L'altro giorno si parlava di registro elettronico. Ma io non sono mica tanto convinta.
Sono convinta del fatto che si debba dematerializzare, digitalizzare ma soprattutto che la scuola non debba essere sinonimo di cultura polverosa pseudo-sinistroide (non sto citando un annoso luogo comune ma la mia esperienza alle superiori), ma che debba insegnare, almeno un minimo, cosa c'è là fuori. E per insegnare che la realtà è digitale, suppongo si debba digitalizzarsi.
A me, per esempio, d'accordo che ho finito le superiori nel 2002, cioè da un po' di anni, ma tutto ciò che mi hanno insegnato in quattro lezioni di informatica è stato il Turbo Pascal. Sì, vabbè, ma Office?
Concettualmente però, questa storia mi lascia perplessa.
Questa continua violazione della privacy che ci autoinfliggiamo e che infliggiamo ai nostri figli. Un minorenne non ha gli stessi diritti di un maggiorenne? E non li ha anche rispetto ai propri genitori?
Secondo me i genitori non dovrebbero poter accedere al registro elettronico, a meno che non ne facciano motivata richiesta.
Perché dovrei controllare se le mie figlie sono arrivate in orario?
Perché dovrei essere al corrente di ogni voto?
Non basta che la sera ci sediamo a tavola e parliamo? Non basta che sento regolarmente le insegnanti? Mia figlia non ha il diritto di voler condividere con me quello che le pare, e non necessariamente ogni suo movimento?
Ma poi mi spaventa l'uso che potrei farne, del registro elettronico.
Perché io sono una persona distratta, molto. A volte sono assente anche quando ci sono. Sarà che sono costretta a pensare veloce, o che sono solo troppo presa dal suono che fanno i miei pensieri.
E allora cavolo, il registro elettronico mi semplificherebbe la vita. Terrei monitorate le ragazze quando sono in ufficio. Avrei più o meno sempre la situazione in mano. Mi sentirei in pace con me stessa, andrei a vedere ogni giorno i loro voti e non avrei più quella brutta sensazione di ignorarle.
Farei finta di esserci, senza che loro mi vedano.
Ma loro hanno bisogno di percepire che ci sono, hanno bisogno di scambiare delle parole con me, hanno bisogno di sentire che quando ci parliamo io sono lì, e respiro, e mi batte il cuore, e provo delle sensazioni. Hanno bisogno di guardarmi in faccia per capire se sono arrabbiata, hanno bisogno di sorridere con me se hanno preso un buon voto.
Ma soprattutto hanno bisogno di imparare a gestire la loro libertà. Di scoprire sulla loro pelle che se tacciono un pessimo voto, o un comportamento errato, forse, prima o poi, il nodo verrà al pettine. O forse la scamperanno. Hanno bisogno di testare quanto si può sperare nella fortuna e quanto si deve puntare sull'impegno.
Hanno bisogno di scoprire da sole se vale la pena o no, fare buco da scuola. Hanno bisogno di provare l'esperienza di mentirmi, se lo ritengono opportuno. Hanno bisogno di trovare la loro identità, sbagliando o gioendo di quello che di bello riescono a raggiungere.
Io non possiedo parole più convincenti dell'esperienza. Non sono in grado di far risparmiare loro tempo ed energie attraverso il controllo e il consiglio. Semplicemente perché non funziona.
Il registro elettronico qui a BucoDelCulo non c'è ancora, ca va sans dire.
Io però spero che quando ci sarà i professori ci parlino (continuino a, nel caso già lo facciano), con i ragazzi, che non demandino l'osservazione, l'ascolto, il dialogo al sistema gestionale, che non si limitino a registrare le performance, le assenze e a che ora i ragazzi hanno timbrato il cartellino.
Io spero, dal canto mio, di guardare il registro elettronico solo se capitano momenti bui e non so da dove cominciare.
E spero che le bimbe assaggino i loro limiti e facciano buon uso della loro libertà. Che non siano sempre oppresse dai devo e mai votate ai voglio. Che imparino a dosare il mix, anche a costo di sbagliare.
E che il registro elettronico rimanga solo un mezzo, e non diventi, come i social network, una modalità di interazione.
Ma poi, che ne so di come saranno loro da adolescenti. E che ne so se, con la testa sempre altrove, tra dieci anni potrò dire di essere stata una brava mamma. Ammetto che questo post è ingenuo. Mi piacerebbe conoscere il parere dei genitori di adolescenti.
Sono convinta del fatto che si debba dematerializzare, digitalizzare ma soprattutto che la scuola non debba essere sinonimo di cultura polverosa pseudo-sinistroide (non sto citando un annoso luogo comune ma la mia esperienza alle superiori), ma che debba insegnare, almeno un minimo, cosa c'è là fuori. E per insegnare che la realtà è digitale, suppongo si debba digitalizzarsi.
A me, per esempio, d'accordo che ho finito le superiori nel 2002, cioè da un po' di anni, ma tutto ciò che mi hanno insegnato in quattro lezioni di informatica è stato il Turbo Pascal. Sì, vabbè, ma Office?
Concettualmente però, questa storia mi lascia perplessa.
Questa continua violazione della privacy che ci autoinfliggiamo e che infliggiamo ai nostri figli. Un minorenne non ha gli stessi diritti di un maggiorenne? E non li ha anche rispetto ai propri genitori?
Secondo me i genitori non dovrebbero poter accedere al registro elettronico, a meno che non ne facciano motivata richiesta.
Perché dovrei controllare se le mie figlie sono arrivate in orario?
Perché dovrei essere al corrente di ogni voto?
Non basta che la sera ci sediamo a tavola e parliamo? Non basta che sento regolarmente le insegnanti? Mia figlia non ha il diritto di voler condividere con me quello che le pare, e non necessariamente ogni suo movimento?
Ma poi mi spaventa l'uso che potrei farne, del registro elettronico.
Perché io sono una persona distratta, molto. A volte sono assente anche quando ci sono. Sarà che sono costretta a pensare veloce, o che sono solo troppo presa dal suono che fanno i miei pensieri.
E allora cavolo, il registro elettronico mi semplificherebbe la vita. Terrei monitorate le ragazze quando sono in ufficio. Avrei più o meno sempre la situazione in mano. Mi sentirei in pace con me stessa, andrei a vedere ogni giorno i loro voti e non avrei più quella brutta sensazione di ignorarle.
Farei finta di esserci, senza che loro mi vedano.
Ma loro hanno bisogno di percepire che ci sono, hanno bisogno di scambiare delle parole con me, hanno bisogno di sentire che quando ci parliamo io sono lì, e respiro, e mi batte il cuore, e provo delle sensazioni. Hanno bisogno di guardarmi in faccia per capire se sono arrabbiata, hanno bisogno di sorridere con me se hanno preso un buon voto.
Ma soprattutto hanno bisogno di imparare a gestire la loro libertà. Di scoprire sulla loro pelle che se tacciono un pessimo voto, o un comportamento errato, forse, prima o poi, il nodo verrà al pettine. O forse la scamperanno. Hanno bisogno di testare quanto si può sperare nella fortuna e quanto si deve puntare sull'impegno.
Hanno bisogno di scoprire da sole se vale la pena o no, fare buco da scuola. Hanno bisogno di provare l'esperienza di mentirmi, se lo ritengono opportuno. Hanno bisogno di trovare la loro identità, sbagliando o gioendo di quello che di bello riescono a raggiungere.
Io non possiedo parole più convincenti dell'esperienza. Non sono in grado di far risparmiare loro tempo ed energie attraverso il controllo e il consiglio. Semplicemente perché non funziona.
Il registro elettronico qui a BucoDelCulo non c'è ancora, ca va sans dire.
Io però spero che quando ci sarà i professori ci parlino (continuino a, nel caso già lo facciano), con i ragazzi, che non demandino l'osservazione, l'ascolto, il dialogo al sistema gestionale, che non si limitino a registrare le performance, le assenze e a che ora i ragazzi hanno timbrato il cartellino.
Io spero, dal canto mio, di guardare il registro elettronico solo se capitano momenti bui e non so da dove cominciare.
E spero che le bimbe assaggino i loro limiti e facciano buon uso della loro libertà. Che non siano sempre oppresse dai devo e mai votate ai voglio. Che imparino a dosare il mix, anche a costo di sbagliare.
E che il registro elettronico rimanga solo un mezzo, e non diventi, come i social network, una modalità di interazione.
Ma poi, che ne so di come saranno loro da adolescenti. E che ne so se, con la testa sempre altrove, tra dieci anni potrò dire di essere stata una brava mamma. Ammetto che questo post è ingenuo. Mi piacerebbe conoscere il parere dei genitori di adolescenti.
secondo me il registro eletronico è solo uno strumento e come tale non è ne buono ne cattivo, ha pregi e difetti. Dipende dall'uso che se ne fa.
RispondiEliminaSe tu vedi che tua figlia ha fatto buco o ha preso un brutto voto, sei libera di far finta di non aver controllato e vedere come si comporta lei. Oppure puoi cazziarla e basta.
In altre parole, se sarà un bene o un male dipenderà dalle persone che lo usano.
Che poi, se un insegnante o un genitore delega al registro elettronico la funzione di dialogo, forse non avrebbe comunicato veramente col bambino neanche senza registro elettronico. Forse.
p.s. il turbo pascal serve a imparare a scrivere software, è un linguaggio di programmazione che anche se non ha un uso industriale, sembra essere buono dal punto di vista didattico per quello che riguarda le ligiche di base della programmazione.
E' un po come le tabelline della matematica, puoi vederle solo come una inutile sequenza di numeri, o come una sequenza logica che sta alla base di tanto altro sia in campo matematico che in molti altri campi.
A prescindere dal fatto che non voglio prendere davvero posizione sull'argomento, perché non ho figli adolescenti e dunque non so se sentirò la necessità di lurkare le mie figlie, trovo che non si tratti di farne buon uso o cattivo uso. Trovo che spiare sia una mancanza di rispetto, tutto qui.
Eliminaok, allora non spiarle. Il registro elettronico non ti obbliga a farlo.
EliminaTi seguo sempre e mi piace molto come ragioni, ma stavolta non sono d'accordo. Forse perché sono un'insegnante.
RispondiEliminaNon credo che il rapporto con le tue figlie cambierà perché sarai informata in tempo reale delle loro assenze o dei voti. Tu sei un'adulta e capirai anche quando evitare di sgridarle. Loro, come tutte le adolescenti, troveranno il modo per fartela sotto il naso comunque. E tutto tornerà come prima. Un prima dal volto digitale, ma come prima.
Gli insegnanti si sentono spesso dire che sono aggeggi obsoleti e sinistrorsi, incapaci di gestire le sfide del presente (cito volutamente luoghi comuni). E noi invece, la maggior parte, vogliamo misurarci con le continue necessità di usare metodi e contenuti che rendano credibile ed interessante ciò che raccontiamo ogni giorno.
Il registro elettronico non serve a violare la privacy degli individui, così come il telefono cellulare non serve ad intercettarci e spiarci, i blog non servono a sfogare manie di protagonismo, FB non mette in piazza la vita privata delle persone...
Il mezzo non cambia la sostanza delle cose. E la sostanza delle cose è che la responsabilità dell'educazione e della formazione di ragazzi che non hanno raggiunto la maggiore età è sia degli insegnanti che dei genitori. Il registro elettronico rende più semplice tale condivisione.
Per quel che riguarda me, un'insegnante come tante, gravata da non indifferenti responsabilità per uno stipendio che mi mette pure - ironia della sorte - nella condizione di dovere sopportare le prese in giro di chi mi dà della fallita, il registro elettronico è uno strumento che permette di lavorare con precisione, puntualità e correttezza. Ho imparato ad usarlo e i ragazzi sanno bene che la mia professionalità passa anche attraverso questo piccolo gesto. Con rispetto. Agnese
Ciao Agnese, grazie per l'ottimo commento. Ho cercato di moderare leggermente il post perché l'obiettivo non era criticare gli insegnanti o sostenere che si occuperanno meno dei ragazzi (anche se continuo a pensare che, vuoi che non ci siano i fondi per l'aggiornamento professionale, vuoi che il lavoro sia frustrante in sè, continuo a pensare che quello che si studia a scuola non abbia moltissimo a che fare con la realtà, la vita, il lavoro). L'obiettivo del post era sostenere che i mezzi sono solo mezzi, e, come sempre, quello che fa la differenza, con i propri figli, è il rapporto.
EliminaCerto. E' così, ci mancherebbe. Ed anche la mia provocazione di scrivere che il mezzo non cambia la sostanza delle cose è solo una provocazione utile, spero, a trasmettere il senso delle difficoltà da parte della scuola italiana nel mantenere una possibile rotta nel mare agitato di questa lunga fase di transizione...
EliminaUn'unica cosa mi spiace (sarò la solita secchiona rispettosa delle regole e UFFA, me lo dico da sola!): leggere con quanta nostalgia alcuni genitori evocano le fughe a scuola come se rappresentassero una sorta di rito di passaggio irrinunciabile per la crescita di un individuo...Anche io ho fatto qualche fuga ma non è che abbia provato chissà quale senso di liberazione. Però, ripeto, credo di essere io quella strana, aggravata da un senso del dovere elefantiaco.
Per quanto riguarda l'inadeguatezza della scuola nell'essere luogo in cui si impara ad affrontare la realtà mi piacerebbe molto che tu provassi a fare il punto sulle tue convinzioni...chissà in un prossimo post!
ma no guarda, il senso del dovere l'avevo anch'io. Però adesso più di quando andavo a scuola, mi rendo conto quanto anche sia importante divertirsi e godersi la vita. Fare solo quello che è dovere (come non saltare mai la scuola) ti fa vivere nella ruota del criceto.
Eliminaio credo che il registro elettronico sia un buono strumento, altro è il discorso sull'ossessione di controllo che molti genitori hanno sui propri figli., mi spaventa di più il fatto che si possa essere amici dei propri amici su fb, per esempio. sarà che credo nella figura del genitore- amico.
RispondiEliminaio invece, osservando genitori di adolescenti, ho scoperto che essere amici dei figli e interagire su fb serve a far vedere a tutti coloro che sono "amici" dei propri figli, che questi ultimi non sono da soli. E' come quando vai in giro con il cane, no, che i malintenzionati ci pensano due volte prima di aggredirti ;)
EliminaMia figlia è in prima superiore e ha il registro elettronico.
RispondiEliminaIo le ho promesso che non lo guarderò mai prima che lei torni a casa e mi possa raccontare come è andata.
Lo consulto solo per le comunicazioni che non arrivano più in cartaceo ma sono tutte lì.
Certo la tentazione di intromettersi nella loro vita è alta...
Comunque concordo pienamente con tutto ciò che hai scritto. Dovrebbero avere il diritto di fare le loro scelte, anche marinare la scuola, senza che i genitori posso "far finta" di controllarli, come dici tu.
Ma tant'è: ancora una volta tutto è lasciato in mano al singolo genitore, che può decidere di utilizzare questi strumenti senza interferire troppo nella vita del figlio oppure può aspettarlo sulla porta con un bastone in mano perché sa che ha preso un tre!
Ecco, la tua mi sembra una modalità molto sana di fruizione del registro elettronico.
EliminaAhah, anche io ho fatto solo Turbo Pascal al liceo O_o E pensa che ero in una sezione "sperimentale informatica"!!
RispondiEliminaIl registro elettronico è una boiata... secondo me, è
RispondiEliminaciao
RispondiEliminaio sono un'insegnante, ero contraria al registro elettronico, ma da qualche mese ce l'ho e ho dovuto ricredermi. per noi è comodo, dimezza la burocrazia, non mi limita per nulla nel mio ossessivo bisogno di "prendere appunti" sui miei ragazzi nella parte a me e a me sola riservata ("è stanco", "incoraggiare", ripassare tabelline, timidezza, problemi di ansia l'anno scorso, bla bla bla,..) che alla fine fanno parte degli strumenti (non i soli, ovviamente) che mi danno l'impressione di occuparmi di loro come persone. riceviamo file di genitori e non smetteremo di farlo...
per fortuna non sei obbligata a guardare il registro elettronico, da genitore, se non lo vuoi fare. come nessuno ti obbliga a guardare il libretto o il diario o a essere presente ai colloqui o alle ore di udienza o alle votazioni per i genitori. c'è tutto un sacrosanto margine di metterci dentro la vicinanza ai nostri figli con i tempi e i modi che vogliamo.
e ccci mancherebbe!!!
ciao
Ma certo che per voi è comodo ed è giusto così. Dico solo che per noi genitori potrebbe essere così comodo che magari ci dimentichiamo di chiedere ai nostri figli come sono andati a scuola. ;)
EliminaSono d'accordo con te sulla questione registro. Se gli insegnanti ci si trovano bene, lo usino, ma il fatto di poterlo far vedere ai genitori è proprio un'altra cosa. Sul turbo Pascal invece, magari me l'avessero insegnato. Office si impara da soli, quello e la logica molto meno e con molta più fatica.
RispondiEliminaA parte che io, che non sapevo manco accendere un pc, per imparare office così, da zero, mi sono letta il manuale XD.
EliminaIl turbo pascal non l'ho imparato a scuola e non ne ho sentito la mancanza ;)
Come già altri hanno detto è uno strumento e quindi molto dipende dall'uso che se ne fa.
RispondiEliminaMio figlio è adolescente e stiamo sperimentando come e con che modalità gestire la libertà, ma non trovo sbagliato un controllo a distanza, che ad esempio potrebbe aiutare a spiegare dei disagi che spesso i figli non vogliono (o non sanno) condividere.
Poi la comunicazione in una famiglia o c'è o non c'è, non sarà certo un registro elettronico a metterla in pericolo se è già presente.
Sicuramente invece è sacrosanto lasciar vivere ai figli le loro esperienze.
Ma anche insegnare loro come rapportarsi con le esperienze ed in un'epoca in cui anche loro whatsappano, instagrammano, feisbuccano etc etc, non vedo cosa ci sia di male ad adeguarsi ed usufruire della tecnologia.
Non si tratta di spiare, a mio avviso, ma anche di vigilare. Un genitore ha anche responsabilità verso i figli.
certo che abbiamo responsabilità. Ma non capisco cosa può fare di male un bambino a scuola. Penso che questo tipo di controllo rischi di focalizzarsi sulla forma e non sulla sostanza. Ma, ripeto, parere mio senza cognizione di causa dal momento che non l'ho provato.
EliminaNon non intendevo controllare a scuola, ma ad esempio se un ragazzino fa assenze senza avvisare la famiglia, o nasconde una riga di insufficienze e tu non lo sai o non te ne accorgi, sapere che in difficoltà può aiutare nel recuperare il disagio.
EliminaPersonalmente io non pecco di eccesso di controllo e penso che un 5 non ha mai ammazzato nessuno e nemmeno una nota sul registro.
una mia collega inglese mi diceva che ormai è diffuso fra le mamme il sistema di controllare esattamente dove sono i figli tramite il gps dell'iphone/ipad. insomma, la madre a casa può controllare in tempo reale dove si sta spostando il figlio in città, sulla cartina. A me il pensiero fa inorridire. ma londra è una città pericolosa, mi diceva. non sono per niente convinta.
RispondiEliminama sai, un conto è controllare effettivamente il pericolo. Un conto è farli vivere nel Truman show.
Eliminasecondo me le cose che vanno male sono destinate sempre a peggiorare, te lo dice non murphy, ma uno che andava a scuola anche il sabato ed alle elementari aveva solo 2 libri, 3 quaderni penna, matita e 6 pastelli fila, però con una licenza di 5 elementare ci teneva agevolmente la contabilità di una falegnameria con 3 operai
RispondiEliminaE' chiaro che la licenza di quinta non era mica facile da prendersi, c'era l'esame di stato e le scuole bocciavano per evitare brutte figure con le commissioni esterne e poi volevano evitare di ceare false aspettative a tante braccia che potevano ritagliarsi la loro felicità nelle varie attività produttive .
i cittadini dovrebbero riappropriarsi delle istituzioni tutte
mio nonno aveva solo la terza, però a fare i conti era bravissimo. A sei anni faceva l'aiuto contadino e a poco più di venti aveva una società di traslochi che dava lavoro a degli operai e in seguito anche i suoi tre figli. Poi vabbè, sono arrivate la cooperative paraculate dalle amministrazioni locali e lui ha fatto la cazzata di voler andare avanti, di non voler vendere.
Eliminaio sono nata negli anni '90, mi sono diplomata in un liceo dove se entravi con 5 minuti di ritardo arrivava un sms sul cellulare di mia madre qualche giorno dopo, se invece dopo la seconda ora non ero in classe il giorno stesso veniva segnalato sempre via sms con mia madre... Mai fatto un filone, ERA IMPOSSIBILE!
RispondiEliminaIl registro elettronico c'era, ma non lo usavano i professori, tranne qualcuno, ma io non ho mai dato la password ai miei genitori...
Io personalmente credo che mi mancheranno per sempre i racconti epici di molti che possono vantare colossali figure di ***, davanti ad un'intera comitiva, dopo essere stati beccati dal proprio papà in un altro paese a mangiare un panino sul lungomare nell'orario scolastico e cose del genere... Poi mi rendo conto che certe cose hanno la loro utilità, ma io non ho figli!
maronna, alla fine c'era un controllo al tuo liceo che registro elettronico o no, poco sarebbe cambiato...
EliminaSono molto d'accordo con te.
RispondiEliminaSi controlla l'andamento ma non il sentimento.
Quello va vissuto.
E poi cazzo, saranno pur libere di bigiare la scuola, ogni tanto, quando saranno più grandi?
che sfortuna essere nate nell'era del grande fratello eh. :)
Eliminabah secondo me dire che "è solo un mezzo" è una mezza ingenuità. come fai notare tu si potrebbe paragonare ai social network o ai giornali online ...
RispondiEliminaNovità tecnologiche che in effetti hanno cambiato il modo di interagire o di fare giornalismo.
Io non so una pippa di sociologia dei media, però "il mezzo è il messaggio", mi è sempre semrbata una frase intelligente.
un conto è digitalizzare il sistema scolastico e un conto è dare accesso ai genitori.
Le notizie "filtrate" dai figli sono sicuramente un'altra cosa.
Riguardo alle bigiate... Mi ricordo con piacere com'era difficile intercettare la cartolina (cartacea) che veniva inviata dal nostro liceo quando stavamo assenti. c'era una specie di battaglia tra studenti e bidelli. ah ah ah
eccerto, anche la macchina è "solo" un mezzo, ma se andassi a lavorare a cavallo la mia vita probabilmente sarebbe abbastanza diversa.
EliminaSono davvero d'accordo con te. Non ho letto gli altri commenti, ma convivo con la tua paura, quella di esserci senza che loro vedano. E che loro non vedano che ci sono. O, addirittura, di illudermi di esserci perché li "spio", ma di non esserci davvero con tutto l'impegno che questo implica. Perché quel che conta non è lo strumento, ma la relazione. Però ci sono strumenti che favoriscono la relazione, altri meno.
RispondiEliminaGrazie per questo post
Esattamente, quello che mi importa è che loro mi vedano fisicamente.
EliminaNon sono d'accordo sul fatto che i figli abbiano diritto di bigiare la scuola.
RispondiEliminaSui voti sono d'accordo, c'è il ricevimento, la pagella di fine quadrimestre, là dove il dialogo non basta, non è il registro che ci cambia la vita.
Ma temo che, in un'età in cui comunicare non è facile, le mie figlie possano fare errori - e non parlo di non andare a scuola ogni tanto.
Sapere se sistematicamente non vanno a scuola potrebbe essere importante.
bè, se la cosa è sistematica ok.
Eliminama suppongo che nella maggioranza dei casi non sia un comportamento sistematico. Se tutti marinassero continuamente non si dovrebbe interrogare solo il genitore riguardo al figlio, ma anche la scuola circa i metodi didattici, disciplinari eccetera.
Mi sono diplomata nel 2006 e all'epoca se facevi troppe assenze telefonavano a casa. Per cui la "furbata" di saltare un giorno la potevi passare liscia, fare quel che ti pareva no. Sul registro elettronico mi trovo scettica...anche perché oltre a non sopperire ai problemi di comunicazione in famiglia, rischia di dare un ulteriore strumento ai genitori morbosi. A me spaventa l'idea che il controllo si sostituisca alla conoscenza del proprio figlio. (Sarà che 1984 mi ha rovinato la vita :D)
RispondiEliminaP.s. Non sapendo se mi ha "preso" l'account di wordpress mi "firmo" anche qui http://mrsmacabrette.wordpress.com
Quindi un minore avrebbe diritto di bigiare a scuola? Ha diritto alla privacy? Tu ne hai la responsabilità. Lui no. La scuola te lo comunica... O a voce o col registro elettronico e tu hai il dovere di prendere atto di quella comunicazione e di prendertene la responsabilità. Perché legalmente è tua la responsabilità. Monitorare un figlio non è uguale a controllarlo.
RispondiEliminaAd oggi, a distanza di 5 anni e con tre figlie adolescenti controllo regolarmente il registro elettronico. Continuo a pensare che bigiare la scuola non sia grave e perché funzioni il genitore non deve esserne al corrente. Tuttavia, mi rendo conto che se li lasci allo stato brado è un problema, quindi posso dire che mi sono ricreduta. Legalmente non me ne frega un cazzo, però.
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