Mi sento che crisi non è la parola esatta.
Sono come sdoppiata. Dal lunedì al venerdì ogni mattina vado a Rimini, ogni sera torno a casa. Non ho il tempo per pensare. E soprattutto non ho il tempo per pensare a cose tristi, perché lavoriamo ma ci divertiamo anche. Sono rinata, rispetto a sei mesi fa. Me ne accorgo anche quando andiamo a mangiare al baretto il venerdì, che le prime volte chiedevo sempre una porzione ridotta di tagliatelle, e Franco del bar non ci voleva credere, mi portava la porzione intera e io ne lasciavo lì la metà. Ora non più.
Mia mamma dice che sono cambiata, secondo me sospetta che io abbia qualcuno perché vado a fare più aperitivi del solito; in realtà non ho nessuno, ho solo più voglia di divertirmi, però le lascio credere quello che vuol credere perché so che è un po' preoccupata del fatto che sto da sola da alcuni anni. Un po' si colpevolizza, un po' pensa che sto cominciando a diventare troppo grande e sarà sempre più difficile trovare qualcuno. Credo sia vero, ma io sono tranquilla perché ne devo trovare uno solo.
Il weekend invece è sempre triste.
L'esatto opposto rispetto al mio lavoro precedente, quando stavo in apnea tutta la settimana, per poi tornare a respirare nel weekend, guardando con amore la mia casa, godendomi le bimbe, il verde, le amiche.
Questi ultimi lembi di tempo a casa mi angosciano per diversi motivi, e credo, ho fiducia, che le cose si sistemeranno col tempo.
Non ci voglio pensare, adesso, perché sono già in sovraccarico emotivo per il trasloco, che è di venerdì 17, il 25esimo anniversario della morte di mio padre. Un caso eh.
Sono un po' egoista, ultimamente. Evito chiunque possa aggiungere un granello di angoscia. Tipo il Donatore.
Anche con le bambine, che poi sono ragazzine, sono poco paziente, poco presente, anche di testa.
Tipo l'altro giorno volevo dedicare un secondo alla malinconia - non lo faccio quasi mai. Piangere, dico - e loro continuavano a farmi domande e io ho urlato che dovevano lasciarmi sola, ma in fondo mi avevano fatto solo una domanda a testa.
A volte mi ricordo che sono solo bambine, le abbraccio e dico "Ehy, lo so che è dura anche per te, ma ricorda che non sei sola e mai lo sarai". Ma non è quello che il mio comportamento dimostra. Parole, soltanto parole.
Fanno un disordine infernale, in mezzo agli scatoloni. Succede che sto facendo colazione e a un certo punto sparisce il miele. O torno a casa la sera e c'è una sola delle mie infradito di gomma, e devo camminare scalza. O spariscono i cotton fiocc, e mi sento le orecchie sporche finché dopo tre giorni non li ritrovo. Cose così.
Mi pare che tutte le cose importanti stanno nella mia borsetta.
Il portafoglio. L'agenda. Gli occhiali da vista, perché quelli da sole spariscono come lo scotch da imballaggio, come i cotton fiocc.
In compenso si trovano cose, per lo più inutili, per lo più di dubbia provenienza.
Una bottiglia di cachaca.
Tre bottiglie di soluzione per le lenti a contatto.
Scatole di tachipirina di tutti i dosaggi. Si deve fare attenzione a chiudere gli scatoloni perché ci si infila il gatto.
Oggi è stata l'ultima domenica a casa. Ieri sera l'ultimo pigiama party delle bimbe. Stamattina l'ultimo caffè da Serena.
Mi sento stressata e credo sia normale. Passerà.
Tutti mi chiedono se ho bisogno di qualcosa e io non ho mai il coraggio di dire che ho bisogno di un abbraccio.
Sono come sdoppiata. Dal lunedì al venerdì ogni mattina vado a Rimini, ogni sera torno a casa. Non ho il tempo per pensare. E soprattutto non ho il tempo per pensare a cose tristi, perché lavoriamo ma ci divertiamo anche. Sono rinata, rispetto a sei mesi fa. Me ne accorgo anche quando andiamo a mangiare al baretto il venerdì, che le prime volte chiedevo sempre una porzione ridotta di tagliatelle, e Franco del bar non ci voleva credere, mi portava la porzione intera e io ne lasciavo lì la metà. Ora non più.
Mia mamma dice che sono cambiata, secondo me sospetta che io abbia qualcuno perché vado a fare più aperitivi del solito; in realtà non ho nessuno, ho solo più voglia di divertirmi, però le lascio credere quello che vuol credere perché so che è un po' preoccupata del fatto che sto da sola da alcuni anni. Un po' si colpevolizza, un po' pensa che sto cominciando a diventare troppo grande e sarà sempre più difficile trovare qualcuno. Credo sia vero, ma io sono tranquilla perché ne devo trovare uno solo.
Il weekend invece è sempre triste.
L'esatto opposto rispetto al mio lavoro precedente, quando stavo in apnea tutta la settimana, per poi tornare a respirare nel weekend, guardando con amore la mia casa, godendomi le bimbe, il verde, le amiche.
Questi ultimi lembi di tempo a casa mi angosciano per diversi motivi, e credo, ho fiducia, che le cose si sistemeranno col tempo.
Non ci voglio pensare, adesso, perché sono già in sovraccarico emotivo per il trasloco, che è di venerdì 17, il 25esimo anniversario della morte di mio padre. Un caso eh.
Sono un po' egoista, ultimamente. Evito chiunque possa aggiungere un granello di angoscia. Tipo il Donatore.
Anche con le bambine, che poi sono ragazzine, sono poco paziente, poco presente, anche di testa.
Tipo l'altro giorno volevo dedicare un secondo alla malinconia - non lo faccio quasi mai. Piangere, dico - e loro continuavano a farmi domande e io ho urlato che dovevano lasciarmi sola, ma in fondo mi avevano fatto solo una domanda a testa.
A volte mi ricordo che sono solo bambine, le abbraccio e dico "Ehy, lo so che è dura anche per te, ma ricorda che non sei sola e mai lo sarai". Ma non è quello che il mio comportamento dimostra. Parole, soltanto parole.
Fanno un disordine infernale, in mezzo agli scatoloni. Succede che sto facendo colazione e a un certo punto sparisce il miele. O torno a casa la sera e c'è una sola delle mie infradito di gomma, e devo camminare scalza. O spariscono i cotton fiocc, e mi sento le orecchie sporche finché dopo tre giorni non li ritrovo. Cose così.
Mi pare che tutte le cose importanti stanno nella mia borsetta.
Il portafoglio. L'agenda. Gli occhiali da vista, perché quelli da sole spariscono come lo scotch da imballaggio, come i cotton fiocc.
In compenso si trovano cose, per lo più inutili, per lo più di dubbia provenienza.
Una bottiglia di cachaca.
Tre bottiglie di soluzione per le lenti a contatto.
Scatole di tachipirina di tutti i dosaggi. Si deve fare attenzione a chiudere gli scatoloni perché ci si infila il gatto.
Oggi è stata l'ultima domenica a casa. Ieri sera l'ultimo pigiama party delle bimbe. Stamattina l'ultimo caffè da Serena.
Mi sento stressata e credo sia normale. Passerà.
Tutti mi chiedono se ho bisogno di qualcosa e io non ho mai il coraggio di dire che ho bisogno di un abbraccio.
Io te lo mando virtuale l'abbraccio!
RispondiEliminaIo sono sempre molto refrattaria alle manifestazioni fisiche di affetto... ma capisco che, certe volte, avrei davvero bisogno pure io di stare tra le braccia accoglienti di qualcuno (anche solo di un'amica) per stare un po' meglio!
Anche io non sono tanto brava ad abbracciare, ma ora sento proprio che ne ho bisogno. :)
EliminaNe ho bisogno anche io, la prossima volta che passo da Rimini ce lo diamo a vicenda, ho deciso.
RispondiEliminaRicambierò volentieri l'abbraccio.
Eliminase ti serve, oltre all'abbraccio, una mano un piede una sigaretta un appoggio una risata un passaggio in bici una foto un ciao come stai io sono qua. Fammi un fischio e in cinque minuti sono lì. E sono seria.
RispondiElimina(Ché i traslochi che ho attraversato nella mia vita manco più si contano sulle dita di tutte e due le mani).
Ehi, guarda che ti chiamo veramente.
Eliminaps. Anche io credo di aver superato i 10 traslochi, ma quando ho comprato casa credevo davvero fosse l'ultimo.
ti aspetto alle 8 per un abbraccio? in mezzo alla strada.
RispondiEliminatu. devi accettare. la possibilità. di essere felice.
ma soprattutto. abituarti al diversamente casa.
quella che lasci sarà per sempre tua. quella che trovi, sarà quello che vorrai che sia.
e poi, vuoi mettere il mare? ma ci pensi al mare? ma ti immagini svegliarsi a mare?
Diversamente casa. Me lo segno, è importante.
EliminaTi trasferisci a Rimini ed è ormai estate, con 3 bimbe quasi ragazzine e un lavoro che ami: andrà tutto bene.
RispondiEliminaProbabilmente i primi tempi dovrai recuperare di tanto in tanto quanto lasciato/dimenticato/sparito.
Ma è la cosa più grave che può succedere.
Andrà tutto benissimo.
Io invece non sono per niente refrattaria al contatto fisico, colpa di mio padre che stava rigido imbabolato quando lo abbracciavo, e di mia madre che compensava dicendomi "hei tu, vieni qui 2 minuti che ti stritolo" : quindi ti abbraccio.
Susi
Eh ma sai, quello che mi manda in crash non è tanto che perdo le cose quanto le volture, i nullaosta, la casa ancora da affittare, bimbe e lavoro che hanno bisogno entrambi di un botto di energie.
EliminaL'inizio di questo post dice tutto quello che serve per assicurarti che ce la farai, che quello che hai deciso e poi realizzato ha un senso e che tutto il resto andrà al suo posto, un pezzetto al giorno.
RispondiEliminaTu hai fatto tanto e, come ti ho detto più volte, per me sei un esempio.
Ci saranno fine settimana bellissimi (in mezzo a quelli brutti e a quelli così così, che si sa, è la vita) e pensa che saranno compresi tra due settimane di lavoro piacevoli, invece che tra settimane d'inferno. E quindi sì, hai fatto bene a prendere la vita di tutte e quattro e chiuderla in quegli scatoloni. Ora la riaprirai un po' più in là e inizierai a metterla nell'ordine che preferisci, o che capiterà, o che dovrai (perché a volte i doveri vengono prima), o che potrai (perché non sempre si arriva dappertutto). Il più è fatto.
Ti abbraccio fortissimo
Ti voglio bene.
Eliminace la farai !! ne son sicura !!
RispondiEliminaun abbraccio
Eli
Io non tanto, ma ci provo.
EliminaIo ti stringo forte.
RispondiEliminaUn passo alla volta e darai ordine a questo caos.
Un passo alla volta. :)
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