Ieri dovevo comprare un vestitino per Lupini perché dobbiamo andare a un matrimonio. La mia amica che si sposa è una tipa rock, dunque non volevo una cosa frufrù. Odio le cose frufrù. Le ho comprato un abitino monospalla da Scout. Al reparto grandi, taglia piccola. Mi sta benissimo.
Lupini non vuole più che la prendo in giro come se fosse una bambina, se lo faccio mi pianta dei mega musi. Però quando la porto al parco, la vedo con quell’aria concentrata dei bambini, quando hanno di fronte molti giochi e ragionano su un metodo per provarli tutti. Non so se ci avete fatto caso: i bambini delle volte sembrano degli artigiani, al parco giochi. Tipo si rimboccano le maniche e si applicano con perizia e serietà, ai giochi. Non ha ancora quella fastidiosa noncuranza verso le cose triviali, che si acquista da adolescenti e che ci si porta dietro per tutta la vita, come se un giorno ci si potesse stufare di andare in altalena, che sciocchezza.
Lupini a volte ha paura, tipo di andare in discesa coi pattini. Mi tiene la mano e mi sussurra: “Perché Carolina non ha mai paura di nulla?”, mentre la sorella ci sfreccia davanti su un piede solo, sfracellandosi contro l’asfalto e rialzandosi ridendo, coi pantaloni bucati e il sangue sulle ginocchia.
Lupini dopo il saggio di musical mi ha detto che una sua amica ha notato, dietro le quinte, un ballerino tutto muscoli e tatuaggi. Ed è andata a letto sistemando accuratamente sei cani di peluche.
Lupini ha paura, se pensa che alle medie, tra un anno, potrebbe non essere più in classe con Camilla, la sua gemella. Però non ha paura di litigare forte, a scuola, quando qualcuno usa la parola gay come insulto, e va a difendere chi è stato insultato, anche se è sola contro tutti.
Lupini non vuole più che la chiamo Lupini, fa finta di non sentire, si chiama Lucia, che viene da luce.
Lupini a volte mi chiede che le racconti la sua storia, però non vuole sentir dire le cose imbarazzanti, tipo che quando è nata e pesava milleottocento grammi, come due pani toscani in un sacchetto di carta, era completamente nuda.
Curioso, che mi chieda di raccontarle chi è, proprio ora che non è più una cosa mia.
Curioso, che l’atteso momento in cui sto diventando dispensabile, abbia questo retrogusto malinconico.
Chissà se la nostra storia è davvero per sempre.
(Dai, vi lascio con una chicchina che ascoltavo io quando avevo circa l'età di Lupini, appena un attimo prima di innamorarmi di J ax)
(Mi ha ispirato questi pensieri l'ultimo post di Ma che davvero?)
Lupini non vuole più che la prendo in giro come se fosse una bambina, se lo faccio mi pianta dei mega musi. Però quando la porto al parco, la vedo con quell’aria concentrata dei bambini, quando hanno di fronte molti giochi e ragionano su un metodo per provarli tutti. Non so se ci avete fatto caso: i bambini delle volte sembrano degli artigiani, al parco giochi. Tipo si rimboccano le maniche e si applicano con perizia e serietà, ai giochi. Non ha ancora quella fastidiosa noncuranza verso le cose triviali, che si acquista da adolescenti e che ci si porta dietro per tutta la vita, come se un giorno ci si potesse stufare di andare in altalena, che sciocchezza.
Lupini a volte ha paura, tipo di andare in discesa coi pattini. Mi tiene la mano e mi sussurra: “Perché Carolina non ha mai paura di nulla?”, mentre la sorella ci sfreccia davanti su un piede solo, sfracellandosi contro l’asfalto e rialzandosi ridendo, coi pantaloni bucati e il sangue sulle ginocchia.
Lupini dopo il saggio di musical mi ha detto che una sua amica ha notato, dietro le quinte, un ballerino tutto muscoli e tatuaggi. Ed è andata a letto sistemando accuratamente sei cani di peluche.
Lupini ha paura, se pensa che alle medie, tra un anno, potrebbe non essere più in classe con Camilla, la sua gemella. Però non ha paura di litigare forte, a scuola, quando qualcuno usa la parola gay come insulto, e va a difendere chi è stato insultato, anche se è sola contro tutti.
Lupini non vuole più che la chiamo Lupini, fa finta di non sentire, si chiama Lucia, che viene da luce.
Lupini a volte mi chiede che le racconti la sua storia, però non vuole sentir dire le cose imbarazzanti, tipo che quando è nata e pesava milleottocento grammi, come due pani toscani in un sacchetto di carta, era completamente nuda.
Curioso, che mi chieda di raccontarle chi è, proprio ora che non è più una cosa mia.
Curioso, che l’atteso momento in cui sto diventando dispensabile, abbia questo retrogusto malinconico.
Chissà se la nostra storia è davvero per sempre.
(Dai, vi lascio con una chicchina che ascoltavo io quando avevo circa l'età di Lupini, appena un attimo prima di innamorarmi di J ax)
Sono andata a leggere l'ultimo post di "Ma che davvero?" perchè mi avevi incuriosita...quanto è vero ciò che scrive, ogni tanto mi soffermo a pensarci e cerco veramente di godermi ogni istante, così come ho fatto per la mia terza gravidanza perchè realizzavo che sarebbe stata l'ultima ed ho assaporato ogni momento, ogni sensazione, ho riso anche delle fortissime nausee serali che erano davvero insostenibili...se cambi prospettiva, le cose prendono un gusto diverso...ora che mia figlia più grande ha quasi 13 anni devo ricordarmelo più spesso! Le altre sono ancora piccole e me le spupazzo istintivamente ma lei, lei che è la prima, che è la più grande, ora che mi sta sfuggendo ed è così oppositiva, la sento come fosse nella pancia e quanta tenerezza e commozione ne deriva..."radici ed ali, radici ed ali", lo so, lo so...ma che fatica!!! Buona giornata... sniff, sniff
RispondiEliminaEh. No ma poi pensi a quando avevi la sua età e dicevi mia madre non mi capirà mai, e ora invece sei la madre e non puoi impedire a tua figlia di pensare, probabilmente, la stessa cosa. Che casino :)
EliminaCazzo, anche gli East-17 no... così mi fai proprio piangere di malinconia!
RispondiElimina:°(
Viaggiatore
Canzone bruttissima, però mi ricorda un sacco a quello che credevo dell'amore a 12, 13 anni.
EliminaIo guardo lui e gli racconto che pesava come un polletto :D
RispondiEliminaE lui mi guarda e mi dice che lui il pollo non lo mangia.
Io guardo lei e tremo. E' sempre meno me, o sempre meno come io la immaginavo, sta diventando lei. :D
Per fortuna che sono sempre meno noi, no? :)
EliminaQuanto vorrei arrivare a provarle queste emozioni, quanto lo vorrei...
RispondiEliminaIncrocio le dita perché ti succeda.
EliminaIeri sera ho letto il post di Machedavvero e anche il tuo commento sul vestito ecc.
RispondiEliminaOggi in pausa pranzo ho letto il tuo post e ho capito subito che la riflessione derivava da lì (compiacendomi tra l'altro di leggervi entrambe).
Sono arrivata alla fine del tuo post e mi è piaciuta molto la correttezza di segnalarne l'origine.
Mi sei sempre più simpatica :-)
Era doveroso, soprattutto perché mi stavo auto-copiando il commento :)))))
Eliminamamma mia che brutta canzone
RispondiEliminapiù che brutta ORRENDA
Elimina:***)
RispondiEliminacome se un giorno ci si potesse stufare di andare in altalena, che sciocchezza.
RispondiEliminaQuesta me la scrivo sulla mano.
La foto dice più delle parole ;)
RispondiEliminaCiao!
Giulia
(In realtà in foto non c 'è lucia ma Carolina)
EliminaAh! Pardon!
EliminaGiulia
Felice di averti ispirata <3 Ti dico una chicca: gli East 17 si chiamano così perché E17 è il post code di Walthamstow, il quartiere a est di Londra dove sono credo nati e cresciuti. E lo so perché è una zona che sta diventando più hipster e carina quindi siamo andati a vederla un po' di volte e postando le foto ho avuto ex fan degli E17 commosse al vedere dopo tanti anni la parola Walthamstow :D
RispondiEliminaDai che storia. Io non ero una super fan, un po' perché quando erano famosi ero piccola, e poi preferivo i Take that (il nome diceva già tutto)
Eliminaadolescenza che arriva come uno schiaffo all'improvviso, dato da non si sa chi. Arriva tra capo e collo, come si dice.......e uno si sente spiazzato mica poco...
RispondiEliminaPoi ti tornano in mente stronzate di pensieri pensati, sentimenti vissuti, atteggiamenti e ti accorgi che sono sempre gli stessi.....e che, giustamente, i figli adolescenti ti mandano a cagare ma tu, dentro , hai questo segreto : ti ricordi e capisci, anche se loro pensano che non capirai mai! Salvo poi, ormai grandi, ti diranno cose bellissime e profonde e sarai anche spiazzata da quanto hanno riflettuto su questa mamma speciale. A me è successo e non perchè sono una mamma speciale,ma perchè ho figli proprio in gamba!
Come le tue bimbe-ragazze.
Emanuela
Speciale o no, me la sono immaginata proprio così. Vedremo :)
Elimina...come mi piace che, fin da piccole, le donne abbiano tutte queste sfaccettature...
RispondiEliminaQuando avevo circa 9/10 anni ho iniziato ad avere il terrore che i miei genitori morissero. Siccome loro uscivano spesso la sera lasciandomi a casa con i miei fratelli, mi ero convinta che sarebbero morti in un incidente stradale e che io li dovevo proteggere. Quindi di soppiatto mi infilavo nel portabagagli della punto blu e uscivo fuori tipo pupazzo a molla, appena arrivavano al loro incontro religioso.
RispondiEliminaCredevo di non essere tanto normale. Poi ho iniziato a studiare Steiner ed è stato illuminante. Lui dice che a 9/10anni circa le ossa della fontanella si suturano per cui il bbambino e la bambina provano per la prima volta la sensazionee di essere tagliati fuori dal mondo, di essere soli. Iniziano le grandi paure e le domande se i nostri genitori sono proprio i nostri o se non siamo stati adottati.( La fontanella, per Steiner sarebbe un canale aperto con i mondi spirituali). È doloroso crescere, ma anche tanto bello. Baci
mi hai mandata in para :)
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