E così questa mattina in macchina ho ascoltato qualche pezzo di Madonna, così, perché mi era venuta in mente e l'ho lasciata entrare.
Like a prayer: mi ricordo le immagini che passavano su Video Music e sembravano scabrose, ma non certo più scabrose di Colpo Grosso, o Drive In o anche dei programmi pomeridiani e pre-serali pieni di vallette vestite come battone di strada, e io ero una bambina, appoggiata in qualche luogo sporco della casa di nonna Cloe, ricoperto di panni e giornali scandalistici e mangiavo da un piattino della ricotta mescolata con il cacao. Ho ascoltato un podcast su Madonna l'altro giorno e diceva bene, diceva che a quei tempi era Madonna a governare lo strumento del video; oggi noi siamo lo strumento della dittatura delle immagini, aggiungo io.
Ho ascoltato Don’t cry for me Argentina, e ho ricordato di mamma che piangeva ascoltandola, perché Daniele, che le aveva regalato la cassetta, se n’era andato di casa.
Poi non ho selezionato più niente e youtube ha fatto passare Losing my religion e ho aperto la porta al ricordo della mia festa dei diciassette anni, all’Osteria del Gallo, e mi sono ricordata di quell'adolescenza, tutta un oscillare tra momenti di assoluta paranoia e momenti di assoluta spensieratezza. Tutto quello che provavo era caratterizzato dalla sensazione che quel presente schiacciante sarebbe stato per sempre. E rispetto ad ora non ci trovavo niente di poetico in come vivevo, nel gas staccato, nella doccia fredda, nella fatica che faceva mia mamma a settembre a pagarmi i libri di scuola, e sotterravo sempre quel pensiero persistente che mi ha accompagnato dagli otto anni in poi: “non hai il padre perché fai schifo”.
Comunque, Losing my religion mi fa pensare a una di quelle uscite spensierate in branco da cui portavo quasi sempre a casa l'approvazione dei miei pari, prima di tornare alla tristezza della famiglia, a mia mamma che non c'era e a mio fratello allo stato brado come me, ma altrove.
E così stamattina mentre andavo al lavoro, di nuovo vedevo sovrapporsi quelle due dimensioni, il passato e il presente, a volte mi succede, mi succedeva sempre anche quando morì nonna Cloe, di sentirla continuamente con me, specie al supermercato, perché mi ha nutrito per i primi diciotto anni della mia vita come quelle vecchie che nutrivano con amore i gatti randagi dei palazzoni dietro al bar Guido.
Sovrappongopresente e passato e fluttuo in una dimensione tangibile e reale, ma non solo: c’è la superstrada con il monte Titano di fronte e la mia vecchia auto con la marmitta mezza scassata, ma c'è anche quello che non può essere visto con gli occhi, io diciassettenne liberata dalla gabbia, padrona della mia vita piena di casini ma anche di prove che ce la faccio, ce la faccio sempre. Indosso ai piedi anfibi simili ad allora e non sono poi tanto diversa, ho qualche capello bianco ma continuo ad attorcigliarli nervosamente attorno a un dito, come ho sempre fatto.
Non c’è nulla di antico sotto il sole.
Tutto accade per la prima volta, ma in un modo eterno.
Chi legge le mie parole sta inventandole.
Jorge Luis Borges
Like a prayer: mi ricordo le immagini che passavano su Video Music e sembravano scabrose, ma non certo più scabrose di Colpo Grosso, o Drive In o anche dei programmi pomeridiani e pre-serali pieni di vallette vestite come battone di strada, e io ero una bambina, appoggiata in qualche luogo sporco della casa di nonna Cloe, ricoperto di panni e giornali scandalistici e mangiavo da un piattino della ricotta mescolata con il cacao. Ho ascoltato un podcast su Madonna l'altro giorno e diceva bene, diceva che a quei tempi era Madonna a governare lo strumento del video; oggi noi siamo lo strumento della dittatura delle immagini, aggiungo io.
Io a Cesenatico a 19 anni |
Ho ascoltato Don’t cry for me Argentina, e ho ricordato di mamma che piangeva ascoltandola, perché Daniele, che le aveva regalato la cassetta, se n’era andato di casa.
Poi non ho selezionato più niente e youtube ha fatto passare Losing my religion e ho aperto la porta al ricordo della mia festa dei diciassette anni, all’Osteria del Gallo, e mi sono ricordata di quell'adolescenza, tutta un oscillare tra momenti di assoluta paranoia e momenti di assoluta spensieratezza. Tutto quello che provavo era caratterizzato dalla sensazione che quel presente schiacciante sarebbe stato per sempre. E rispetto ad ora non ci trovavo niente di poetico in come vivevo, nel gas staccato, nella doccia fredda, nella fatica che faceva mia mamma a settembre a pagarmi i libri di scuola, e sotterravo sempre quel pensiero persistente che mi ha accompagnato dagli otto anni in poi: “non hai il padre perché fai schifo”.
Comunque, Losing my religion mi fa pensare a una di quelle uscite spensierate in branco da cui portavo quasi sempre a casa l'approvazione dei miei pari, prima di tornare alla tristezza della famiglia, a mia mamma che non c'era e a mio fratello allo stato brado come me, ma altrove.
E così stamattina mentre andavo al lavoro, di nuovo vedevo sovrapporsi quelle due dimensioni, il passato e il presente, a volte mi succede, mi succedeva sempre anche quando morì nonna Cloe, di sentirla continuamente con me, specie al supermercato, perché mi ha nutrito per i primi diciotto anni della mia vita come quelle vecchie che nutrivano con amore i gatti randagi dei palazzoni dietro al bar Guido.
Sovrappongopresente e passato e fluttuo in una dimensione tangibile e reale, ma non solo: c’è la superstrada con il monte Titano di fronte e la mia vecchia auto con la marmitta mezza scassata, ma c'è anche quello che non può essere visto con gli occhi, io diciassettenne liberata dalla gabbia, padrona della mia vita piena di casini ma anche di prove che ce la faccio, ce la faccio sempre. Indosso ai piedi anfibi simili ad allora e non sono poi tanto diversa, ho qualche capello bianco ma continuo ad attorcigliarli nervosamente attorno a un dito, come ho sempre fatto.
Non c’è nulla di antico sotto il sole.
Tutto accade per la prima volta, ma in un modo eterno.
Chi legge le mie parole sta inventandole.
Jorge Luis Borges
Bellissimo. E non sai quanto io mi ritrovi nelle tue parole...
RispondiEliminaPer il discorso sul presente eterno, sulla sovrapposizione, sul padre assente e il senso di colpa, sull'importanza della nonna. E sul fatto che a 34 anni mi capita così spesso di ripensare a quella che ero da adolescente e cosa abbia significato crescere in una famiglia atipica.
Io ad oggi credo che tutto questo sia stato anche un bene: se fossi cresciuta in una famiglia felice e tradizionale semplicemente sarei un'altra persona. Spero che anche tu possa guardare indietro con indulgenza.
EliminaChe bello, è da molto che non tornavo qui e sono contento di vedere finalmente realizzati i tuoi progetti artistico/letterari (Devo comprare assolutamente questo libro!)
RispondiEliminaBello anche che tu continui a scrivere qui, portando avanti questo vecchio residuato del passato che è il "classico blog", categoria sempre più a rischio estinzione.
Forse perché sei, appunto, un'inguaribile nostalgica ;)
Adesso vado ad ascoltarmi una compilation anni '90 e mi commuovo un po' ripensando alla spensieratezza di quei giorni :P
Nooo, non sono una nostalgica. Semplicemente, io mi esprimo così e questo è un buon mezzo. Non diventerò una persona che si esprime con l'immagine solo perché instagram lo richiede.
EliminaValentina, hai partorito a 22 anni, le gemelle ne hanno 14. Se non ho sbagliato a contare sei del 1983. E ancora una volta le tue parole mi confermano che menti sull età. Ogni volta parli di serie TV, canzoni, video che guardavo io che sono del 1970. Like a virgin è del 1984. Quando hai raggiunto l età per i video di video music ( 94-95) ormai like a virgin non passava più nemmeno per scherzo, Madonna ormai era completamente diversa e quel video ormai non passava più da nessuna parte. Guardavi Drive In? È andato in onda dal 83 al88 Colpo grosso? 88. Nessuno che conosco nato nel 83 ricorda quei programmi. Vale vale... dai non raccontare balle dai
RispondiEliminaHo appena sentito al telefono un amico di mio fratello, classe 94 (9 anni in meno di me), e gli ho chiesto se per caso si ricorda filiale a Prayer (dell'89) e lui mi ha risposto che la ascolta tuttora. Colpo grosso è andato in onda fino al 92. Ma tu a 22 anni stavi tutto il giorno in casa a guardare la TV? Non mentirai mica sull'età?
EliminaSono del ‘61. Mai mentito sull’età. Quasi coetanea di Madonna. Leone come lei. Mia figlia è del ‘93. Se le piacesse il genere, conoscerebbe Madonna e i suoi video. In compenso conosce i Beatles e i Queen. Non mentirà lei, sull’età? Besitos AD PS: mai amato molto la Ciccone nemmeno io!
EliminaSONO DELL 85 E MI RICORDO BENE DRIVE IN E COLPO GROSSO.
RispondiEliminaDrive in andato in onda dal 83 al 88 e tu te lo ricordi?
EliminaSinceramente non capisco questo accanimento nel ritenere che una persona dell'83 non può ricordare eventi dell'88 e dunque mentiremmo tutti sull'età. Pensate che stiamo architettando un gomblottoh?
EliminaMai parlato di colpo grosso... ho parlato di drive in andato in onda dal 83 al 88. Dai miei 13 ai miei 18 anni. Le ultime 2 stagioni le registravo perché la sera uscivo col mio moroso dell epoca. Non capisco perché parli di colpo grosso e dei miei 22 anni e del fatto che non uscisse mai di casa... anche le cretine che hanno commentato. Non ho mai detto che le nuove generazioni non possono conoscere madonna ecc. Ho detto che impossibile che nel 94 like a Prayer andasse in loop su video Music. Minchia ma ce la fate?
RispondiEliminaSì, sorella, hai vinto: ho 56 anni e mi sono inventata tutto, ora mollami però.
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