendo vivere reagendo, e io sto ancora cercando una risposta da dargli ma credo che la troverò.
A volte ho pensato di suicidarmi, però. L’ultima volta che ci avevo pensato avevo ventun anni, e mi sono risposta “Non posso, sono incinta”. Di lì il pensiero non s’è mai più affacciato. Fino al 2020.
Poi a un certo punto mi sono accorta che non posso subordinare il mio restare in vita a circostanze mobili, all'impermanenza: la famiglia, il lavoro, le relazioni con gli altri.
Il mio centro di gravità permanente sono io: oggi mi guardo allo specchio, mi riconosco, mi voglio abbastanza bene.
Sono cambiata, ho perso il nonno, il cognato, il medico e la parrucchiera. Un’amica di mio fratello s’è suicidata.
Sono cambiata, ma continuo a non credere nelle regole, anzi oggi ci credo persino meno di prima.
Sono cambiata, ho un fratello in più.
Sono cambiata, ma credo che continuerò a non andare a votare.
Sono cambiata, ma continuo a tenermi ben alla larga dai telegiornali e dall’informazione mainstream.
Sono cambiata, adesso mi piace il contatto fisico.
Sono cambiata, ma ho ancora l'ansia sociale e preferisco stare con poche persone con delle buone vibrazioni e comunque non troppo spesso.
Sono cambiata e in fondo è anche un po’ un momento magico, perché su questa nuova tela bianca posso dipingere qualcosa di bello che sia proprio per me e proprio quello che desidero.
Almeno credo.
Questa Pandemia ci ha cambiati tutti, chi meglio, chi peggio, chi ha deciso di restare in attesa e chi di cambiare....però nonostante tutto voglio continuare a credere che c'è qualcosa di molto bello che attende di essere scoperto!!!
RispondiEliminaC'è sempre qualcosa di bello e qualcosa di brutto che ci aspetta. Bello e brutto dipendono da come noi ci approcciamo a quella cosa :)
EliminaCiao Polly, mi fa piacere rileggerti, questa pandemia ha lasciato il segno purtroppo, anch'io ho avuto dei lutti in famiglia, due zii abbastanza anziani ma comunque in forma ... oltre all'ansia, le quarantene, figli adolescenti sull'orlo di una crisi di nervi (e i genitori ne parliamo?!)ora per fortuna sembra che grazie ai vaccini le cose stiano un po' migliorando...stiamo a vedere...la storia ci insegna che le epidemie passano...e che dopo i tempi bui c'e la rinascita... il tuo blog è una boccata d'aria fresca, lontana da atmosfere patinate e finte...ci si sente meno soli. un saluto virtuale ma sentito, Giulia
RispondiEliminaEh, l'unica discriminante è come arriviamo in fon do a quel buio :)
EliminaIo per il momento, mi pare, ci sono arrivata viva.
Se resto qua è solo perchè sarebbe un peso troppo grande da lasciare ai miei figli. Io però non vedo piani alternativi di nessun tipo, non so che fare
RispondiEliminaNia
Scusa se rispondo così tardi. Se vuoi fare due chiacchiere scrivimi :)
EliminaDimmi come si fa a convivere con l'ansia e l'angoscia per il futuro..... Please. Cmq dopo 400 gg resti un modello di donna da seguire. Grazie.
RispondiEliminaIo di natura non sono un'ansiosa e devo dire che conoscere l'ansia non mi è piaciuto per niente. Fondamentalmente sopravvivo cercando di restare sul pezzo quando non sono in ansia, cercando di vivermi il momento; e di essere da un'altra parte, con la testa, quando le cose vanno male per poi tornare ad affrontare il problema a mente fredda. Un po' contorto ma è il mio modo.
EliminaCiao Valentina, quando ti leggo mi sento piccola piccola... Io ho trovato una fuga mentale personale... Ho iniziato a curare il mio aspetto fisico, ad essere leggera, a pensare anche a me, ora ho qualcuno che mi guarda in modo diverso da mio marito... Io non riuscirò a crescere i miei tre figli da sola, non so spiegarti perché, forse questione di carenza di forza interiore o forse per cause di forza maggiore. Ma mi sento viva e ora è quello che conta. Con stima e affetto, ti seguo da anni.
RispondiEliminaScusami, non voglio fare i conti in tasca a nessuno, ma la serie tv nata dal tuo blog immagino ti abbia dato un buon sostentamento...
RispondiEliminaBè, vendere dei diritti d'autore ti fa guadagnare dei soldi, ma non è che comporta il sostentamento a vita per una famiglia di 4 persone :)
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