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Visualizzazione dei post da settembre, 2017

Per una cultura condivisa di libertà del pelo

Questa notte ho sognato che interagivo con qualcuno e mi vergognavo terribilmente di scoprire di avere i peli sulle gambe. Così ho intavolato un discorso con mia madre sapendo che avrei perso (anche) questo round: lei scambia la sua libertà fi pensiero per immunità rispetto ai condizionamenti. Allora la mia opinione, contestata, è questa: mi depilo da quando avevo 12 anni, mi sento in imbarazzo (ma meno di quando ero una ragazzina) se ho i peli visibili da qualche parte, ma considero “indotta” e quindi non mia, non naturale, la necessità di depilarmi. Ho pensato a una prova del nove. Mi sono detta: che cosa succederebbe se non mi depilassi? Sarei davvero libera di non farlo oppure un aspetto fisico più  wild si limiterebbe a ripercuotersi sulla mia percezione di me? E mi sono risposta: riceverei critiche sul mio aspetto fisico che mi metterebbero a disagio. Ma poi credo che verrei anche emarginata. Se mi presentassi al lavoro con i peli sulle gambe (o con il velo sui capelli, o

Una tigre

La cosa più strana dell'aver cambiato città, è che quando torno a casa da un viaggio e prendo l'uscita Rimini sud invece che Faenza, la mia testa mi dice, "dai, non fare la scema, le vacanze sono finite, si torna a casa". È stato ancora più evidente questa volta, che ho fatto due viaggi consecutivi, e ho lasciato una Rimini post Ferragosto, che è come una graticola che è appena stata messa a raffreddare, e trovo una Rimini autunnale che niente, è un po' malinconica. Non che non la ami anche così eh, perché l'estate va da maggio a settembre, e credetemi, ma dare il massimo in termini energetici per così tanti mesi, è duro, e il mio organismo a un certo punto sente il bisogno di chiudersi, di andare a letto prima, di leggere, di crescere, di contemplare e sì, anche di trovare parcheggio, e di non svegliarmi di notte per via della clientela selezionata dell'hotel attaccato a casa. Torno a casa e la trovo sempre bianca, sempre abbastanza mia, anche se, preve

Tutto così lontano

E così sono qui a Buenos Aires e faccio pensieri definitivi sulla mia vita e a colazione parliamo del matrimonio e dei matrimoni, sia l'istituzione, che le celebrazioni, e non c'è niente che mi è più estraneo di questo concetto: sposarsi. Sono una che ha sempre corso sola tutta la vita: amici e amanti e famiglia e comparse, sì, tanti, ma a tirare avanti e a guardare in faccia la paura e la disperazione, ero sempre sola. Come tutti, poi. Forse in me si nota di più perché ho avuto una vita di incredibili alti e incredibili bassi, così essere sola in fondo alla curva discendente sembrava particolarmente doloroso. Invece no, a qualcuno fa male il culo anche se cade dal basso, alto e basso sono concetti fottutamente relativi. Mostra di Marie Luise Ekman al Moderna Museet di Stoccolma Insomma, dicevo che il matrimonio no, non è la mia storia, non mi sono mai fidata davvero di qualcuno con cui andavo a letto. Se dovessi giurare la mia presenza eterna, tuttalpiù la giurerei al