Ieri è stata una giornata difficile.
Tipo che già al mattino avevo i pensieri offuscati, non riuscivo più bene a focalizzarmi e sono arrivata in ufficio con il fard tutto rigato di lacrime e gli occhi gonfi.
Al lavoro mi sono impegnata, come sempre, e ho staccato il cervello da tutto il resto perché le questioni lavorative raramente mi mandano in overload, la vita invece a volte sì.
A pranzo sono andata da sola al parchetto, guardavo due mamme con i bambini dell’asilo e avrei voluto dire loro, “Ehy, lo sapete che Lucia ha quasi undici anni?”, ma non l’ho fatto, sono solo rimasta lì, a piangere.
Stavo come se mi fossi ritrovata nell’autostrada improvvisamente, col sole in faccia, e pensassi “Ehy, che fate, fermatevi un attimo, così mi investite”.
Ho pensato a che cosa avrei voluto fare, invece di starmene lì, inerme come un cane sull’autostrada, e mi è venuto in mente: farmi baciare.
Poi: raccogliere pinoli.
Poi: dormire.
Se non affitto casa mia, mi carico di spese.
Ce la posso fare lo stesso, ma il pensiero un po’ mi mette l’ansia. Ho bisogno di chiamare un’agenzia immobiliare però, che tutta questa gente che viene a casa mia, a guardare, e a raccontarmi la sua storia di cambiamento, di ricerca, mi manda in sovraccarico di energie.
Sarei capace di andare in burnout anche come agente immobiliare. Ho questa sensibilità esagerata per le storie, che non posso sentirne troppe alla volta, e adesso riesco a sentire solo le mie.
Basta così.
Mi perdono, non ce la faccio. Mi perdono se per oggi non rompo il culo al mondo; mi perdono se per oggi non supero, spavalda, le mie stesse aspettative. Mi perdono se oggi nessuno, guardandomi, potrà constatare quanto sono fottutamente in gamba. Sono fallibile. Casinara. Per nulla metodica.
C’è la scuola. Le scuole. La residenza, l’anagrafe e l’ufficio casa. La dichiarazione dei redditi. Quello dei traslochi. Il cartongessista, per sistemare la casa che lascio.
Le bimbe che cambiano sotto ai miei occhi, così, e io non riesco a fermare un attimo il mondo.
Sono sola ed è troppo, non ce la faccio.
Sono tornata a casa e Lucia aveva prodotto del pongo con il dentifricio, seguendo un tutorial su youtube; Camilla è pazzesca, parla in corsivo, è come me alla sua età, solo più serena; e Carolina, anche ieri aveva rischiato la vita giocando per strada. Pare faccia parkour da autodidatta.
Siamo andate al ristorante asian fusion, quello col nastro trasportatore, e ho mangiato un sacco di wasabi. Non mi fa più male nulla. Il wasabi, il peperoncino, le menate. Nessun dolore. Mai.
Ho chiesto all'improvviso: "chi è felice?", e ho contato tre "io". Il quarto "io" non è uscito.
È solo l’ultimo miglio, ce la faccio.
Tipo che già al mattino avevo i pensieri offuscati, non riuscivo più bene a focalizzarmi e sono arrivata in ufficio con il fard tutto rigato di lacrime e gli occhi gonfi.
Al lavoro mi sono impegnata, come sempre, e ho staccato il cervello da tutto il resto perché le questioni lavorative raramente mi mandano in overload, la vita invece a volte sì.
A pranzo sono andata da sola al parchetto, guardavo due mamme con i bambini dell’asilo e avrei voluto dire loro, “Ehy, lo sapete che Lucia ha quasi undici anni?”, ma non l’ho fatto, sono solo rimasta lì, a piangere.
Stavo come se mi fossi ritrovata nell’autostrada improvvisamente, col sole in faccia, e pensassi “Ehy, che fate, fermatevi un attimo, così mi investite”.
Ho pensato a che cosa avrei voluto fare, invece di starmene lì, inerme come un cane sull’autostrada, e mi è venuto in mente: farmi baciare.
Poi: raccogliere pinoli.
Poi: dormire.
Fermata dell'autobus di San Martino in Gattara |
Se non affitto casa mia, mi carico di spese.
Ce la posso fare lo stesso, ma il pensiero un po’ mi mette l’ansia. Ho bisogno di chiamare un’agenzia immobiliare però, che tutta questa gente che viene a casa mia, a guardare, e a raccontarmi la sua storia di cambiamento, di ricerca, mi manda in sovraccarico di energie.
Sarei capace di andare in burnout anche come agente immobiliare. Ho questa sensibilità esagerata per le storie, che non posso sentirne troppe alla volta, e adesso riesco a sentire solo le mie.
Basta così.
Mi perdono, non ce la faccio. Mi perdono se per oggi non rompo il culo al mondo; mi perdono se per oggi non supero, spavalda, le mie stesse aspettative. Mi perdono se oggi nessuno, guardandomi, potrà constatare quanto sono fottutamente in gamba. Sono fallibile. Casinara. Per nulla metodica.
C’è la scuola. Le scuole. La residenza, l’anagrafe e l’ufficio casa. La dichiarazione dei redditi. Quello dei traslochi. Il cartongessista, per sistemare la casa che lascio.
Le bimbe che cambiano sotto ai miei occhi, così, e io non riesco a fermare un attimo il mondo.
Sono sola ed è troppo, non ce la faccio.
Sono tornata a casa e Lucia aveva prodotto del pongo con il dentifricio, seguendo un tutorial su youtube; Camilla è pazzesca, parla in corsivo, è come me alla sua età, solo più serena; e Carolina, anche ieri aveva rischiato la vita giocando per strada. Pare faccia parkour da autodidatta.
Siamo andate al ristorante asian fusion, quello col nastro trasportatore, e ho mangiato un sacco di wasabi. Non mi fa più male nulla. Il wasabi, il peperoncino, le menate. Nessun dolore. Mai.
Ho chiesto all'improvviso: "chi è felice?", e ho contato tre "io". Il quarto "io" non è uscito.
È solo l’ultimo miglio, ce la faccio.
un trasloco pesa quasi come un lutto, ma ti assicuro che si dimentica molto prima. Ti capisco perfettamente, forza e coraggio !Elena
RispondiEliminaVado a stare di fronte al mare, già questo mi dà parecchia forza.
Eliminaquei tre "io" valgono tutto e lo sai. Coraggio, fai la maratoneta. ce la farai, sei ben allenata. Solo un po' stanca
RispondiEliminaMolto stanca, actually. Ti abbraccio.
EliminaNon venitemi a dire che le distanze non contano. A me ora la distanza tra BdC/ Rimini e Roma mi dà tanto fastidio.
RispondiEliminaPerò tre "io" sono meglio degli integratori per l'ultimo miglio
Sei lontana ma so che ci sei.
EliminaCE LA FARAI !!!! ne son sicura !! coraggio !!
RispondiEliminaun abbraccio forte
Eli
<3
Eliminabe' 3 "io" su 4 valgono davvero un sacco Vale!
RispondiEliminadai che ... ce la fai ! ce la fai! ce la fai! abbracci sparsi Sabri
eh. Il quarto "io" comunque non se la passa così male.
EliminaEhi Valentina, ce la farai...ti ho vista Domenica con due delle tue bimbe e mi sei sembrata così carina, spontanea e naturale, esattamente come ti immaginavo!!! Questa per me è una gran cosa...apparire come si è veramente intendo!!!
RispondiEliminaPer quanto riguarda le lacrime nel vedere le bambine che cambiano ogni giorno sotto i nostri occhi, così velocemente e voler gridare al mondo ehi ho una bambina grande, che ormai non è più una bambina...come ti capisco, le lacrime scendono anche a me!!! un abbraccio e tieni duro che sei capace :-)
Appaio meno rockstar di come mi sento però non mi dispiaccio :D
EliminaForza che ce la fai! Un abbraccio anche da parte mia.
RispondiEliminaSilvia
Chissà perché, quando si diventa adulti, i momenti di stress da responsabilità diventano così frequenti. Capisco che nel tuo caso, a tutto questo, si unisca la difficoltà di dovercela fare da sola.
RispondiEliminaPerò, però...te lo hanno detto già altri, ma il fatto che le tue figlie siano felici non è poco, anzi, è una grande vittoria. E lo so che anche tu hai diritto al tuo pezzetto di felicità, ma vedrai, arriverà.
Lo aspetto e ci credo.
EliminaIo vivo in perenne burnout da un bel po' e non lo sapevo: dovresti essere felice anche tu, oggi, perché sei la persona che ha dato un nome al mio malessere!
RispondiEliminaSu, dai, sii felice e corri quest'ultimo maledetto miglio! Hai un bel fan club a farti forza, mi pare! <3
mi spiace che provi del malessere. Tieni duro.
EliminaCerto! E tu anche di più! Forza! :)
EliminaSei forte...e lo sai...sei in gamba...e lo sai...ma a volte ritrovarsi sole a riparare a tutto pesa come un macigno sulle spalle...ti giri e non trovi nessun appiglio...le scadenze, le cose da fare ti sommergono e tu ti domandi dove sei finita tu, con le tue esigenze e i tuoi desideri....come vedi ti capisco, perchè sono sola come te a dividermi tra il lavoro, una dichiarazione dei redditi, la scuola e varie e mille altre cose...ma il trasloco per fortuna l'ho fatto l'anno scorso e prima d rimuovermi e ripassare quell'inferno giuro che ci penserò bene....coraggio...siamo forti..in qualche modo ce la faremo.
RispondiEliminaHo fatto tanti traslochi e so che è un incubo, però stavolta mi sento più zen. È tutto messo assieme che...
EliminaIl momento di sconforto di fronte all'ultimo miglio (o chilometro) è un classico...
RispondiEliminaMa poi ogni volta scopri di avere più forza e più risorse di quello che pensavi, e la volta finale sarà un trionfo ;)
Se non avessi paura, non sarei coraggiosa, mettiamola così.
EliminaTre "io" mica male eh? se lo chiedessi alle mie gemelle non credo otterrei la stessa risposta.
RispondiEliminaCoraggio per l'ultimo miglio, ce la puoi fare, ce l'hai sempre fatta!
Magari lo dicono per farmi contenta, tendono molto a proteggermi, boh :)
EliminaDai che ce la fai!
RispondiEliminaTi stimo molto per quello che fai e soprattutto per come lo fai. La stanchezza e lo sconforto sono un po' endemici in certe circostanze ma questo non significa che non ce la farai, perché per te ne vale la pena. Posso abbracciarti da qui?
Grazie dell'abbraccio, davvero.
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