Nei giorni
come questo penso a mio nonno Gino. Vorrei che entrasse da quella
porta chiamando “D’la ca’! J’é inciô?” (Della casa! C’è
nessuno?).
La domenica mattina lui faceva visite.
Era piuttosto invadente: faceva il giro della casa e valutava, poi
usciva e passava all’amico o al parente successivo. Le sue visite
cominciavano presto, quando la gente dormiva e terminavano prima del
pranzo, ce aveva luogo a mezzogiorno in punto. Da piccola non mi ero
accorta che il nonno era un rompipalle. Mia madre, sua figlia, lo
adorava. Penso che fosse l’unica persona al mondo che mia madre
adorasse. Tutti lo adoravamo. Parcheggiava il camion (di lavoro
faceva i traslochi) sotto casa, riconoscevi il suo suono quando
arrivava. Odorava di nafta e alcol. Beveva un po’. Forse molto,
anche a colazione metteva il cognac nel caffè. Però non l’ho mai
visto stare male o fare cose strane, quando beveva. Salivamo tutti
tranquillamente sul camion con lui. Una volta ricordo che andammo a
fare una grigliata con i suoi amici ricchi (era un uomo brillante e
pieno di amici), e lui cantava molto assieme a Cassio, che aveva
un’orchestra di liscio romagnolo e che poi cantò anche al suo
funerale. Quando tornammo a Faenza, ricordo che la strada era molto
impervia, da fare in camion, e mia nonna si teneva forte alla
maniglia dello sportello ed era incazzata.
Lo adoravano tutti. Mia nonna lo
odiava, e pensavamo tutti che fosse una vecchia cattiva. Lo chiamava
spesso “testa ‘d caz”. Mia nonna odiava anche i suoi amici,
sarebbe stata volentieri a casa a leggere romanzi anche alla
domenica. Mia nonna non faceva altro che leggere romanzi tutto il
giorno, oltre a cucinare. Alla fine, a forza di leggere, era
diventata quasi cieca, e quando mio nonno morì le si ruppero gli
occhiali e non aveva i soldi per ricomprarli. Io glieli volevo
prestare (avevo diciotto anni), ma lei non accettò e io non
insistetti. Mi odio ancora, per questo.
Mio nonno oggi sarebbe entrato da
quella porta e si sarebbe seduto a tavola e io avrei tenuto sempre un
po’ di sangiovese per lui. Avrebbe guardato le bimbe e i suoi occhi
si sarebbero riempiti di lacrime di commozione (dopo che ebbe
l’ictus, non riusciva più a trattenere le lacrime. Piangeva come
un bambino ogni volta che provava una piccola emozione, anche quando
qualcuno vinceva alla “ruota della fortuna”, anche quando io gli
passavo i cioccolatini di nascosto, perché non li poteva mangiare, e
nonna lo avrebbe preso a male parole).
E’ primavera: avrebbe indossato dei
pantaloncini da tennis, una camicia, calzini bianchi e mocassini. Si
vestiva in modo strano, mio nonno. Era un po’ una rivisitazione di
un ex ricco degli anni 70, in un club di Saint Tropez.
Ma nonno Gino non verrà a piangere a
casa mia, perché gli è scoppiato il cuore dodici anni fa.
Anch'io ho un bel ricordo dei miei nonni. Uno mi ha cresciuta finche' ha potuto, ma purtroppo l'ho perso che avevo solo 6 anni. L'altro lo vedevo meno e l'ho perso che avevo 13 anni. Il fatto che mi manchino ancora oggi cosi' tanto significa che, anche se per pochi anni, mi hanno voluto bene e sono stati capaci di farsi amare...
RispondiEliminaE sarebbe orgoglioso di te.
RispondiEliminaLo era, perché pensava fossi bella.
EliminaCi sono nonni che, come dico sempre, dovrebbero essere immortali e patrimonio dell'unesco...
RispondiEliminaIl mio se n'e' andato poco fa, il 14 aprile, il giorno dopo del mio compleanno. il 13 mi ha telefonato, mi ha fatto gli auguri, e ha parlato al telefono con mia figlia. Non vedeva l'ora che tornassimo dalla sicilia per andare a cena a casa sua.
RispondiEliminaTi abbraccio.
EliminaNon ho fatto in tempo...
RispondiEliminaIl mio è morto di cancro. Ha fumato per 40 anni le n.80. Era uno che il primo maggio lo sentiva davvero, uno che aveva rischiato la pelle nei cantieri. Che mica c'era il casco, prima, solo cappellini di carta fatti con una pagina di giornale. Mi manca, nonostante non sia più tra i vivi da 11 anni.
RispondiEliminaanche il mio era uno che ci credeva, però non nel primo maggio, ci credeva in generale. Era repubblicano.
Eliminaincredibile..oggi ho pensato cosi' tanto a mio nonno, che ho respirato a pieni polmoni il profumo di questa primavera, pensando che dato che ho anche i suoi geni in me anche lui poteva sentire il profumo dei fiori. non c' e' piu' dal 20 gennaio.poi mi metto a letto e ti leggo.
RispondiEliminache bel pensiero, ne terrò un po' per me.
EliminaE mi è scesa una lacrima...
RispondiEliminaChe bello il tuo nonno...anche il mio beveva...
RispondiEliminaMi hai fatto ricordare mio nonno che, pur in piena salute, piangeva quando finivano gli episodi di "Le strade di San Francisco" perché i poliziotti erano riusciti a risolvere i casi, e quando vedeva la Bonaccorti.
RispondiEliminaIl mio aveva fatto la fame da piccolo e tre anni di prigionia in germania, non mi ha mai fatto un complimento una carezza, viveva con noi, non andava d'accordo con mia madre che chiedeva un dialogo con lui impossibile. Dopo due anni che è morta mia nonna ha scelto di lasciarci.. Claudia
RispondiEliminacavolo. quante storie che si portano dietro, i vecchi.
EliminaIo un nonno non l'ho mai avuto e da piccola invidiavo gli altri bambini che l'avevano e li portavano al bar del paese a comprare il gelato o a giocare a giardini. In effetti per tutta la vita ho rimpianto il nonno che non ho mai avuto. Adesso mi consolo vedendo che le mie figlie li hanno entrambi e possono vivere loro quello che non ho vissuto io.
RispondiEliminaSì però ora hai fatto commuovere me, senza cioccolatini. Io un nonno non l'ho mai avuto, ti sei goduta, per un po', una grande ricchezza.
RispondiEliminaMio nonno non si ricorda neanche il mio nome ci chiama a tutti i nipoti con un vezzo, mai una carezza o una parola dolce, mai una telefonata, ha solo fatto tanti danni, mia nonna l'ha sopportato troppo secondo me lei si merita una statua quando non ci sarà più; lui non so se mi mancherà quanto se ne andrà!
RispondiEliminaMio nonno era adorabile e mia nonna molto chiusa, ma quando se ne sono andati entrambi mi è mancata quella che si è sempre spaccata il culo per me.
Eliminaquanto ti lovvo!!
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