Me lo ha detto un uccellino

Da qualche giorno la mia famiglia si è arricchita di un volatile.

Vivo in una casetta di due piani, metà di mattoni e metà di sasso di fiume, a strapiombo su un rio. L'ingresso di casa è a est, in un cortiletto sul quale si affacciano degli appartamenti e una piccola casa di riposo, mentre tutte le finestre di casa sono sul lato sud-ovest, che guardano il rio e le colline con gli ulivi dietro cui tramonta il sole.
Al piano superiore ci sono tre porte-finestre: quella delle scale, quella della mia camera e quella della camera delle bambine.
Al piano inferiore c'è la finestra della cucina e del salotto.
Da qualche giorno, dicevo, un uccellino con il petto giallo e delle lunghe penne sulla coda, vola su e giù di fronte alle nostre finestre. A volte si appoggia in una presa d'aria cava e quando cinguetta sembra sia proprio dentro alla nostra cucina.
I primi giorni lo vedevamo comparire mentre facevamo colazione.
Faceva dei piccoli voli su e giù e poi dava delle beccate sul vetro, con regolarità. Sembrava ci salutasse e ci faceva tenerezza.

Il gatto impazziva: si appostava sotto alla finestra, chiedeva di uscire, l'ho persino visto tentare di arrampicarsi sul muro, in verticale, piantando le unghie nel cornicione della finestra.
Abbiamo provato a lasciare del pane all'uccellino, ma non lo ha beccato, perché il rio sotto casa è pieno, credo, di semi, di vermiciattoli, di insetti e di potenziale cibo.
Però continua a beccare il vetro. Da quando s'è fatto freddo bussa con regolarità disperata. Se provo ad avvicinarmi alla finestra sparisce per un po'.
Immagino che senta il calore della mia finestra e pensi che è verso quel calore che la sua famiglia è migrata, dimenticandolo.
Non so che fare, e aspetto, tra qualche giorno, di non vederlo più svolazzare.