L'altro giorno mi sono finalmente recata dall'allergologa, dopo che da molti anni paventavo la mia morte imminente, senza naturalmente fare nulla per arrestare il processo.
Prescrizioni di farmaci, visite specialistiche e soprattutto esami del sangue, in buona parte dei casi da me richiesti a quell'anima buona del mio medico, giacciono in qualche angolo oscuro della mia auto, tra documenti notarili di vitale importanza, il tappetino e scontrini del 96 che ancora conservo per ottenere un qualche rimborso spese.
A questo giro, qualche forza dello spazio mi ha spinto a prenotare la visita. No, la verità è che da quest'anno parte della costo della visita allergologica mi viene rimborsata dall'assicurazione sanitaria: il costo è uguale a quello della visita all'AUSL, però i tempi d'attesa sono molto molto più ragionevoli, sento di non pesare troppo sulla collettività, ma soprattutto mi prenoto la visita da sola su internet.
Io sono così: asociale. Uso l'home banking, compro all'ecommerce, mi faccio le fototessere da sola (se vi interessa il tema, specie se avete un tot di figli a cui fare le fototessere, restate sintonizzati che la prossima volta vi racconto quant'è facile).
Insomma.
L'allergologa ci aveva accanto un dermatologo il quale fuori ci aveva la fila di quattro (4!) informatori scientifici che trattava come parenti di primo grado. Non so voi, ma ho fatto la stessa smorfia che faccio quando leggo brutte marchette occulte sui blog o peggio sui magazine.
Tornando all'allergologa.
"Buongiorno signora, mi dica pure perché è qui"
"Il suo collega dei polmoni una volta ha provato a farmi la spirometria quattro volte e ha concluso che o non collaboro, ma avendo passato i quattro anni da una ventina trentina d'anni non è questo il caso; o sono allergica e/o asmatica. Nel referto, che ho perso, si consigliava visita allergologica"
"Quanto tempo fa è successo?"
"Due mesi Un anno Diciamo un paio di anni fa"
"La tempestività non è il suo forte, insomma"
Non le ho detto che io per le cose importanti/di lavoro ho un ritardo fisiologico di venti minuti; per gli appuntamenti nel weekend il ritardo sale a un'ora; per gli auguri di compleanno mi do tre o quattro giorni; per quello che non ha scadenza ci metto da sei mesi a tre anni.
E insomma, mi ha fatto il prick test: ti appoggiano una goccia di allergene su un avanbraccio, ti forano leggermente affinché l'allergene entri un po' sottopelle (scusate la mancanza di terminologia adeguata) ed eventualmente scateni una reazione, tipo becco di zanzara.
Insomma, abbiamo provato muffe, animali domestici e pollini e sono risultata positiva a graminacee, nocciolo, betulla, e, meno, ulivo, ma tipo che casa mia è affacciata sui campi di ulivi e su un parco fluviale con delle cose che potrebbero essere betulle, 'spettate che gugolo betulla, fico, sì, mi sa che è un bel bosco di betulle.
Mi toccherà di trasferirmi al relais del mio amico Vincenzo, più salubre. |
Dice che è possibile che io sia asmatica, ma che forse ho aspettato due anni per fare accertamenti perché ho imparato a conviverci. Mi chiede se ho sintomi e le dico che se parlo ad alta voce dopo un po' ho il fiatone, specie se sono stanca. Mi chiede che cosa sento se faccio una corsa per prendere il treno e io le dico che mi sembra di morire, poi mi viene in mente di dire che mia madre ha sofferto sin da bambina di asma allergica per via delle betulle e delle graminacee.
Insomma, tra sintomi e familiarità, mi ha prescritto una spirometria e intanto che ci siamo mi ha detto di tenermi un bel Ventolin a portata di mano: la prossima volta che ho il fiatone quando leggo una storia alle mie figlie, mi dice di provare quello, prima di svenire.
A mia madre ho dato la buona notizia: essendo un'allergia tipicamente primaverile, i problemi di fotofobia (cioè svegliarsi la mattina con la luce che sembra ti tagli gli occhi) che mi hanno terrorizzata un paio di anni fa, e le mie tre polmoniti negli ultimi sei anni, perlomeno non erano disturbi legati a un'allergia a qualcosa che è vicino a casa, perché sono fenomeni avvenuto quasi sempre d'inverno.
Detto questo, le ho fatto presente che forse non devo sottovalutare il mio flebile respiro.
"L'ho sempre detto, che non sei capace di respirare", ha sentenziato lei, definitiva. "Adesso la fai finita e vieni con me a pilates".
Che le volete dire. Speravo di aver trovato una scusante alla mia anti-sportività (qua potete leggere una mia isolata esperienza da runner), e invece dovrò convincerla che sono allergica davvero.
Ma non credo che ci crederà mai. Mi dirà che è un'altra scusa per non fare educazione fisica.
Ah.
Non so se dovrei dirtelo (o se tu lo vorrai leggere)...anche mio figlio ha un'asma allergica e il medico gli ha consigliato di fare tanto sport, sempre sotto controllo, ma di non smettere di fare attività fisica. Ma non dirlo a tua madre... ;-)
RispondiEliminaNu ma com'è possibile? Io se corro davvero mi viene da morire. Mi sono accorta che ho il fiatone anche quando canto.
EliminaIl segreto è "curare" l'allergia...no allergia, no asma!
Eliminanon ne sono così certa: in primavera ho il tipico raffreddore da allergia da più di dieci anni ma non ho mai sentito la necessità di curarmi (anche a sto giro, sono andata dall'allergologa per timore di essere allergica alla muffa che a casa si crea, in un angolo, in inverno). Invece questo respiro corto, questa tosse, il fiatone, ce l'ho in ogni stagione.
EliminaLa storia della fototessera mi interessa ho 2 bimbi e uno devi due la dovrebbe fare a breveee. Foto tessera! Foto tessera!!
RispondiEliminaAh comunque sono anche io un soggetto allergico e ho dovuto imparare a fare qualche detergente per la pulizia in casa visto che da maggio ad agosto se uso detergenti chimici mi vengono le piaghe. Con l'allergia poi si impara a convivere e a trovare un equilibrio.
Te la dico veloce qui perché prima di scriverla vorrei vedere se esiste un metodo meno artigianale.
Elimina1) fai la foto (tipo con il pc oppure con la fotocamera e poi ti scarichi la foto)
2) esistono programmi che ti ritagliano già la foto, ma ne ho provati due e il file che mi rendevano disponibile poi non rispettava effettivamente le dimensioni promesse (quelle richieste dalla legge), dunque, invece che spippolare su questi programmi ho preferito usare un metodo artigianale: ho inserito le foto su una slide di un power point, le ho ritagliate finché non sono diventate della misura che serve per la carta di identità italiana (mi pare 4,5X3,5) e le ho copiate e incollate una accanto all'altra fino a creare 3 serie di 3 foto (una serie per figlia);
4) avevo a casa per puro caso della carta fotografica, ma mi dice una collega che ne puoi comprare anche fogli singoli in cartoleria per meno di un euro. Un A4 mi basta abbondantemente per 9 fototessere
5) L'unica cosa un po' artigianale mi pare il colore...è un po' saturo, ho fatto un paio di prove. Credo comunque che sia conforme a quanto richiesto dal comune, dunque appena riesco a portarle vi confermo.
Posso?
EliminaAnche io le ho sempre fatte da me. Ma le porto a stampare dal fotografo (le carico online, le pago e ritiro dal fotografo). Su un 10x15 ce ne stanno 6/8... non ricordo. ;-)
Perché la stampante mangia cartucce come se fossero pane. Quindi preferisco spendere 1,80 di commissione + qualche centesimo per la stampa.
Ho visto che ci sono app per fare le fotine. Tipo questa: https://itunes.apple.com/au/app/photo-for-passports-documents/id493108175?mt=8
Non so come funziona. Però magari vi interessa. ;-))
Lady sai che non ce la sto facendo? Mi escono cose orrende. Non il formato, proprio le foto. Pixelate, scure, mosse. Ma mi sto incaponendo. Ce la faccio a tutti i costi.
Eliminaah santo santo santo Ventolin
RispondiEliminasempre sia lodato !
io sono allergica / asmatica da quando avevo 4 anni
evviva ! che botta di culo !
bacioni a te e alle ragazze
Sabri
non so perché ma adesso ti immagino come una scrittrice inglese dell'800 con il respiro debole!!
RispondiEliminaVenerdì da pieno romanticismo direi :D
Chi? Tipo Virginia? Boh, per me ci assomiglio anche un pochino :D
EliminaCorro anche io a fare gli esami allora... ;-)))
RispondiEliminaAnzi no non corro che mi viene il fiatone...
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