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Indigniamoci anche a Natale

Nei giorni scorsi nel mio paese è stata aperta una rivendita (diremmo temporary shop) con abbigliamento e oggettistica prodotti a mano in un Paese dell'America latina. I maglioni sono molto belli, di ottimo materiale, interamente prodotti a mano, e costano attorno alle ottanta euro.
Siamo abituati a catene low cost dove spendiamo circa venti, trenta euro per un maglione
dal design dignitoso e la fattura scadente ma non la più scadente che c’è in giro.

Se la multinazionale fa un maglione a circa venti euro, non vuol dire che la multinazionale vende sottocosto rispetto al produttore autonomo, ma che la multinazionale studia il mercato, studia il suo target e sa che uno tra i fattori di competitività è il prezzo con cui si presenta sulla piazza. Per stare dentro al quel prezzo la multinazionale deve ottimizzare i costi che sostiene per portare quel maglione nei nostri armadi. Certo, la multinazionale rispetto al produttore autonomo dell'America latina può contare su un’economia di scala, che di per sé garantisce al consumatore finale un prezzo più competitivo. È come quando compriamo il caffè alla bottega sotto casa e ci stupiamo che costa il doppio che all'ipermercato. Ma non c è solo questo.
Se il prezzo giusto di un maglione di buona qualità sta piu' vicino alle ottanta euro che alle venti, chi ce lo vende a venti non risparmia probabilmente solo grazie all’economia di scala.
Il risparmio non è neanche sul design, non è forse sul costo di gestione del punto vendita e non è certo sul marketing.
Quello su cui verosimilmente una multinazionale risparmia per venderci un capo a venti euro anziché ottanta è il costo di produzione di quel capo. Questo potrebbe voler dire che i capi sono prodotti in Moldavia o in paesi dove si impiegano sorelle senza diritti (ricordate un anno fa, a Prato? Pare che anche in Italia siano parecchi quelli che non hanno diritti, e pare che siano anche parecchi i bambini piccoli e le famiglie intere che vivono negli sgabuzzini dei capannoni industriali). Oppure il risparmio nella produzione potrebbe voler dire un materiale che non sembra così scadente, al tatto, ma che lo è. Oppure si risparmia nello smaltimento dei rifiuti industriali o in altri modi, questo non lo so.
Non vi sto dicendo nulla di nuovo. Non voglio neanche stare qui a fare economia spicciola.
Vorrei solo dirvi che quando vedete il maglione dell'America latina che costa il quadruplo di quello della catena, non giungete alla facile conclusione che ottanta euro sono troppi. Ottanta euro sono troppi per il marchio di fascia diciamo media che ha gli stessi costi di produzione del marchio di fascia bassa.
Noi spesso degli abiti ne abbiamo davvero bisogno, non è un modo di dire da donne. Voglio dire, lavori, hai una vita sociale, e da come sei vestito, soprattutto in Italia, spesso dipende il tuo benessere, o a volte anche la tua riuscita. A volte i vestiti dobbiamo proprio comprarceli. E io quando vado a comprarmeli ho esattamente bisogno di una catena low cost: design dignitoso, costo per le mie tasche. Di più: la catena mi informa continuamente che esiste, e io non devo faticare a scovarla, è già lì, nella mia testa, che attiva un pop up al bisogno. Il marketing della catena mi informa e mi fa risparmiare tempo: però lo fa a spese delle mie sorelle.
Io ora non sono qui a dirvi che dovremmo essere coerenti: non possiamo.
Solo, non smettiamo mai di abbassare la guardia. Cerchiamo di non spegnere il cervello. Non aspettiamo il prossimo caso clamoroso di Report per indignarci. Indigniamoci oggi e sempre. La guerra non si fa la sera su Twitter.
E' quasi Natale, dopo verranno i saldi: fare i regali a volte è bello, altre ci tocca. Cerchiamo di essere sobri, se proprio non possiamo fare di meglio.

Commenti

  1. ecco, quello che hai scritto e' perfetto. accurato, vero e sobrio. magari non possiamo sempre permeterci di essere coerenti, ma vigili si.
    grazie, anna

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  2. io sono d'accordissimo! anzi, da quando sono mamma e il tempo per lo shopping si è come volatilizzato, mi rendo conto che non ho davvero bisogno di tutto ciò che credevo fosse indispensabile. dici però che non fatichi a scovare la "catena low cost". io a volte invece peno un po'. spenderei volentieri qualche euro in più per un prodotto più originale e duraturo. quali sono le tue "fonti"? puoi consigliarci dei siti?
    grazie!
    Grazia

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    1. Per catene low cost intendo appunto deprecabili realtà che sfruttano i lavoratori. Posso immaginare che le realtà più etiche da questo punto di vista siano le filiere corte (dove il prezzo lo fa praticamente il produttore) che magari non vantano marketing opulenti e punti vendita ovunque. Io ho trovato ecommerce con roba carina disegnata da ottimi creativi ma non so davvero se tutelano anche chi produce le magliette o gli oggetti che loro poi decorano dunque non me la sento di consigliarli in questa sede.

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  3. l'attenzione andrebbe tenuta alta sempre, senza aspettare che ci imbecchi una trasmissione, non è facile ma si può fare... si chiama spirito critico. Facciamolo.
    un saluto

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    1. Mi piacerebbe fare di più. Non credo vivrò mai in pace. Forse anche questa è una forma di solidarietà, anche se inutile.

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  4. "Cerchiamo di essere sobri. Se proprio non possiamo fare di meglio". Non passavo a leggerti da un po', e sono così sgarrupata che quando lo facevo quasi mai commentavo, ma di questo post avevo particolarmente bisogno e questa frase me la porto via (dichiarando il debito ogni volta dovessi rivendermela, obviously). Grazie. :-)

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  5. sei brava, brava, brava anzi bravissima.

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  6. grazie, meravigliosa ragazza. Tutti, noi, che pure pensiamo queste cose, avevamo bisogno di sentircele dire così.
    Fare regali è bello, se si fanno i regali a chi si ama. Ormai, alla mia età, ....posso permettermi di non fare più quelli che " tocca fare": e se qualcuno si offende mi viene pure da ridere. E per il mio meraviglioso nipotino ho riscoperto il piacere di lavorare a maglia e gli ho fatto un orsacchiotto ed un maglioncino ( e tre libri della Pimpa , trovati in un banco dell'usato... ha due anni ed adora Pimpa). Alle mie figlie ho sferruzzato degli scalda.muscoli, che loro usano tantissimo ed a Tommaso sciarpa, berretto e babbucce da casa, da elfo!
    Sai, sono davvero soddisfatta! Emanuela
    PS.....ma lo sai che ho un maglione meraviglioso, artigianato del sud america, che risale al....1982? Me lo sono fatta regalare per il matrimonio!!!Altro che piatti o pentole.....Lo uso io, lo usano le mie figlie....

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    1. chi non apprezzava il mancato regalo a Natale mi ha già eliminato dalla rubrica. Nella mia vita restano le persone che mi fanno stare bene...E mi eè tornata la voglia di fare i regali a Natale.

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  7. eh sì sempre d'accordo. Tralaltro nel campo dei vestiti è così difficile compare etico. poca offerta e prezzi alti. L'arma migliore rimane il ri-uso, come fai tu.
    Però devo ammettere che la poca roba che ho preso nelle botteghe equo-solidali o da piccoli artigiani che fan sartoria creativa, mi son durate e durano ancora negli anni, al contrario di quella roba che costa poco ma ci tocca per "entrare nel ruolo" tutte le mattine.
    Vabbeh... comunque ... per chi fosse interessato ad approfondire il discorso c'è questo sito web: http://www.abitipuliti.org/
    Per non dimenticarsi ad esempio delle 1200 persone morte appena l'anno scorso nell'incendio e crollo di una fabbrica tessile in bangladesh.
    cioè 1200. e non se ne parla neanche....
    Le uscite di sicurezza erano chiuse dall'esterno, come è costume fare in quei posti, che producono un po' per tutte le marche di medio livello che usiamo "noi", tipo benetton.
    Ecco ... se c'è una roba che fa un po' incazzare dei servizi di report è che ammiccano un po' all'odio tra classi. Cioè puntano il dito più spesso sulle robe di stralusso, per far vedere che in fondo noi che compriamo il basso costo siamo un po' meno colpevoli. e perchè è così mooolto più facile indignarsi e puntare il dito contro "i ricchi".

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    1. Io non riesco più a far finta di niente da quando un anno fa lessi dei cinesi legati ai macchinari, che confezionano gli abiti che metto ogni giorno.

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  8. Sono completamente d'accordo con te, e mi sono posta più volte il problema dell'eticità dei miei comportamenti da consumatrice. Però voglio fare una precisazione, che secondo me è importante: come proprio Report ha mostrato poco tempo fa, non sono solo i produttori di moda low cost che mettono in atto certi comportamenti per risparmiare e far pagare poco i vestiti. Lo fanno tutti: dalla catena low cost al marchio di lusso..e molti di quelli che stanno nel mezzo.Eticamente c'è un'aggravante per me nel produrre a basso costo, sfruttando le persone e non rispattando i regolamenti per poi vendere un capo a 1000 €, rispetto a chi produce sfruttando ma fa pagare il capo 20 € (e ci guadagna sulla quantità, lo so). Mi chiedo, dunque, abbiamo davvero una scelta?

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    1. bah c'è anche chi si impegna a produrre rispettando la dignità dei lavoratori, magari tutto in italia, con prodotti a basso impatto ambientale. In quel caso però non costano 20 euro.
      non so... ti faccio due esempi: per le scarpe secondo me han pure prezzi decenti, considerando che non le cambi tutti gli anni: http://www.ragioniamoconipiedi.it/
      e per i famosi "piumini" ci son questi qui, francamente costosetti, però ai gruppi di acquisto fan prezzi più bassi: http://www.quagga.it/it/
      e via dicendo... se ti interessa puoi trovare varie realtà interessanti. Insomma non possiamo schermarci dietro al "lo fanno tutti" " tanto sono tutti uguali".
      non è vero.
      Comunque son d'accordo con te: la scelta è possibile solo se hai una certa disponibilità economica.
      Prima di quello ri-ciclo e baratto.
      :-)

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  9. Non intendevo dire che tutti i produttori sono uguali, e che quindi le nostre scelte sono inutili. Volevo solo sottolineare il fatto che spesso anche quando si spende molto per un capo, un giocattolo o qualsiasi altra cosa, convinti di avere un prodotto etico e di qualità, ci si trova davanti a una fregatura, a mio parere ancora piu'grande e grave.

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    1. Esatto, la verità è che un prodotto equo costa ma un prodotto che costa quasi mai è equo.

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  10. Sono completamente d'accordo.

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