Ciao,
delle volte mi ricordo improvvisamente che ho trent’anni, anzi trentuno e non mi spiego come mai ieri ne avevo diciannove e oggi non ne ho venti, ventidue al massimo.
In realtà me lo spiego.
Me lo spiego perché non mi stupisco più di nulla, non m’incanto più per nulla.
Me lo spiego perché vedo la gente divorziare, anche quelli belli, e non mi stupisco.
Me lo spiego perché delle volte mi sono un po’ annullata perché l’amore sembrava potesse bastare e invece non bastava e anzi ti fotteva e ora non sono più capace di annullarmi e neanche di innamorarmi. Non sono capace di innamorarmi. Una volta mi sono innamorata, era un sabato pomeriggio di un anno fa. La verità è che non gli piacevo abbastanza.
Credo che l'amore non esista.
Cioè, certamente non amerò mai niente quanto amo le bimbe.
Mi spiego che ho trentun anni quando vedo quei due capelli bianchi e le tette che non sono più alte come una volta. E comincio a guardare i signori, quelli curvi curvi, con tenerezza.
E lavorando sopra al cimitero, guardo con maggiore comprensione quelli curvi curvi che vanno a trovare i loro morti, non dico più, che cosa ci andranno a fare tanto sono solo morti.
Là tra i morti c'è anche mio padre, mio nonno, entrambe le mie nonne, alcuni amici.
Ho trent'anni e mi chiedo se quando si muore si sente male.
Mi spiego che ho trent’anni perché a quindici ero convinta di essere una schifezza, a venti mi sentivo più giusta di buona parte dell’umanità, ora so che siamo tutti sulla stessa barca, e che giudicare senza sapere non paga. Le persone si comportano male, ma a trent’anni hai capito che potresti essere messa anche tu, nella condizione di comportarti male.
Ho trent'anni e ho capito che sanno fare tutti, gli sfigati, a essere empatici. Sono quelli che non hanno il tuo stesso problema ma sanno immaginarselo e si fidano della tua sofferenza, anche se non la capiscono, che sono gli empatici. Quelli che un dolore umano è un dolore umano e basta, non che il mio è certamente più grosso del tuo, o peggio, quelli che pensano che se stai male un po' te lo meriti.
Ho trent’anni e non rinnovo più la tessera della Cgil.
Ho trent’anni e non leggo più Repubblica (qualcuno a trent'anni diceva: Non studio non lavoro non guardo la tv). L'unica informazione di massa che mi fa provare il minimo riverbero intellettuale è Internazionale.
Ho trent'anni e non credo quasi più a niente e a nessuno, tranne agli occhi.
Ho trent’anni e so che capita che i sogni si realizzano, ma so anche che la realizzazione dei sogni non è un atto dovuto dall’universo.
Ho trent’anni e mi proteggo.
Ho trent'anni e non ho più tutto il mondo ai piedi, e non ho più tutto il tempo del mondo.
Ho trent'anni e il sistema non mi ha cambiato e io non sono riuscita a cambiare il sistema.
Però ogni mattina mi alzo, e vado avanti, e non mi trovo così male.
delle volte mi ricordo improvvisamente che ho trent’anni, anzi trentuno e non mi spiego come mai ieri ne avevo diciannove e oggi non ne ho venti, ventidue al massimo.
In realtà me lo spiego.
Me lo spiego perché non mi stupisco più di nulla, non m’incanto più per nulla.
Me lo spiego perché vedo la gente divorziare, anche quelli belli, e non mi stupisco.
Me lo spiego perché delle volte mi sono un po’ annullata perché l’amore sembrava potesse bastare e invece non bastava e anzi ti fotteva e ora non sono più capace di annullarmi e neanche di innamorarmi. Non sono capace di innamorarmi. Una volta mi sono innamorata, era un sabato pomeriggio di un anno fa. La verità è che non gli piacevo abbastanza.
Credo che l'amore non esista.
Cioè, certamente non amerò mai niente quanto amo le bimbe.
Mi spiego che ho trentun anni quando vedo quei due capelli bianchi e le tette che non sono più alte come una volta. E comincio a guardare i signori, quelli curvi curvi, con tenerezza.
E lavorando sopra al cimitero, guardo con maggiore comprensione quelli curvi curvi che vanno a trovare i loro morti, non dico più, che cosa ci andranno a fare tanto sono solo morti.
Là tra i morti c'è anche mio padre, mio nonno, entrambe le mie nonne, alcuni amici.
Ho trent'anni e mi chiedo se quando si muore si sente male.
Mi spiego che ho trent’anni perché a quindici ero convinta di essere una schifezza, a venti mi sentivo più giusta di buona parte dell’umanità, ora so che siamo tutti sulla stessa barca, e che giudicare senza sapere non paga. Le persone si comportano male, ma a trent’anni hai capito che potresti essere messa anche tu, nella condizione di comportarti male.
Ho trent'anni e ho capito che sanno fare tutti, gli sfigati, a essere empatici. Sono quelli che non hanno il tuo stesso problema ma sanno immaginarselo e si fidano della tua sofferenza, anche se non la capiscono, che sono gli empatici. Quelli che un dolore umano è un dolore umano e basta, non che il mio è certamente più grosso del tuo, o peggio, quelli che pensano che se stai male un po' te lo meriti.
Ho trent’anni e non rinnovo più la tessera della Cgil.
Ho trent’anni e non leggo più Repubblica (qualcuno a trent'anni diceva: Non studio non lavoro non guardo la tv). L'unica informazione di massa che mi fa provare il minimo riverbero intellettuale è Internazionale.
Ho trent'anni e non credo quasi più a niente e a nessuno, tranne agli occhi.
Ho trent’anni e so che capita che i sogni si realizzano, ma so anche che la realizzazione dei sogni non è un atto dovuto dall’universo.
Ho trent’anni e mi proteggo.
Ho trent'anni e non ho più tutto il mondo ai piedi, e non ho più tutto il tempo del mondo.
Ho trent'anni e il sistema non mi ha cambiato e io non sono riuscita a cambiare il sistema.
Però ogni mattina mi alzo, e vado avanti, e non mi trovo così male.
Ciao Valentina, leggendo ciò che hai scritto il mio primo impulso è stato pensare "se ce l'avessi di fronte l'abbraccerei forte forte questa ragazza" come si fa con una sorella, con una grande amica...io tra qualche giorno compirò 40 anni ed anch'io, come te, non capisco come ho fatto ad arrivare sino a qui, mi sento una bambina, o per lo meno una ragazzina...anch'io noto qualche capello bianco e la pancia molliccia, che poi dopo tre figlie forse capiterebbe anche ad una ventenne! Comunque, non è questo ciò che importa, mi piaccio adesso più che allora, rispetto il mio corpo perchè non mi ha tradito (magari qualche volta) ed ha portato a termine tre gravidanze, tre bambine meravigliose che ora riempiono le mie giornate e non mi fanno sentire sola ma con la voglia di scoprire il mondo, insieme a loro...sono adulta ma vivo in parte una seconda fanciullezza, con maggiore consapevolezza ed, in fondo, non è così male!!! Forza Vale che sei una forza della natura!!! Un caro abbraccio
RispondiEliminal'ho pensato anche io. Un abbraccio fortissimo!
EliminaIo che tra poco diventero' una quarantenne, ma proprio poco, me lo chiedo tutte le mattine come ci sono arrivata, e a volte sorrido, giuro.
Ho compiuto 40 anni a luglio e mi associo...
Eliminapoco poco...io il 15 e tu? W gli scorpioni, così terribili ed inquieti...
Eliminaho trent'anni (trentuno pur'io, per la verità) e mi ricordo di esserci perché me lo ricordano i miei bimbi. A volte.
RispondiEliminaMammaLara
Mi hai fatto pensare a Anna Karenina. Dolly, madre di un tot di figli (due, tre, non ricordo) usciva di casa vestita dignitosamente solo perché curava i suoi bambini e non voleva stonare troppo.
EliminaIo ho trentasei anni. E sono salva.
RispondiEliminaFinalmente entro nell'età adulta penso la mia adolescenza tardiva volge al termine. Finalmente oggi so più o meno chi sono. Più o meno. Di sicuro con esattezza so chi non sono o non voglio essere o non diventerò oramai più. Che è finita, come diceva giustamente qualcuno, l'angoscia dell'attesa.
Che quello che sono è quello che dovevo essere. Né più né meno. Che oramai non ho più scampo non diventerò mai un'altra persona diversa da quella che sono e anche volendo io non sarei più capace di cambiare perché in fondo non c'è nient'altro che io voglia o possa essere.
Ad ogni modo oggi non sono morta come mi figuravo prospettavo me stessa vent'anni fa la me di oggi.
Non sono morta. Sono sopravvissuta.
Al tempo. Alle ferite. Ai cambiamenti. Alla mia personale era glaciale. E dopo essermi dagherrotipicamente indagata interrogata per degli anni. Eccomi.
Di nuovo sempre eternamente me stessa.
"Non sono morta"
Elimina"Ho trent'anni e mi chiedo se quando si muore si sente male"
RispondiEliminaMia madre diceva – è complicato anche morire.
Magari ti mando una mail. Sul quanto è complicato e sul quanto si sente male, intendo.
Scrivimi, pls :D
Eliminaio ne ho 25 e non sto bene.
RispondiEliminaogni mattina mi alzo e non vado da nessuna parte.
beh, buon per te.
Ti giuro che se avesse commentato Vonnegut avrebbe detto la stessa cosa.
EliminaNon c'entrerà nulla, avremo anche superato la cosa, non ci importerà niente e quel che conta saranno davvero i trent'anni e le riflessioni conseguenti, okay, ma io spero tanto che quel sabato pomeriggio di un anno fa torni da te anche quest'anno e duri più di un sabato pomeriggio.
RispondiEliminaLo spero tantissimo anch'io.
EliminaIo trent'anni sto per compierli e devo dire che mi spaventano. Perché sebbene il tempo sia solo una convenzione a trent'anni fai una cosa che a 20, 22, 27 non fai. I bilanci.
RispondiEliminaQuesto post mi ha fatto venire i brividi, mi identifico perfettamente in tutto quello che hai scritto e non lo so se è empatia o altro ma ti ringrazio :)
Hai ragione, a venticinque i bilanci non si fanno.
EliminaPerò pur io non mi spiego come mai ho venticinque anni e non più sedici...
Per me i trent'anni sono stati un periodo molto bello, in cui forse ho scoperto veramente me stesso, lasciandomi definitivamente alle spalle il ragazzino che ero, e cominciando a scoprire a fondo l'uomo che sarei potuto diventare.
RispondiEliminaE' un bellissimo momento della vita, goditelo al meglio, mi raccomando!
Boh, vedremo. Lo so con il senno di poi se sono stata capace di godermelo oppure no.
EliminaSai cosa? L'ultima frase che hai scritto... è ciò che conta...
RispondiEliminaBeate voi che siete ancora nei trenta, godeteveli. Poi arrivano gli anta...
RispondiEliminaHo trent'anni anche io. E ho capito di averli non tanto perché 2014-1984 fa 30, piuttosto perché il giorno del mio trentesimo compleanno è nato Davide. Lui ha dato il taglio netto coi miei venti, ha cambiato le mie priorità, rafforzato alcune certezze e demolite altre.. si, ogni tanto mi sento quasi male, specie quando in questi pochi mesi da mamma mi son trovata a ragionare come mia madre (cosa che giuravo non avrei mai fatto), quando mi son detta che potevo smettere di fare le crociate contro la società e piantarla lì con il voler essere atipica a tutti i costi.
RispondiEliminaPerò.. ogni mattina mi alzo e vado avanti. E con mia grande sorpresa pure io non mi trovo così male.
Eh, il parlare finalmente con tua madre...conosco.
EliminaMi sono persa qui:
RispondiElimina"ho capito che sanno fare tutti, gli sfigati, a essere empatici"
E mi è dispiaciuto non capire.
Il finale è quello che davvero conta. Chapeau
"
Volevo dire che per chi ha avuto molte sfortune dovrebbe essere più facile e spontanea, l'empatia...ma a me piace molto quando le persone capiscono senza esserci passate, o meglio, non capiscono, ma sono così empatiche che tu sai che non capiscono ma non ti senti sola. Mi sa che mi sono spiegata ancora peggio. :D
EliminaNo, no! Tutto chiaro invece.
EliminaAnche io non ho capito benissimo il finale, ma leggerti mi aiuta. Perché mi pare di vivere le stesse cose e, di conseguenza, mi illudo di avere ancora trent'anni.
RispondiEliminaho pensato giusto le stesse cose..deve essere che ho avuto figli tardi. Quelli sono una rivoluzione copernicana e invecchiano, anche se nel modo giusto.
Eliminaciao meravigliosa giovanissima trentenne un po' disincantata un po' no. ti adoro. un post bellissimo!
RispondiEliminaE qualcuno anni fa cantava: in fondo è bella però la mia età. E io ci sto.
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