Ricordo che a un certo punto della mia vita, solo pochi anni fa, mi sono accorta con stupore che non avevo più paura di niente.
Sono sempre stata una cagasotto, da bambina e da adolescente avevo paura di tutto.
Del buio, tanto per cominciare, dev’essere stato per colpa dei film horror. Da bambina avevo una vicina adolescente a cui spesso mia madre mi affidava, e ricordo che una volta guardammo Aracnofobia coi suoi amici, credo di non averci dormito per anni.
Ma anche per The Blair witch project, preso a noleggio qualche anno dopo col mio morosino e guardato un sabato sera a letto. Comunque anche il telegiornale faceva la sua parte, a casa di nonna la tv era sempre accesa e all'ora di pranzo e cena qualche giornalista dall'aria grave annunciava sempre disastri che andavano dalle bombe su Sarajevo, alle sparatorie nostrane.
Poi sin dall’asilo avevo una paura fottutissima delle droghe, delle siringhe, dei gruppi di ragazzi che negli anni 80, 90 si radunavano la sera nei parchi. Non mi è mai passata, però a un certo punto non mi ha più condizionata, è diventata una piaga che non mi riguardava.
Ho spesso avuto paura dell'abbandono, che avrebbe amplificato la vocina che sibilava nelle mie orecchie "È perché fai schifo".
Ma poi mi sono ritrovata a meno di trent’anni che mi ero diventata invincibile: oltre a mio padre, avevo perso mio nonno e mia nonna e incredibilmente non ero morta di dolore, poi ero stata lasciata ma l’avevo superata, e l’avevo superata bene. Non ero più in balia di nessuno, io e le bimbe eravamo libere e al sicuro da (quasi) qualunque imprevisto.
Poi sono tornata ad avere paura dei ragazzi che stanno a volte nascosti al parco, degli ubriachi in stazione, degli uomini che fanno i commenti per strada alle donne. Ho paura dei film. Ho paura che quello che dico quando sono arrabbiata non si possa più cancellare. Ho paura dei profili Instagram delle anoressiche.
Avere figli adolescenti, delle volte, fa una paura fottuta.
Photo by David Larivière on Unsplash
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Sono sempre stata una cagasotto, da bambina e da adolescente avevo paura di tutto.
Del buio, tanto per cominciare, dev’essere stato per colpa dei film horror. Da bambina avevo una vicina adolescente a cui spesso mia madre mi affidava, e ricordo che una volta guardammo Aracnofobia coi suoi amici, credo di non averci dormito per anni.
Ma anche per The Blair witch project, preso a noleggio qualche anno dopo col mio morosino e guardato un sabato sera a letto. Comunque anche il telegiornale faceva la sua parte, a casa di nonna la tv era sempre accesa e all'ora di pranzo e cena qualche giornalista dall'aria grave annunciava sempre disastri che andavano dalle bombe su Sarajevo, alle sparatorie nostrane.
Poi sin dall’asilo avevo una paura fottutissima delle droghe, delle siringhe, dei gruppi di ragazzi che negli anni 80, 90 si radunavano la sera nei parchi. Non mi è mai passata, però a un certo punto non mi ha più condizionata, è diventata una piaga che non mi riguardava.
Ho spesso avuto paura dell'abbandono, che avrebbe amplificato la vocina che sibilava nelle mie orecchie "È perché fai schifo".
Ma poi mi sono ritrovata a meno di trent’anni che mi ero diventata invincibile: oltre a mio padre, avevo perso mio nonno e mia nonna e incredibilmente non ero morta di dolore, poi ero stata lasciata ma l’avevo superata, e l’avevo superata bene. Non ero più in balia di nessuno, io e le bimbe eravamo libere e al sicuro da (quasi) qualunque imprevisto.
Poi sono tornata ad avere paura dei ragazzi che stanno a volte nascosti al parco, degli ubriachi in stazione, degli uomini che fanno i commenti per strada alle donne. Ho paura dei film. Ho paura che quello che dico quando sono arrabbiata non si possa più cancellare. Ho paura dei profili Instagram delle anoressiche.
Avere figli adolescenti, delle volte, fa una paura fottuta.
Colpita e affondata
RispondiEliminaIo ho anche paura che sia lui a fare qualcosa che non si può cancellare, di brutto. Perché la cazzata è dietro l’angolo, a volte mi sembra che tutto quello che abbiamo passato insieme sia un po’ scorso invano, altre volte mi sembra di no.
RispondiEliminaIdem, se penso alle cazzate per fortuna solo sfiorate, da ragazzina, rabbrividisco. E non mi ero mai minimamente resa conto di essermi messa anche solo un po' in pericolo, finché non ho cominciato a riguardarmi con gli occhi di una mamma.
EliminaSi, poi ti ricordi che in fondo almeno noi all'adolescenza siamo anche sravvissute, e preghi Mendel, santo Culo e quel po' di esempi di ragionamento che ti sei sfinita a fare negli anni con i figli, e niente, a me passa.
RispondiEliminaBa, è Santo Culo che mi preoccupa.
EliminaNon oso immaginare quando sarò nella stessa situazione, ne ho tre piccoli e ora spesso mi pesa l'impegno fisico, ma sono la loro eroina, per cui mi godo il momento e la mia invincibilità.
RispondiEliminaOgni 'epoca storica' è a sé ok, ma io che sono dell'89 ringrazio di essere stata adolescente nei miei tempi perché quelli di ora sì che mi fanno paura... Chissà cosa farei e cosa sarei sui social, ci penso spesso :p
RispondiEliminaMah, secondo me quando eravamo ragazzini noi, almeno, io, almeno, nel mio ambiente, c'erano ancora un po' i miti delle rockstar, era figo essere brutti sporchi e cattivi, c'era il mito del disagio esistenziale e generazionale. Oggi non so, non so ancora definirli, però vedo anche qualcosa di buono, come la maggiore possibilità di coltivare degli interessi. Le stesse scuole fanno più attività, le famiglie fanno più viaggi, internet ti apre tanti mondo, e credo che questo, in parte, potrebbe essere un antidoto a quella noia distruttiva che è stare per strada da adolescenti, ubriacarsi in discoteca ed essere una merda tutto il giorno successivo, non lo so, una volta chi stava in casa era uno sfigato, oggi c'è spazio anche per chi ha interessi.
EliminaTutte le paure che superiamo crescendo si ripresentano, subdole, quando diventiamo genitori. Vivo i tuoi stessi pensieri, anche se i miei figli per ora sono "piccoli" (7 e 2 anni). Chissà se anche i nostri genitori hanno passato questa fase.
RispondiEliminaCon tutto l'affetto per la mia famiglia, che mi legge, io ritengo di essere stata cagata meno di quanto io cago le bimbe, quindi ipotizzo che le preoccupazioni per me possano essere state un po' inferiori. Io ero quella che se la cavava, i grandi pensavano principalmente ai loro casini. :)
EliminaMagari mi sbaglio eh.