Voi non ci dovete credere che mio fratello sia una persona seria.
Ci tengo a precisarlo perché è la seconda volta in un paio di giorni che qualcuno di mia conoscenza si reca nell'albergo dove lui lavora e ci tiene a dirmi che sembra una persona così seria.
Non dovete crederci.
Una settimana fa, mi sono recata presso il suo luogo di lavoro. Andavo con un'amica a teatro a vedere uno spettacolo di Moni Ovadia sulla prima guerra mondiale (splendido. Ho pianto), e ho approfittato dell'occasione per passare a salutarlo, e soprattutto per scroccare un posto dove trasformarmi da grigia impiegata in all star a wannabe intellettuale non proprio grigia ma in nero.
Mi appropinquo alla reception e interloquisco con un imberbe stagista. "Scusi, cerco mio fratello"
Timoroso, mi guarda da dietro al banco, letteralmente dal basso all'alto, visto che è seduto.
"Suo fratello sta pregando"
Non so se scoppiare a ridere subito o se sentirmi presa per il culo.
"Dove ha detto che è?"
"Sta pregando nel salotto rosa. Dice di non disturbarlo. In casi estremi dice di bussare"
"C'è un telefono nel salotto rosa?"
"Sì"
"Me lo chiami"
"Ma..."
"Me lo chiami per favore"
"Se insiste"
...
"Non risponde"
"Ok, salgo"
Al piano superiore, mio fratello ride come un pazzo.
Mi cambio nello stanzino delle signore che puliscono le camere, ci sono due divise bianche e nere appese e un asse da stiro. Forse è il ferro da stiro, che sgocciola sul pavimento. Appallottolo i miei jeans in una shopper marcata Yahoo! e scendo lo scalone.
Lui sta spostando un tavolo, conversando in inglese con due signore con un palo nel culo, e anche indirizzando un artigiano da qualche parte. Il tutto contemporaneamente. Il tutto in completo nero, che fa pendant con le sue occhiaie, con quella postura un po' da becchino, un po' da attore.
Mi accompagna a teatro con una valigetta rigida. E' vuota, serve solo per l'apparenza. Si farà rapinare, prima o poi, a causa di una valigetta vuota.
Ci sediamo a un caffè di fronte al teatro. Io ordino prosecco, lui chiede che gli si descriva il prosecco, si fa portare la bottiglia, la rigira tra le mani, legge l'etichetta, cerca l'annata, ordina una birra chiara.
Questo è mio fratello.
Non venitemi a dire che è così serio.
Ci tengo a precisarlo perché è la seconda volta in un paio di giorni che qualcuno di mia conoscenza si reca nell'albergo dove lui lavora e ci tiene a dirmi che sembra una persona così seria.
Non dovete crederci.
Una settimana fa, mi sono recata presso il suo luogo di lavoro. Andavo con un'amica a teatro a vedere uno spettacolo di Moni Ovadia sulla prima guerra mondiale (splendido. Ho pianto), e ho approfittato dell'occasione per passare a salutarlo, e soprattutto per scroccare un posto dove trasformarmi da grigia impiegata in all star a wannabe intellettuale non proprio grigia ma in nero.
Mi appropinquo alla reception e interloquisco con un imberbe stagista. "Scusi, cerco mio fratello"
Timoroso, mi guarda da dietro al banco, letteralmente dal basso all'alto, visto che è seduto.
"Suo fratello sta pregando"
Non so se scoppiare a ridere subito o se sentirmi presa per il culo.
"Dove ha detto che è?"
"Sta pregando nel salotto rosa. Dice di non disturbarlo. In casi estremi dice di bussare"
"C'è un telefono nel salotto rosa?"
"Sì"
"Me lo chiami"
"Ma..."
"Me lo chiami per favore"
"Se insiste"
...
"Non risponde"
"Ok, salgo"
Al piano superiore, mio fratello ride come un pazzo.
Mi cambio nello stanzino delle signore che puliscono le camere, ci sono due divise bianche e nere appese e un asse da stiro. Forse è il ferro da stiro, che sgocciola sul pavimento. Appallottolo i miei jeans in una shopper marcata Yahoo! e scendo lo scalone.
Lui sta spostando un tavolo, conversando in inglese con due signore con un palo nel culo, e anche indirizzando un artigiano da qualche parte. Il tutto contemporaneamente. Il tutto in completo nero, che fa pendant con le sue occhiaie, con quella postura un po' da becchino, un po' da attore.
Mi accompagna a teatro con una valigetta rigida. E' vuota, serve solo per l'apparenza. Si farà rapinare, prima o poi, a causa di una valigetta vuota.
Ci sediamo a un caffè di fronte al teatro. Io ordino prosecco, lui chiede che gli si descriva il prosecco, si fa portare la bottiglia, la rigira tra le mani, legge l'etichetta, cerca l'annata, ordina una birra chiara.
Questo è mio fratello.
Non venitemi a dire che è così serio.
Io lo amo profondamente, pur avendolo conosciuto solo dal tuo blog. Ti prego, diglielo. E magari se ci fa il disegnino portafortuna.
RispondiEliminaBoccadirose
come lo vorresti? pdf scaricabile?
EliminaAssurdamente nella 'norma' dei fratelli.
RispondiEliminaMio fratello a sedici anni ha venduto la bicicletta con cui era andato ad una festa tra amici a circa 15km da casa. Ma, ovviamente, ha preteso che il compratore della bici (scassata e a 3/4 ruggine) lo riportasse a casa sul cambrone (si chiama così la sbarra della mountain bike.. giusto??).
Tranquilla. sei in buona compagnia. Saluta tuo fratello. Sperando che dentro la valigetta non abbia il cappello simil coppetta mestruale.
:-D
Da noi mi sa che si chiama cannone.
EliminaTutto ok tranne la ricerca dell annata del prosecco
RispondiEliminawhy? non m'intendo di prosecco, mi piace quasi sempre.
EliminaIo lo adoro, tuo fratello, ma questo già lo sai :)
RispondiEliminaE Pure io lo adoro. Sandra frollini salutamelooooooooooo
RispondiEliminaokz :)
EliminaI gay sono sempre divertentissimi.
RispondiEliminaMio fratello ad esempio gira per la città con una bici pieghevole su cui a attaccato un paio di baffi comprati da tiger
Tuo fratello è serissimo. Ci vogliono grande serietà e rigore per essere così AVANTI!
RispondiEliminati prego, se legge si gasa abbestia.
Eliminaeh eh effettivamente sembra anni luce avanti... :-)
RispondiEliminaMi dispiace contraddirti. Guardare l'annata del prosecchino e ordinare birra è ultraserio. ;-)
RispondiEliminaIo sarò un fratello così un giorno. Ci sto lavorando
RispondiEliminaoddio. :)
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