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Cosa resterà di questa pandemia

Non so, in tutta sincerità, se il mondo stia cambiando. Men che meno so se sta cambiando in meglio. Tocco con mano bolle che esplodono, contraddizioni che emergono, e consapevolezze da cui sarà difficile tornare indietro.
Come il fatto che l'informazione è inaffidabile, che la scuola è fragile e povera sotto molti aspetti, che il mio equilibrio economico e quello di tutti i miei fratelli, woh!, è appeso a un filo. A dire il vero lo sapevo già, che il mio equilibrio economico era precario, ma essere dentro al next level della precarietà è un'esperienza forte. Che poi, sono stata anche peggio di così: il fondo del frigo l'avevo già visto, e mica solo una volta. Cristo però, mi spiace per gli altri, specie per i bambini e gli adolescenti, traditi così maldestramente; specie per tutti i miei amici che vivono da soli soli, che stanno affrontando una prova grande e non hanno fatto niente di male per meritarselo. Mi spiace perché il brutto deve ancora venire, quando saranno finiti i risparmi. Lo so perché ci sono certe notti che non riesco a dormire, che mi alzo e vedo che anche le altre luci dei palazzi sono accese, in piena notte.


Dicevo, non so che ne sarà dell'umanità, ma so per molti di noi questo momento ha l'odore del cambiamento e quindi mi appunto qui alcune cose da salvare, e poi vedremo.
Salvo quella me (Polly, Vale, non l'ho ancora capito) senza sovrastrutture, forse persino senza sottotesti. Con i vestiti a caso, senza trucco, forse persino con una maglietta che puzza . Esentata dalla frequentazione dei luoghi affollati: niente vibrazioni altrui che mi sopraffanno, niente peso di interazioni prive di senso.
Finalmente ho potuto evitare di festeggiare il mio compleanno: non mi interessa festeggiare il mio compleanno! Non ho festeggiato la Pasqua: sono atea! Peccato solo per il venticinque d'aprile, stappare una bottiglia a casa cantando Fischia il vento, non è la stessa cosa che festeggiare con le persone: quella vibrazione del venticinque d'aprile, quella sì, mi piace.
Salvo Polly o Vale presente: sono stata con le mie figlie ventiquattro ore su ventiquattro per due mesi e mezzo e non è stato mai facile. Ho smesso di contare i vaffanculi e le porte sbattute in faccia, e i "mi tieni chiusa in casa, mi rubi la vita". E' tutto ok: sono una mamma, sono un parafulmine, a questo servo ora. C'ero, comunque. Non ero distratta, non ero al lavoro, non ero troppo stanca: ero lì. Ho sentito le persone a cui voglio bene senza programmare le telefonate. C'ero quando la Mici aveva i vermi e quando Bestio voleva un abbraccio.
Salvo Polly o Vale senza ansia sociale. Nessun angoscia al pensiero di parlare in pubblico, nessun senso di sopraffazione per i troppi impegni presi. (Però mi riprenderei volentieri la mia angoscia, e in cambio vorrei che tutti noi che viviamo di assembramenti - turismo, cultura, divertimento - potessimo tornare a sperare nel futuro. Ma non posso).
Salvo i dieci libri che ho letto, magari ci faccio un post a parte.
Ma soprattutto salvo le strade deserte che ho attraversato quando portavo fuori Bestio e quando, negli ultimi giorni, ho ritrovato un paio di congiunti (salvo anche anche la parola congiunti, termine polveroso che descrive così bene la nostra Italia, vetusta, patriarcale, capace di trovare il cavillo persino in quanto c'è di più spontaneo: l'affetto).
Salvo la spiaggia che si può guardare solo da lontano, il mare inesorabile; e il silenzio notturno interrotto da quegli uccelli di mare che non avevo mai sentito prima. Salvo le gazze sulla statale, il vento tra i rami, e il cinghiale che stavo per investire. I piumini dei pioppi che turbinano e mi fanno starnutire. La lepre nel boschetto di Carolina, le terre piatte, i canali, le risaie. Un  vagone abbandonato, apparso all'improvviso in mezzo a un prato: sarebbe una casa bellissima, la casa che vorrei quando sarò grande. Una casa che non fosse un carico di oneri; che non fosse un recipiente di arredamento, di cose, cose e cose; solo un rifugio che protegga dalla neve, dal sole e dai lupi.

Mi voglio ricordare di me così, come sono davvero.
Che credo che qualcosa in fondo cambierà e stare qui, ferma a sentire, è anche bello.

Commenti

  1. Ecco, a me resterà proprio questo 25 aprile fuori dal tempo: la piazza deserta, il peso della vecchia bandiera di brigata, il suono dei passi sul selciato nel silenzio innaturale del paese recluso...

    Nella notte ci guidano le stelle.

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    1. Sì, è stato apocalittico. Qui elicotteri a non finire, che ci avevano paura che andassimo in spiaggia a fare baldoria.

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  2. Effettivamente credo che molti saranno ancora più cattivi, altri induriti dalle varie porte in faccia ricevute da Governi e banche, chi è solo si trova in un baratri anche più profondo...altri vedranno il fondo ma anche un punto per risalire pensando che Peggio non si può… Onestamente non so se usciremo peggiori o migliori, ne usciremo ammaccati, ma ne usciremo!!!

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    1. Purtroppo peggio di così si può. Questo è un grande problema.

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  3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  4. Io in questo periodo, e non mi vergogno a dirlo, ho realmente capito quanto il mondo con meno gente sarebbe il mio ideale di vita. Odio il traffico, odio la gente rumorosa, odio le folle. Andare al lavoro in una strada deserta, entrare in ufficio senza gente che mi attende e mi sopraffà, mi è piaciuto da morire. Ciò non significa che vorrei che una pandemia ci sterminasse tutti, ma 7 miliardi sono troppi. Oh, l'ho detto. Il futuro dell'economia italiana e non, mi fa paura non lo nego e non sono così sciocca da vedere solo i (miei) lati positivi. Firenze senza turisti è meravigliosa, i cittadini si sono finalmente riappropriati della propria maestosa città troppo spesso bistrattata e presa d'assalto da turisti di passaggio. Non sono però così sciocca da non sapere che Firenze è meravigliosa anche grazie ai turisti che la tengono in piedi economicamente.

    Non sono sciocca, ma a me questa quarantena non è dispiaciuta (se per un attimo non pensiamo alle ripercussioni sanitarie, ovviamente).

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  5. dopo sarà peggio. o forse no. di sicuro non saremo migliori

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  6. Parole molto belle...testimonianza potente...ci sei tutta tu in queste parole!!!
    Non so perché ma non mi fa apparire con il mio nome ma solo come "anonimo"...comunque sono Lia che ti leggo e ti seguo da tanto e con affetto, anche se non siamo congiunte :-)

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