L'altra sera sono uscita con i colleghi, e avviene così di rado, ed è un peccato perché al lavoro non do sempre il meglio di me, dico come persona: do le mie incazzature, sono spesso schiva, difesa, resisto a un sistema che mi dice "per contare qualcosa devi essere una carogna", mentre nella vita non sono proprio così, ecco, so distinguere i fini dai mezzi, sono una che ama i bambini, sono una che piange quando legge il giornale, sono una che beve birra e si mette a pogare e a cantare malissimo e ad abbracciare tutti, sono una che ama stare sola, ma se bussi alla sua porta non ti manda mai via.
E dunque si esce assieme e si fanno conversazioni interessanti e intelligenti, anche dopo un tot birre.
Tipo si passa un'ora a dire: ma noi, che cosa possiamo fare per lasciare alle nostre bambine un mondo migliore? Io ho detto loro che dio non esiste. Anche io, ma tutti i giorni qualcuno mi fa sentire sbagliata per questo. Non è facile. Però dovresti, dovremmo fare di più. Credo che una comune potrebbe funzionare, una comune senza dio. Sì, hai ragione, fratello.
Questo ci dicevamo a mezzanotte, quando un altro collega ci bussa alla spalla: sapete che sta succedendo a Parigi?
Io sto zitta, apprezzo chi sta zitto, non c'è sempre bisogno di dire la propria.
"Mamma, ma noi che possiamo fare?", mi chiede Lucia il giorno dopo, quando le racconto che cosa sta succedendo prima che lo faccia maldestramente la scuola.
"Io odio la violenza, mamma, questo può bastare?", mi dice Camilla.
E io le dico: "Tu ama tutti, proprio tutti"
"Chi sono i terroristi, mamma?"
"Uomini così soli da diventare malati, presi in giro da persone che da queste stragi guadagneranno qualcosa: soldi, potere, consenso. Prendono dei poveracci e dicono loro: non sarai più solo, dio è con te. Ma dio non c'entra."
"E se amo i terroristi, non mi ammazzeranno?"
Ho cominciato il 2015 leggendo La banalità del male, di Hanna Arendt. Ora sto leggendo I have a dream, di Martin Luther King. Credo che ci sia stata un'evoluzione personale. Vorrei difendermi meno, dare di più, me lo dicevo giovedì, venerdì, e me lo sono ripetuta sabato, anche se è successo quel che è successo.
Oggi, come ieri, non sento il bisogno di difendermi, anzi, sento la necessità fisica di abbassare le difese.
L'amore non è qualcosa che tu dai a uno e uno lo dà a te: l'amore è dare e basta, non dare per restituire, né dare per avere, è dare per niente, a volte per ricevere calci in culo, ma non importa.
L'altro giorno il babbo delle mie figlie è andato al supermercato accanto a casa mia e ha speso una decina di euro. Alla cassa si è accorto di non avere il portafoglio. Dietro di lui c'era il mio vicino, il quale prontamente ha pagato il conto. Non me ne frega nulla, di dirvi che il mio vicino è marocchino e che parla a malapena l'italiano, e ci parliamo poco e non ricordo come si chiama, dico sempre "il vicino coi baffoni". Quello che mi importa di dirvi ora è che il mio vicino, che si è offerto di pagare, in tasca avrà avuto sì e no 15 euro e ne ha dati 10 a noi.
Gliene abbiamo restituiti 20, e lui allora ci ha portato una cassa di kiwi, e io allora gli ho portato una marmellata fatta in casa. Siamo amici, anche se non conosciamo i nostri nomi, anche se ci vestiamo diversamente, anche se non parliamo la stessa lingua. Siamo esseri umani uguali, le nostre figlie hanno la stessa età, le stiamo crescendo con più o meno fatica, e la tristezza fa male a me quanto fa male a lui, e la gioia mi fa stare bene quanto fa stare bene lui.
Questo vorrei dire.
Questo vorrei dare.
Non ho bisogno di difendermi, ho bisogno di dare di più.
E scusate questo post di pancia, avrei dovuto ragionare e forse tenere tutto dentro, ma ho un po' mal di stomaco e scrivere mi aiuta, l'ho fatto per me.
E dunque si esce assieme e si fanno conversazioni interessanti e intelligenti, anche dopo un tot birre.
Tipo si passa un'ora a dire: ma noi, che cosa possiamo fare per lasciare alle nostre bambine un mondo migliore? Io ho detto loro che dio non esiste. Anche io, ma tutti i giorni qualcuno mi fa sentire sbagliata per questo. Non è facile. Però dovresti, dovremmo fare di più. Credo che una comune potrebbe funzionare, una comune senza dio. Sì, hai ragione, fratello.
Questo ci dicevamo a mezzanotte, quando un altro collega ci bussa alla spalla: sapete che sta succedendo a Parigi?
Io sto zitta, apprezzo chi sta zitto, non c'è sempre bisogno di dire la propria.
"Mamma, ma noi che possiamo fare?", mi chiede Lucia il giorno dopo, quando le racconto che cosa sta succedendo prima che lo faccia maldestramente la scuola.
"Io odio la violenza, mamma, questo può bastare?", mi dice Camilla.
E io le dico: "Tu ama tutti, proprio tutti"
"Chi sono i terroristi, mamma?"
"Uomini così soli da diventare malati, presi in giro da persone che da queste stragi guadagneranno qualcosa: soldi, potere, consenso. Prendono dei poveracci e dicono loro: non sarai più solo, dio è con te. Ma dio non c'entra."
"E se amo i terroristi, non mi ammazzeranno?"
Ho cominciato il 2015 leggendo La banalità del male, di Hanna Arendt. Ora sto leggendo I have a dream, di Martin Luther King. Credo che ci sia stata un'evoluzione personale. Vorrei difendermi meno, dare di più, me lo dicevo giovedì, venerdì, e me lo sono ripetuta sabato, anche se è successo quel che è successo.
Oggi, come ieri, non sento il bisogno di difendermi, anzi, sento la necessità fisica di abbassare le difese.
L'amore non è qualcosa che tu dai a uno e uno lo dà a te: l'amore è dare e basta, non dare per restituire, né dare per avere, è dare per niente, a volte per ricevere calci in culo, ma non importa.
L'altro giorno il babbo delle mie figlie è andato al supermercato accanto a casa mia e ha speso una decina di euro. Alla cassa si è accorto di non avere il portafoglio. Dietro di lui c'era il mio vicino, il quale prontamente ha pagato il conto. Non me ne frega nulla, di dirvi che il mio vicino è marocchino e che parla a malapena l'italiano, e ci parliamo poco e non ricordo come si chiama, dico sempre "il vicino coi baffoni". Quello che mi importa di dirvi ora è che il mio vicino, che si è offerto di pagare, in tasca avrà avuto sì e no 15 euro e ne ha dati 10 a noi.
Gliene abbiamo restituiti 20, e lui allora ci ha portato una cassa di kiwi, e io allora gli ho portato una marmellata fatta in casa. Siamo amici, anche se non conosciamo i nostri nomi, anche se ci vestiamo diversamente, anche se non parliamo la stessa lingua. Siamo esseri umani uguali, le nostre figlie hanno la stessa età, le stiamo crescendo con più o meno fatica, e la tristezza fa male a me quanto fa male a lui, e la gioia mi fa stare bene quanto fa stare bene lui.
Questo vorrei dire.
Questo vorrei dare.
Non ho bisogno di difendermi, ho bisogno di dare di più.
E scusate questo post di pancia, avrei dovuto ragionare e forse tenere tutto dentro, ma ho un po' mal di stomaco e scrivere mi aiuta, l'ho fatto per me.
<3
RispondiEliminaBrava Valentina, per me lo stai già facendo qualcosa per far vivere le tue figlie in un mondo migliore, migliore già da ora
RispondiEliminaLo vedremo...:)
EliminaPerfettamente d'accordo!
RispondiEliminaMi trovi perfettamente d'accordo...per quel che conta!!! In questo periodo della mia vita mi sento molto manchevole e difettosa con le mie figlie, ho mille dubbi ed incertezze...ciò di cui sono sicura e di avere fatto il possibile, sino ad ora (e spero d'ora in avanti!) per comunicargli l'amore per il prossimo (in senso completamente ateo del termine!)...
RispondiEliminaSperiamo di stare facendo bene, a parole ma soprattutto a gesti.
EliminaNon so quali corde tu abbia toccato in me, ma ora sono qui che piango pensando al tuo vicino...grazie per questo post di pancia. Alessia
RispondiEliminaÈ piaciuto moltissimo anche a me. Abito in un cortile multietnico con una maggioranza di uomini, eppure non ho mai avuto paura a rientrare sola di notte, e non ho mai avuto paura perché abbiamo instaurato un rapporto di cortesia e rispetto.
EliminaChe bello!leggo sempre ma non commento mai...mi ritrovo nella sensibilità che hai nel guardare l'universo, e sei bravissima a scriverne. grazie.
RispondiEliminaGrazie.
EliminaQuesto l'avevo scritto un po' più di un anno fa, credo che sia attuale:
RispondiEliminaAlcune migliaia di morti, non saprei quantificarle meglio, per le persecuzioni dei pagani contro i cristiani fino al 313 d.C.;
Poi le cose cambiarono: furono i cristiani a perseguitare le altre religioni: pensiamo alle crociate, pensiamo ai massacri perpetrati contro chi non si voleva convertire in Africa e in America. Non ho idea di quanti morti, ma certamente tanti.
E così arriviamo a tempi più recenti, dopo aver trascurato la caccia alle streghe, più o meno 1500-1600. Anche lì molte migliaia di morti.
Però qualcuno ha pensato che non bastava più ammazzare quelli di altre religioni, si poteva incominciare ad uccidere anche quelli che avevano la tua stessa religione, con qualche piccola variante.
E quindi incominciarono le stragi dei protestanti contro i cattolici, a cui naturalmente fecero riscontro quelle dei cattolici contro i protestanti. Ci andarono di mezzo quasi tutte le minoranze religiose, gli ugonotti, i valdesi, i catari, tutte le varie “eresie” eccetera. E anche qui non saprei proprio quantificare quanto sangue sia stato sparso nel nome di Dio.
E oggi, appena finito di ricordare i sei milioni di morti della Shoa, assistiamo a altre stragi, isis contro cristiani, sciiti, sunniti eccetera.
Ma Dio, se esiste, deve per forza essere un Dio di amore, di fratellanza, di tolleranza: non posso accettare un dio di odio e di guerra.
Posso dirti la mia? Se credessi in dio avrei paura di lui.
EliminaBé viene anche chiamato signore degli eserciti. Questo dio. Quindi...
EliminaBello questo post. Le tue bambine sono fortunate, secondo me.
RispondiEliminaSpero.
EliminaGrazie Valentina per questo post, dopo tutte queste manifestazioni di odio sui giornali avevo proprio bisogno delle tue parole.
RispondiEliminaL’uomo è irragionevole, illogico, egocentrico
RispondiEliminaNON IMPORTA, AMALO
Se fai il bene, ti attribuiranno secondi fini egoistici
NON IMPORTA, FA’ IL BENE
Se realizzi i tuoi obiettivi, troverai falsi amici e veri nemici
NON IMPORTA, REALIZZALI
Il bene che fai verrà domani dimenticato
NON IMPORTA, FA’ IL BENE
L’onestà e la sincerità ti rendono vulnerabile
NON IMPORTA, SII FRANCO ED ONESTO
Quello che per anni hai costruito può essere distrutto in un attimo
NON IMPORTA, COSTRUISCI
Se aiuti la gente, se ne risentirà
NON IMPORTA, AIUTALA
Da al mondo il meglio di te, e ti prenderanno a calci
NON IMPORTA, DA IL MEGLIO DI TE.
Madre Teresa di Calcutta
RispondiEliminaGrazie!
EliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaQuanto hai ragione, e quanto è difficile applicare parole giuste ad una realtà sbagliata.
RispondiEliminaIl tuo blog mi piace un sacco :)
PS scusami ma non riesco ad entrare con il mio profilo Wordpress, se ti fa piacere dare un'occhiata mi trovi su http://thebluemood.com
ciao!
i miei figli hanno avuto la grande fortuna- lo chiamerei privilegio - di frequentare le medie in una meravigliosa scuola multietnica già 20 anni fa, una delle prime in Italia, probabilmente, una scuola media pubblica sperimentale - sono tre in tutta Italia - intitolata, non a caso, a Don Milani.
RispondiEliminaFortuna perchè hanno avuto ed hanno amici arrivati da ogni parte del mondo, quelli che, in tanti, troppi luoghi, venivano definiti " sfigati", perchè vivevano nei vicoli della città, in case che davvero neppure si potevano definire tali.
hanno mangiato con loro, giocato assieme, parlato, conosciuto,studiato assieme; hanno iniziato a CAPIRE, ad essere CURIOSI dell'altro, ad aver voglia di conoscere. L'ignoranza ti fa vivere nella paura.
sei sulla strada giusta per far crescere tre splendide donne...e ce n'è proprio bisogno.
Emanuela
Ciao Valentina, posso chiederti perché hai cancellato il mio commento?
RispondiEliminaGrazie :)
Viola
Ciao Viola, non cancello mai commenti a meno che non siano molto offensivi e sgradevoli o spam. A sto giro non ne ho cancellato nessuno :). Se sei the blue time credo che l'abbia cancellato tu stessa.
EliminaRettifico, ti aveva messo in spam blogger e non me n'ero accorta. Riabilitata!
Elimina