La maggior parte delle volte non mi affanno per generare valore per me, o per le bimbe.
La maggior parte delle volte mi affanno per garantire la sopravvivenza, pagare le bollette, fare la spesa, pagare la palestra, pagare, pagare.
Dico, chi mi fa fare lo sforzo di lavorare ancora di più solo per stare anche bene, dico, posso stare benino e lavorare meno, posso evitare di sforzarmi solo per il valore. Posso punirmi dandomi il meno possibile. Posso ignorare me stessa come ha fatto mio padre.
Nei giorni scorsi ho applicato la logica contraria. Ho lasciato le bollette lì a scadere, sabato mattina, perché dovevo rifare la cabina armadio. Mia madre e mio fratello mi hanno aiutato tantissimo. L’aveva fatta costruire il Donatore e io ci avevo buttato dentro di tutto, l’aspirapolvere, il letto pieghevole per gli ospiti, l’albero di Natale. Invece ora l’ho riordinata e pulita, ho buttato tutto quello che non serviva, mamma l’ha verniciata, e Mattia ha appeso delle aste per i miei vestiti estivi. Poi ho comprato un appendi-mestoli dell’Ikea, di quelle sbarre che stanno al reparto cucina, e vi ho messo dentro le mie ballerine, ci stanno molto meglio che in scarpiera. Mio fratello ha anche preso un vaso Bormioli e l’ha fatto diventare un lampadario. Come decorazione ho usato le lucine dell’albero di Natale. È bello perché ora al mattino entro in cabina armadio e vedo i miei vestiti e le mie scarpe esposti e non ammassati da qualche parte. Mi viene più voglia di scegliere qualcosa, non necessariamente per piacere a qualcuno, ma soprattutto per autocompiacimento, per guardarmi riflessa nella macchinetta del caffè e riconoscermi, sorridere alle magliette a righe, alle gonnelline, ai miei abbinamenti inconsueti.
Poi mi ha beccato Bea sabato mattina che ero al pc e dicevo basta, non lo sopporto più questo coso, compro un Mac, compro un Mac, compro un Mac. E Bea, in pratica, mi ha detto “Just do it”, e s’è messa lì con me, finché non ho messo il numero della carta di credito e ho schiacciato il pulsante compra. L’ho fatto davvero. Sto scrivendo dal mio Mac nuovo. È la prima volta in 32 anni che acquisto un oggetto di prima scelta per me. La sensazione tattile è molto bella, i tasti sono morbidi e retroilluminati, la macchina è veloce. Possedevo un netbook: un oggetto di quel genere non ti garantisce prestazioni sufficienti per semplici operazioni come utilizzare l'home banking, rispondere ai commenti sul blog o correggere un refuso, prenotare un viaggio senza maledire il mondo, la tecnologia, l'umanità che in quel momento ha la sfortuna di entrare nella cupa aurea che circonda il tuo tavolo da lavoro.
E poi mi sono decisa a cambiare le gomme dell’auto. Ora l’auto tiene molto di più la strada. Mi hanno detto che la convergenza era pietosa, mi hanno chiesto se ho preso buche, sbattuto da qualche parte. Sì, migliaia di volte, ma ho fischiettato, non l'ho ammesso. Mah, non ricordo, poi sto in collina.
Ho fatto qualcosa per me, in questi giorni.
E ogni sera ora che è caldino porto le bimbe a pattinare a lungo, sulla pista ciclabile, invece che estraniarmi e rintanarmi nei libri, lontana dal mio senso di inadeguatezza.
Quando vi dico che ce l’ho col sistema e che odio tutto, un po’ è vero, un po’ è anche perché credo di avercela con me stessa.
p.s. Non trovatemi cupa: se lo condivido qui significa che va tutto bene ;)
La maggior parte delle volte mi affanno per garantire la sopravvivenza, pagare le bollette, fare la spesa, pagare la palestra, pagare, pagare.
Dico, chi mi fa fare lo sforzo di lavorare ancora di più solo per stare anche bene, dico, posso stare benino e lavorare meno, posso evitare di sforzarmi solo per il valore. Posso punirmi dandomi il meno possibile. Posso ignorare me stessa come ha fatto mio padre.
Nei giorni scorsi ho applicato la logica contraria. Ho lasciato le bollette lì a scadere, sabato mattina, perché dovevo rifare la cabina armadio. Mia madre e mio fratello mi hanno aiutato tantissimo. L’aveva fatta costruire il Donatore e io ci avevo buttato dentro di tutto, l’aspirapolvere, il letto pieghevole per gli ospiti, l’albero di Natale. Invece ora l’ho riordinata e pulita, ho buttato tutto quello che non serviva, mamma l’ha verniciata, e Mattia ha appeso delle aste per i miei vestiti estivi. Poi ho comprato un appendi-mestoli dell’Ikea, di quelle sbarre che stanno al reparto cucina, e vi ho messo dentro le mie ballerine, ci stanno molto meglio che in scarpiera. Mio fratello ha anche preso un vaso Bormioli e l’ha fatto diventare un lampadario. Come decorazione ho usato le lucine dell’albero di Natale. È bello perché ora al mattino entro in cabina armadio e vedo i miei vestiti e le mie scarpe esposti e non ammassati da qualche parte. Mi viene più voglia di scegliere qualcosa, non necessariamente per piacere a qualcuno, ma soprattutto per autocompiacimento, per guardarmi riflessa nella macchinetta del caffè e riconoscermi, sorridere alle magliette a righe, alle gonnelline, ai miei abbinamenti inconsueti.
Poi mi ha beccato Bea sabato mattina che ero al pc e dicevo basta, non lo sopporto più questo coso, compro un Mac, compro un Mac, compro un Mac. E Bea, in pratica, mi ha detto “Just do it”, e s’è messa lì con me, finché non ho messo il numero della carta di credito e ho schiacciato il pulsante compra. L’ho fatto davvero. Sto scrivendo dal mio Mac nuovo. È la prima volta in 32 anni che acquisto un oggetto di prima scelta per me. La sensazione tattile è molto bella, i tasti sono morbidi e retroilluminati, la macchina è veloce. Possedevo un netbook: un oggetto di quel genere non ti garantisce prestazioni sufficienti per semplici operazioni come utilizzare l'home banking, rispondere ai commenti sul blog o correggere un refuso, prenotare un viaggio senza maledire il mondo, la tecnologia, l'umanità che in quel momento ha la sfortuna di entrare nella cupa aurea che circonda il tuo tavolo da lavoro.
E poi mi sono decisa a cambiare le gomme dell’auto. Ora l’auto tiene molto di più la strada. Mi hanno detto che la convergenza era pietosa, mi hanno chiesto se ho preso buche, sbattuto da qualche parte. Sì, migliaia di volte, ma ho fischiettato, non l'ho ammesso. Mah, non ricordo, poi sto in collina.
Ho fatto qualcosa per me, in questi giorni.
E ogni sera ora che è caldino porto le bimbe a pattinare a lungo, sulla pista ciclabile, invece che estraniarmi e rintanarmi nei libri, lontana dal mio senso di inadeguatezza.
Quando vi dico che ce l’ho col sistema e che odio tutto, un po’ è vero, un po’ è anche perché credo di avercela con me stessa.
p.s. Non trovatemi cupa: se lo condivido qui significa che va tutto bene ;)
Ma che meraviglia =) Mo'
RispondiEliminaValentina, complimenti, leggo e resto estasiata dalla potenza contagiosa del tuo fare e me ne riempio capendoti. giovanna, lettrice assidua ma silenziosa
RispondiEliminaGiovanna grazie però non mi sento davvero così forte e proattiva, ultimamente sono un po' impantanata. ..
Eliminal'ultima tua frase è stata un po' un'illuminazione, sento che si applica bene pure a me. Sei proprio brava, e ti ammiro tantissimo.
RispondiEliminaL'idea per tener su le scarpe è fichissima! (ma la foto del vaso bormioli che funge da lampada si può vedere?)
In realtà non so se il vaso mi piace, ci devo pensare :)
EliminaHai fatto beeeeenissimo!
RispondiEliminaQuesta presa di coscienza della tua esistenza (con regali e le uscite con le bimbe) è molto bella e fa davvero bene all'esistenza.
RispondiEliminaNon è detto sia definitiva però si fa il possibile :)
EliminaTi leggo sempre ma sono troppo pigra per commentare... Oggi ho voglia di dirti : hai fatto bene! Anzi, in realtà avrei voglia di abbracciarti e dirti che ti stimo profondamente...
RispondiEliminaUn abbraccio a te :)
EliminaIn questo momento un po' particolare per me (di merda è brutto da scrivere, vero?) avevo bisogno proprio di questo. Grazie.
RispondiEliminaio leggo gioia :D e voglia di condividerla! :D
RispondiEliminaMagari non proprio gioia, diciamo momentaneo risveglio.
Eliminaquesta Bea e' un'amica preziosa
RispondiEliminaÈ una persona naturalmente luminosa, non è da tutti.
EliminaDa incorniciare. Brava!
RispondiEliminaIo ho sempre avuto un mac, tranne quando ero piccola e manco c'era windows ma solo il dos. E mai, dico mai, tornerei indietro agli anni bui dei pc. Come vedi non sono un'afonfan dell'ultima ora. E sono sempre stata sostenitrice della filosofia apple. Quella vera, che c'era tempo fa. Sono felice che la Bea ti abbia dato il la. Tra due giorni è il mio compleanno. E non volevo regalarmi nulla. Ma poi ho letto il tuo post. E credo che mi regalerò quel viaggetto a Roma che continuavo a procrastinare nonostante i richiami degli amici romani. E sì, mi sa che vado a Roma. Bella Vale.
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