L’altro giorno ho letto per caso alcuni miei post vecchi e ho trovato questo post del 2010, quando avevo aperto il blog da pochi mesi: si chiama Guardateci, ed era una cartolina dalla mia casa a BucoDelCulo.
(Vi invito a leggerlo, poi tornate qui)
Nel 2010 avevo 27 anni ed ero recentemente stata mollata, ma non ero certa che quello fosse un vero addio (più o meno lo è stato, dico sentimentalmente), non ero felice, anzi forse è stato uno tra i momenti peggiori della mia vita. Tuttavia non ero certa che fosse auspicabile tornare indietro, a una famiglia “normale”, ma con due genitori che non ne potevano più, né di una vita tanto caotica, né l’uno dell’altra.
Nei commenti a quei post scrivevo: preferisco parlare con voi che con le mie amiche, almeno non ho l’impressione di farvi pena, forse perché non mi vedete piangere e dimagrire. A dire il vero in quel periodo non avevo molte persone attorno, l’ho affrontato davvero da sola. Solo mia madre è stata una presenza costante, forse mio fratello. Ma non ne faccio una colpa a nessuno, neanche a me stessa che forse ho fortemente voluto essere sola, succede.
Dopo otto anni, la quinta sedia al nostro tavolo, (troppo) raramente è vuota. Ci sono altre due sedie pieghevoli, in cucina, che vengono tirate fuori al bisogno, per essere stipate attorno a un tavolo sempre troppo stretto.
Non vivo più a BucoDelCulo, in quella casetta di sasso che era diventata improvvisamente tutta mia. Vivo in un piccolo appartamento in affitto, semplice, luminoso, e vicino al mare. Non si sentono più le rane gracchiare perché d'estate c'è un casino infernale, e non si vedono le stelle, perché ci sono i lampioni, qui.
A casa c’è ancora la pila dei libri che prendo a prestito in biblioteca, però per le bimbe ne prendo sempre meno perché ormai sono ragazze e scelgono da sole le loro letture: le gemelle sono fissate con i manga e le fanfiction, passano ore stese a letto con i piedi per aria e il cellulare in mano, a leggere e a scorrere.
Carolina invece ama ancora che le leggo qualcosa, soprattutto perché coglie l’occasione per stare (ancora, come in quel post) nel letto con me, abbracciata. La scusa è che leggerei in maniera molto espressiva e con una bella voce. Mentre dorme si agita ancora, e quando parla nel sonno le gemelle la sgridano malamente, specie Lucia, che nel letto a castello dorme sopra di lei e a volte sente che si muove tutto. Non hanno più i tre piccoli lettini tutti attaccati, come i sette nani.
La Mici allora c'era già? Non ricordo.
Guardateci: siamo ancora noi quattro, anche se tre sono diventate adolescenti e sono convinte che la loro infanzia sia stata un'altra vita.
Sono più vecchia, ho qualche ruga sul viso,sono più in carne. Sono più felice, sono meno sola, e ho costruito tanto. Ho vissuto tante esperienze, sono cresciuta tantissimo professionalmente, da allora che scrivevo per il giornale locale alla sera e facevo amministrazione in ufficio di giorno, imparando i principi della contabilità su Wikipedia. Ho fatto dei viaggi, alcuni con le bambine.
Ho pianto tante lacrime, sono andata a letto mille volte con gli occhi gonfi e la testa che pulsava. Ho avuto paura di non farcela, non dico tutti i giorni ma quasi. Ma non ho mai chiesto soldi a nessuno, neanche alla banca, ho lavorato sodo, di giorno e di sera, a volte anche di sabato e di domenica. Non devo un centesimo a nessuno.
Ho litigato con tutti i miei capi, ho perso amici, ma ne ho trovati molti di più (inspiegabilmente, continua a dire mio fratello).
In questi otto anni la vita mi ha gridato forte e chiaro che sono in gamba e che ce la farò. Invece la mia piscologa oggi mi ha detto che posso anche non farcela e chiedere aiuto, o anche un abbraccio.
(Vi invito a leggerlo, poi tornate qui)
Nel 2010 avevo 27 anni ed ero recentemente stata mollata, ma non ero certa che quello fosse un vero addio (più o meno lo è stato, dico sentimentalmente), non ero felice, anzi forse è stato uno tra i momenti peggiori della mia vita. Tuttavia non ero certa che fosse auspicabile tornare indietro, a una famiglia “normale”, ma con due genitori che non ne potevano più, né di una vita tanto caotica, né l’uno dell’altra.
Nei commenti a quei post scrivevo: preferisco parlare con voi che con le mie amiche, almeno non ho l’impressione di farvi pena, forse perché non mi vedete piangere e dimagrire. A dire il vero in quel periodo non avevo molte persone attorno, l’ho affrontato davvero da sola. Solo mia madre è stata una presenza costante, forse mio fratello. Ma non ne faccio una colpa a nessuno, neanche a me stessa che forse ho fortemente voluto essere sola, succede.
Dopo otto anni, la quinta sedia al nostro tavolo, (troppo) raramente è vuota. Ci sono altre due sedie pieghevoli, in cucina, che vengono tirate fuori al bisogno, per essere stipate attorno a un tavolo sempre troppo stretto.
Non vivo più a BucoDelCulo, in quella casetta di sasso che era diventata improvvisamente tutta mia. Vivo in un piccolo appartamento in affitto, semplice, luminoso, e vicino al mare. Non si sentono più le rane gracchiare perché d'estate c'è un casino infernale, e non si vedono le stelle, perché ci sono i lampioni, qui.
A casa c’è ancora la pila dei libri che prendo a prestito in biblioteca, però per le bimbe ne prendo sempre meno perché ormai sono ragazze e scelgono da sole le loro letture: le gemelle sono fissate con i manga e le fanfiction, passano ore stese a letto con i piedi per aria e il cellulare in mano, a leggere e a scorrere.
Carolina invece ama ancora che le leggo qualcosa, soprattutto perché coglie l’occasione per stare (ancora, come in quel post) nel letto con me, abbracciata. La scusa è che leggerei in maniera molto espressiva e con una bella voce. Mentre dorme si agita ancora, e quando parla nel sonno le gemelle la sgridano malamente, specie Lucia, che nel letto a castello dorme sopra di lei e a volte sente che si muove tutto. Non hanno più i tre piccoli lettini tutti attaccati, come i sette nani.
La Mici allora c'era già? Non ricordo.
Guardateci: siamo ancora noi quattro, anche se tre sono diventate adolescenti e sono convinte che la loro infanzia sia stata un'altra vita.
Sono più vecchia, ho qualche ruga sul viso,sono più in carne. Sono più felice, sono meno sola, e ho costruito tanto. Ho vissuto tante esperienze, sono cresciuta tantissimo professionalmente, da allora che scrivevo per il giornale locale alla sera e facevo amministrazione in ufficio di giorno, imparando i principi della contabilità su Wikipedia. Ho fatto dei viaggi, alcuni con le bambine.
Ho pianto tante lacrime, sono andata a letto mille volte con gli occhi gonfi e la testa che pulsava. Ho avuto paura di non farcela, non dico tutti i giorni ma quasi. Ma non ho mai chiesto soldi a nessuno, neanche alla banca, ho lavorato sodo, di giorno e di sera, a volte anche di sabato e di domenica. Non devo un centesimo a nessuno.
Ho litigato con tutti i miei capi, ho perso amici, ma ne ho trovati molti di più (inspiegabilmente, continua a dire mio fratello).
In questi otto anni la vita mi ha gridato forte e chiaro che sono in gamba e che ce la farò. Invece la mia piscologa oggi mi ha detto che posso anche non farcela e chiedere aiuto, o anche un abbraccio.
Be puoi no non farcela ma chiedere un abbraccio!
RispondiEliminaCertamente le mie figlie non lesinano le coccole :D
EliminaAllora un abbraccio forte da tenere in serbo quando servira'.
RispondiEliminaGrazie :)
EliminaL'abbraccio te lo mando subito e volentieri, però non so se virtuale conta!!! Sei stra in gamba ;-)
RispondiEliminaSì, conta anche quello :)
EliminaComplimenti per dove sei arrivata e come ci sei arrivata!
RispondiEliminaSpero di arrivare ancora più in là...non necessariamente in alto, ma lontano lontano sì, sennò mi annoio :)
EliminaSei sempre stata fortissima.. Hai anche imparato a fare la contabile su wiki. Robe da matti.
RispondiEliminaImparato è una parola grossa, facevo certe cappelle :P
EliminaAnche io ho trovato una psicoterapeuta. E non vedo l'ora di iniziare :) Monica
RispondiEliminaevviva! Ti abbraccio stretta, in bocca al lupo!
EliminaLa cosa strafiga è che ce la farai, ne hai le prove, e contemporaneamente puoi anche permetterti il lusso di non farcela e chiedere se serve. Hai già dimostrato!
RispondiEliminaÈ vero, confermo. Convincere Valentina che non fa schifo non è un'impresa banale, ma un po' ce l'ho fatta, e Polly ha aiutato :P. Ora ci si può rilassare un po'.
EliminaSiete sempre più belle e forti! E io direi che ce l'hai già fatta!
RispondiEliminaCiao anch'io ho due gemelli e la mia vita è cambiata lavoro casa bimbi e un casino spero di leggere presto il tuo libro anzi avere tempo per me è leggere già sarebbe tanto
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