A Cuba mi sono capitate giusto un paio di situazioni surreali, e confrontandomi con altri che sono stati, ho capito che trattasi si esperienze tipiche che potrebbero capitare a chiunque passi del tempo in giro per l'isola e non spiaggiato in un resort a Varadero o a Cayo Coco. Nota a margine: non so se ve l'ho detto, credo di no, ma dopo una settimanina in condizioni anche abbastanza disagevoli, e soprattutto dopo essere scappati da una sistemazione che sembrava un film horror, ci siamo piazzati in un resort. Bè, siamo scappati la mattina successiva preferendo un alberghetto per cubani.
La situazione più surreale che abbiamo vissuto, è stata infatti ritrovarci in un resort per americani.
Dopo aver apprezzato il minimalismo, l'assoluta assenza di consumismo, la creatività e l'arte di arrangiarsi dei cubani, essere catapultati in un all inclusive di abbuffate e alcol a tutte le ore (con gli altri avventori che si portavano i termos di mojito in spiaggia) e di divertimento sguaiato, ci è sembrato davvero stonato. L'alberghetto invece era meglio, se non che quando uscivamo alla sera in giro per Varadero, c'erano locali pieni di americani felicissimi di ascoltare cover band che facevano rock americano, e di gustare imitazioni di hamburger e patatine. Non so se avete letto "Una cosa divertente che non farò mai più": se sì sapete che cosa sto dicendo.
By the way, ho come sempre divagato e ora vi racconto qualcosa che mi è capitato e che potrebbe capitare anche a voi, se avete in programma un tour oltreoceano.
Quindi il vostro taxi potrebbe essere una macchina anni '50, non necessariamente una Chevrolet, e non necessariamente in ottime condizioni; un cavallo o un calesse (ma non una cosa pacchiana da turisti. Parlo dei carri trainati da cavalli con cui i contadini si muovono); una moto, un sidecar, un risciò.
I tassisti poi sono organizzatissimi: se dovete fare un viaggio lungo, il vostro tassista molto probabilmente a metà strada, tra una palma e un cavallo sciancato legato a una liana, vi consegnerà a un altro tassista che vi porterà a destinazione. Senza app, internet, telefono, Google Maps. Dovrete un po' sperare in dio, ma è molto probabile che vada tutto bene a parte inconvenienti meccanici (tipo, mi racconta L., una banale rotturina di freni).
A parte una giornata passata in sidecar con un tassista improvvisatosi guida turistica, l'esperienza più on the road è stato il tragitto Havana - Vinales. Il nostro ospite ad Havana (italiano e adorabile), mi ha preso in parola quando ho detto "Vorremo fare una cosa un po' on the road", e ci ha consegnati a un simpatico tassista di taxi collettivo, che è riuscito a stiparci in 9 + valige in una specie di piccolo furgone con delle panche che facevano da sedili. Naturalmente la strada era piena di buche e si procedeva lentamente, controsenso, e saltellando.
Ciò che ho trovato abbastanza estraniante, nella polizia, è stata la giovanissima età; e le divise delle poliziotte, costituite da minigonna e spesso calze a rete.
La situazione più surreale della vacanza, mi è probabilmente capitata una volta che ho avuto a che fare con un poliziotto. Si era svaccati sulla spiaggia. Il poliziotto monitorava la spiaggia dalla "pineta" che non era una pineta, mancando i pini, ma c'erano ombra e galline. Ha passato l'intera giornata così, a prendere appunti. A un certo punto, decidiamo di fare una passeggiata. Portiamo con noi lo zainetto con le nostre cose e lasciamo sulla sabbia gli asciugamani e le infradito. Quando torniamo non c'è più nulla. Io l'ho presa con filosofia, anche se mi è parso strano che qualcuno avesse rubato la mia roba, davvero non avevo avuto ancora mezzo problema con gli abitanti del luogo (voglio dire, i cubani sono abilissimi a truffarti, perché dovrebbero rubare?). Tuttavia, tornare all'albergo scalzi non è che ci estasiasse, così abbiamo chiesto info a una specie di bagnino che stazionava poco lontano e aveva già tentato di venderci qualcosa (non ricordo cosa, a dire il vero, forse uno sport acquatico). Il bagnino ci avvisa che è stata la polizia, a prendere le nostre cose. Per la nostra sicurezza. Ci dice che la polizia è stupida. Noi siamo davvero stupiti, e gli diciamo dove alloggiamo, caso mai il poliziotto si rifacesse vivo. Passano dieci minuti, siamo all'albergo, quando il portiere bussa e mi chiede di scendere subito. Corro (scalza) sulla strada e il poliziotto mi ha portato le mie cose, tutte arrotolate assieme. Mi sta sgridando, e io provo a spiegarmi, in italiano. Il portiere mi fa l'occhiolino e spiega al poliziotto che sono molto dispiaciuta per l'accaduto e non capiterà più. Rientro con un grande WTF in testa, senza aver capito che cos'è successo.
Cercherò di non farvela lunga ma se decidete di andare a Cuba, per lo meno ora, che non che pare di essere in Occidente, ma forse l'Occidente prima o poi arriverà, perché l'America è troppo, troppo vicina; dicevo, se andrete, preparatevi a un mood surrealista.
La burocrazia vi seguirà ovunque, vi chiederanno sempre il passaporto e compileranno moduli su moduli. La gente si arrangerà a fare lavori strani, a volte meccanici e spesso contrari a ogni logica di produttività (probabilmente perché il costo del lavoro è bassissimo).
Potrebbe anche capitarvi di fare una gita al pronto soccorso, visto che l'incolumità delle persone non è una prerogativa nazionale e anche l'intossicazione alimentare è frequente. E l'ospedale potrebbe non sembrare di standard europeo. Non vedrete gli armadietti colmi di medicinali, ma magari un medico dotato solo di uno stetoscopio. Ma, sorpresa, non serve altro.
Non serve altro, e i cubani lo sanno.
Havana, palazzo tipico del centro |
Dopo aver apprezzato il minimalismo, l'assoluta assenza di consumismo, la creatività e l'arte di arrangiarsi dei cubani, essere catapultati in un all inclusive di abbuffate e alcol a tutte le ore (con gli altri avventori che si portavano i termos di mojito in spiaggia) e di divertimento sguaiato, ci è sembrato davvero stonato. L'alberghetto invece era meglio, se non che quando uscivamo alla sera in giro per Varadero, c'erano locali pieni di americani felicissimi di ascoltare cover band che facevano rock americano, e di gustare imitazioni di hamburger e patatine. Non so se avete letto "Una cosa divertente che non farò mai più": se sì sapete che cosa sto dicendo.
By the way, ho come sempre divagato e ora vi racconto qualcosa che mi è capitato e che potrebbe capitare anche a voi, se avete in programma un tour oltreoceano.
I taxi
Come turisti avrete spesso a che fare con i taxi e i tassisti, perché non ci sono molti modi per muoversi da un posto all'altro. Certo, ci sono gli autobus. Ma sono lenti, e non così frequenti, e quindi, se avete poco tempo per percorrere il vostro itinerario, no way, il taxi vi tocca, anche se volete fare una vacanza proletaria. Anche prendere il taxi è comunque un'esperienza molto autentica. Intanto perché chiunque abbia un mezzo di qualunque genere, si propone come tassista.Quindi il vostro taxi potrebbe essere una macchina anni '50, non necessariamente una Chevrolet, e non necessariamente in ottime condizioni; un cavallo o un calesse (ma non una cosa pacchiana da turisti. Parlo dei carri trainati da cavalli con cui i contadini si muovono); una moto, un sidecar, un risciò.
I tassisti poi sono organizzatissimi: se dovete fare un viaggio lungo, il vostro tassista molto probabilmente a metà strada, tra una palma e un cavallo sciancato legato a una liana, vi consegnerà a un altro tassista che vi porterà a destinazione. Senza app, internet, telefono, Google Maps. Dovrete un po' sperare in dio, ma è molto probabile che vada tutto bene a parte inconvenienti meccanici (tipo, mi racconta L., una banale rotturina di freni).
A parte una giornata passata in sidecar con un tassista improvvisatosi guida turistica, l'esperienza più on the road è stato il tragitto Havana - Vinales. Il nostro ospite ad Havana (italiano e adorabile), mi ha preso in parola quando ho detto "Vorremo fare una cosa un po' on the road", e ci ha consegnati a un simpatico tassista di taxi collettivo, che è riuscito a stiparci in 9 + valige in una specie di piccolo furgone con delle panche che facevano da sedili. Naturalmente la strada era piena di buche e si procedeva lentamente, controsenso, e saltellando.
Animali
A Cuba incontrerete animaletti simpatici come avvoltoi che perlustrano costantemente i cieli. In campagna (e non solo) spesso gli animali sono liberi e incredibilmente mansueti. A Vinales mi è capitato, tornando una sera che pioveva, di trovare un simpatico cavallino che si riparava nel giardino della casa dove alloggiavo. Oppure quando ho passato qualche ora a letto con la febbre, una pecorella belava ininterrottamente di fronte alla mia porta. Spesso ci sono dei cani liberi che passeggiano senza dare fastidio. A volte stanno fuori dai ristoranti e qualcuno gli lancia qualcosa.
Altre volte potreste veder passare qualcuno con in braccio un gallo immobile: lo sta portando a combattere.
Havana: gattino in giro per il museo della rivoluzione |
Oppure, sono andata a visitare una specie di oasi del coccodrillo, nella Penisola di Zapata che è la più grande palude dei Caraibi, e di terminare la visita al ristorante, dove ti proponevano carne di coccodrillo. Mi sono accontentata di un cocco da bere.
I cubani non paiono animalisti.
La polizia
La polizia mi inquieta sempre. Essendo quello cubano un regime che ha qualcosa di militaresco, se non altro la divisa del presidente, la polizia mi inquieta ancora di più.Ciò che ho trovato abbastanza estraniante, nella polizia, è stata la giovanissima età; e le divise delle poliziotte, costituite da minigonna e spesso calze a rete.
La situazione più surreale della vacanza, mi è probabilmente capitata una volta che ho avuto a che fare con un poliziotto. Si era svaccati sulla spiaggia. Il poliziotto monitorava la spiaggia dalla "pineta" che non era una pineta, mancando i pini, ma c'erano ombra e galline. Ha passato l'intera giornata così, a prendere appunti. A un certo punto, decidiamo di fare una passeggiata. Portiamo con noi lo zainetto con le nostre cose e lasciamo sulla sabbia gli asciugamani e le infradito. Quando torniamo non c'è più nulla. Io l'ho presa con filosofia, anche se mi è parso strano che qualcuno avesse rubato la mia roba, davvero non avevo avuto ancora mezzo problema con gli abitanti del luogo (voglio dire, i cubani sono abilissimi a truffarti, perché dovrebbero rubare?). Tuttavia, tornare all'albergo scalzi non è che ci estasiasse, così abbiamo chiesto info a una specie di bagnino che stazionava poco lontano e aveva già tentato di venderci qualcosa (non ricordo cosa, a dire il vero, forse uno sport acquatico). Il bagnino ci avvisa che è stata la polizia, a prendere le nostre cose. Per la nostra sicurezza. Ci dice che la polizia è stupida. Noi siamo davvero stupiti, e gli diciamo dove alloggiamo, caso mai il poliziotto si rifacesse vivo. Passano dieci minuti, siamo all'albergo, quando il portiere bussa e mi chiede di scendere subito. Corro (scalza) sulla strada e il poliziotto mi ha portato le mie cose, tutte arrotolate assieme. Mi sta sgridando, e io provo a spiegarmi, in italiano. Il portiere mi fa l'occhiolino e spiega al poliziotto che sono molto dispiaciuta per l'accaduto e non capiterà più. Rientro con un grande WTF in testa, senza aver capito che cos'è successo.
Havana, museo della rivoluzione. Pannello che ringrazia "I cretini". |
Cercherò di non farvela lunga ma se decidete di andare a Cuba, per lo meno ora, che non che pare di essere in Occidente, ma forse l'Occidente prima o poi arriverà, perché l'America è troppo, troppo vicina; dicevo, se andrete, preparatevi a un mood surrealista.
La burocrazia vi seguirà ovunque, vi chiederanno sempre il passaporto e compileranno moduli su moduli. La gente si arrangerà a fare lavori strani, a volte meccanici e spesso contrari a ogni logica di produttività (probabilmente perché il costo del lavoro è bassissimo).
Potrebbe anche capitarvi di fare una gita al pronto soccorso, visto che l'incolumità delle persone non è una prerogativa nazionale e anche l'intossicazione alimentare è frequente. E l'ospedale potrebbe non sembrare di standard europeo. Non vedrete gli armadietti colmi di medicinali, ma magari un medico dotato solo di uno stetoscopio. Ma, sorpresa, non serve altro.
Non serve altro, e i cubani lo sanno.
Fantastica! È così che si dovrebbe andare in giro, con la curiosità negli occhi e pronti a immergersi in vite lontane e situazioni assurde. Invece in giro, anche sul web, trovi per lo più gente felicissima di illustrarti (e pubblicizzare) la sua vacanza all inclused ad Abu Dhabi. Stiamo perdendo il senso vero del viaggio.
RispondiEliminaFortuna che poi ci sono ancora persone capaci di viaggiare sul serio, non solo col corpo.
Mi hai fatto venire una gran voglia di andarci, a Cuba, prima che sia davvero troppo tardi, e questa Cuba non esista più.
(non ho però capito il motivo per cui il poliziotto vi ha sequestrato la roba, a dire il vero, se un motivo c'era)
Mah, se ho interpretato bene lo spagnolo, secondo lui lasciare cose in giro sarebbe contro la legge perché rischi che ti rubino le tue cose (???).
EliminaTrovo molto bello tanto il tuo viaggio quanto il post: si percepisce il tuo sguardo curioso- al netto degli imprevisti! Io sto cercando di organizzare il mio primo on the road quest'anno e, ovviamente, non sto nella pelle :)
RispondiEliminaDove vai? :)
EliminaPolonia :D
EliminaBello, certi luoghi devono essere molto off the beaten track, me ne è stato parlato dalla mia amica mamma amsterdam che va ogni anno! Io qui ho scritto qualcosa su Cracovia ma a dire il vero non me la sono goduta molto, specie perché era molto freddo:
Eliminahttp://www.volevofarelarockstar.com/2015/12/un-weekend-cracovia.html
ma lo sai che la leggo spesso mamma amsterdam?
EliminaIo infatti andrò col caldo perché, va bene l'atmosfera della neve, ma lì il freddo è freddo davvero. Grazie per il link, magari prendo qualche spunto dal tuo viaggio!