L’altra sera mia madre ci ha invitato a cena e le parlavo del fatto che ho appena finito di leggere un piccolo saggio feroce, scritto da Paolo Landi, uno dei guru della pubblicità. L'ho acquistato in una libreria economica per hipster, a Bologna.
Si chiama Manuale per l’allevamento del piccolo consumatore ed è una critica a un sistema perverso, di cui noi genitori facciamo parte a pieno titolo, che educa i bambini al consumismo, rimpinzandoli di tivù, brand e pubblicità sin dalla culla, rendendoli incapaci di mettere in discussione lo stato delle cose, obnubilati come sono da zuccheri e giocattoli. Forse avrei qualcosa da dire sul rigore del ragionamento, trattandosi di un testo scritto nel tono di un classico del pensiero politico, però di sicuro mi ha colpito e mi ritrovo molto nell’invettiva e nell'imbarazzo nel portare alla luce quella che è la nostra paradossale realtà quotidiana.
Quando siamo salite in macchina per tornare a casa, ho cambiato discorso, ma sempre di libri si trattava:
“Bimbe, nei giorni scorsi sono stata cercata da un libro, e sono dovuta correre in biblioteca a procurarmelo, perché doveva dirmi qualcosa e io ho intenzione di ascoltarlo”
“Come si chiama?”
“Gita al faro. È stato scritto da una ragazza di nome Virginia”
“Ah”
“Stasera mi piacerebbe correre a letto a leggerlo, subito dopo la doccia”
“E noi possiamo guardare una puntata di Sugar sugar sul tablet?”
“Certo certo, fino all’ora che vi pare. Potete anche rimpinzarvi di patatine e Coca Cola, io non verrò a richiamarvi all’ordine”
Percependo un'ironia che poteva celare un tranello, mi hanno risposto altrettanto ironicamente.
“No, cara mamma. Ci hai sempre detto che le fonti luminose come il tablet creano ansia e che dobbiamo spegnere almeno mezz’ora prima di dormire. E che i cartoni sono troppo veloci, non conciliano il sonno. E che la pubblicità ci fa desiderare cose che non vogliamo davvero. Quindi guarderemo una sola puntata, saltando gli annunci se possibile, e poi leggeremo un libro, spegnendo la luca quando ce lo dirai, verso le 9.30”
Amo le mie figlie.
Si chiama Manuale per l’allevamento del piccolo consumatore ed è una critica a un sistema perverso, di cui noi genitori facciamo parte a pieno titolo, che educa i bambini al consumismo, rimpinzandoli di tivù, brand e pubblicità sin dalla culla, rendendoli incapaci di mettere in discussione lo stato delle cose, obnubilati come sono da zuccheri e giocattoli. Forse avrei qualcosa da dire sul rigore del ragionamento, trattandosi di un testo scritto nel tono di un classico del pensiero politico, però di sicuro mi ha colpito e mi ritrovo molto nell’invettiva e nell'imbarazzo nel portare alla luce quella che è la nostra paradossale realtà quotidiana.
Quando siamo salite in macchina per tornare a casa, ho cambiato discorso, ma sempre di libri si trattava:
“Bimbe, nei giorni scorsi sono stata cercata da un libro, e sono dovuta correre in biblioteca a procurarmelo, perché doveva dirmi qualcosa e io ho intenzione di ascoltarlo”
“Come si chiama?”
“Gita al faro. È stato scritto da una ragazza di nome Virginia”
“Ah”
“Stasera mi piacerebbe correre a letto a leggerlo, subito dopo la doccia”
“E noi possiamo guardare una puntata di Sugar sugar sul tablet?”
“Certo certo, fino all’ora che vi pare. Potete anche rimpinzarvi di patatine e Coca Cola, io non verrò a richiamarvi all’ordine”
Percependo un'ironia che poteva celare un tranello, mi hanno risposto altrettanto ironicamente.
“No, cara mamma. Ci hai sempre detto che le fonti luminose come il tablet creano ansia e che dobbiamo spegnere almeno mezz’ora prima di dormire. E che i cartoni sono troppo veloci, non conciliano il sonno. E che la pubblicità ci fa desiderare cose che non vogliamo davvero. Quindi guarderemo una sola puntata, saltando gli annunci se possibile, e poi leggeremo un libro, spegnendo la luca quando ce lo dirai, verso le 9.30”
Amo le mie figlie.
Pure io, complimenti a tutte e quattro. Adesso mi segno il titolo del saggio, poi lo cercherò non appena avrò il mio e-reader.
RispondiEliminaLe bimbe però non sono sempre così, erano un po' state traviate dalla mia invettiva. A onor del vero, di solito, il tablet devo strapparglielo dalle mani.
Eliminasicura che le tue figlie non siano solo un prodotto della tua immaginazione?
RispondiElimina"Ci hai sempre detto che le fonti luminose come il tablet creano ansia e che dobbiamo spegnere almeno mezz’ora prima di dormire. E che i cartoni sono troppo veloci, non conciliano il sonno."
è spaventoso.
L'hanno detto in maniera meno didascalica. Detto questo, anche le maestre mi hanno segnalato il loro linguaggio "particolare" e ricordo perfettamente quella volta al mare con la mia amica prof di italiano che mi pigliava per il culo perché dicevo a bimbe di quattro anni "per favore, riponi il rastrello" o qualcosa del genere.
EliminaTi capisco! Mio figlio, quattro anni: mamma hai ripristinato il system?
EliminaComunque sono contenta di non essere l'unica pazza che crede che il tablet non concili il sonno!
RispondiEliminaSecondo me la luce ti gasa. Tanti anni fa (non so se fosse una bufala) sentii dire che noi ci siamo sviluppate molto prima delle nostre mamme perché siamo state molto più esposte alle fonti luminose, tipo tv. Tipo pulcini nell' incubatrice. Se è vero fa paura.
EliminaFantastiche!!! Complimenti e te mamma! Pagherei oro per tanta ragionevolezza, una volta ogni tanto! A volte anche le mie fanciulle mi stupiscono ma credo sia qualcosa che sfugge al loro controllo perchè impresso nel loro DNA ma di cui non sono del tutto consapevoli...scherzo dai, chi semina bene, raccoglie buoni frutti :-)
RispondiEliminaChe poi, a dire la verità, chi è sconcertante per la ragionevolezza è una su tre ;)
EliminaIo a casa con la febbre a fare la mammafancazzista. Il pupo è tre giorni che sta con il babbo. Premetto che l'ora della nanna varia dalle 8:30/9:30. Ieri sera, ore 9:00, mio figlio già impigiamato e già con il biberon di latte in mano mi fa "Sai che il babbo l'ipad lo usa anche la sera a letto? Quindi ehi mamma posso anche io? Altrimenti non è giusto e io non ti voglio più come mamma, ne voglio un'altra al supermercato".
RispondiEliminaEcco appunto. Pubblicità desideri ipad game e cartoni. E io vò a farmi un giro.
Anche le mie comunque dal padre e dalla nonna guardano i cartoni.
Eliminaoh virginia :D
RispondiEliminaChe sogno.. le vorrei anche io delle bimbe così.. le mie gemelle, al momento, sono un incrocio tra l'isterico e l'irascibile.
RispondiEliminaSecondo me le bimbe sono speciali però anche loro son pesantine se ci si mettono ;)
Eliminaahahahahah più che altro, i giovinastri ti aspettano al varco per cogliere contraddizioni! L'altra sera, dato che noi si mangia vegetariano a casa, ho ricevuto in dono della carne di manzo piemontese e ho deciso di "rompere" facendo cotolette. Mi hanno cazziata. "Mangiamo abbastanza carne a scuola, mamma, se anche tu ti metti a fare carne, va a finire che tutto il mondo sparisce perché devono allevare le mucche che noi ci stiamo mangiando adesso"... -_-
RispondiEliminaAhah mitici
EliminaQuanto ci hai impiegato a far capire loro il concetto de "la pubblicità ci fa desiderare cose che non vogliamo davvero"?
RispondiEliminaLe ho cresciute con questo mantra, il contrario non è mai stato preso in considerazione.
RispondiEliminaIl problema (ovvero: la sega mentale che mi sto facendo adesso che mio figlio ha solo nove mesi) non è tanto da parte mia & famiglia; ho paura di quando sarà in mezzo ad altri bimbi che invece avranno come mantra "voglio anche io l'ultima cazzotta Mattel/GiochiPreziosi/gioco figo".. ce la si fa a proseguire così?
EliminaÈ ovvio che a un certo punto entrano in contatto col sistema, e quando entrano a contatto col sistema sono troppo piccoli perché tu possa averli convinti. Alla fine il compagno di classe che ha tutti i giocattoli è la meno. A me fanno incazzare le cose più subdole, come le maestre che il primo giorno di scuola ti fanno andare con gli scatoloni di materiale, come se il possedere già 20 quaderni ti potesse tranquilliizzare, come se gli oggetti fossere un feticcio o una soluzione. Ma capisco che è una para mia.
EliminaPaola, ci vuole una gran botta di culo.
Io la tv non l'ho ma le bimbe trovano una tv ovunque vanno: nonna, babbo, amiche.
Non ho mai pensato che ci fosse correlazione fra il non fare guardare la tv alla sera (in realtà la guardano poco in genere) e il dormire facilmente. Adesso che me lo dici, terrò diritto il timone nella direzione già segnata ;)
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