Ieri ho fatto una riflessione di cui forse non vi importerà nulla, però ve la dico.
Carolina aveva uno spettacolo di danza, doveva presentarsi in anticipo per le prove in loco. Sono tornata dal lavoro, l’ho portata alla festa dove si teneva lo spettacolo e calcolavo di tornare a casa per un’ora, per mangiare qualcosa e recuperare Camilla, Lucia, mia madre. Se non che ho notato che altre madri restavano lì, senza cena, ad assistere alle prove.
Sulle prime ho pensato: “Sono una merda, sto andando a casa a cenare lasciando mia figlia sola”, poi ho pensato “È che loro saranno più fortunate di me, povera io, povera piccola fiammiferaia. Magari loro non lavorano".
Mi sono sentita per qualche frazione di secondo sfigata e vittima della mia condizione di madre lavoratrice, single, disadattata, orfana, piccola fiammiferaia e con una voglia di caffè nella parte alta del braccio sinistro.
Mi sono sentita vittima delle mie doppie punte, della mia maglietta sudata, mi sono per un secondo vergognata del fatto che le mie Converse fossero state bianche solo dentro al negozio.
Per un attimo ho cercato di ribaltare il disagio, dando la colpa all'universo. Ma subito dopo ho deglutito il giudizio su me stessa e sulle altre, come avrei fatto con una pastiglia indigesta. Ho deciso che avevo necessità di mangiare qualcosa, prendere Camilla e Lucia, e fare una doccia, e Carolina è abbastanza grande per fare le prove senza di me. Una mamma mi ha detto con gentilezza "Perché non vai a casa a mangiare qualcosa? Se Carolina ha bisogno può fare riferimento a me".
Ho deciso che per qualunque motivo le altre mamme restassero alle prove (desiderio di farlo, mancanza di altri figli a casa, mancanza di lavoro, diversa sudorazione, spirito di sacrificio più elevato, macchina guasta che impediva loro di muoversi di lì) io avrei sospeso il mio giudizio, non richiesto e non necessario.
Ho cacciato via quella scimmietta nera di tristezza che mi si era seduta sulla spalla. Le ho detto ad alta voce di levarsi dai coglioni. Le ho detto che la deve piantare di farmi sentire continuamente una persona che non merita amore e il cui destino è malvagio.
Mi sono sentita meglio.
Quando mi predispongo ad accogliere e farmi accogliere cacciando giusto in tempo sovrastrutture e metapensieri; quando ho lucidità necessaria da non difendermi né attaccare, anche se sono fuori dalla cerchia di amici e famiglia; quando sospendo il pesante giudizio su me stessa, mi accorgo che automaticamente apprezzo molto di più anche gli altri.
Quella scimmietta deve andare a fare in culo, e oggi non le permetterò di ricordarmi troppo spesso che mio padre compirebbe sessant'anni.
Carolina aveva uno spettacolo di danza, doveva presentarsi in anticipo per le prove in loco. Sono tornata dal lavoro, l’ho portata alla festa dove si teneva lo spettacolo e calcolavo di tornare a casa per un’ora, per mangiare qualcosa e recuperare Camilla, Lucia, mia madre. Se non che ho notato che altre madri restavano lì, senza cena, ad assistere alle prove.
Sulle prime ho pensato: “Sono una merda, sto andando a casa a cenare lasciando mia figlia sola”, poi ho pensato “È che loro saranno più fortunate di me, povera io, povera piccola fiammiferaia. Magari loro non lavorano".
Mi sono sentita per qualche frazione di secondo sfigata e vittima della mia condizione di madre lavoratrice, single, disadattata, orfana, piccola fiammiferaia e con una voglia di caffè nella parte alta del braccio sinistro.
Mi sono sentita vittima delle mie doppie punte, della mia maglietta sudata, mi sono per un secondo vergognata del fatto che le mie Converse fossero state bianche solo dentro al negozio.
Per un attimo ho cercato di ribaltare il disagio, dando la colpa all'universo. Ma subito dopo ho deglutito il giudizio su me stessa e sulle altre, come avrei fatto con una pastiglia indigesta. Ho deciso che avevo necessità di mangiare qualcosa, prendere Camilla e Lucia, e fare una doccia, e Carolina è abbastanza grande per fare le prove senza di me. Una mamma mi ha detto con gentilezza "Perché non vai a casa a mangiare qualcosa? Se Carolina ha bisogno può fare riferimento a me".
Ho deciso che per qualunque motivo le altre mamme restassero alle prove (desiderio di farlo, mancanza di altri figli a casa, mancanza di lavoro, diversa sudorazione, spirito di sacrificio più elevato, macchina guasta che impediva loro di muoversi di lì) io avrei sospeso il mio giudizio, non richiesto e non necessario.
Ho cacciato via quella scimmietta nera di tristezza che mi si era seduta sulla spalla. Le ho detto ad alta voce di levarsi dai coglioni. Le ho detto che la deve piantare di farmi sentire continuamente una persona che non merita amore e il cui destino è malvagio.
Mi sono sentita meglio.
Quando mi predispongo ad accogliere e farmi accogliere cacciando giusto in tempo sovrastrutture e metapensieri; quando ho lucidità necessaria da non difendermi né attaccare, anche se sono fuori dalla cerchia di amici e famiglia; quando sospendo il pesante giudizio su me stessa, mi accorgo che automaticamente apprezzo molto di più anche gli altri.
Quella scimmietta deve andare a fare in culo, e oggi non le permetterò di ricordarmi troppo spesso che mio padre compirebbe sessant'anni.
Ciao Valentina, quella scimmietta rompe spesso le palle anche a me...la considerazione che hai fatto in questo post, capita di farla spesso anche a me, cioè prima ci casco come una sciocca, sono assalita dai sensi di colpa, mi sento sfigata e sfortunata, poi la caccio via malamente ricordandomi che invece sono fortunatissima, proprio come te anche solo per il fatto che, anche con la nostra maglietta sudata da due lire e le nostre scarpe poco immacolate, siamo una testa pensante, che sa andare oltre, oltre alle apparenze, oltre al pensiero di massa, oltre al giudizio altrui...io ti trovo splendida, al di là dell'aspetto, per la tua spontaneità e trasparenza, per la tua profonda e rara sensibilità, so che non ami i complimenti ma sentivo il bisogno (mio) di comunicartelo, non sai quanto mi sia ritrovata nelle tue emozioni e nel tuo pensiero! Io, da quello che hai raccontato qui sul blog, che immagino essere soltanto una briciola di ciò che sei e di ciò che hai vissuto, ho avuto un'infanzia diversa dalla tua, così come esperienze di vita differenti, eppure quando parli, mi ci ritrovo davvero molto e quando nomini la parola padre non riesco a trattenere le lacrime...la tua bambina, rivela la tua stessa grazia ed è bellissima!
RispondiEliminaGrazie, anche a me Carolina sembra bellissima ma non vale, sono la mamma :D
EliminaMi associo al tuo fanculo per la scimmietta...
RispondiEliminaTi dico una cosa che lo so che è difficile da "mettere in pratica " ma alla quale dovremmo pensare più spesso ogni volta che ci deprimiamo nel confrontarci con gli altri: anche gli altri genitori c'hanno le loro gatte da pelare, e magari proprio per questo non hanno tempo né voglia di pensare a noi e alle nostre mancanze.
RispondiEliminaSo perfettamente. Credo di non essermi spiegata bene perché nessuno ha capito <3 ma il senso era: mi sono accorta che quando caccio via il giudizio verso gli altri (a volte, come tutti, faccio ragionamenti semplificati, faccio rientrare cose e fatti nelle mie scatolette mentali, ho pregiudizi e bias), sto meglio io.
Eliminala mancanza di attenzione verso i figli è altro, non è non assistere alle prove di uno spettacolo! fai scendere la scimmietta dalla spalla, mandala a spigolare....non ha senso e non te la meriti.
RispondiEliminaEmanuela
I figli vanno anche lasciati "soli" e non accompagnati in tutto. Ché non bisogna mica condividere tutto, ché le loro passioni sono loro prima che dei genitori e che tu sei una splendida madre, a quel che leggo. La scimmietta mandala a giocare che sai benissimo badare a te stessa.
RispondiEliminaCapisco la sensazione "oddio sono una merda", legata soprattutto a sensi di colpa verso le bimbe (ma ora, ottenuto il part time, mi sento molto meno in colpa), non capisco invece il bisogno di dire "se le altre mamme fanno diversamente è perché non hanno un cazzo da fare", cioè proprio il confronto con le altre. Ognuno fa quel che può, alcune scelte degli altri nuclei familiari non le condivido, ma mi sorprende che stia lì a giudicarle; l'idea che mi sono fatta di te è che rifuggi dai giudizi, perché appiopparli agli altri?
RispondiEliminaHo appena scritto che per un attimo ho giudicato ma mi sono accorta che non mi faceva sentire meglio, né soprattutto il mio giudizio era stato richiesto da qualcuno, dunque l'ho ricacciato indietro. Le mamme di danza mi sono simpatiche. Ho resitito alla tentazione di autocommiserarmi perché credo che sentirsi a disagio sia un problema tutto nostro anche se tentiamo di dare la colpa agli altri.
Eliminawww.youtube.com/results?search_query=the+moldy+peaches+anyone+else+but+you
RispondiEliminathe monkey on your back is the latest trend
Lo so non c'entra niente ma io ho pensato subito a questa quando ho letto il titolo. ciao LIG
Secondo me la scimmietta ce l'hanno tutti, anche le mamme che restano alle prove.
RispondiEliminaLo so. Io però devo vedermela con la mia. :)
EliminaFacciamoci un bel tatuaggio. Una scimmietta sulla scapola destra. Fa un po' Castaneda...
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