È stato un po' un deja-vu: io sola su un Frecciarossa una sera d'inverno, mi sento sensibile e ricettiva, come se avessi delle grosse vibrisse sotto al naso, ho un libro forte con me, che sono pronta ad ascoltare, e infatti non leggo di filata, presa, ma mi fermo spesso e penso. Quella volta il libro era "I have a dream" di Martin Luther King, la fermata era Faenza, il mese era dicembre, e sapevo che avrei cambiato tutto, dal giorno dopo, o forse da quel giorno stesso. Ieri il libro era "L'ultima tentazione di Cristo" di Kazantzakis, la fermata Rimini, i miei capelli più corti, e quando interrompevo la lettura per pensare, la ragazza di fronte a me chiacchierava. A volte mi capita - mi stupisco sempre - che, quando taccio o non partecipo, le persone si rivolgono a me, e se continuo a nicchiare, domandano esplicitamente. Non sono invisibile neanche quando faccio finta di non esserci: curioso, no? Non è sempre andata così, ma questo è un altro discor
Vita, morte ma soprattutto miracoli di Valentina Santandrea