Lucia sta diventando grande, prima delle sorelle, è quasi adolescente.
A volte ci scontriamo un po'. E' strano, scontrarmi con le mie figlie. Certo, siamo quattro donne, ognuna ogni tanto rivendica il suo diritto alle luci della ribalta e inscena la sua soap opera davanti alla zuppa, per cena. Ma ai silenzi prolungati di Lupina, non è che ci sono molto abituata. E non so dire con certezza chi delle due, in certi momenti, assomiglia più a un'adolescente che vuole solo chiudersi nella sua stanzetta, ma credo lei, dai. O forse no.
Dunque abbiamo deciso di uscire assieme da sole, qualche volta, che quando ci siamo tutte io non riesco ad essere proprio molto presente e proattiva, perché facciamo troppo rumore, la mia attività cerebrale si rifiuta di proseguire.
Ieri sera per esempio siamo andate al cinema.
Quando scendi a Faenza, venendo dalla collina, c'è questa casa abbastanza grande e bella che si affaccia sulla strada, e me ne ricordo la gestazione. Demolirono l'edificio precedente e mi ricordo una voragine e delle ruspe e il palazzo che pian piano veniva su e ora c'è una siepe e un cancello in stile faentino. Lo stile faentino secondo me è qualcosa tra il ricercato e il demodé. Uno tra gli elementi principe di questo stile è naturalmente la maiolica, e, in alcuni casi, la reinterpretazione in chiave artistica, a volte un po' fauves, a volte astratta, dei decori tradizionali.
Su questo cancello c'era un grande fiocco azzurro.
Allora io, in un secondo, mentre guidavo, ho pensato alla demolizione, alla voragine, alle ruspe, al palazzo e al fiocco azzurro, e mi sono immaginata la costruzione di un nido.
E ho detto chissà com'è quando un figlio lo cerchi, e torni a casa dalla maternità, e c'è il fiocco azzurro sul cancello del nido che hai costruito, in stile faentino.
E ho pensato che sono arrivate tutte e tre in meno di un anno, piangevano e urlavano, e piangevo anch'io e pregavo dormissero. Che ci siamo annusate per almeno un anno, prima di riconoscerci. Che avevo paura, e che con loro mi è crollato il mondo addosso. E che tanta fatica, e poi adesso è quasi il 2015 e Camilla e Lucia vanno per i dieci anni, e tra un minuto mi lasceranno con un pugno di mosche in mano come è assolutamente giusto che sia, e che ho fatto un buon lavoro, ma ora devo decidere se è meglio la strada vecchia o quella nuova, che poi qualunque scelta io faccia ora, anche nessuna, per dire, sarà una scelta sulla nostra pelle e sto cominciando ad avere una fottuta paura di tutte queste non-scelte che ho fatto nella mia vita, no? tutta questa resistenza passiva che ho fatto, questo mio, in fondo, integralismo morale che non capisco se mi ha dato molto o mi ha dato poco. Questo mio combattimento finalizzato alla sopravvivenza e mai alla ricerca del massimo per me e, a questo punto, per loro. Che poi chi lo decide che cos'è il massimo: il sistema o io? E tutti i grandi cambiamenti, sempre veicolati da persone belle o brutte e dai soldi se ci sono o se non ci sono, ma mai dal mio desiderio e dalla mia volontà.
E ora stanno diventando adolescenti, quel che è fatto è fatto.
Arriviamo al cinema, guardiamo il programma, io dice senti Lu, ma se invece del cartone animato coi pinguini guardassimo qualcosa da grandi? Ti va? Penso ti piacerebbe l'ultimo di Woody Allen.
Siamo in sala da sole, sto imparando a essere in anticipo o forse è un falso positivo, però la buona notizia è che siamo sedute vicine, e abbiamo i posti migliori.
A volte ci scontriamo un po'. E' strano, scontrarmi con le mie figlie. Certo, siamo quattro donne, ognuna ogni tanto rivendica il suo diritto alle luci della ribalta e inscena la sua soap opera davanti alla zuppa, per cena. Ma ai silenzi prolungati di Lupina, non è che ci sono molto abituata. E non so dire con certezza chi delle due, in certi momenti, assomiglia più a un'adolescente che vuole solo chiudersi nella sua stanzetta, ma credo lei, dai. O forse no.
Dunque abbiamo deciso di uscire assieme da sole, qualche volta, che quando ci siamo tutte io non riesco ad essere proprio molto presente e proattiva, perché facciamo troppo rumore, la mia attività cerebrale si rifiuta di proseguire.
Ieri sera per esempio siamo andate al cinema.
Quando scendi a Faenza, venendo dalla collina, c'è questa casa abbastanza grande e bella che si affaccia sulla strada, e me ne ricordo la gestazione. Demolirono l'edificio precedente e mi ricordo una voragine e delle ruspe e il palazzo che pian piano veniva su e ora c'è una siepe e un cancello in stile faentino. Lo stile faentino secondo me è qualcosa tra il ricercato e il demodé. Uno tra gli elementi principe di questo stile è naturalmente la maiolica, e, in alcuni casi, la reinterpretazione in chiave artistica, a volte un po' fauves, a volte astratta, dei decori tradizionali.
Su questo cancello c'era un grande fiocco azzurro.
Allora io, in un secondo, mentre guidavo, ho pensato alla demolizione, alla voragine, alle ruspe, al palazzo e al fiocco azzurro, e mi sono immaginata la costruzione di un nido.
E ho detto chissà com'è quando un figlio lo cerchi, e torni a casa dalla maternità, e c'è il fiocco azzurro sul cancello del nido che hai costruito, in stile faentino.
Portico della biblioteca comunale |
E ho pensato che sono arrivate tutte e tre in meno di un anno, piangevano e urlavano, e piangevo anch'io e pregavo dormissero. Che ci siamo annusate per almeno un anno, prima di riconoscerci. Che avevo paura, e che con loro mi è crollato il mondo addosso. E che tanta fatica, e poi adesso è quasi il 2015 e Camilla e Lucia vanno per i dieci anni, e tra un minuto mi lasceranno con un pugno di mosche in mano come è assolutamente giusto che sia, e che ho fatto un buon lavoro, ma ora devo decidere se è meglio la strada vecchia o quella nuova, che poi qualunque scelta io faccia ora, anche nessuna, per dire, sarà una scelta sulla nostra pelle e sto cominciando ad avere una fottuta paura di tutte queste non-scelte che ho fatto nella mia vita, no? tutta questa resistenza passiva che ho fatto, questo mio, in fondo, integralismo morale che non capisco se mi ha dato molto o mi ha dato poco. Questo mio combattimento finalizzato alla sopravvivenza e mai alla ricerca del massimo per me e, a questo punto, per loro. Che poi chi lo decide che cos'è il massimo: il sistema o io? E tutti i grandi cambiamenti, sempre veicolati da persone belle o brutte e dai soldi se ci sono o se non ci sono, ma mai dal mio desiderio e dalla mia volontà.
E ora stanno diventando adolescenti, quel che è fatto è fatto.
Arriviamo al cinema, guardiamo il programma, io dice senti Lu, ma se invece del cartone animato coi pinguini guardassimo qualcosa da grandi? Ti va? Penso ti piacerebbe l'ultimo di Woody Allen.
Siamo in sala da sole, sto imparando a essere in anticipo o forse è un falso positivo, però la buona notizia è che siamo sedute vicine, e abbiamo i posti migliori.
Rifletto anche io e sono spaventata e un po'rammaricata dalle "non scelte " fatte e di come possano incidere sulle mie figlie, sul loro futuro, sul loro rapporto con me e sul loro collocarmi e collocarsi nel mondo.
RispondiEliminaSiamo figlie della nostra epoca e loro di un'altra probabilmente non capiranno tutto di noi, ma credo che questo faccia parte del gioco, che non ammette mai senno di poi.
Ho una gran paura di quando loro cresceranno, e continuo a dirmi che ho ancora tempo per abituarmi, prepararmi e crescere anche io, ma in realtà temo di distrarmi un attimo e accorgermi che quel momento sia già arrivato.
Eh già, uno è così impegnato ad arrivare a fine giornata e poi a fine mese che la vita gli scivola dalle mani.
RispondiEliminaSoundtrack di questo post: "A modo tuo", di Elisa (parole di Ligabue)!
RispondiEliminaAscoltala, ne vale la pena! (A me, ogni volta che l'ascolto, scende giù la lacrimuccia pensando ai figli che probabilmente non avrò...Quindi, boh, meglio genitori imperfetti che non genitori!)
Rossella29Catanzaro
Elisa è il primo concerto mio e delle bimbe (+ il Donatore, a dirla tutta)
EliminaOttima scelta, sorella!
EliminaE, a proposito di concerti, tempo addietro ti avevo parlato de Le luci della centrale elettrica: il 10 Dicembre, in un paesino del sud a 20 km da casa, ho assistito, per la prima volta, ad un live del Sign.Vasco Brondi, e sono stati gli 11,50 euro meglio spesi del 2014!
Purtroppo nelle prossime date di Febbraio-Marzo, che toccheranno la vostra terra (Bologna ne sono sicura) e chiuderanno quest'annata di concerti, non si replicherà in set acustici dal sapore intimo e minimale, ma (e qui vieni tu!) darà al live un'impronta elettronico-punk!
Fossi in te ci penserei, se non latro per passare una bella serata! :)
Abbracci,
Rossella29anniBucoDelCuloCatanzaro
Cerco data!
EliminaMi hai fatto ricordare la prima volta (in tutto sono state tre) al cinema con mia madre. Credo fosse il 1983, avevo 5 anni. O forse l'82, o l'84. Non ricordo. Il film era, tieniti pronta, Pardise. http://www.imdb.com/title/tt0084469/
RispondiEliminaCredo che i genitori, una volta, si facessero tutti meno seghe sull'educazione, e il risultato è più o meno evidente.
Tipo che per degli anni ho inseguito l'idea di purezza di amore eterno, oppure di notte mi svegliavo perché credevo di essere posseduta (causa la visione dell'Esorcista, stessi anni se non sbaglio), oppure con mia sorella facevamo finta che sganciavano la bomba atomica e ci nascondevamo in cantina (causa la visione del film The day after, stessi anni). E poi le martellate sui c******i con Gente comune, oppure il Grande freddo... sai com'è tutti film per l'infanzia, no?
Altro che Pomi d'ottone e manici di scopa... ;-)
Insomma. Che dire. Niente.
Tu stai facendo un ottimo lavoro con le tue ragazze. E le scelte, credo, a volte è un bene che siano lasciate al caso.
Ma, please, non mostrare loro film prima del tempo, te lo dice una che coi film sbagliati è stata svezzata!
Vabbe, Woody Allen! Piuttosto avevo paura non capisse l'umorismo...ma s'è molto divertita...e Woody era parecchio sbiadito come humor.
Eliminatenerezza vera
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