Sia messo agli atti che il titolo non è propriamente provocatorio. Ho appena inventato la corrente filosofica del “negative thinking” non tanto perché credo nel valore della negatività, quanto perché considero limitante il “positive thinking” ma soprattutto l'“andratuttobenismo”. Occorre un’importante precisazione: dagli aggettivi negativo e positivo vanno espunti i giudizi di valore, nel mio ragionamento. Quindi positivo è semplicemente il polo +, e negativo è il polo -. Il polo + è concentrarsi sugli aspetti della vita che evocano sensazioni che definiamo di benessere, ed è anche una visione delle cose edulcorata dalla speranza. Vi cito Antigone di Sofocle: La molto errante speranza a molti è di aiuto; per molti invece è solo inganno, impulso di menti leggere; si insinua in chi nulla sa, prima che il fuoco ardente gli bruci il piede. Fu saggio chi pronunciò questo detto famoso: a volte un bene appare male a colui la cui mente un dio vuole portare a rovina. Breve è il tempo
Vita, morte ma soprattutto miracoli di Valentina Santandrea