Ultimamente mi sforzo di meditare e di pensare positivo. A volte mi sforzo di ridere anche senza pensare a qualcosa che fa ridere, così, come movimento muscolare, e funziona davvero.Non so se succede anche a voi ma io quando taglio la cipolla piango e finisce che divento triste; e invece quando sorrido divento felice.
Però poi interagisco con gli altri e le cose non vanno come vorrei.
Leggevo questo libro sul silenzio interiore no? E diceva che noi dovremmo tornare spesso alla nostra isola e trovare lì la pace, e che se andiamo a cercarla quando siamo in mezzo alla tempesta, è tutto più difficile, magari ci siamo allontanati troppo, o magari le onde sono troppo alte. E io sto cercando la mia isola ora che mi trovo in difficoltà, dopo quasi un anno bello in cui non ho forse cercato fuori da me l'isola felice, nel mare, nel tramonto, nell'adrenalina, nei progetti, in una felicità che dovrei sempre ricordare che è friabile.
In più non sto bene: ho smesso da tempo di prendere i farmaci per la tiroide, così, per incuria nei miei confronti, e non ho fatto gli esami del sangue per anni, perché ho la fobia degli aghi, e così mi ritrovo ad avere i valori tutti sballati e una gran tachicardia e un grande affanno, anche a riposo, alla vigilia di due viaggi impegnativi: uno con le bimbe e un viaggio di lavoro di ben due settimane dall’altra parte del mondo. Non mi sento ovviamente tranquilla, ho fatto gli esami, ho ricominciato a prendere i farmaci, e spero che la cosa migliori da sola.
Temo di essere io stessa nemica della mia salute, da un lato con l'incuria; da un lato, dice la mia amica che peraltro fa la psicologa, concentro le mie preoccupazioni sul corpo per evitare preoccupazioni su cui sento di non avere il controllo.
Il 2018 credo che sarà dedicato, per la prima volta, alla mia isola, e forse uno psicologo, di nuovo, mi farebbe bene, mi aiuterebbe a capire quando me la racconto (spesso).
Carolina invece s’è rotta un dito della mano poco prima del suo compleanno, giocando al parco, e pare si sia rotta ora un dito del piede, il che potrebbe compromettere la nostra vacanza a Stoccolma.
Sento anche della negatività che viene da fuori, della rabbia nei miei confronti da persone care e anche meno care che in fondo posso anche comprendere – spesso sono insopportabile – ma che fa tanto male, perché faccio sempre tutto con amore, e quindi, stupidamente, mi aspetto amore in cambio. Ma non va sempre bene, quando si dà senza chiedere indietro, quando si dà pensando che l’universo è giusto, a volte si finisce per buttare amore in dei buchi neri, che risucchiano tutto e non sputano fuori niente. Non è facile, trovare l’equilibrio tra dare, ricevere, richiedere, non dare. Non è affatto facile. Ho sempre pensato che amore e buonafede bastassero sempre ad avere una vita relazionale soddisfacente, ma non è così.
Sapete, non ho rimorso di aver cambiato casa, vita e lavoro. Ma ora so bene che se non l’avevo fatto prima era perché dovevo proteggere me e le bambine: stavamo solo con amici veri, non ci dovevamo mai difendere, non lasciavo entrare nessuno di sospetto. Ho aperto le porte alla vita, con tutto quello che ne consegue: la gioia e lo schifo, ho preso tutto il pacchetto. Non so se lo volevo.
Nell'ultimo anno sono diventata più aperta, più simpatica, più seduttiva, più libera, più normale, e più normalmente sola.
(mi passa eh)
Però poi interagisco con gli altri e le cose non vanno come vorrei.
Leggevo questo libro sul silenzio interiore no? E diceva che noi dovremmo tornare spesso alla nostra isola e trovare lì la pace, e che se andiamo a cercarla quando siamo in mezzo alla tempesta, è tutto più difficile, magari ci siamo allontanati troppo, o magari le onde sono troppo alte. E io sto cercando la mia isola ora che mi trovo in difficoltà, dopo quasi un anno bello in cui non ho forse cercato fuori da me l'isola felice, nel mare, nel tramonto, nell'adrenalina, nei progetti, in una felicità che dovrei sempre ricordare che è friabile.
In più non sto bene: ho smesso da tempo di prendere i farmaci per la tiroide, così, per incuria nei miei confronti, e non ho fatto gli esami del sangue per anni, perché ho la fobia degli aghi, e così mi ritrovo ad avere i valori tutti sballati e una gran tachicardia e un grande affanno, anche a riposo, alla vigilia di due viaggi impegnativi: uno con le bimbe e un viaggio di lavoro di ben due settimane dall’altra parte del mondo. Non mi sento ovviamente tranquilla, ho fatto gli esami, ho ricominciato a prendere i farmaci, e spero che la cosa migliori da sola.
Temo di essere io stessa nemica della mia salute, da un lato con l'incuria; da un lato, dice la mia amica che peraltro fa la psicologa, concentro le mie preoccupazioni sul corpo per evitare preoccupazioni su cui sento di non avere il controllo.
Il 2018 credo che sarà dedicato, per la prima volta, alla mia isola, e forse uno psicologo, di nuovo, mi farebbe bene, mi aiuterebbe a capire quando me la racconto (spesso).
Carolina invece s’è rotta un dito della mano poco prima del suo compleanno, giocando al parco, e pare si sia rotta ora un dito del piede, il che potrebbe compromettere la nostra vacanza a Stoccolma.
Sento anche della negatività che viene da fuori, della rabbia nei miei confronti da persone care e anche meno care che in fondo posso anche comprendere – spesso sono insopportabile – ma che fa tanto male, perché faccio sempre tutto con amore, e quindi, stupidamente, mi aspetto amore in cambio. Ma non va sempre bene, quando si dà senza chiedere indietro, quando si dà pensando che l’universo è giusto, a volte si finisce per buttare amore in dei buchi neri, che risucchiano tutto e non sputano fuori niente. Non è facile, trovare l’equilibrio tra dare, ricevere, richiedere, non dare. Non è affatto facile. Ho sempre pensato che amore e buonafede bastassero sempre ad avere una vita relazionale soddisfacente, ma non è così.
Sapete, non ho rimorso di aver cambiato casa, vita e lavoro. Ma ora so bene che se non l’avevo fatto prima era perché dovevo proteggere me e le bambine: stavamo solo con amici veri, non ci dovevamo mai difendere, non lasciavo entrare nessuno di sospetto. Ho aperto le porte alla vita, con tutto quello che ne consegue: la gioia e lo schifo, ho preso tutto il pacchetto. Non so se lo volevo.
Nell'ultimo anno sono diventata più aperta, più simpatica, più seduttiva, più libera, più normale, e più normalmente sola.
(mi passa eh)
E sono un'illusione, le more sui rami del roveto.
Vale, devi prenderti cura del tuo corpo. Perché puoi trasferirti altrove, cambiare di nuovo lavoro, andare a Capo Nord col monopattino, insomma potrai rivedere la tua vita mille volte, ma di corpo ne hai solo uno e se quello ti abbandona tutto diventa impossibile. Non mettere a repentaglio il tuo benessere fisico è una forma di amore per te stessa ma anche per le tue ragazze, al pari (e secondo me anche di più, scusa la franchezza) del corso di chitarra o del weekend in campagna cui le accompagnerai.
RispondiEliminaQuanto all'analisi, il punto non è che ne hai bisogno. E' che te la meriti proprio, una persona prezzolata che per 50 minuti ti ascolta.
Dovrei perché in certi ambiti sbaglio so solo sbagliare.
EliminaCome ti capisco quando parli del giusto equilibrio tra il dare e l'avere. Non sono mai stata una persona legata alle cose, agli affetti si, molto, senza pretendere mai nulla in cambio, anche io, come te, molto ingenuamente ho creduto che "bastassero amore e buona fede per avere una vita relazionale soddisfacente"...ed anche io, come te, mi sono dovuta ricredere...ora mi sento sola ed allo stesso tempo soffocare, le amicizie scompaiono per mesi, per poi ritornare in maniera quasi ossessiva al bisogno (il loro!). Sto facendo piazza pulita, per proteggermi...ma non è che questa consapevolezza mi faccia stare meglio...oggi va così anche per me, poi passa, lo so! Sei sempre comunicativa e colpisci dritta al segno...brava
RispondiEliminaMa sai, io ho amiche con cui ho rapporti sinceri ed equilibrati da anni o decenni. Il problema sono i rapporti troppo confidenziali: essere troppo vicini, magari perché si vive assieme (la famiglia), o ci si vuole un bene esagerato, o si passano molte ore assieme (tipo i colleghi o chi viene in vacanza con te), è come stare su un terreno minato.
EliminaA Stoccolma (se ci andrai e spero proprio tu ci vada) ti consiglio di andare a vedere Millesgarden
RispondiEliminaUn bacio e buona fortuna
Marianna
Andremo, se non succedono altri disastri :)
EliminaSegno il suggerimento.
Io ti mando tanta energia positiva e un abbraccio
RispondiEliminaMe la prendo tutta :)
EliminaNon essere troppo aperta, non curarti,
RispondiEliminarinchiuditi in te stessa e fatti del male.
E' l'antidoto alla vita.
Vino ne hai? Dolce, magari.
Ecco, bevine un pò e ballati addosso.
Lo sai che non so, vero?
Eh?
Fratello, il vino dolce mi fa schifo.
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RispondiEliminaquel meccanismo di cui dici all'inizio credo sia la base dello "Yoga della risata".
RispondiEliminanon mi ispira però. Quando non ho robe di cui piangere, la cipolla mi fa solo lacrimare.