Ho passato uno splendido week end fuori e al ritorno ho visto un pezzetto del mio comune devastato da un alluvione.
Salendo verso la collina, è stata un'escalation.
Dapprima campi e giardini "spettinati" e la strada polverosa. Qualcosa che non va, qualcosa che non torna, in una splendida campagna appena fuori città.
Poi si comincia a salire, vicino all'epicentro del disastro.
Le colture sono devastate per alcuni chilometri: tre giorni fa erano verdi e rigogliose. Vedi le viti completamente spoglie, ci sono a malapena i pali che le reggono e qualche ramoscello stecchito. Vedi i confini della strada franati in alcuni punti. Il fango si è in parte seccato, in questi giorni, ma si notano le collinette scomposte, prive di erba
A volte c'è un cumulo alto di grandine che sembra neve.
Poi sali ancora, e a un certo punto ci sono un paio di guard rail pericolanti, e guardi in basso e c'è ancora un lago di fango e un auto rovesciata. Visto così, pare sia il letto del fiume, ma non ne sono certa.
Ci sono dei cortili dove mobili da giardino e non e sterpaglie sono ammassati dentro a un'indecifrabile palla di fango.
Poi grazie a Dio il disastro degrada verso toni più tenui, se sali verso la collina è come se non fosse successo nulla. A casa mia non è successo nulla.
Io vivo un po' fuori dal mondo, non prendetemi troppo sul serio. Ma quello che sto constatando è che non sento urla, pianti e lamenti.
Sabato mattina ho visto i mezzi al lavoro e spazzini che pulivano le strade, quando sono partita. La strada principale era chiusa, mi dirigevo verso l'autostrada passando per le campagne retrostanti e pensavo fosse piovuto e non avessero retto le fognature, o cose del genere. C'erano dei vecchi per strada, con gli stivali da pesca, che osservavano sconsolati. Il panorama era strano.
Poi al ritorno ho visto il disastro.
Ora, passerò davanti al fango ogni mattina, per andare al lavoro. Vedrò che si rapprende. Vedrò le persone che vivono nelle case dai cortili devastati, uscire e sistemare. Senza rassegnazione. Certo, l'amarezza.
Ma noi siamo romagnoli, si viene dalla terra.
Passerà.
Salendo verso la collina, è stata un'escalation.
Dapprima campi e giardini "spettinati" e la strada polverosa. Qualcosa che non va, qualcosa che non torna, in una splendida campagna appena fuori città.
Poi si comincia a salire, vicino all'epicentro del disastro.
Le colture sono devastate per alcuni chilometri: tre giorni fa erano verdi e rigogliose. Vedi le viti completamente spoglie, ci sono a malapena i pali che le reggono e qualche ramoscello stecchito. Vedi i confini della strada franati in alcuni punti. Il fango si è in parte seccato, in questi giorni, ma si notano le collinette scomposte, prive di erba
A volte c'è un cumulo alto di grandine che sembra neve.
Poi sali ancora, e a un certo punto ci sono un paio di guard rail pericolanti, e guardi in basso e c'è ancora un lago di fango e un auto rovesciata. Visto così, pare sia il letto del fiume, ma non ne sono certa.
Ci sono dei cortili dove mobili da giardino e non e sterpaglie sono ammassati dentro a un'indecifrabile palla di fango.
Poi grazie a Dio il disastro degrada verso toni più tenui, se sali verso la collina è come se non fosse successo nulla. A casa mia non è successo nulla.
foto: Il Resto Del Carlino |
Io vivo un po' fuori dal mondo, non prendetemi troppo sul serio. Ma quello che sto constatando è che non sento urla, pianti e lamenti.
Sabato mattina ho visto i mezzi al lavoro e spazzini che pulivano le strade, quando sono partita. La strada principale era chiusa, mi dirigevo verso l'autostrada passando per le campagne retrostanti e pensavo fosse piovuto e non avessero retto le fognature, o cose del genere. C'erano dei vecchi per strada, con gli stivali da pesca, che osservavano sconsolati. Il panorama era strano.
Poi al ritorno ho visto il disastro.
Ora, passerò davanti al fango ogni mattina, per andare al lavoro. Vedrò che si rapprende. Vedrò le persone che vivono nelle case dai cortili devastati, uscire e sistemare. Senza rassegnazione. Certo, l'amarezza.
Ma noi siamo romagnoli, si viene dalla terra.
Passerà.
Vi sono vicina... L'importante è che non ci siano feriti... Come hai detto tu, finché i danni sono materiali, non ci può essere rassegnazione, si ritorna sempre a vivere... Nonostante non siano comunque cose da poco...
RispondiEliminaMaira
Grazie, che io sappia nessun ferito.
Eliminaquando la furia della natura si scatena di rimane fermi immobili come impotenti... qua a Genova purtroppo lo ricordiamo bene
RispondiEliminaEh. "Fortunatamente" qui ha colpito poche famiglie.
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