A volte vorrei essere sola

In passato, certe volte, mi sono sentita sola.
È successo quando ero piccola, che avevo questa grande famiglia vicina, ognuno concentrato sui suoi problemi, e io e mio fratello eravamo in balia del caso, raramente ricevevamo un abbraccio, un bacio mai. Nessuno si occupava dei nostri sentimenti. Forse è per questo che io come madre, sono una che chiede sempre "cosa provi", e raramente "hai fatto i compiti" o "hai mangiato".

Sono stata sola da adolescente, quando ho conosciuto l'amore, poi l'amore è finito, e io mi sono guardata attorno e non avevo più nessuno.

E sono stata sola da adulta, come una madre può essere sola, quando deve proteggere la cosa più importante del mondo dai parenti, dal sistema, dai vaccini o dai bambini non vaccinati, a seconda della paranoia, dallo smog, dal freddo, dalla fame, dalla scuola, da se stessa.

Ho provato, in certi periodi, il bisogno spasmodico di ricevere un abbraccio, o incontrare due occhi amici, e non due occhi in particolare: due occhi e basta, purché amici.

E non dico che sia facile.
Ma dico che il bisogno spasmodico di stare sola, oggi, è altrettanto spasmodico. E quando dico altrettanto è perché lo so.

Ne ho passate tante, e mio fratello c'era, e mia madre c'era, e le mie bimbe c'erano. E ci sono ancora. Provo un affetto profondo per il Donatore, e per amiche e amici. Squillano spesso nella mia borsa, anche solo per un "ciao ti penso". Mia madre passa con noi diversi giorni alla settimana. Capita che nel week end vengano amici, anche se a dire il vero io non sono una che invita gente a casa o a cena, io no, io amo circoscrivere i miei spazi, avviene così, per caso, eppure gli altri vicini non hanno il mio stesso viavai. Passo la giornata in ufficio a condividere spazio vitale con persone che mi piacciono, e così, non mi chiudo, lascio le porte aperte alla condivisione, alla battuta, al tè delle 5. Spesso sono la prima a interrompere il silenzio assorto. Tiro più pacchi di quanti non ne riceva (no, non me ne vanto).

Nessuno è di troppo.
Eppure, spesso, avverto il bisogno spasmodico di essere sola, di ascoltare il silenzio, magari per qualche ora, di cercare due occhi amici e non trovarli.
Persino ora, che mi sveglio quasi ogni notte in preda all'ansia, alla paura, alla tristezza, mi ritrovo in compagnia della micy, accoccolata accanto al mio letto, ma vigile, o in vena di fusa e carezze notturne. Persino ora, che controllo compulsivamente il cellulare, anche se ho smesso di mangiare patatine, eppure vorrei stare da sola.

Mi viene in mente lei, il cui corpo ora sta lottando per stare ancora a questo mondo, e mi viene in mente che una volta mi disse che constatava in alcune persone una forte similitudine con gli animali, nel modo di camminare o di porsi, e io pensai derivasse dalla sua passione per Topolino e per Walt Disney in generale, insomma, pensavo che il suo fosse un processo di antropormorfizzazione al contrario, e così, senza crederci troppo, le chiesi a che animale assomigliavo io, lei ci pensò un attimo, e disse "una gatta". Selvatica, aggiungo ora.

Sono le 3.

Oh no i soldi lo so, che non danno la felicità. Immagina però, come può stare chi non li ha, ah. Oh no da soli lo so, oh, da soli no no no.