Ehi.
Mi sento abbastanza felice da quando non ho più tue notizie, non vado neanche più dalla psicologa a piangere per quanto sarei sbagliata, però questa mattina, visto che non avevo niente da fare – non ci sono le bimbe – ho fatto una domanda alle carte degli angeli, le quali danno quasi sempre delle risposte del cazzo ma rassicuranti.
Ho chiesto una cosa a caso, perché non ho preoccupazioni serie, tutto procede normalmente, e la carta mi ha detto “Il peggio è passato”, come quella mattina che sei andato via da casa mia, l'ultima, io ti ho detto di pescare una carta, hai sorriso con quel sorriso bellissimo che hai, il più bel sorriso che mi viene in mente, anzi l’unico, e mi hai abbracciato chinandoti.
“Il peggio è passato”, ti ha detto la carta, e a me sembrava tanto un addio. Lo era.
In questi mesi, ci sono state decine di “prime volte” senza di te.
La prima volta alla tua gelateria preferita senza di te. La prima volta che sono andata a vedere il tramonto alla darsena senza di te. La prima volta che, mentre tornavo dal lavoro, non ti ho telefonato, eppure sono riuscita ad arrivare a casa, nel silenzio opprimente dell'abitacolo. La prima “domenica a letto” senza di te. Il primo dottor House senza di te. La prima (e l’unica) volta che ho sentito qualcuno dire “Supertelegattone”, ma non eri tu, e non era rivolto a me. La prima volta che ho parcheggiato dove parcheggiavi sempre tu, il primo kebab, il primo pranzo biologico senza di te. La prima volta a Bologna, dopo che l'ultima volta ci eravamo andati assieme, e avevamo litigato furiosamente in macchina e fatto pace disperatamente al Bed and Breakfast, e non c'era niente di nuovo in questa dinamica distruttiva però quella volta io pensavo davvero che stavamo cominciando a smettere di sopraffarci, di seppellire di cattiverie reciproche quella cosa così impetuosa che tu chiamavi passione, io, curiosamente, amore.
Comunque non ho più mangiato un'acciuga del Cantabrico senza di te. Non passo mai di fronte alla tua vecchia casa, e se passassi eviterei di guardare dentro alla finestra della tua cucina, dove quella volta ti ho lasciato un libro di poesie comprensibili a chiunque, ma non le hai capite lo stesso, così ti ho detto che potevi tenerle in bagno, perché una poesia d’amore dura quanto una seduta sul cesso. Ed eviterei ancora di più di guardare dentro alla finestra della tua stanza.
Non sono più andata a vedere l’alba senza di te, non sono più andata al cinema Settebello senza di te, dopo quella volta che abbiamo visto quel film islandese senza musica, quasi mimato, con in sottofondo l’audio del film nella sala accanto. Al cinema ti lasciavi tenere la mano, io mi sentivo così felice, anche se nessuno lo sapeva, perché in sala era buio.
Guardo la tua bici nel mio garage e mi chiedo fino a quando tutte queste stupide ultime volte mi balzeranno in testa a tradimento, ma aspetto paziente perché necessariamente si tratta di un numero finito, e a un certo punto finirà.
Mi sento abbastanza felice da quando non ho più tue notizie, non vado neanche più dalla psicologa a piangere per quanto sarei sbagliata, però questa mattina, visto che non avevo niente da fare – non ci sono le bimbe – ho fatto una domanda alle carte degli angeli, le quali danno quasi sempre delle risposte del cazzo ma rassicuranti.
Tramonto sotto casa |
Ho chiesto una cosa a caso, perché non ho preoccupazioni serie, tutto procede normalmente, e la carta mi ha detto “Il peggio è passato”, come quella mattina che sei andato via da casa mia, l'ultima, io ti ho detto di pescare una carta, hai sorriso con quel sorriso bellissimo che hai, il più bel sorriso che mi viene in mente, anzi l’unico, e mi hai abbracciato chinandoti.
“Il peggio è passato”, ti ha detto la carta, e a me sembrava tanto un addio. Lo era.
In questi mesi, ci sono state decine di “prime volte” senza di te.
La prima volta alla tua gelateria preferita senza di te. La prima volta che sono andata a vedere il tramonto alla darsena senza di te. La prima volta che, mentre tornavo dal lavoro, non ti ho telefonato, eppure sono riuscita ad arrivare a casa, nel silenzio opprimente dell'abitacolo. La prima “domenica a letto” senza di te. Il primo dottor House senza di te. La prima (e l’unica) volta che ho sentito qualcuno dire “Supertelegattone”, ma non eri tu, e non era rivolto a me. La prima volta che ho parcheggiato dove parcheggiavi sempre tu, il primo kebab, il primo pranzo biologico senza di te. La prima volta a Bologna, dopo che l'ultima volta ci eravamo andati assieme, e avevamo litigato furiosamente in macchina e fatto pace disperatamente al Bed and Breakfast, e non c'era niente di nuovo in questa dinamica distruttiva però quella volta io pensavo davvero che stavamo cominciando a smettere di sopraffarci, di seppellire di cattiverie reciproche quella cosa così impetuosa che tu chiamavi passione, io, curiosamente, amore.
Comunque non ho più mangiato un'acciuga del Cantabrico senza di te. Non passo mai di fronte alla tua vecchia casa, e se passassi eviterei di guardare dentro alla finestra della tua cucina, dove quella volta ti ho lasciato un libro di poesie comprensibili a chiunque, ma non le hai capite lo stesso, così ti ho detto che potevi tenerle in bagno, perché una poesia d’amore dura quanto una seduta sul cesso. Ed eviterei ancora di più di guardare dentro alla finestra della tua stanza.
Non sono più andata a vedere l’alba senza di te, non sono più andata al cinema Settebello senza di te, dopo quella volta che abbiamo visto quel film islandese senza musica, quasi mimato, con in sottofondo l’audio del film nella sala accanto. Al cinema ti lasciavi tenere la mano, io mi sentivo così felice, anche se nessuno lo sapeva, perché in sala era buio.
Guardo la tua bici nel mio garage e mi chiedo fino a quando tutte queste stupide ultime volte mi balzeranno in testa a tradimento, ma aspetto paziente perché necessariamente si tratta di un numero finito, e a un certo punto finirà.
Se una cosa è tanto triste vuol dire che prima è stata tanto bella. Funziona così purtroppo.
RispondiEliminaPiù che bella, forte :)
EliminaFa sempre un certo effetto ritrovarsi nelle parole degli altri. Bene, un bel carico di emozioni prima di cena.
RispondiEliminaSai cosa, mi sorprende sempre constatare quanto l'amore, quel sentimento totalizzante ed esplosivo, sia in fondo banale e uguale per tutti, sofferenze incluse.
EliminaHo commentato stamattina, ma non si e' salvato. Io uguale. Sono due anni che non mangio piu' la burrata del Waitrose. Forse questo week end me la compro. Monica
RispondiEliminaComprala Mo'.
EliminaNon l'ho comprata. Non ce la faccio. Pero' non piango piu' (tutti i giorni). solo qualche volta. a tradimento. Come quando sento Lorenzo nelle orecchie che canta: "quando sei con me mi fai venir voglia di vivere" Tanto baci Vale
EliminaIo ho molte meno ultime e prime volte. Ho piuttosto un cumulo immenso di progetti e programmi fatti in quelle poche settimane in cui tutto mi sembrava possibile. Ho ricordi dolorosamente intensi e in testa la domanda epocale: come caspita ho potuto pensare che potesse funzionare? Come caspita a tratti mi trovo ancora in testa in automatico questo stesso pensiero, contro ogni evidenza? E poi nemmeno mi dispiace del tutto, perché almeno quei ricordi, nel piattume delia mia solitudine, li ho.
RispondiEliminaCara, quando ti leggo trovo sempre così stridente il pensiero che tu che sei così speciale ti ritieni sola, però credo che sia lo stesso effetto che faccio io agli altri quando parlo della mia ormai endemica singletudine, quindi non ti risponderò ovvietà e ti manderò solo un grande abbraccio.
EliminaChe sensazione ritrovarsi in queste parole...quante cose ancora non riesco fare senza...non riesco neppure ancora a pensarci senza piangere.E mi ritrovo ancora di più nel commento sopra..."contro ogni evidenza"
RispondiEliminaNon ti conosco, ma permettimi di dire cosa ha aiutato me. Analisi. Da una brava. Ci vado ancora. E ci ho messo un anno piu' due sbagliati (psicoterapeuti) prima di trovarla. Adesso comincio veramente a uscirne (nel frattempo e' passato un altro anno) Una delle scelte migliori della mia vita. Monica
EliminaIo invece sono sempre andata dalla psicologa per gestire la sofferenza che mi ha provocato stare in un paio di relazioni distruttive, mentre se sto da sola sono nel pieno possesso delle mie facoltà mentali.
EliminaCiao, ti ho letto sporadicamente e qua e là in questi anni, molto di rado in realtà, quindi non ci conosciamo davvero.
RispondiEliminaMi ha colpito questo post perché le tue parole mi fanno pensare che era come mi sono sentita io l'anno passato... grosso modo fino al maggio di quest'anno.
In realtà io non volevo uscirne davvero, perché il tipo in questione lo amavo molto. Ma non ne potevo più e mi sono forzata a uscirne. Grosso modo ci sono riuscita, anche se rimpiango tante cose.
Non so cosa ti auguri, tu saprai cosa fa per te, comunque io ora che i ricordi non mi assalgono più, non piango più e sto meglio. Mi manca la poesia di quell'amore, ma forse era tutto nella mia testa solamente.
Non lo saprò mai.
Però adesso sto grosso modo bene.
Un abbraccio da una lettrice sconosciuta :D
Anche nel mio caso era tutto nella mia testa, buona parte del bello e buona parte del brutto. La realtà probabilmente era piuttosto pallida, ma non ne avevo la piena percezione.
EliminaOh my god valentina... Ma ancora a questo punto col donatore? Da quanto anni è finita? È stata una storia che ti ha prosciugato, ma ho sempre pensato che il non essere più riuscita ad avere una nuova storia d amore sia stata una tua scelta perché lo hai idealizzato. Mi fai venire in mente carrie di sex and the city. Milioni di uomini disposti ad adorarla ma lei buttava sempre tutto cesso per farsi umiliare da Big. Che ok aveva un attrezzo al pari di Rocco, ma lo zerbino proprio no dai.
RispondiEliminaCavolo, devo essere proprio una campionessa di riservatezza sulla mia vita sessual - sentimentale se siete rimasti a 8 anni fa :D
EliminaCara Valentina, circa 10 anni fa provavo queste cose e facevo di sti ragionamenti di prime/ultime volte, sognavo, forse mi sentivo sola ed avevo paura della solitudine... ma tornando realista... l'amore, quello vero, secondo te, si comporterebbe davvero così?? Io sono finita per pensare che ci siano diversi tipi di amore e non con tutti sarebbe realisticamente possibile una storia... anzi! Forse dovreste rivalutare la vostra storia, ridimensionarla, così come rivedere la parola "rispetto" (forse da parte sua più che tua... visto che parli di cattiverie - non è passione, è letteralmente mancanza di rispetto ed immaturità). Si discute, sì, ma non ci si grida sopra cattiverie ed insulti!!! Insomma, cara Valentina, l'amore lo si ha dentro e porta serenità. Studiaci un po' su, l'amore nei tuoi confronti e poi quello nei confronti degli altri (che verrebbe in automatico dopo che amerai te stessa così come sei individualmente). A volte ci sentiamo talmente pieni e sopraffatti che ci dimentichiamo cosa significhi un po' di serenità. Le persone non sono mai uniche nè tantomeno speciali tanto quanto credavamo. Ognuno ha pregi e difetti. Meglio trovarne uno capace di apprezzarci per come siamo. Sarà accontentarsi o quello che vuoi, ma perlomeno vivi una vita più "regolare" e meno "sofferente"... perché ripeto, l'amore è incontrarsi con rispetto, non scontrarsi con cattiverie. Le persone che anche ti vogliono restare amiche, restano a dispetto di tutto, anche nonostante tutto, non ti voltano la schiena. Un abbraccio.
RispondiEliminaPS: Tutto passa, stai certa che passerà anche questa...
EliminaMa sì che lo so che non andava bene, sennò non sarebbe passato ma presente.
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