Quando io e il Donatore abbiamo deciso di non battezzare le bambine, avevamo previsto che a un certo punto, verso la prima comunione, avremmo dovuto parlare del perché e del percome. La più assidua sostenitrice della scelta "no tv, no dottrina", sono sempre stata io, le ho sempre volute libere. Però il Donatore, anche se con qualche mugugno, più rivolto alla mancanza di tv che di dottrina, mi ha sempre sostenuta e difesa. Quando le persone mi chiedevano se non avrei reso per caso le bambine delle disadattate, facevo capire chiaramente che non avevo intenzione di giustificare con loro questa decisione, e ad oggi, nessuno, guardando le mie bambine, ha il coraggio di sostenere che la mancanza di tv e di dottrina le abbia rese delle disadattate. Capite, nessuno mi hai mai chiesto "Come farai a provvedere ai bisogni spirituali delle tue figlie?".
Pensavo però che attorno ai dieci anni, con le prime comunioni, le bambine avrebbero un po' subito la mia scelta, di fronte ai festeggiamenti altrui. Lo pensavo perché per me era stato così: quando a dieci anni, in totale autonomia, decisi di non andare alla comunione, le bomboniere delle compagne (che pure non mi prendevano affatto in giro) mi provocarono una certa invidia.
E invece siamo circondate da un tale sottosviluppo culturale che le bambine paiono essersi convinte autonomamente che andare a dottrina non rende necessariamente migliori.
Sulle prime, Camilla si sentiva esclusa e le avevo proposto di assistere a una messa, di ascoltare quello che veniva detto e poi di decidere se lo trovava interessante, in linea con i suoi principi e con il suo eventuale bisogno di spiritualità. In realtà temevo che se avesse trovato la parola di dio interessante, come in effetti è, avrebbe dovuto sottoporsi a qualcosa che mi spaventa particolarmente: il meccanismo delle confessione, lo scoprire improvvisamente che quello che fai serenamente e spontaneamente potrebbe essere un peccato, ma, oh wait, può essere confessato a un intermediario e perdonato, attraverso la dinamica del senso di colpa. L'esatto contrario di quello che ho insegnato io finora: fai sempre il meglio che puoi, o quello che vuoi, senza far male a nessuno e non sentirti mai in colpa.
Io credo che una delle grandi attrattive della parrocchia, nelle piccole comunità come la nostra, è il fattore ludico. Come su Facebook, no? Tu ci vai per divertirti, per stare in contatto con i tuoi amici, loro nel frattempo vendono i tuoi dati agli inserzionisti, e tu ne sei consapevole, ma anche no.
I campi estivi e i sabati pomeriggio al circolo della parrocchia valgono per molti bambini il sacrificio della domenica mattina in chiesa.
Si tratta di tenere duro, ho pensato, si tratta di offrire delle alternative alle bambine, come i sabati a Coder Dojo, il campo estivo laico, si tratta di imporre una mia visione che forse non capiscono pienamente, ma io penso che sia bene per loro (e lo stesso ragionamento lo fanno anche i genitori cattolici quando mandano i bambini a dottrina, a riprova che il bene e il male sono concetti relativi).
Ma poi i bambini e le maestre mi hanno dato un grosso assist: Camilla e Lucia hanno verificato con mano i miei dubbi e il mio criticismo, facendoli propri.
I bambini infatti hanno preso in giro Camilla, Lucia e i due bambini musulmani, che questo weekend non riceveranno regali, dimostrando che la chiesa non è necessariamente amore per il prossimo, né inclusione.
Attorno alla Pasqua ho raccontato alle bimbe l'ultima cena, la crocifissione e la resurrezione, ci siamo anche commosse assieme, perché è una storia molto dolorosa e toccante. Così come il primo maggio abbiamo parlato della storia del primo maggio, dei lavoratori, e dei diritti.
Le bambine hanno provato ad approfondire il tema con i compagni ma non hanno trovato nessuno che sapesse chi era Barabba. Il discorso è terminato lì, avvallando la mia ipotesi che non tutti i bambini vanno in parrocchia per parlare di Gesù, e ci mancherebbe, hanno dieci anni! Ma allora perché inculcare un spiritualità che spesso viene vista un sacrificio necessario, prima di correre a giocare a calcio all'oratorio? (Domanda retorica, so perfettamente il perché).
La maestra di religione (pagata anche da me) ha donato un braccialettino ai bambini che faranno la prima comunione, l'ha consegnato durante l'ora di italiano. Quattro bambini non hanno ricevuto nulla, tra questi Camilla e Lucia.
Questo weekend a nessun bambino sono stati assegnati compiti tranne alle gemelle, che dovevano recuperare ipotetiche schede di matematica, e a tale A., che era stato cattivo, e, to', è musulmano.
E nel gruppo WhatsApp delle mamme della classe, si parla solo del regalo ai catechisti, dell'offerta al prete, dei fiori e del fotografo.
Chiederò naturalmente un colloquio alle maestre, ma nel frattempo la religione cattolica, agli occhi delle bambine, non si è proposta come un'alternativa interessante a quello che già facciamo, ma come la fonte di esclusione, ingiustizie, ipocrisie, materialismo, pur prendendo le mosse da quella meraviglia che è il Vangelo.
Sono stata fortunata: se le bambine avessero desiderato frequentare la parrocchia, probabilmente avrei ceduto, nel rispetto della loro libertà e dei loro sentimenti.
A dirvi la verità sono tanto tanto stanca di lottare per quello che a me sembra scontato: una scuola pubblica che sia pubblica, una società dove ognuno è libero di avere idee religiose proprie, rispettose di quelle altrui. Lo teorizzava Locke nel 1689, ma no, una certa provincia italiana, non c'è ancora arrivata. Hai voglia a dire che siamo uno tra i Borghi più Belli d'Italia.
Pensavo però che attorno ai dieci anni, con le prime comunioni, le bambine avrebbero un po' subito la mia scelta, di fronte ai festeggiamenti altrui. Lo pensavo perché per me era stato così: quando a dieci anni, in totale autonomia, decisi di non andare alla comunione, le bomboniere delle compagne (che pure non mi prendevano affatto in giro) mi provocarono una certa invidia.
E invece siamo circondate da un tale sottosviluppo culturale che le bambine paiono essersi convinte autonomamente che andare a dottrina non rende necessariamente migliori.
Sulle prime, Camilla si sentiva esclusa e le avevo proposto di assistere a una messa, di ascoltare quello che veniva detto e poi di decidere se lo trovava interessante, in linea con i suoi principi e con il suo eventuale bisogno di spiritualità. In realtà temevo che se avesse trovato la parola di dio interessante, come in effetti è, avrebbe dovuto sottoporsi a qualcosa che mi spaventa particolarmente: il meccanismo delle confessione, lo scoprire improvvisamente che quello che fai serenamente e spontaneamente potrebbe essere un peccato, ma, oh wait, può essere confessato a un intermediario e perdonato, attraverso la dinamica del senso di colpa. L'esatto contrario di quello che ho insegnato io finora: fai sempre il meglio che puoi, o quello che vuoi, senza far male a nessuno e non sentirti mai in colpa.
Io credo che una delle grandi attrattive della parrocchia, nelle piccole comunità come la nostra, è il fattore ludico. Come su Facebook, no? Tu ci vai per divertirti, per stare in contatto con i tuoi amici, loro nel frattempo vendono i tuoi dati agli inserzionisti, e tu ne sei consapevole, ma anche no.
I campi estivi e i sabati pomeriggio al circolo della parrocchia valgono per molti bambini il sacrificio della domenica mattina in chiesa.
Si tratta di tenere duro, ho pensato, si tratta di offrire delle alternative alle bambine, come i sabati a Coder Dojo, il campo estivo laico, si tratta di imporre una mia visione che forse non capiscono pienamente, ma io penso che sia bene per loro (e lo stesso ragionamento lo fanno anche i genitori cattolici quando mandano i bambini a dottrina, a riprova che il bene e il male sono concetti relativi).
Ma poi i bambini e le maestre mi hanno dato un grosso assist: Camilla e Lucia hanno verificato con mano i miei dubbi e il mio criticismo, facendoli propri.
I bambini infatti hanno preso in giro Camilla, Lucia e i due bambini musulmani, che questo weekend non riceveranno regali, dimostrando che la chiesa non è necessariamente amore per il prossimo, né inclusione.
Attorno alla Pasqua ho raccontato alle bimbe l'ultima cena, la crocifissione e la resurrezione, ci siamo anche commosse assieme, perché è una storia molto dolorosa e toccante. Così come il primo maggio abbiamo parlato della storia del primo maggio, dei lavoratori, e dei diritti.
Le bambine hanno provato ad approfondire il tema con i compagni ma non hanno trovato nessuno che sapesse chi era Barabba. Il discorso è terminato lì, avvallando la mia ipotesi che non tutti i bambini vanno in parrocchia per parlare di Gesù, e ci mancherebbe, hanno dieci anni! Ma allora perché inculcare un spiritualità che spesso viene vista un sacrificio necessario, prima di correre a giocare a calcio all'oratorio? (Domanda retorica, so perfettamente il perché).
La maestra di religione (pagata anche da me) ha donato un braccialettino ai bambini che faranno la prima comunione, l'ha consegnato durante l'ora di italiano. Quattro bambini non hanno ricevuto nulla, tra questi Camilla e Lucia.
Questo weekend a nessun bambino sono stati assegnati compiti tranne alle gemelle, che dovevano recuperare ipotetiche schede di matematica, e a tale A., che era stato cattivo, e, to', è musulmano.
E nel gruppo WhatsApp delle mamme della classe, si parla solo del regalo ai catechisti, dell'offerta al prete, dei fiori e del fotografo.
Chiederò naturalmente un colloquio alle maestre, ma nel frattempo la religione cattolica, agli occhi delle bambine, non si è proposta come un'alternativa interessante a quello che già facciamo, ma come la fonte di esclusione, ingiustizie, ipocrisie, materialismo, pur prendendo le mosse da quella meraviglia che è il Vangelo.
Sono stata fortunata: se le bambine avessero desiderato frequentare la parrocchia, probabilmente avrei ceduto, nel rispetto della loro libertà e dei loro sentimenti.
A dirvi la verità sono tanto tanto stanca di lottare per quello che a me sembra scontato: una scuola pubblica che sia pubblica, una società dove ognuno è libero di avere idee religiose proprie, rispettose di quelle altrui. Lo teorizzava Locke nel 1689, ma no, una certa provincia italiana, non c'è ancora arrivata. Hai voglia a dire che siamo uno tra i Borghi più Belli d'Italia.
Io ero cattolica praticante, molto convinta, questa cosa era in me e ci mettevo tanto impegno. Poi ho iniziato a vedere le mancanze della chiesa, ho iniziato a distaccarmi sempre più. Adesso la penso esattamente come te. In più non credo in dio ma questo non mi fa stare male, anzi. Non sono mai stata meglio. Non ho bisogno di credere nel paradiso e nemmeno di affidarmi ad un dio per trovare la forza di vivere. Però vivo nell'ipocrisia. Siccome il mio cambiamento è avvenuto con le figlie già in cammino dottrinale ho continuato a mandarle a catechismo e tra 15 giorni esatti mia figlia minore farà la cresima e quel giorno saremo libere!!! Mia figlia ha scelto di fare la cresima per stare con i suoi amici (e per ricevere i regali..........) Io non so se sono io ad influenzarla troppo ma lei torna ogni volta da catechismo mettendo in discussione quello che le viene detto...
RispondiEliminaVa beh... Credo di aver perso il filo del discorso ed essermi un po' troppo dilungata...
Ah! Sai quando ho decisamente capito che ero sulla strada giusta? Stavo cercando di organizzare un gruppo di genitori scollegato dell'oratorio e un genitore / catechista mi ha detto di non stare a perderci tempo perché i genitori cattolici erano di serie a mentre gli altri di serie b. Ecco io ci sto benissimo in serie b e tra 15 giorni lo sapranno tutti!!!
Non sono fiera della mia ipocrisia ma siamo in un paese piccolo, i miei genitori e mia suocera sono molto praticanti e mi sembrava un piccolo sacrificio per non turbarli troppo. Anche perché i miei che ci hanno portati a tutte le messe fino a 16 anni con passione ed entusiasmo su 4 figli ne hanno solo 1 che ci crede...
EliminaCiao Alchemilla, mi dispiace un po' pensare che qualcuno considera me e molti altri dei genitori di serie B. Ma sai, io rispetto agli altri ho un unico metro di paragone, che non sono i soldi, non è una misura di "riconoscimento sociale", non è il ruolo sul lavoro: è la felicità. Sono pronta a scommettere che chi mi considera genitore di serie b, non mi rende serva di un pettegolezzo, piuttosto le catene le mette a se stesso, precludendosi cambiamenti di idee e limitando la propria libertà. E io non invidio le catene.
EliminaNon giustificare le tue scelte: qui nessuno ti giudica. Spero tu possa uscire dalla situazione che ti mette a disagio.
Come ben sai questo è un argomento che mi tocca particolarmente.
RispondiEliminaCondivido molto di quello che hai scritto nel post, e la cosa mi fa piuttosto dispiacere. Non tanto per l'osservazione della realtà in sè, ma perchè giorno per giorno mi rendo conto che tanti degli atteggiamenti dei cattolici non fanno altro che allontanare dalla spiritualità che per me è importante.
Anche il fatto che tu abbia vissuto e viva così la confessione ne è un esempio, questo continuo voler sottolineare i sensi di colpa non fa affatto parte della spirituaità e ormai non fa più nemmeno parte della dottrina che viene proposta. Lo era fino a qualche tempo fa e continua ad esserlo nelle menti di diversi ma non è quella la parte importante e rilevante del Sacramento. E' così triste per me! Lo dico davvero con il cuore in mano ed un nodo allo stomaco.
Non frequento più da tanti anni proprio per i motivi che tu citi, perchè i "sepolcri imbiancati" ci sono e sono tanti, e disgraziatamente paiono sommergere il tanto di buono che invece c'è, sia nelle opere sia nella parte più strettamente religiosa.
Io credo in Dio così come credo nei Sacramenti. La difficoltà è scindere la struttura dalla fede ed ancor più riuscire a separare il buono della struttura da quello che invece non lo è e balza agli occhi. Da anni sostengo che i peggiori nemici della Chiesa sono proprio quella parte di cattolici che con i loro atteggiamenti allontanano invece che avvicinare.
E insomma, ho fatto un pippone, scusa. Non so neanche bene se quello che ho scritto abbia un senso visto da fuori. Per me, per la mia vita e per come sono fatta io ne ha molto però.
Grazie di aver condiviso questo: anche io ho avuto a volte esperienze positive con la chiesa, e so perfettamente che una delle sue caratteristiche e uno dei motivi del suo successo, è l'inclusione, il proporsi come punto di riferimento di tutti. E per quel poco che conosco il prete del paese, lo trovo decisamente un bel tipo.
EliminaÈ come se aprisse un negozio Disney, con un marketing forte, commesse simpatiche, ma poi i bambini non ci vogliono entrare perché proprio lì fuori c'è il ritrovo degli hooligan...ecco, la vivo un po' così. :)
Alla mia nascita i miei genitori hanno preso la decisione di non battezzarmi (così come alla nascita di mio fratello cinque anni prima). Il primo anno di elementari è filato via liscio. Durante l'ora di religione seguivo una materia alternativa con il maestro di turno libero. Facevo "ecologia" e mi piaceva un sacco. Anche il secondo anno è andato bene perché passavo il tempo con un maestro (appassionato di teatro) che mi adorava e con cui, davvero, stavo benissimo. In terza elementare sono stata lasciata a me stessa e ho cominciato a sentirmi sola e diversa. Ho parlato con i miei dell'esigenza di sentirmi parte di un gruppo e uguale agli altri e mi hanno detto che, se avessi voluto, avrei potuto frequentare l'ora di religione. Così ho fatto fino alla quinta elementare. La maestra era una delle poche -all'epoca ('92-'93) lungimiranti e parlava di storia della religione più che di religione. Dalle medie, poi, ho liberamente deciso di non frequentare più quelle ore. La mia testa desiderava pensare da sola e smarcarsi dalla moltitudine.
RispondiEliminaFortunatamente non sono mai stata esclusa o presa in giro. Fortunatamente. E ringrazio profondamente i miei genitori per la libertà di pensiero che mi hanno lasciato e diciamo imposto. Che poi, ecco, imporre la libertà di pensiero è proprio una cosa bella.
Mareva, belli i tuoi genitori. Il fatto di non essere stata presa in giro credo che ti abbia aiutato a mantenerti salda sulle tue idee, in una fase così, come dire, indifesa, come l'adolescenza.
EliminaIo pure, la mia frequenza alla dottrina e all'ora di religione è stata fortemente altalenante: i primi dubbi sono arrivati alla scuola materna! Eppure, pur venendo da una cittadina di 60mila abitanti, cioè non certo dal centro del mondo, ora mi sembra di essere stata catapultata nel medioevo. Le gemelle vengono prese in giro.
Anche io in prima madia ho chiesto a mia madre di non fare religione, ma non c'era l'insegnamento alternativo quindi io restavo in classe mera come se non esistessi: l'insegnante entrava in classe, faceva l'appello e non chiamava il mio nome...ero trasparente: l'anno successivo ho fatto religione perchè non mi andava di essere trattata come una persona invisibile.
EliminaPosso suggerirti un film?
RispondiElimina"Cosmonauta", si chiama.
Comincia proprio con la fuga della protagonista dalla sua prima comunione, poi, però, il set cambia, ma non mancano "esclusione, ingiustizie, ipocrisie, materialismo"!
Trovo sia un film bello e delicato.
Intanto buon sabato a Voi quattro, eh sì: due-paroline-due con le signore maestre ci stanno tutte (tienici aggiornati, se mai cogliessero il messaggio)!
Abbracci,
RossellaBucoDiCuloCatanzaro
adesso che ho un pc decente, sì, puoi consigliarmi un film :)
EliminaQualcuno cantava "vecchie suore nere che con fede in quelle sere avete dato a noi il senso di peccato e di espiazione". Ed io la vedo come lui, e come te. La canzone, non a caso, è "Piccola città": un'altra buco di culo nell'Emilia e nel mondo della provincia.
EliminaQuando mi sono confessata per la prima volta, pensavo ai protestanti, che non si sottopongono all'assoluzione da parte di un intermediario del padre eterno, con grande simpatia.
Una bambina già comunicata mi disse che l'ostia, per lei, sapeva di pollo (forse aveva qualche problema alle papille gustative, forse a dieci anni si è troppo inconsapevoli per capire il senso vero di un sacramento, di una religione).
Ho continuato ad andare a messa per l'anno successivo alla comunione, poi ho capito che era una cosa troppo grande per la me di allora, che il dio misericordioso delle scritture mi avrebbe perdonato (già, per cosa poi? - Il fastidiosissimo senso di colpa -) anche senza che andassi a raccontare i fatti miei al prete, che non sono amici quelli che incontri una volta a settimana in chiesa e, soprattutto, che la messa per i bambini della domenica mattina era una palla disumana perché c'erano almeno venti minuti buoni di invettive contro la comunità di fedeli e richieste martellanti di denari.
Avrei smesso di credere comunque, crescendo, ma a undici anni il prete ipercritico-ipocrita ("lo sanno a memoria il diritto divino, ma scordano sempre il perdono") e bancario del suo tempio è stato un ottimo incentivo (nel tempo ho constatato che ha fatto incetta di atei/agnostici nel quartiere, tra quelli della mia generazione)!
Quanto alle maestre, nonostante la religione la insegnasse la più antipatica del pool, ricordo che ci parlava anche delle altre religioni, non solo dottrina dunque, ma storia.
Il regalino lo fecero anche a noi, le maestre, ma fu un ricordo di fine ciclo di studi dato indistintamente a tutti. E ricordo ancora che, per puro caso, ad un mio compagnuccio capitò l'unica sveglietta diversa dalle altre e furono pianti. Poi, però, presi la mia e gli proposi uno scambio: quel giorno credo di aver capito cos'è la riconoscenza. Lui era contento ed io ero contenta perché lui era contento!
RossellaQuasiQuasi30Cz
Io sono io sono credente ma tu hai diritto di scegliere quello che ritieni meglio per le tue figlie, e le istituzioni hanno il dovere di rispettarti. Mi fa molta tristezza pensare che le tue figlie abbiano compiti perché non fanno la comunione. Brutto
RispondiEliminaHo vietato loro di farli, però sono arrabbiate.
Eliminai miei figli non sono battezzati, hanno 32 e 28 anni e, ti assicuro, allora non era affatto semplice. Ma ho sempre ritenuto giusto che determinate decisioni, di fronte ai figli neonati, vadano prese dai genitori: nè dai nonni in lacrime, nè dagli insegnanti.Hanno sempre posto domande, vedendo i nonni che frequentavano la chiesa, gli amichetti fare lezioni di catechismo e così via. Non sono mai stati presi in giro per questo e spesso mi sono chiesto se, in questo caso, sarebbe cambiato qualcosa: creo, in onestà, che avremmo proseguito sulla nostra strada,lasciandoli liberi al momento in cui avessero ritenuto di comportarsi diversamente.
RispondiEliminaVedi, potevo parlargli - e l'ho fatto - di Gesù, della sua meravigliosa parola.....ma la fede è altro: la fede non si insegna nè si trasmette.
Emanuela
Grande verità. Io la fede non ce l'ho, credo du non averla mai avuta e mi dispiace pure.
Eliminama che è sto bisogno di spiritualità?
RispondiEliminaDa quando ho ricevuto la Cresima, ho scelto di "continuare l'ora di catechismo" e così sono cinque anni che preparo i più piccoli del mio paese a ricevere i sacramenti dell'iniziazione cristiana. Ma devo dire che concordo con te, tanti miei "colleghi" hanno un atteggiamento sbagliato e ben lungi dal messaggio che dovrebbero trasmettere. Però, se tanti dicono che a causa di queste persone si sono allontanate dalla chiesa, per me rappresentano uno dei motivi per cui resto: per far vedere che ci sono credenti praticanti che sono capaci di rispettare le idee altrui senza farli sentire inferiori. Ed è qualcosa che sperimento tanto più nel mio ambiente scolastico, dove la stragrande maggioranza dei miei compagni non mette piede in chiesa da anni, spesso più per questioni sociali che di pura fede. Ma preferisco mille volte coloro che ammettono di non andare in chiesa perché non ne hanno voglia e coloro che hanno maturato un profonda convinzione atea/agnostica, al compagno ipocrita che si professa credente a parole, ma si nasconde dietro un dito dicendo che la vera fede non impone obblighi di frequenza. E poi, un po' egoisticamente, pretendo per le mie convinzioni quel rispetto che gli altri si aspettano da me per le loro: con chi cerca solo un pretesto per offendere chi è credente come me, e per ingiuriare il nome del mio Dio, mi limito a difendere ciò in cui credo, senza offendere a mia volta. L'altro giorno una conversazione con la mia compagna di banco mi ha fatto riflettere: in filosofia stiamo affrontando il pensiero cristiano, e il mio professore dà per scontati molti dogmi che ritiene conosciuti da tutti. La mia compagna, che proviene da una famiglia che non ha mai desiderato per lei i sacramenti, ha affermato: lui pensa che sappiamo queste cose, ma io non sono neanche stata mai a messa. E allora ho sentito un profondo senso di ingiustizia per lei, e ho pensato che si dovrebbero affrontare questi temi allo stesso modo in cui abbiamo studiato la filosofia classica: come se nessuno ne sapesse niente, dal principio; in questo modo, si eviterebbe di dare per scontato un messaggio che è bello e importante per credenti e non, e tutti scopriremmo di avere qualcosa da imparare che ci arricchirebbe. Auspico che cristiani, non credenti e appartenenti a qualunque fede si aprano a esplorare i rispettivi pensieri riscontrando modi di fare che non facciano sentire imposto nulla, per ampliare i propri orizzonti e costruire una società di reciproco rispetto e fratellanza. Meno male che ci sono persone aperte come te! Un bacio. F.
RispondiEliminaLa scuola laica in Italia non esiste. Per poter mandare i figli ad una scuola laica a Milano (Milano, non Catanzaro) bisogna iscriverli a costosissime scuole private tipo scuola inglese o internazionale. Il fatto stesso che ci siano crocifissi in ogni aula lo dimostra e se qualcuno solleva la questione parte un fuoco e fiamme di polemiche con politici ( in genere leghisti, ma non solo) e gente comune che urla in televisione contro i depravati che vogliono minare alla base le fondamenta della nostra cultura eccetera.
RispondiEliminaOra non ê che io personalmente sia disturbata dalla presenza di un crocifisso (che penso i bambini notino appena) ma affermare che una scuola laica deve esporre crocifissi ê come definire apartitica una scuola in cui campeggiano falce e martello in tutte le aule...
Avrei tante cose personali da raccontare ma le lascio perdere. Il problema grosso è che si sta facendo strada l'idea che lo stato italiano debba finanziare la scuola privata in modo da consentire ai genitori di scegliere a che scuola mandare i figli. La cosa a mio modo di vedere porterà ad una vera e propria ghettizzazione in modo che i bambini di serie A (secondo la definizione nell'altro commento) non avranno neppure più la possibilità di incontrare gli altri bambini, evitando pericolose contaminazioni.
Riguardo ai bambini stronzi (posso dire stronzi?) che fanno sentire male le tue figlie perchè non fanno la comunione posso solo dire che in genere i bambini riflettono l'esempio è il clima dato da chi li cresce e che quindi gli insegnanti e gli altri genitori sono i soli responsabili.
Non potendo tu andare a parlare con gli altri genitori per spiegargli come educare i loro figli, ritengo giusto e doveroso scambiare due paroline con le insegnanti cercando di spiegare che lo scopo della scuola non è sottolineare le differenze e cercare di tirar fuori il peggio da ciascuno ma esattamente il contrario.
Buona fortuna perchè di solito queste insegnanti sono in genere molto ottuse e/o in malafede e ti dicono che se loro sono così (cattoliche nella fattispecie come se cattolico volesse dire intollerante) non possono mica farsi violenza e cercare di negare la loro essenza.
La buona notizia è che man mano che si procede nella scuola sempre più ragazzi chiedono di essere esonerato da religione arrivando alla quasi totalità alle superiori quando l'ora di religione è l'ultima e chi ė esonerato esce un'ora prima...
In bocca al lupo
Marianna
Io pure credo che le maestre non capiranno.
EliminaSì, se i bambini sono abbastanza grandi per affrontare il rituale molto serio, simbolico , esoterico della comunione, allora sono anche abbastanza grandi per essere definiti stronzi se si comportano da tali.
Se posso permettermi, è proprio questo atteggiamento che trovo mini i rapporti tra credenti e non. "La buona notizia è che man mano che si procede nella scuola sempre più ragazzi chiedono di essere esonerato da religione arrivando alla quasi totalità alle superiori"... scrivendo questa frase, non ti è venuto in mente che avresti potuto urtare la sensibilità di chi invece questa situazione la soffre? Per quel che riguarda il crocifisso in classe, noi non l'abbiamo e nessuno vuole fare una rivoluzione per questo, anzi a mio modesto parere la sua assenza aiuta a considerare la possibilità di un cristianesimo visto solo come aspetto culturale al di là della sua sottile linea rossa con la religione. E pur essendo praticante, trovo che alcuni aspetti dottrinali siano molto difficili da ricavare dal Vangelo spogliato di tutto il contorno rituale; per citare un libro che ho adorato, "Karl Marx non era comunista più di quanto Gesù fosse cristiano nel significato che diamo oggi al termine."....
EliminaMi piace questo post e sono d'accordo con te...due chiacchiere con le maestre, a questo punto, sono doverose!!! Sono curiosa di sapere cosa ti risponderanno...
RispondiEliminacomportamento delle maestre poi trovo c'entri davvero poco la religione, basterebbe un minimo di sensibilità ed empatia. Sono cresciuta in una famiglia cristiana, con una mamma molto credente, e vedo nei suoi occhi, piuù che nei miei che la mia idea me la sono già fatta da tempo, la delusione per questo tipo di comportamenti che screditano e allontanano sempre di più le persone.
RispondiEliminaHo scritto e cancellato questo commento tante volte, perché mi sembrava tutto banale e riduttivo. Ti dico solo che apprezzo molto quello che hai scritto, e stimo profondamente (sul serio) la tua coerenza (ti parla una donna "battezzata, confessata, comunicata e matrimoniata", che pratica e vive la sua spiritualità con serena convinzione).
RispondiEliminaBuona giornata! :-)
Nella mia "coerenza" c'è anche rispetto per chi crede. Non mento per me, ma anche per voi.
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RispondiEliminaHo 36 anni e non sono battezzata, come non lo è mio fratello (38 anni ndr!). La scelta dei miei di "lasciarci decidere da grandi" ovviamente è stata meno facilke e meno condivisa in quegli anni di quanto non lo sia adesso, perchè allora in classe di musulmani o credenti in altre fedi ce n'erano ben pochi, e perchè pur abitando in una città abbastanza grande - Torino- si era permeati da questa cultura barotta dell'apparenza più della sostanza. Io di difficoltà reali non ne ho avute, non ho vissuto le prese in giro o l'esclusione, ma ripensando agli anni della scuola, ricordo un vuoto completo di fronte all'ora di cosiddetta Alternativa, che era in fondo un CheCazzoGliFaccioFareAStiScalcagnati. Il docente libero di turno, o in qualche sporadico anno alle medio l'insegnate deputato riempiva il tempo con scarso convincimento, senza che vi sfosse alcuna programmazione nè filo logico. Ho un bambino di 2 anni, non battezzato (non ci avranno mai, uuuahahahaahah!), e leggendoti ho pensato "chissà com'è l'ora Alternativa nelle scuole pubbliche oggi?" Un fastidioso parcheggio, come ai tempi delle mie elementari/medie?
RispondiEliminaComunque i compiti solo per chi non fa la comunione sono una roba che fa schifo. Nausea proprio.
L'ora alternativa è, al solito, raffazzonata e destrutturata. Se butta bene educazione civica e informatica. Se butta male, parcheggio.
EliminaHo scoperto che non possono fare recupero o ripasso delle materie scolastiche perché ingiusto nei confronti di chi fa religione. Non so se rendo l'idea.
Ciao Valentina,
RispondiEliminati seguo da un sacco e ti adoro!
Io sono credente e praticante, il Nano va a scuola dalle suore e - a meno che lui non si opponga - farà tutti i Sacramenti. Però mi fa molto arrabbiare il tuo post, é il classico esempio della Chiesa che NON VA!!!! Poi capisco che la gente si allontani! Bisogna partire dal Vangelo, anche a tuo dire bellissimo, e accogliere sempre gli altri, musulmani o atei o qualunque cosa! che nervi. Le tue bimbe dovrebbe dire ai compagni (e anche alla maestra, ma non esageriamo)... che la bella esperienza della prima comunione va fatta nel rispetto degli altri, accidenti! Di certo la maestra di religione non poteva regalare un braccialettino della comunione a chi non la fa: poteva però pensare di includere tutti in un momento di condivisione e magari di SPIEGAZIONE.. chissà, eh?
Ho spiegato io, a mio modo. Ma certo altri punti di vista avrebbero arricchito.
EliminaSiamo troppo lontane geograficamente, altrimenti mi offirei mooolto volentieri di venire a conoscervi tutte e quattro e fare una bella chiacchierata :)
EliminaNon è la tua piccola provincia. Io vivo a Roma e credimi è lo stesso.
RispondiEliminaFino a quando i miei figli hanno frequentato scuole private ( non per scelta ma perchè ci sono liste di bambini che non riescono ad entrare nelle pubbliche fino ai 5 anni, quindi io e tutti noi paghiamo scuole dove i nostri figli NON riescono ad andare) non hanno mai avuto bisogno di confrontarsi con nessuno e niente, perchè scuole laiche.
Il primo anno di scuola pubblica sono stata chiamata dalla maestra di religione in imbarazzo, perchè doveva mandare fuori dalla classe mia figlia, unica bambina a non fare religione. Mia figlia ha fatto religione ed ha imparato una bellissima canzone dal titolo "scusa gesu'". Stessa storia per il piu' piccolo che pero' racconta di gesu' ucciso da fantomatici cacciatori nel bosco. Quest'anno nessun problema, tanto la maestra di religione non è mai stata assegnata, come quella di matematica d'altronde. La scuola pubblica non è laica. Ovunque. Le maestre escludono perchè non sei cattolica, perchè non guardi la televisione (cit:. e come si rilassa sua figlia? noi il venerdì in classe facciamo vedere un film. SPIDERMAN ). Le compagne escludono perchè non conosci i nomi delle winx, o dei protagonisti di violetta, poi se ne fottono se invece hai letto piccole donne. Le mamme dei compagni, ti escludono perchè tu sei quella rompi, quella severa, quella che no, le patatine a merenda non le puo' mangiare. Finirà che mi sentiro' veramente diversa.
Addirittura noto che le scuole ultimamente fanno gite sempre meno culturali :(
EliminaChe tristezza. Le comunioni le cresime i battesimi. I matrimoni. In chiesa. Pensare che tutte le feste cattoliche erano feste pagane, un tempo. Felice.
RispondiEliminaHo mandato mio figlio nell'unica scuola materna privata senza suore e senza preti della città. Ma comunque dicono qualche preghiera. Tipo a pranzo. Io gli ho detto di recitarla così: Grazie Signore Maestre per il cibo che ci avete dato... ;-)
Poi un giorno mi ha chiesto: Mamma ma prima di essere nella tua pancia ero un angioletto?
Io gli ho risposto: No tesoro, eri una bellissima idea nel mio cuore. Sei sempre stato nel mio cuore. Poi nella mia pancia. E ora sei qui.
Che bello Lady <3
EliminaMio figlio (non battezzato) ha 10 anni e quindi capisco perfettamente cosa succede in classe. Lui conosce molte più cose della religione dei suoi compagni catechizzati, perchè come dici tu lo fanno solo perchè obbligati, per il campetto dell'oratorio o per i regali. Squallido, non ho un'altra parola. Ma mi dà fastidio che comunque quelli "strani" siamo noi. Almeno siamo liberi e coerenti con le nostre scelte.
RispondiEliminaP.s.: la maestra di mio figlio ha dato il regalo anche a lui e alla sua compagna musulmana. :-)
Anche a me sembra incredibile il pensiero che non essere cattolici sia considerato strano, soprattutto perché pochissimi adulti di mia conoscenza vanno in chiesa però quasi tutti fanno battezzare, comunicare ecc. I figli. Non giudico però manco capisco bene il perché.
EliminaMah... io ho la netta sensazione che sia in primis una questione di dialogo mancato e di apposizione di etichette, spesso privative.
EliminaPer esempio: per quale ragione un credente non deve esser libero? Perchè nel momento in cui si parla di questo argomento quelli liberi sono sempre gli oppositori?
Dite di sentirvi esclusi, strani e ghettizzati, ma credetemi, vale la stessa identica cosa dall'altra parte della "barricata". Ed è frustrante rendersi conto che alla fine si abbia tutti la medesima sensazione di fastidio/disagio/*metteteci quello che trovate più opportuno.
Attenzione: io non penso che chi crede in dio non sia libero. Io credo che insegnare la dottrina molto prima che tu possa capire, non ti mette nelle condizioni di valutare alternative. Se le mie figlie un giorno vorranno andare a messa, credo che andranno in maniera consapevole, proprio perché non ho inculcato nulla.
RispondiEliminaValentina tu sei una che si pone degli interrogativi e si sforza di trovare una risposta anche se questa può essere oltre quelle preconfezionate. In questo sei una libera mentalmente. Come ti dicevo a me piace venire qui a casa tua perché ci si può confrontare e spesso il leggerti mi pone nella condizione di dubbio. Per me è positivo.
EliminaQuando ho scritto il commento sopra non mi stavo riferendo a te: tu dimostri di avere sempre rispetto per il punto di vista altrui anche se diverso dal tuo.
È che certe cose mi danno da pensare e, come farei se fossimo tutti a tavola, esprimo il mio dubbio e cerco assieme una via.
Bello questo post. Mi coinvolge molto. Ho due bimbe, non le ho finora battezzate ma ho promesso a me stessa di farlo se me lo chiedessero, anche come scelta "da bambine" , epidermica e poco ragionata.
RispondiEliminaL'unico periodo della mia vita in cui sono riuscita a credere in Dio è proprio la mia infanzia. Non voglio togliere loro la possibilità di frequentare la chiesa ma non mi sento di partecipare ad un sacramento nel quale non credo.
E comunque ricordo fermamente che perfino in quel periodo, quando credevo, pure se ero una bimbetta delle elementari, già la chiesa come istituzione mi sembrava una baracconata ipocrita. con la gente ben vestita e stronza che predica di generosità e amore.
il mestiere dei genitori ci dà un potere spaventoso.
Comunque le maestre che ti son capitate sono francamente poco intelligenti.
Ci ho parlato, si sono dispiaciute. Poi magari vi racconto, per completezza.
EliminaOk, ma come farai a provvedere ai bisogni spirituali delle tue figlie senza TV?
RispondiEliminaCon Favij.
RispondiEliminaIo mi domando perché certi genitori fanno frequentare la chiesa ai figli. Lunedì scorso alla prova del saio per la prima comunione di mia figlia entrano in oratorio mamma e figlia vestite da strafighe uguali con tanto di Rayban che non hanno tolto nemmeno durante la prova ( si sa in oratorio c è un sole che abbaglia). Arrivano in ritardo ma la bambina si palesa con: io passo per prima perché poi ho da fare.
RispondiEliminaLa mamma: si, abbiamo appuntamento dalla sarta per l abito da indossare appena finita la cerimonia... non capisco nemmeno perché mettere questi bruttissimo sai, per giunta usati.
io e le altre mamme l abbiamo lasciata passare per non dover sorbircela. Ovviamente domenica porterò un cesto di petali di rosa da lanciare al suo passaggio of ourse:)
A tra l altro la bambina non sa nemmeno il Padre Nostro, altro che Barabba.
Da noi le maestre i compiti per quel week end non li daranno a nessuno: in 15 fanno la comunione, 4 sono musulmani e 4 non appartengono a nessuna religione.
È per questo che dico che noi non andiamo a messa anche per rispettare le persone che credono.
EliminaPer la spiritualità consiglio scoutismo laico, http://www.cngei.it/
RispondiEliminaProva a conoscere un gruppo vicino a te, ne vale davvero la pena.
La cosa migliore che mi è capitata dopo marito e figli è stata conoscere lo scoutismo laico. Simona.
Da capo scout del cngei non posso che confermare!!!
RispondiEliminaIo ho fatto i sacramenti fino alla Cresima, ma ai miei tempi (diciamo 35-36 anni fa) era tutto molto più semplice rispetto ad oggi. I miei gemelli sono stati battezzati ...un pò a fatica perchè nè io nè mio marito frequentiamo la parrocchia, poi ci siamo fermati lì. Vivo in un paesino di provincia e per mesi ho evitato i capannelli di mamme, davanti a scuola, intente a parlare dei loro preparativi per la comunione...più preoccupate per il ristorante, la torta, i vestiti, le bomboniere che altro... Che tristezza! Le maestre, poi, non ho capito cosa c'entrino! Le nostre hanno voluto fare un regalino a tutti i bimbi, anche a chi non la faceva, e dopo si sono scatenate discussioni velenose (su whatsapp) su che regalo fare per ricambiarle, in cui sono venuti fuori l'ipocrisia e il leccaculismo di persone per me insospettabili. Che delusione... Sono contenta di non frequentare la parrocchia!
RispondiEliminaMa fanno davvero? Sembra una storia del passato.. ma non esiste proprio!
RispondiEliminaInvece la no tv è interessante.. come cavolo hai fatto? Le mie gemelle conoscevano Peppa anche senza averla mai vista a casa nostra! Ed ora è diventato un appuntamento fisso ed ho ceduto all'uso indiscriminato della tv per riuscire a fare qualcosina a casa...