C'era una sera berlinese che faceva freddo e stava per piovere: sarebbe stata pioggia calda, sulle gambe e sui piedi nudi.
Ero in questo cinese, fuori da un parco sulla Sprea.
Il giorno prima avevo conosciuto un ragazzo.
Tornando all'ostello, attraversavo un’area dall'aspetto un po' così post-atomico, con i capannoni abbandonati ricoperti di murales, e a un certo punto mi ero fermata a guardare, a una finestra, dei vecchietti che cantavano in tedesco, tipo fosse un centro ricreativo.
Fermata di botto, guardavo e sorridevo, credo.
Lui si è fermato accanto a me e ha detto qualcosa che non ho ascoltato, l'inglese era stentato. Mi sono incamminata, lui si è incamminato.
Visto che camminavamo assieme gli ho chiesto se aveva una sigaretta. L’ha confezionata.
Andava a giocare a biliardo in un bar.
Sono andata anch'io per giocare, poi ho visto che tutti gli avventori giocavano bene e si prendevano molto sul serio ed erano molto metallari e non ho voluto giocare più, però sono restata. C'era questa unica ragazza, bionda, bellissima e serissima, che batteva i maschi uno ad uno e degnava di sguardi scocciati solo la stecca, quando colpiva la bianca.
Così, il giorno dopo, con questo ragazzo che giocava a biliardo, abbiamo fatto una passeggiata assieme ("posso stare con te domani, vuoi?", ho pensato che se proprio doveva sì, poteva anche stare con me. Era bello).
Al cinese io parlavo solo inglese, lui solo francese, e i cinesi solo tedesco. Ho ordinato una cosa a caso, che erano ravioli fritti.
Ci siamo seduti a un tavolo sotto alla televisione, mi scappava la pipì e il bagno faceva schifo. C’erano questi tizi, uno rasta e uno tipo teutonico rettangolare, che guardavano la partita.
Al goal, mi sono quasi spaventata dell'urlo che hanno emesso. Una vecchietta si è fermata e ha chiesto chi giocava.
“On va?”, ho chiesto, e il mio francese era stentato.
Ero in questo cinese, fuori da un parco sulla Sprea.
Il giorno prima avevo conosciuto un ragazzo.
Tornando all'ostello, attraversavo un’area dall'aspetto un po' così post-atomico, con i capannoni abbandonati ricoperti di murales, e a un certo punto mi ero fermata a guardare, a una finestra, dei vecchietti che cantavano in tedesco, tipo fosse un centro ricreativo.
Fermata di botto, guardavo e sorridevo, credo.
Lui si è fermato accanto a me e ha detto qualcosa che non ho ascoltato, l'inglese era stentato. Mi sono incamminata, lui si è incamminato.
Visto che camminavamo assieme gli ho chiesto se aveva una sigaretta. L’ha confezionata.
Andava a giocare a biliardo in un bar.
Sono andata anch'io per giocare, poi ho visto che tutti gli avventori giocavano bene e si prendevano molto sul serio ed erano molto metallari e non ho voluto giocare più, però sono restata. C'era questa unica ragazza, bionda, bellissima e serissima, che batteva i maschi uno ad uno e degnava di sguardi scocciati solo la stecca, quando colpiva la bianca.
Così, il giorno dopo, con questo ragazzo che giocava a biliardo, abbiamo fatto una passeggiata assieme ("posso stare con te domani, vuoi?", ho pensato che se proprio doveva sì, poteva anche stare con me. Era bello).
Al cinese io parlavo solo inglese, lui solo francese, e i cinesi solo tedesco. Ho ordinato una cosa a caso, che erano ravioli fritti.
Ci siamo seduti a un tavolo sotto alla televisione, mi scappava la pipì e il bagno faceva schifo. C’erano questi tizi, uno rasta e uno tipo teutonico rettangolare, che guardavano la partita.
Al goal, mi sono quasi spaventata dell'urlo che hanno emesso. Una vecchietta si è fermata e ha chiesto chi giocava.
“On va?”, ho chiesto, e il mio francese era stentato.
and then Polly?
RispondiEliminainfatti...e poi?????????
RispondiEliminaPoi niente, siamo usciti.
RispondiEliminaE avete limonato. ;-)
EliminaForse sì, forse no ;)
EliminaPennac! chiedevi in twitter cosa leggere per rinfrescare il francese
RispondiEliminaIo dico Pennac! Personalmente in italiano non sono mai riuscita a leggerlo, invece in francese l'ho adorato, nonostante ai tempi fosse faticoso leggere.
Eccolo, non ci avevo pensato ma Pennac ci sta tutto.
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