Cari tutti,
ieri mattina mi è arrivata una raccomandata, l'ho ritirata dopo quattro giorni, e ancora prima di consegnarmi la busta l'impiegata delle poste mi ha detto che era una multa e che l'avrei dovuta pagare immediatamente, per beneficiare della tariffa ridotta. Io l'ho pagata, poi tornata a casa ho verificato la data, ho rilevato che quel giorno ero a Berlino e ho chiamato mia madre incazzata perché aveva preso una multa con la mia auto. Mia madre l'aveva già pagata.
Purtroppo è diventata una prassi, per me, ricevere notifiche (che chiamerei più minacce o anche stalking o tentativo di resa in schiavitù) di multe già pagate: quando non le mandano i vigili, le manda la Sorit cinque anni dopo, e quando telefoni o ti rechi allo sportello si rifiutano di dirti che cosa stai pagando, triplicato, e naturalmente puoi fare ricorso solo per vizi di forma e non perché quello che ti stanno notificando è assurdo.
Questa è l'Italia.
Non voglio parlare di questo, ora. Vorrei parlare di come è possibile arrivare a fine mese in un paese dove in busta paga il lordo è il doppio del netto e ogni giorno mi viene richiesto di pagare qualche cosa di astruso (la tares, la tasi, l'imu, 10 euro di "altri oneri" in ogni bolletta dell'Hera, e quant'altro), in un paese insomma, dove chi ha il lavoro lavora soprattutto per lo stato e le oligarchie.
Io arrivo a fine mese dignitosamente, con un solo stipendio (non alto, ma accettabile), un mutuo e tre bambine.
Le mie risorse sono soprattutto due.
La consapevolezza che la vita con i soldi e la vita senza i soldi non sono che due possibilità: come dire sono nata in Italia oppure in Francia, sono nata maschio oppure femmina, ho studiato medicina oppure filosofia. I soldi fanno la differenza, certo. Ma non necessariamente in positivo.
Esempi a caso: se avessi avuto i soldi non avrei mai scoperto che mi piace lo stile vintage e mi sarei comperata vestiti da boutique uguali a quelli di tutta l'umanità, invece di ravanare in armadi altrui e mercatini e di avere uno stile tutto sommato definito, dei capi che ho solo io. Per esempio, con una mia collega ogni tanto ci scambiamo i vestiti che non mettiamo più, e vederla arrivare, a volte, con un sacchettino per me, mi fa sentire pensata. Oppure viceversa, quando c'è qualcosa che non metto più, penso se si può adattare al suo stile, alla sua taglia, se può piacerle.
Un altro esempio a caso. Anni fa dovevo andare in Sicilia per lavoro, come freelance, e le spese erano a carico mio. Decisi di tentare il couchsurfing per risparmiare e ho questi ricordi meravigliosi di due sere a Catania e due a Palermo, mentre non ho nessun ricordo delle due sere che passai, in hotel, a Reggio Calabria.
Avere i soldi o non avere i soldi fa la differenza, sì. Vi mentirei se ora vi dicessi che non mi sono mai mancate opportunità, assieme ai soldi. Quando a casa arrivava la bolletta del gas mamma non ci dormiva la notte e il più delle volte ce lo staccavano. Si andava a fare la doccia altrove, si mangiava da nonna. Ma si tratta appunto di evenienze che non possono essere giudicate in maniera positiva o negativa, non avendone una visione completa. Avere i soldi o non averli, in determinati momenti, ha solo determinato la percorrenza di una strada diversa.
Le cose di cui io e le bimbe abbiamo bisogno,poi, davvero sono pochissime e per ora le determino io (dunque dovendo scegliere per altri forse sbaglio).
Ci servono le scarpe firmate? No, vanno bene quelle in offerta, e solo se quelle dell'anno scorso non vanno più bene.
Ci servono i vestiti carini? Non necessariamente: ci serve solo sentirci a nostro agio con quello che indossiamo. Io come dicevo sopra se compro una cosa da H&M e mi ritrovo vestita con il 70% degli astanti mi sento a disagio, come se stessi recitando una parte. Scegliere un capo che mi rappresenta mi fa sentire vera.
Ci serve il ristorante? No, perché le bimbe si annoiano. Se capita, vado volentieri con le mie amiche.
Ci serve alzarci da tavola con la sensazione che stiamo per scoppiare? No, si mangia solo quello di cui il corpo ha bisogno.
Ci serve il corso di musical? Assolutamente sì.
Ci serve un violino, una chitarra, tre tamburelli? Sì.
Ci serve fare colazione al bar? No, la facciamo a casa.
Ci serve andare in vacanza almeno un paio di volte all'anno? Decisamente.
Ci serve prenotare un albergo carino? Sarebbe bello, ma va bene anche l'ostello.
Ci serve andare a teatro o ai concerti? Certo che sì, ma basta fare attenzione e in giro si trova un mucchio di divertimento gratuito.
Una cosa che invece mi pesa è di mettere un terzo del mio stipendio nel mutuo ed essermi incatenata da sola a un luogo che non amo così tanto. Un'altra cosa che mi pesa è la consapevolezza che se mi spostassi in una città dove la vita costa di più, faticherei (forse) a far fronte alle spese. Se vivete a Milano, con il mio stesso stipendio e tre bocche da sfamare, forse siete poveri. Io non lo sono. Posso permettermi quello che desidero e non desidero quasi nulla che abbia un costo.
Però non amo questo determinismo. Sto cercando di capire come risolverla.
Comunque, resistendo al consumismo come stile di vita, che è sbagliato per il pianeta e genera solo insoddisfazione, noi risparmiamo una piccola parte del mio stipendio; non abbiamo la percezione che ci manchi qualcosa; quando arrivano le bollette o le multe già pagate dormo serenamente perché so che in natura esistono i parassiti e che fa parte del gioco. Forse dovrei tirar fuori un po' di rabbia in più e oppormi; forse lo farò, forse no. Il mio sorriso vale più del mio stipendio.
Le cose di cui sento la mancanza, comunque, non si possono comprare, e per quelle c'è ho'oponopono.
Non facciamo la rivoluzione perche non possiamo permetterci niente: facciamola non comprandoci niente consapevolmente, e faremo un gran male al sistema.
Voi che strategie utilizzate?
PUOI cambiare camicia se ne hai voglia
E se hai fiducia puoi cambiare scarpe…
Se hai scarpe nuove puoi cambiare strada
E cambiando strada puoi cambiare idee
E con le idee puoi cambiare il mondo…
Ma il mondo non cambia spesso
Allora la tua vera Rivoluzione sarà cambiare te stesso.
ieri mattina mi è arrivata una raccomandata, l'ho ritirata dopo quattro giorni, e ancora prima di consegnarmi la busta l'impiegata delle poste mi ha detto che era una multa e che l'avrei dovuta pagare immediatamente, per beneficiare della tariffa ridotta. Io l'ho pagata, poi tornata a casa ho verificato la data, ho rilevato che quel giorno ero a Berlino e ho chiamato mia madre incazzata perché aveva preso una multa con la mia auto. Mia madre l'aveva già pagata.
Purtroppo è diventata una prassi, per me, ricevere notifiche (che chiamerei più minacce o anche stalking o tentativo di resa in schiavitù) di multe già pagate: quando non le mandano i vigili, le manda la Sorit cinque anni dopo, e quando telefoni o ti rechi allo sportello si rifiutano di dirti che cosa stai pagando, triplicato, e naturalmente puoi fare ricorso solo per vizi di forma e non perché quello che ti stanno notificando è assurdo.
Questa è l'Italia.
Non voglio parlare di questo, ora. Vorrei parlare di come è possibile arrivare a fine mese in un paese dove in busta paga il lordo è il doppio del netto e ogni giorno mi viene richiesto di pagare qualche cosa di astruso (la tares, la tasi, l'imu, 10 euro di "altri oneri" in ogni bolletta dell'Hera, e quant'altro), in un paese insomma, dove chi ha il lavoro lavora soprattutto per lo stato e le oligarchie.
Io arrivo a fine mese dignitosamente, con un solo stipendio (non alto, ma accettabile), un mutuo e tre bambine.
Le mie risorse sono soprattutto due.
La consapevolezza che la vita con i soldi e la vita senza i soldi non sono che due possibilità: come dire sono nata in Italia oppure in Francia, sono nata maschio oppure femmina, ho studiato medicina oppure filosofia. I soldi fanno la differenza, certo. Ma non necessariamente in positivo.
Esempi a caso: se avessi avuto i soldi non avrei mai scoperto che mi piace lo stile vintage e mi sarei comperata vestiti da boutique uguali a quelli di tutta l'umanità, invece di ravanare in armadi altrui e mercatini e di avere uno stile tutto sommato definito, dei capi che ho solo io. Per esempio, con una mia collega ogni tanto ci scambiamo i vestiti che non mettiamo più, e vederla arrivare, a volte, con un sacchettino per me, mi fa sentire pensata. Oppure viceversa, quando c'è qualcosa che non metto più, penso se si può adattare al suo stile, alla sua taglia, se può piacerle.
Un altro esempio a caso. Anni fa dovevo andare in Sicilia per lavoro, come freelance, e le spese erano a carico mio. Decisi di tentare il couchsurfing per risparmiare e ho questi ricordi meravigliosi di due sere a Catania e due a Palermo, mentre non ho nessun ricordo delle due sere che passai, in hotel, a Reggio Calabria.
Avere i soldi o non avere i soldi fa la differenza, sì. Vi mentirei se ora vi dicessi che non mi sono mai mancate opportunità, assieme ai soldi. Quando a casa arrivava la bolletta del gas mamma non ci dormiva la notte e il più delle volte ce lo staccavano. Si andava a fare la doccia altrove, si mangiava da nonna. Ma si tratta appunto di evenienze che non possono essere giudicate in maniera positiva o negativa, non avendone una visione completa. Avere i soldi o non averli, in determinati momenti, ha solo determinato la percorrenza di una strada diversa.
Wah, questo tubino me l'ha regalato Bea, lo adoro |
Le cose di cui io e le bimbe abbiamo bisogno,poi, davvero sono pochissime e per ora le determino io (dunque dovendo scegliere per altri forse sbaglio).
Ci servono le scarpe firmate? No, vanno bene quelle in offerta, e solo se quelle dell'anno scorso non vanno più bene.
Ci servono i vestiti carini? Non necessariamente: ci serve solo sentirci a nostro agio con quello che indossiamo. Io come dicevo sopra se compro una cosa da H&M e mi ritrovo vestita con il 70% degli astanti mi sento a disagio, come se stessi recitando una parte. Scegliere un capo che mi rappresenta mi fa sentire vera.
Ci serve il ristorante? No, perché le bimbe si annoiano. Se capita, vado volentieri con le mie amiche.
Ci serve alzarci da tavola con la sensazione che stiamo per scoppiare? No, si mangia solo quello di cui il corpo ha bisogno.
Ci serve il corso di musical? Assolutamente sì.
Ci serve un violino, una chitarra, tre tamburelli? Sì.
Ci serve fare colazione al bar? No, la facciamo a casa.
Ci serve andare in vacanza almeno un paio di volte all'anno? Decisamente.
Ci serve prenotare un albergo carino? Sarebbe bello, ma va bene anche l'ostello.
Ci serve andare a teatro o ai concerti? Certo che sì, ma basta fare attenzione e in giro si trova un mucchio di divertimento gratuito.
Una cosa che invece mi pesa è di mettere un terzo del mio stipendio nel mutuo ed essermi incatenata da sola a un luogo che non amo così tanto. Un'altra cosa che mi pesa è la consapevolezza che se mi spostassi in una città dove la vita costa di più, faticherei (forse) a far fronte alle spese. Se vivete a Milano, con il mio stesso stipendio e tre bocche da sfamare, forse siete poveri. Io non lo sono. Posso permettermi quello che desidero e non desidero quasi nulla che abbia un costo.
Però non amo questo determinismo. Sto cercando di capire come risolverla.
Comunque, resistendo al consumismo come stile di vita, che è sbagliato per il pianeta e genera solo insoddisfazione, noi risparmiamo una piccola parte del mio stipendio; non abbiamo la percezione che ci manchi qualcosa; quando arrivano le bollette o le multe già pagate dormo serenamente perché so che in natura esistono i parassiti e che fa parte del gioco. Forse dovrei tirar fuori un po' di rabbia in più e oppormi; forse lo farò, forse no. Il mio sorriso vale più del mio stipendio.
Le cose di cui sento la mancanza, comunque, non si possono comprare, e per quelle c'è ho'oponopono.
Non facciamo la rivoluzione perche non possiamo permetterci niente: facciamola non comprandoci niente consapevolmente, e faremo un gran male al sistema.
Voi che strategie utilizzate?
PUOI cambiare camicia se ne hai voglia
E se hai fiducia puoi cambiare scarpe…
Se hai scarpe nuove puoi cambiare strada
E cambiando strada puoi cambiare idee
E con le idee puoi cambiare il mondo…
Ma il mondo non cambia spesso
Allora la tua vera Rivoluzione sarà cambiare te stesso.
il dentista
RispondiEliminaio vorrei avere più soldi per i miei denti. Per questa cosa non ci sono molte alternative
Mutua?
EliminaOppure puoi farti consigliare due o tre dentisti onesti e farti fare un preventivo (in genere è gratuito). Scoprirai che uno ti proporrà di curare tipo 17carie, il secondo 10 e il terzo 5. :)
Sì anche per me il dentista è lo spauracchio del non aver soldi. Tutto il resto mi passa tutto sommato liscio ma il dentista... e i dentisti della mutua sono quasi tutti cani, un bimbo rimane traumatizzato.
EliminaPerché i dentisti della mutua dovrebbero essere cani? Io e i miei fratelli, fin da bambini, siamo sempre stati in cura dai dentisti della mutua. Tutti e tre abbiamo portato l'apparecchio (anzi, io ne ho portati 3 in successione) e tutti e tre abbiamo raddrizzato quel che si doveva raddrizzare e curato quel che si doveva curare. Non ho nessun ricordo traumatico, e soprattutto sono molto felice dei miei denti!
EliminaSecondo me questa dei medici della mutua è un enorme pregiudizio. Io sinceramente mi fido molto meno dei dentisti privati, che hanno tutto l'interesse a 'vedere' anche i problemi che non ci sono!
@Julez che bello rivederti qui.
EliminaIo con i medici ho un problema: nessuno ci azzecca mai, a parte qualche volta il mio adorato medico di base: l'ultima volta che gli ho detto "Ti prego, fammi fare una lastra urgente, mi sento come un punteruolo sulla spalla, so già che è polmonite", s'è fidato e mi ha mandato a fare la lastra urgente. Avevo la polmonite davvero e gli ho mandato una torta per avermela diagnosticata. Per il resto non avviene quasi mai che qualcuno ci becchi, privato o no. :)
Da noi non c'è più il dentista della mutua. Solo privato. Ci sono però delle Coop che fanno il servizio con degli sconti interessanti e sono anche bravi.
EliminaPolly sei magnifica. Sei riuscita a descrivere quello che penso anche io ma mai sarei riuscita a esprimerlo così bene.
RispondiEliminaEmy
<3
Eliminanoi ieri abbiamo firmato per la seconda macchina che abbiamo evitato finora anche se io lavoro a 40 km e con il treno mi partono 4 ore. con un figlio pure pure, con due non me le posso più permettere quelle 4 ore. Mio marito s'è alzato con me alle 6 stamattina (e va al lavoro alle 9) perchè tanto non ha dormito facendo i conti delle rate, e se ci stiamo con le spese di casa, e speriamo che tu non devi rimettere un'altra capsula, e via dicendo.
RispondiEliminaIo ho un approccio più sereno. Alla fine ce la facciamo sempre. Anche se ci sono mesi che aspettiamo l'arrivo del mio stipendio con 4 euro sul conto e il frigo mezzo vuoto. Sarà che qualcuno che ci invita a cena o mi fa una spesa c'è sempre. Ma poi anche se mi angoscio che mi cambia? A parte il fegato finito, voglio dire! Un tetto ce l'ho, siamo una famiglia molto unita, uno stipendio sicuro comunque c'è. Non abbiamo bisogno di tanto di più.
scusa,,, ho scritto troppo!
4 euro è meglio del saldo negativo, mettila così ;)
EliminaIo per una multa già pagata sono disposta anche a demolire l'intero sistema.
RispondiEliminaSul resto mi trovo decisamente concorde e non perchè sia pauperista ma perchè penso che i soldi siano solo uno strumento, quindi li uso per ciò che mi interessa e non perchè li ho/si deve/si usa
Fidati: tre mesi fa mi hanno chiesto una multa per la TERZA volta e ho dovuto prendere un permesso per andare fisicamente alla plizia municipale di Faenza a urlare come una pazza. Mi è stato risposto che provava a convincere la Sorit a rimediare, l'impiegata della Sorit ha detto che ci provava, ma non era certa, e alla fine della penosa sessione mi è stato detto che dovevo divertirmi di più, nella vita.
EliminaAh be' a me hanno detto che non importava se c'era una sentenza che stabiliva che non dovevo pagare, fai te.
EliminaPerò poi hanno pagato loro, anche i danni.
Guarda, proprio in questi giorni sto prendendo - non so ancora quanto coscientemente - una decisione di questo tipo. Probabilmente mi pentirò di averla presa. O forse sarò felice.
RispondiEliminaDi sicuro si ridurranno i pensieri angoscianti sul come arrivare a fine mese...
Non ho capito quale decisione :)
Eliminache bellissimo post my friend. sono temi su cui ragiono da tempo. penso che li riprenderò sul mio blog. grazie per gli spunti, come al solito intelligenti
RispondiEliminaGrazie, anche tu poi fai bellissime cose rivoluzionarie come lo scambio-casa.
Eliminache in effetti è certo divertente... ma soprattutto è un modo (l'unico?) per andare in vacanza in cinque.
EliminaSì hai ragione, ma purtroppo c è gente che non ha nemmeno quel poco cheiintendi tu. Quando hai il mutuo da pagare è la tua azienda chiude per trasportare tutto in Polonia la situazione è grigia molto grigia
RispondiEliminaHai perfettamente ragione.
EliminaUltimamente anche io cerco di fare la rivoluzione non comprando nulla (a parte il necessario per sfamarci) consapevolmente. Magari le mie motivazioni sono diverse dalle tue, ma trovo che mi aiuti un po' a "depurarmi" e a farmi capire cosa mi serve veramente cosicché ogni acquisto, pur non essendo strettamente necessario, sia per lo meno ponderato
RispondiEliminaCon quali motivazioni lo fai? Anche io lo faccio per fare la rivoluzione.
EliminaBè, intanto perché ultimamente mi capita che, se per un mese riesco a mettere qualcosa da parte per toglierci qualche sfizio o semplicemente per risparmiare, succede che ci sia un imprevisto o un nuovo balzello che mi prosciugano tutto. Tipo a settembre, dopo il controllo annuale della caldaia imposto dalla nostra (abolita) provincia, è uscito fuori che le caldaie nuove devono dotarsi di un apparecchio da far installare dall'idraulico, pena sanzione; che anche i condizionatori devono essere sottoposti a controlli periodici, pena sanzione; che la caldaia a dieci giorni dal controllo si è rotta, e abbiamo dovuto pagare la riparazione.
EliminaSiccome fattispecie simili si ripetono spesso, ho deciso di spendere il meno possibile perché
a) devo far fronte a queste spese che periodicamente si presentano
b) sono arcistufa di essere tartassata. Così mi illudo che consumando il minimo indispensabile, tolgo in Iva allo Stato et Enti locali quello che si fregano con nuovi balzelli.
Sarà illusorio, ma un po' mi consola. E poi ho scoperto che moderare gli acquisti mi serve a riflettere su ciò che mi serve realmente, che poi il più delle volte mi accorgo che ciò che ho tanto desiderato, una volta acquistato non mi rende così 'felice' come avevo immaginato
Noi siamo in 2, niente figli, entrambi con un lavoro a tempo ideterminato e 2 stipendi normalissimi. Abbiamo un mutuo che ci porta via un po'piu'della metà di uno stipendio, usciamo a cena una volta ogni 2 mesi, se va bene, le ns.vacanze si sono trasformate in weekend, non buttiamo soldi in aperitivi, abbigliamento costoso ecc. Teoricamente dovremmo avere una situazione economica ideale, e invece, anche se non ci manca nulla, ci troviamo sempre di piu'con l'ansia dell'imprevisto..la macchina che si rompe, il dentista..tutte spese impreviste che ci fanno bruciare quei pochissimi risparmi che accantoniamo per vivere sereni. E così si ricomincia a far rinunce per mettere via soldi, fino al prossimo imprevisto..A volte mi chiedo se sia possibile vivere in questa maniera...e quando penso che vorremmo tanto un figlio mi tremano le gambe per la paura di non farcela..
RispondiEliminaPensa che io i risparmi li spendo regolarmente in multe prese da me o da altri, decuplicate per qualche oscuro motivo negli anni, che nessuno sa spiegare a quali infrazioni corrispondono, quando, dove, come e perché.
EliminaSono molto d'accordo con te, comesempresplendida Polly. Noi da un po' stiamo cercando di risparmiare, vivere con meno, anche se Cody non si vuole stressare troppo con il risparmio. L'obiettivo primario e' il mutuo, poi viene il fatto che io in futuro vorrei poter non lavorare cosi tante ore... e devo dire che la cosa vera, VERISSIMA, che dici, e' che finora quello che abbiamo tagliato non ci manca. E soprattutto, le cose migliori sono quelle che non si possono comprare.
RispondiEliminaIo tipo qualche anno fa s'è rotto il frizer, mi sono detta mille volte che non ne potevo fare a meno, anche se per sfida ci ho voluto provare. E, per quanto a volte lo rimpiango, non l'ho ancora rimpianto così tanto da alzare il culo e andare ad acquistarne uno nuovo.
EliminaSpero tu non conosca ancora www.minimoblog.it, tenuto da una ragazza che ha preso decisamente di petto la questione minimalismo, risparmio, riduzione dei bisogni e decluttering. Lo trovo ricco di spunti pratico-teorici molto intelligenti, che io -consumatrice per mestiere-ovviamente non riesco a seguire. A presto!
RispondiEliminaLa "ragazza" ringrazia per la citazione (e si sente molto giovane <3) :)
Eliminaminimoblog lo conosco, è un po' che non vado, ma ora mi aggiorno :)
Eliminabel post, avrei tanto da dire ma non vorrei sproloquiare...posso dire che vivere con meno è una cosa cui mi applico da anni ma resto sempre un po' frustrata dalle resistenze che sento da parte dell'esterno, e dal marito. Ora che la famiglia si allarga ho davvero paura di venir sommersa di cose che rispondano a bisogni inesistenti, compreso quello di cambiar casa, qui molto caldeggiato. Vivo in un paese decisamente ancora molto viziato e consumista.
RispondiEliminaAnche a me a volte danno della tirchia, tipo mio fratello, che ha le mani bucate, ma è una scusa per scroccare.
EliminaTesta alta, vai avanti ed educa chi ti sta attorno.
io ricevo con gratitudine un sacco di vestiti e scarpe per i bimbi da mamme con figli più grandi.
RispondiEliminaSe manca qualcosa vado al babybazar, il negozio dell'usato per bambini, non so se conosci.
Mi piace l'idea della seconda o terza vita degli oggetti, e poi mi stanno sul culo le grandi marche per bambini, che costano davvero DAVVERO troppo.
Faccio un po' in casa: pane, pizza perché tanto sto qui in culo ai lupi e ora ceh la porto a casa da una pizzeria mi diventa fredda. e poi la nostra è più buona. Marmellate, ora pure qualche detersivo. Non credo che ci risparmio un granchè, a dire il vero, però danno soddisfazione.
Far fare ai bimbi 45 minuti di musica o sul pony, questo non si taglia. Però io invece posso sempre andare a correre nel bosco, invece che in palestra.
Lavoro da casa e posso satre in pigiama anche 7 ore consecutive, poi -diciamocela tutta- non so vestirmi. Quindi anche lì non spendo. Sono andata diverse volte da hm ma alla fine la sensazione è quella che dici tu, e ho sempre il terrore che in qualche malconcia palazzina indiana o cinese qualcuno ci abbia rimesso la pelle, allora ho deciso che basta.
Mi piace tanto andare all'ikea, ma ho messo l'idea da parte, e preso a cercare blog di riciclaggio aggressivo.
Cose un po' così, tipo le vostre, di voi che mi piacete un sacco.
Susibita
Anche io sono molto combattuta, quando acquisto qualcosa (poca roba, tipo quando i vestiti che mi passano non sono sufficienti per tutte e tre le bimbe), riguardo al discorso dello sfruttamento. Non vorrei però essere disfattista ma davvero viviamo in un campo minato e qualunque cosa di cui tu possa aver bisogno o è una merda eticamente parlando, o fa male a te, o intossica l'ambiente...il non poter scegliere di non essere io stessa un pidocchio per l'umanità mi turba molto.
EliminaSi vive lo stesso. Ma si vive male. Senza denari, intendo. Io soldi non ne ho e non ne ho mai avuti. Quindi conosco l'arte di arrangiarsi. Ma diocristo sai quanto godrei se potessi non avere più menate. Ma forse anche con cinquecentomilaeuro in più rimarrei cmq la solita punkabbestia inside. E non si tratta di comprare cose o non comprare cose è qualcosa che ha a che fare con la libertà di non dovere più lavorare. Io credo che l'intento generale è di riportarci tutti ad un bel medioevo. Quelli della politica intendo le lobby che intendo la finanza che intendo,
RispondiEliminaQuindi altro che libertà, le prospettive future sono nere e funeste. Povertà e schiavitù.
EliminaE io, scusami Polly, ma la guerra la inizierei solo per quella multa pagata due volte.
Lo so che la vera povertà e la schiavitù sono brutte storie.
EliminaPerò siamo realisti: per tornare al medioevo, abolendo quello che resta (la facciata) dello stato di diritto, ci vorrà qualche anno, forse più di quelli che restano a noi.
Credo che le cose stiano andando molto più veloci di come ottimisticamente ce le presentano insieme alla facciata. Se io o noi non ci saremo più ci saranno i ns figli. Che dire? Bisogna indottrinarli all'arte della guerra, perchè è quello che troveranno. Credo. Soccia come sto diventando disfattista. A 35 anni. Ho perso la mia Heiditudine.
Eliminavivo (purtroppo) ancora con i miei, che con il mio stipendio non riuscirei mai a permettermi altro... certo, se tutti i mesi la mia busta paga fosse come quella di luglio e agosto ce la farei... ma purtroppo non è così... come si fa? ci si arrangia... cerco di arrotondare come posso, facendo altri lavori oltre al mio... mi faccio tutte le tessere possibili e immaginabili per avere sconti vari, rispondo a sondaggi online (penso di essere iscritta a 3 siti diversi che mi propongono sondaggi), che mi consentono di monetizzare le mie opinioni... attualmente ho i punti necessari per spendere 20 euro su amazon e avere 10 euro sul mio conto paypal... da poco ho preso a frequentare la biblioteca per avere in prestito i libri... e sto leggendo con un ritmo pure maggiore di quanto facessi prima... approfitto dei saldi e, come te, quando riesco, scambio vestiti... grazie ai vari siti di prenotazione online sono riuscita a prendere una buona offerta per un volo per Berlino e un'altrettanto buona offerta per un alloggio lì (poi mi vado a recuperare il tuo post a riguardo sulla capitale tedesca... mi sto costruendo il mio itinerario di viaggio!)...vado a cena fuori, ma cerco di predilire gli aperitivi, dove con 7 euro mangi e bevi...come susibita, quando riesco faccio anche io cose in casa, tipo pizza o dolci... che davvero comprarle al panificio o in pizzeria certe volte sono uno sfizio da togliersi... ma certe altre ne rimango pure delusa!!!!
RispondiEliminaciao!
Uh, su Berlino avrei voluto dire molto di più ma sono rimasta pochi giorni. Ho lasciato però un pezzo di cuore a Friedrichshain, un quartiere un po' freak, un po' centro sociale.
Eliminala canzone spacca veramente.
RispondiEliminaMannarino è braviFFimo.
EliminaBeh,stavo giusto facendo i conti con l'estratto conto e il bilancio famigliare (decismente disastroso) di quest'ultimo anno prima di inbattermi nelle tue considerazioni...
RispondiEliminaNegli ultimi tempi, da quando il mio stipendio è rimasto l'unico in casa, viviamo spendendo ogni mese il 150% delle entrate, e ovviamente a questo ritmo la soglio del negativo diventa sempre più incombente.
Per questo mi sto ponendo le tue stesse domande, e cercando di capire come vivere meglio senza dover basare la propria felicità sulla possibilità di spendere soldi per cose quasi sempre superflue... e spero proprio che questa ricerca (con rinuncie annesse) possa più che altro aprire nuove strade piuttosto che chiuderne o limitarne delle altre ;)
Purtroppo le rinunce non fanno star bene, almeno all'inizio, credo. Stasera sono andata a fare la spesa con mia figlia e ad ogni singolo scaffale dovevo dirle che no, non prendevamo la stracciatella ma la ricotta, e no, non prendevamo i cereali ripieni di cioccolato ma i corn flakes e no, alla Micy non prendiamo il grand gourmet ma la scatoletta coop. Questo crea frustrazione, diciamocelo. Poi fai lo sforzo di ragionare e ti chiedi: perché vorrei un prodotto anziché un altro? E ti rispondi:
Elimina- Stracciatella: è più gustosa della ricotta;
- Grand Gourmet gatto: la pubblicità mi ha convinto che è migliore del prodotto di filiera;
- Cereali ripieni: sono troppo pesanti, meglio i corn flakes che peraltro costano un quarto.
Dopo tale ragionamento valuti che puoi tranquillamente prendere la stracciatella al posto della ricotta e lasciare tutto il resto sullo scaffale, senza il minimo rimpianto.
Al di là dell'avere o non avere soldi, credo che sia un'attidine mentale all'esser formiche o cicale. Milano è carissima e io adoro uscire a pranzo o cena, siamo in 2 con 2 stipendi discreti (che poi per me è discreto, presumo che per altri sia uno schifo) un mutuo più che affrontabile, riusciamo a risparmiare, non ci manca nulla, odio le firme, spendo un sacco in libri, ho imparato a farmi la ceretta all'inguine da sola con le strisce a freddo e mi viene da dio (fatta giusto ora) eppure non mi si stacca di dosso l'idea di aver problemi, vuoi per il clima italico, vuoi per l'infanzia anni 70 che no, non mi mancava nulla pure lì, ma sul serio i miei han fatto fatica e per dire non mi hanno potuto mandare all'università, abbiamo avuto lo sfratto, insomma boh altri tempi. Poi vedo gente che arranca e non la pianta di sbatter via soldi in cagate tecnologiche e divento una bestia. Baci Sandra frollini
RispondiEliminaHo cominciato anch'io a fare la ceretta all'inguine da sola ma viene uno schifo, dunque la faccio solo d'inverno...d'estate investo qualcosina nell'estetista.
EliminaHo profonda ammirazione per la tua saggezza...al momento non essendo dotata di stipendio, non spendo e quindi non risparmio, però sicuramente conosco il valore dei soldi e cerco di spenderli/risparmiarli con criterio.
RispondiEliminaBellissimo post, l'ho letto tutto d'un fiato.E ho sorriso perchè mi sento un pò meno aliena.Noi viviamo felici, pure se un pò strangolati con stipendio e mezzo (il mezzo è il mio, e c'è e non c'è come tutti gli stipendi da precario), però cerchiamo di non farci mancar nulla delle cose che contano davvero. Almeno per ora i bambini apprezzano la cosa, e come dice Francesco ottenne "volersi bene è gratis!" :D
RispondiEliminaP.s.: io multe ne ho preso al massimo due in quindici anni, però in compenso la compagnia del gas mi manda continui solleciti di pagamento per bollette già pagate da un pezzo.Vuol dire che per il prossimo carnevale avremo un quintale di coriandoli :)
Ciao
Cris B.
Vorrei poter essere un po' così, come te.
RispondiEliminaMi mette ansia il mutuo e anche la salute che potrebbe non esserci. Che quando avrò finito di pagare la casa sarò vecchio ed i bimbi magari non vorranno restarci, e quasi glielo auguro. Però ogni volta che esco e salgo a correre sul colle penso che lo sto pagando per rimanere in un bel posto, che mi piace ed in cui mi auguro di invecchiarci bene. Poi sono d'accordo: non serve molto altro. E ti ammiro tanto per farcela con un salario solo. Ma tanto tanto tanto.
RispondiEliminaTi adoro. Post stampato e appeso al frigo!
RispondiEliminaMah! Non mi pare che si debba accettare la scarsità di mezzi come un destino. Va bene che si può fare a meno delle Hogan, meno bene se poi iniziano a mancare i soldi per far studiare i figli. Il denaro, se ben utilizzato, da opportunità di vita. Non facciamo finta che non sia così.
RispondiEliminaEsplicito il pensiero qui sopra. Ho utilizzato l'account di mio marito senza accorgermene. Mi denuncerà per furto di identità..Comunque, lo scorso fine settimana sono stata a Dublino. E' una piccola città. Ero curiosa, perchè tra varie crisi economiche, il pil è schizzato di nuovo al 7%, e oibò, lì c'è la sede europea di Google, Fb, Pay pal e vattelapesca. Così ho pensato: andiamo a vedere. Ecco, è sconcertante. A parte il microbico ( e turistico) centro storico (Temples Bar), a Ovest, trovi la zona delle Liberties. Trasuda povertà, una povertà antica, di quelle che si accettano come il destino. Dall'altra parte, a Est, la nuova zona delle docklans. Allora vedi il Grand Canal Square Theatre di Libeskind (costo 75 milioni di dollari) e il Samuel Backett Bridge sul fiume Liffey . In questa parte nuova hanno sede e residenza banche e società. Ecco, andate a vedere la magnificenza e bellezza architettonica di questi contesti. Trovo che Dublino sia paradigmatica di ciò che sta accadendo ovunque e che si chiama globalizzazione della povertà.
RispondiEliminaSolo che Dublino è piccola piccola, anche se è una capitale, ed è talmente evidente questa metamorfosi europea, da provocare un senso di vertigine. Ecco il mondo che verrà, ti vien da pensare. Non sarà l'India ad essere più simile a noi, ma noi all'India. Tra l'altro, poi, qualche giorno dopo, finisco di leggere l'ultimo libro di Federico Rampini, che denuncia, in zona Silicon Valley e San Francisco, la stessa cosa. L'inarrestabile schiacciamento della classe media verso il basso. Ora, io non so se si possa fermare tutto questo. Non credo neppure che serva la rabbia sociale, perchè non abbiamo dove indirizzarla. Però, per favore, non raccontiamoci la favola del "Beh, posso farne a meno" Perchè tra un po' dovremo fare a meno dell'istruzione e delle cure mediche. E sembrerà normale.
Non vorrei fare a meno delle cure mediche ma Penelope, nella Dublino che racconti, mi vergognerei molto a essere ricca. Ti dico la verità: tra la ricchezza vergognosa, la classe media wannabe e chi muore di fame, io vorrei stare appena sopra alla morte di fame. Sto nella classe media perché il sistema mi ha convinto che quello che non mi convince per i miei figli va bene. Però rispetto tutti punti di vista E io stessa posso cambiare idea da un momento all' altro.
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