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E adesso che faccio?

E così il sabato e la domenica, quando faccio la spesa o a passeggio sul mare, mi ritrovo piena la testa di pensieri travolgenti, di rimpianti, rimorsi, speranza, angoscia, soddisfazione, tutto assieme.
Se le mie emozioni fossero in grado di comporre canzoni, scriverebbero Bohemian Rhapsody.

Ricordate il film L'ultimo bacio? L'ho visto che avevo che avevo meno di vent'anni, e, paradossalmente, molte più certezze di adesso. Parlava di questo trentenne, interpretato da uno Stefano Accorsi un po' squallido, il quale, in crisi di valori, tradiva la moglie incinta e isterica, Giovanna Mezzogiorno, con una ragazza del liceo, Martina Stella. Che era meno bella e meno intensa della prima, ma vacua e profumata come la brezza primaverile. All'epoca mi pareva un atteggiamento inspiegabile, per un uomo "adulto".
Adesso invece, quella crisi dei trent'anni, anche se ne ho trentaquattro, la comprendo.
E mi rendo conto che non sono io, ma è proprio l'età: improvvisamente, passati i trenta, ti risvegli come in hangover e ti rendi conto che quello che è fatto è fatto, e non saresti pronto a giurare con il sangue che hai fatto le scelte giuste e che tutto è bene quel che finisce bene.


Non è che non c'è più spazio per i sogni, per il "successo", per il divertimento, no, c'è ancora tanto tempo.
Ma le scelte che hai fatto, o non hai fatto, le vedi lì, per la prima volta, in fila dietro di te e non solo davanti.
E non hai più tutto il tempo del mondo.
Le convivenze fallite, la carriera trascurata, i soldi buttati nel cesso, i figli fatti o non fatti, non è che questa roba la puoi continuare a ignorare.
Se hai privilegiato il lavoro, allora in questa fase forse il lavoro ti chiede molto, magari più di quanto vuoi dare. O forse ti rendi conto di cosa comporta aver sacrificato il resto. O forse credi di dover spingere ancora di più, per avere il massimo, ma cominci a essere un pochino stanco, di spingere.
Se hai privilegiato la famiglia o l'amore non voglio dire che hai rinunciato a tutto il resto, ma a più di trent'anni certi miracoli di carriera non si fanno più. O forse sì, ma non sono i miracoli che t'immagini, tipo che improvvisamente, senza un curriculum importante ti assumono per fare il lavoro dei tuoi sogni, ben pagato. Puoi fondare una startup ed essere il capo di te stesso, ed è una figata, ma l'esperienza la paghi con i soldi tuoi, se fai una cazzata non hai il paracadute. Sai bene che puntare tutto su di te è rischioso.
Se hai privilegiato la vita, hai un bel pacchetto di ricordi ed esperienze, ma magari qualche rimpiantino ce l'hai anche tu. Avresti dovuto risparmiare di più, comprarti una casa, investire qualcosa, non lasciare quella persona? Avresti dovuto restare nella tua città, e avere ancora la tua rete di famiglia e amici attorno?

E insomma, vedo che i miei coetanei non dico che sono tutti in crisi, ma improvvisamente cominciano a pesare le scelte che stanno per intraprendere o che hanno intrapreso. Io per esempio quando sono rimasta incinta a 22 anni, non ho minimamente pensato a che cosa sarebbe successo dopo, a che cosa questa scelta avrebbe comportato per me e per la mia vita. A 34 non tornerei mai indietro, e non è detto che non farò altri figli, il punto è che ci penserei, lo farei con cognizione di causa: a cosa vado incontro? A cosa rinuncio? Posso aspettare ancora? Ho scelto la persona giusta?

La mia personale crisi dei trent'anni è la seguente: ho passato gli ultimi 15 anni a sgobbare sempre. Correvo per laurearmi alla prima sessione, che non ne potevo più di fare la commessa. Mi sono laureata un mese prima di diventare mamma delle gemelle, dopo meno di un anno è arrivata Carolina, e sono diventate la mia priorità, non perché io non volessi realizzare dei sogni, ma perché dovevo esserci per loro, sempre. Mi sono comprata una casa, e mi sono data un altro obiettivo a lungo termine: ristrutturarla, finire di pagarla (non ho ancora finito, per la cronaca). Nel frattempo ho pensato a costruire una mia professionalità, ho fatto scelte professionali sensate, ho studiato, ce l'ho messa tutta, e sono riuscita a fare un lavoro che mi permette di esprimermi. Poi ho realizzato che quello che avevo costruito non era abbastanza per le bambine, che meritavano un ambiente più stimolante e una scuola migliore, così ho dedicato un anno della mia vita a studiare e realizzare il piano di trasportare quattro vite in un'altra città.
Infine, mi sono data un anno per riposare: ho fatto alcuni viaggi, ho anche visitato i due paesi che sognavo da sempre, Cuba e Argentina!

E ora mi sono svegliata che mi manca casa mia e non so quali obiettivi ho. Sì, certo, non mollare con le bimbe. Sì, certo, fare altri progetti lavorativi fighi. Ed essere innamorata. E andare in Cile, in Brasile, in Bolivia e in Nicaragua. E in treno o in camper attraverso l'Europa, nei Balcani, in Spagna, in Portogallo. Ma, concretamente, che cosa sto costruendo a lungo termine? Sto andando a zig zag invece che dritta al punto? Quanto peseranno sul mio futuro le decisioni che prendo o che non prendo? Dovrei uscire di più la sera prima di diventare troppo grande per i locali? Dovrei non lasciarmi sfuggire le persone interessanti che non chiamo?

Penso spesso alla frase di Gandhi: Action expresses priorities.
E non sono certissima che le mie azioni e le mie priorità coincidano. Sarà che non ho grandi priorità e non faccio grandi azioni.

Si sta muovendo qualcosa dentro di me, credo un cambiamento, ma non è ancora tanto nitido.

Commenti

  1. Ti auguro tanta e tanta fortuna: La meriti!

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    1. Delle volte anche la "sfortuna" con il senno di poi non è sfortuna ma solo vita. Un abbraccio.

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  2. boh. Io a 34 anni la casa non l'avevo comprata, il figlio erano 3 anni che provavo a farlo, sarebbe arrivato l'anno dopo ma ancora non lo sapevo, per il lavoro mi ero messa in proprio e avevo investito su me stessa e stava anche andando benino ma è stata una scelta di cui mi sono pentita molto spesso nei 16 anni successivi, anche se era l' unica possibile, non avevo ancora scritto un libro e forse non lo avrei scritto mai, poi alla fine sono successe un sacco di cose e solo la maternità alla fin fine me la sono suonata e cantata da sola (no, non è vero, anche il teatro). E quindi? Non ho consigli da darti, vorrei solo dirti che se questa è una delle tante fasi crisalide della vita ci sta tutto questo tuo ragionamento e aspettiamo di vedere che cosa bellissima uscirà dal bozzolo.Ma onestamente col senno di poi, mi viene tanto da darti una risposta stile tua madre. Non lo faccio, perché nelle crisalidi ci siamo passati tutti e ci passeremo tutti e se una le seghe mentali gratis non se le fa nella fase crisalide, santiddio, e quando se le deve fare? (amoti, ma lo sai)

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    1. Comunque Ba, so che sembrava un post malinconico, ma io tendo a non giudicare i miei sentimenti come positivi o negativi. Voglio dire, l'inquietudine in genere tira fuori qualcosa di bello, quindi ben venga no? :)

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  3. Sarà che siamo quasi coetanee, ma lo trovo un post bellissimo. Davvero bellissimo.

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  4. Ho 34 anni come te e mi sono appena iscritta ad un corso di formazione in danzaterapia anche se finora ho studiato e lavorato in un settore che non centra niente con questo. Dopo aver realizzato tutto quello che mi dicevo di voler fare fin da piccola...puff! Lo scontro con la realtà è stato tosto, la mia attuale professione è un po' allo sfascio e non mi piace. Cerco di ripartire da quello che erano davvero le mie passioni e di reinventarmi ma ho sempre paura di non farcela e di avere aspettato troppo. E tanti nostri coetanei sono un po' in crisi di identità. Non sei tu, hai ragione, è proprio l'età.

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    1. Io invece mi sono iscritta a un corso di sceneggiatura. Ma solo per hobby :)

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  5. Io non faccio progetti per il futuro
    Mi hanno sempre detto tutti di farli, ma io non ne ho voglia.

    Me ne pentiró?
    Sicuro.
    Mi pento sempre di tutto. Tutto si poteva fare meglio, dovevo dare di più dovevo impegnarmi di più dovevo scegliere meglio dovevo dovevo blablabla
    Non m importa
    Io vado dove mi porta il vento, se poi finisco in fondo al fiume o nella spazzatura va bene uguale.
    Son già contento di esser qua, di aver visto e di aver provato assaggiato e sorriso e pianto

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    1. Io non volevo dire che devi fare progetti sul futuro, volevo dire che scegliere di non fare un'azione, è un'azione. :)

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  6. avevo 19 anni quando è uscito l ultimo bacio. adesso cantero' per tutto il giorno "mentre piove...piove...lacrime"
    ti abbraccio
    Sabri

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  7. Action expresses priorities. E' la frase in cui credo di piu' nella vita e nella mia beata ignoranza non lo sapevo, che era di gandhi! Grazie.

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    1. Magari mi sbaglio, a dire il vero conosco pochissimo Gandhi :P

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  8. Trovare questo tuo post la mattina dell'ultimo compleanno da ventenne: tempismo perfetto per meditare sui tempismi imperfetti, in qualche modo in buona compagnia...

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  9. E io che di anni ne ho 46, niente figli, niente compagno, per il lavoro mi sono "adattata" a farmi andar bene quello che mi dà lo stipendio fisso.....insomma, io se mi guardo indietro non ho combinato un granché e davanti non intravvedo niente.....Fede

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    1. Il tuo domani lo puoi scrivere tu. Pensa a cosa vorresti e vallo a prendere. Un abbraccio.

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  10. io a 34 anni ero nel pieno del " fare ". A volte ho gli stessi tuoi pensieri e tra poco ne compio 43. Bellissimo post, inquieto e bellissimo.

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  11. Io credevo di aver raggiunto molti obiettivi (famiglia, finalmente il lavoro giusto, pur con grande fatica, progetti personali importanti) e ho praticamente la tua età, sono in crisi con il mio compagno, tanto da intravvedere in una amicizia sul lavoro qualcosa di più, e mi sento una inquietudine terribile addosso, sbalzi d'umore lancinanti, vorrei mollare tutto, tutto e scappare via. C'entra? Forse no, ma grazie di aver ospitato il mio sfogo

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