In questi giorni le bimbe sono in trasferta dal padre, ma chiamiamolo tranquillamente esilio: a volte sembra quasi che ce le passiamo tipo gavettone che sta per scoppiare. Il gavettone tocca più spesso a me perché qui c'è la scuola, qui c'è il mare all day long, qui ci sono gli amici, a volte le minaccio che torniamo a BucoDelCulo perché credo che nella vita un po' di sofferenza ci vuole, dai, sennò diventi un mammalucco. Comunque, ora che il gavettone ce l'ha lui, io chiamo così poco che quando vedono il mio nome lampeggiare sul display del telefono, lui dice: Oh, la Madre Celeste.
Io in gita a Badia Tedalda |
Dev'essere la natura che li fa così rompipalle, gli adolescenti. Perché se tu, genitore, seguissi il tuo cuore e anche il tuo cervello, non li faresti uscire di casa, ma sono talmente insopportabili che in fondo non vedi l'ora che varchino a ritroso la soglia di casa, anzi che metterli in punizione è una tortura per te. Se le bimbe si comportano male, sono certe che acconsentirò che vadano a quel pigiama party o che stiano in spiaggia fino alle 8 anziché fino alle 6.30.
Ci sarebbe da morire di paura eh, perché li vedi che non hanno mica tanto la testa sulle spalle. Ogni tanto leggo di queste mie amiche su Facebook con figli dell'età delle mie (che dal vivo non ho tantissimi amici con figli, non sono mai riuscita a fare amicizia con una cazzo di mamma di scuola, sarà che Serena, quella che oggi è la mia migliore amica, l'ho incontrata proprio all'uscita dell'asilo e quindi dio ha deciso che mi ha dato tutto quello che poteva darmi), dicevo, sento gente che racconta di figli che in pieno inverno tornano a casa essendosi scordati il cappotto in palestra, uno torna a casa senza una scarpa...mia figlia il giorno prima dell'esame ha invitato a casa La gang dei bimbi poveri (lei e i suoi amici si sono soprannominati così), giurandomi su dio che avrebbero studiato alacremente, poi alle 19 mi ha chiesto se poteva andare a studiare al parco così i suoi amici potevano continuare a fare casino a casa.
Tra l'altro, parliamo del nome: la gang dei bimbi poveri.
Le bimbe fino a ieri ascoltavano il k-pop (boy band di cinesini, tipo questa), poi i loro amici le hanno convinte a passare al trap (tipo a Lucy piace questo tale Nayt, questa è la versione acustica di un pezzo che non mi dispiace). Io preferivo i cinesini, non perché mi piaccia la dance ma perché, come dire, il mondo dei ragazzini impagliati con l'Asia mi pare più sano del mondo che gravita attorno al trap: quasi tutte le canzoni trap che ho ascoltato erano musicalmente scarsissime e incredibilmente vuote di senso, anche mettendomi nei panni di un teenager (se volete sentire la metrica di De André e i contenuti di Sferaebbasta per capire di che parlo, ascoltatevi questa meraviglia di nome The André).
Quindi insomma, ascoltano il trap e l'altra sera eravamo in terrazza che cenavamo (oh, tra l'altro quelli dell'albergo di fronte si spogliano sempre mentre ceniamo), e parlavamo di cosa significa venire dalla strada. Ho indicato la strada sotto casa e ho detto "quella è una strada, quindi noi veniamo dalla strada". "Fiiiigo", mi hanno risposto. "Siamo proletarie, io vengo dalle case popolari, papà è l'unica persona che conosco che è partita ancora più basso di me". "Che figata essere proletari", hanno detto con gli occhi sognanti. Le tre proletarie che hanno un posto fisso in spiaggia tre mesi l'anno, un posto fisso per il gommone nello sgabuzzino del bagnino, frequentano o sono iscritte alle scuole più fighe della città, dicono di avere avuto un'infanzia stupenda a BucoDelCulo e di volerci crescere eventuali figli.
Insomma, si chiamano tra loro bambini poveri, e so che piace loro raccontarsi, tramite i loro prodotti Apple, che sono poveri e hanno genitori stronzi (io compresa, naturalmente. Sarà che una volta che avevano litigato tra loro, si urlavano dei vaffanculi sotto casa e io mi sono affacciata e ho detto loro che era ora di dormire, che se volevano li mettevo a letto col ciuccio e il biberon, e da allora le bimbe dicono in gergo trap, che io ho dissato i loro amici).
Tra l'altro, parliamo del nome: la gang dei bimbi poveri.
Le bimbe fino a ieri ascoltavano il k-pop (boy band di cinesini, tipo questa), poi i loro amici le hanno convinte a passare al trap (tipo a Lucy piace questo tale Nayt, questa è la versione acustica di un pezzo che non mi dispiace). Io preferivo i cinesini, non perché mi piaccia la dance ma perché, come dire, il mondo dei ragazzini impagliati con l'Asia mi pare più sano del mondo che gravita attorno al trap: quasi tutte le canzoni trap che ho ascoltato erano musicalmente scarsissime e incredibilmente vuote di senso, anche mettendomi nei panni di un teenager (se volete sentire la metrica di De André e i contenuti di Sferaebbasta per capire di che parlo, ascoltatevi questa meraviglia di nome The André).
Quindi insomma, ascoltano il trap e l'altra sera eravamo in terrazza che cenavamo (oh, tra l'altro quelli dell'albergo di fronte si spogliano sempre mentre ceniamo), e parlavamo di cosa significa venire dalla strada. Ho indicato la strada sotto casa e ho detto "quella è una strada, quindi noi veniamo dalla strada". "Fiiiigo", mi hanno risposto. "Siamo proletarie, io vengo dalle case popolari, papà è l'unica persona che conosco che è partita ancora più basso di me". "Che figata essere proletari", hanno detto con gli occhi sognanti. Le tre proletarie che hanno un posto fisso in spiaggia tre mesi l'anno, un posto fisso per il gommone nello sgabuzzino del bagnino, frequentano o sono iscritte alle scuole più fighe della città, dicono di avere avuto un'infanzia stupenda a BucoDelCulo e di volerci crescere eventuali figli.
Insomma, si chiamano tra loro bambini poveri, e so che piace loro raccontarsi, tramite i loro prodotti Apple, che sono poveri e hanno genitori stronzi (io compresa, naturalmente. Sarà che una volta che avevano litigato tra loro, si urlavano dei vaffanculi sotto casa e io mi sono affacciata e ho detto loro che era ora di dormire, che se volevano li mettevo a letto col ciuccio e il biberon, e da allora le bimbe dicono in gergo trap, che io ho dissato i loro amici).
Per quanto riguarda me, mi fa un po' strano essere a casa da sola. Pensavo sarei uscita invece mi piace tornare a casa e guardare una serie da sola accarezzando la Mici. Fa un caldo fottuto, però senza adolescenti per casa posso starmene anche nuda. A volte bevo un bicchiere di vino da sola in terrazza in mutande e a quell'ora c'è sempre la stessa signora, dua palazzi più in là, che fuma una sigaretta in mutande, sul balcone. E ci sono sempre questi due vecchietti, sul terrazzo di fronte, seduti a guardare la sera, è così che vorrei invecchiare, con qualcuno ecco.
Purtroppo sono una creativa quindi se sto troppo da sola non riesco più a distinguere l'immaginazione e la paranoia dalla realtà, però è ok, ci faccio pace, in fondo il giardino segreto che sta nella mia testa è tutto quello che ho, quello che mi fa costruire, giorno dopo giorno, questa vita pazza, a volte dolorosa, a volte difficile, ma fottutamente degna di essere vissuta.
Leggo filosofi greci.
Purtroppo sono una creativa quindi se sto troppo da sola non riesco più a distinguere l'immaginazione e la paranoia dalla realtà, però è ok, ci faccio pace, in fondo il giardino segreto che sta nella mia testa è tutto quello che ho, quello che mi fa costruire, giorno dopo giorno, questa vita pazza, a volte dolorosa, a volte difficile, ma fottutamente degna di essere vissuta.
Leggo filosofi greci.
Ciao cara ho due figli gemelli dodicenni che cominciano a mandarmi a quel paese!!!!Devo iniziare a preoccuparmi??
RispondiEliminaMi dicono che i maschi ci mettono qualche anno in più a iniziare a rompere, però sì, preparati.
Eliminanon so perché ma l'"adolescenza",in senso proprio, dei miei figli, mi manca, come esperienza: una l'ha attraversata senza colpo ferire, l'altro ci arriva ora, da maggiorenne…(veramente terrrrrribile…) e cmq la solitudine la serie il caldo e il girare nuda e la mia cara vita interiore, ok, i-den-ti-co :-) buona estate!
RispondiEliminaMi consolo solo pensando che se uno ci passa a 13 - 14 -15 anni poi sarà finita, spero non ricomincino a rompere a 18, spero.
EliminaHai aperto una riflessione che io stessa ultimamente faccio. Le tue figlie e i suoi amici, credo, si sentano 'poveri' perché quello che vedono nei loro iphone è il riflesso di una nuova realtà troppo distorta, dove sono tutti ricchi (perché oggettivamente fosse anche solo per influencer instagrammer e youtuber è più facile diventare ricchi, in poco tempo e in giovane età) oppure quando non sono ricchi, non dovrebbero comportarsi da ricchi ma preferiscono spendere 1.000 per una borsa piuttosto che metterli da parte come avrebbero fatto i nostri genitori. Quindi la meta è: mi sembra assurdo che ragazzini di ceto normale (usare ancora la parola ceto nel 2019 non è corretto ma in questo caso utile) con famiglie normali, aventi genitori con retribuzioni normali, che fanno sacrifici normali per dare tutto quello che serve e ance qualcosina in più ai propri figli, questi, si debbano poi sentire 'poveri'. E' uno specchio rotto attraverso il quale vedere il futuro. Aumenterei i bicchieri di vino.
RispondiEliminaDharma, secondo me dici il giusto ma il nostro caso non è esattamente così. Nel senso: è ovvio che non si rendono conto dei sacrifici che faccio, e che tutto sembra dovuto, però voglio credere che non si vedano davvero povere. Lucia stessa, recentemente mi ha detto "Mamma ma ci pensi che io sto qui a progettare il mio grande futuro al liceo, ma se fossi nata in Afghanistan a 14 anni potrei solo sperare che mio marito non mi picchi troppo forte?".
EliminaQuello che volevo dire qua sopra, è che con il trap ormai diventato mainstream tra i ragazzini, essere "poveri", "venire dalla strada" è un vanto. Si chiamano "bimbi poveri" perché a loro sembra figo. E guarda, un po' lo è pure (a me non piace lo stile di vita consumistico: l'unica cosa di "valore" che possiedo è un mac), l'unico problema è che loro non sanno che cosa vuol dire avere il frigo costantemente vuoto, io invece sì, e quando apro il nostro frigo non mi sento affatto povera :)
Un pò mi rassereno allora, riconoscersi nella 'povertà' delle canzoni che ascolti lo capisco, l'ho fatto anche io ai tempi degli Articolo 31 (fammi credere che fossero meglio si Sferaebasta, ti prego!) . Non avevo colto il collegamento tra l'affermazione e la trap. Il commento di Lucia sull'Afghanistan....bè, non so che dire, i complimenti forse non bastano :-) Ci leggo che state facendo un gran bel lavoro.
EliminaSarò ingenua, ma credo anche io che gli Articolo 31 fossero meglio di Sfera. Cioè, loro dicevano delle cose: chiedere di legalizzare la marjuana per esempio allora significava esporsi e poi comunque era l'espressione di un desiderio di libertà; Sfera invece si sballa con lo sciroppo per la tosse (legalissimo). Oppure non so: voglio una lurida a suo modo era un elogio (maschilista) delle donne normali; Sfera chiama la sua ragazza La mia bitch. Poi mi ricordo 2030, che esprimeva un disagio per il mondo dove stava andando, verso il razzismo, la lega (to'), la solitudine. Altre canzoni ricordo che non avevano nessuna aspirazione "culurale" però comunque c'erano dei bei testi, erano funky, divertivano. Boh, posto che JAX ammicca parecchio alle masse di ragazzini in discoteca (vedi l'ultima, Ostia Lido), a me sembra che almeno nei testi ci sia un abisso, davvero. Non parliamo poi di Eminem, dei 99posse, di Caparezza, di Frankie hi nrg e di altri "vecchioni", che non ho le conoscenze. Ma TUTTI davvero sono meglio di Sfera e company. Addirittura cantano con l'autotune.
EliminaJax fuori dagli Articolo31 ha preso una svolta che anche io non apprezzo, e non è la mia età anagrafica che è cambiata ma appunto lo spessore die testi. Evidentemente i ragazzini degli anni 90 volevano una cosa e i millennials ne vogliono un'altra. Non ricordo dove tempo fa avevo letto un interessante dibattito su: è la musica che influenza i nuovi giovani o viceversa? se non erro dibattito acceso dai testi di Young Signorino, atroci a dire poco. E forse qualcuno tirò fuori anche Sfera. Come si dice ora: smettiamola di far diventare famosa la gente stupida. Eppure sono sempre di più...
EliminaBellissimo post, Vale. è importante coltivare il giardino segreto nelle nostre teste!
RispondiEliminaMa infatti, che bisogno c'è che tutti sappiano tutto di te e approvino quello che pensi e quello che fai? :)
EliminaDirei che io sono ancora distante, con i quasi 5 anni di Greta sono ancora in mezzo ad altro :-) perà sta iniziando a tirare fuori dei gusti truzzi.
RispondiEliminaGuarda che gli anni passano in fretta :)
EliminaTu però goditela.
io ho vissuto per 4 settimane nel mio giardino segreto, domani tornano.
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