Sto vedendo la luce in fondo al tunnel e questo è sempre il momento più delicato in assoluto, perché se la luce è un’illusione, allora ricominciare a guardare il buio del tunnel diventa insostenibile. No, col cazzo che arredo il tunnel, ho solo una vita, il tunnel arredato tenetevelo voi, che io voglio i sentieri di montagna, lo sciabordio delle onde del mare, l’indifferenza delle città. Comunque, forse per la prima volta nella mia vita, se guardo avanti non mi vedo da sola. Tunnel o meno. Per la prima volta da almeno dieci anni, nonostante un buon numero di tentativi poco convinti e infatti naufragati, sento che c’è qualcuno vicino, dove per vicinanza non intendo prossimità fisica. Nel mio futuro, le bimbe non ci sono più come prima. Non credo di aver vissuto traumi simili a questo, a parte la mancanza di mio padre che ha segnato ogni singolo giorno della mia vita. Il trauma di accorgerti che il tuo lavoro di genitore è quello di levarti dalle palle, mi ha veramente centrata in pien
Vita, morte ma soprattutto miracoli di Valentina Santandrea