Ignorare o fare ignorare agli altri un padre ruandese, se vivi in Belgio con tua madre belga, potrebbe non essere semplice.
Anche se suo padre faceva di tutto, per farsi dimenticare.
Spariva regolarmente. Più o meno per lavoro.
Ma più mancava, più c'era.
L'eredità di suo padre, lui ce l'aveva tatuata su ogni centimetro di pelle. La sua pelle gridava che lui non era belga come gli altri. Anche se non aveva mai visto l'Africa. Quello stronzo di suo padre.
Quando tuo padre sparisce regolarmente pensi che sia colpa tua, pensi di aver fatto qualcosa, pensi di essere un piccolo stronzo. Pensi di essere l'unico. Pensi che gli altri il papà ce l'hanno. Vedi fottuti padri ovunque, ovunque.
Ma tu non sai se il loro è un padre di merda oppure no.
Una volta suo padre sparì del tutto. Questa volta non volontariamente. Questa volta per sempre.
Non cambio granché.
Lui poi si mise a comporre musica. Si faceva chiamare il Maestro.
Scrisse di suo padre che spariva. Scrisse che gli altri il padre l'avevano. Un padre che capiva senza bisogno di parlare, un padre che non si nascondeva, che c'era. Scrisse che il mondo era pieno di padri. Padri ovunque, finché non varcava la soglia di casa.
In tutte le discoteche d'Europa si ballava la sua canzone.
In fondo, il padre non l'aveva nessuno.
In tutte le discoteche d'Europa, tutti stavano cercando il proprio padre.
*queste righe sono evidentemente frutto della mia immaginazione.
Anche se suo padre faceva di tutto, per farsi dimenticare.
Spariva regolarmente. Più o meno per lavoro.
Ma più mancava, più c'era.
L'eredità di suo padre, lui ce l'aveva tatuata su ogni centimetro di pelle. La sua pelle gridava che lui non era belga come gli altri. Anche se non aveva mai visto l'Africa. Quello stronzo di suo padre.
Quando tuo padre sparisce regolarmente pensi che sia colpa tua, pensi di aver fatto qualcosa, pensi di essere un piccolo stronzo. Pensi di essere l'unico. Pensi che gli altri il papà ce l'hanno. Vedi fottuti padri ovunque, ovunque.
Ma tu non sai se il loro è un padre di merda oppure no.
Una volta suo padre sparì del tutto. Questa volta non volontariamente. Questa volta per sempre.
Non cambio granché.
Lui poi si mise a comporre musica. Si faceva chiamare il Maestro.
Scrisse di suo padre che spariva. Scrisse che gli altri il padre l'avevano. Un padre che capiva senza bisogno di parlare, un padre che non si nascondeva, che c'era. Scrisse che il mondo era pieno di padri. Padri ovunque, finché non varcava la soglia di casa.
In tutte le discoteche d'Europa si ballava la sua canzone.
In fondo, il padre non l'aveva nessuno.
In tutte le discoteche d'Europa, tutti stavano cercando il proprio padre.
*queste righe sono evidentemente frutto della mia immaginazione.
Proprio stamattina, per la prima volta, mi son decisa ad ascoltare questa famosa canzone del Maestro di cui tanto avevo sentito parlare... Meraviglia (con lacrimuccia)!
RispondiElimina:)
E' molto carina ma il fatto che la diano in loop in tutti i bar della romagna mi fa dubitare XD
EliminaIl tuo post è bellissimo, se vieni a Roma a vedere Stromae in inverno, quando sarà in tour in Italia, sarei felice d'incontrarti di persona... il video, in cui lui stesso, a un certo punto, diventa questo "papà-manichino" è una botta clamorosa.
RispondiEliminaGeniale, davvero. Non so se verrò a vederlo (tra l'altro è anche a Milano, più vicino), perché se venissi sola, le bimbe mi disconoscerebbero; venissi con le bimbe spenderei alcune centinaia di euro con il rischio di dovermene andare a mezz'ora dall'inizio...
EliminaGrazie, eh ( in tutti i sensi :-) )
RispondiEliminaBello.
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