Ieri con le bibine e due amichette con relativa mamma e relativo labrador, sono stata alla sagra del sangiovese (se volete farvi un’esperienza antropologica, vi consiglio un tour delle sagre della Romagna. Io e il Donatore, no vabbè, niente). A me i cani piacciono molto, mentre i gatti mi fanno un po’ paura. Tuttavia, le esperienze con Screech, il cane psicopatico e con Spank, il cane psicolabile, mi hanno insegnato che io e mio fratello abbiamo molte qualità (uhm) ma non quella dell’addestramento dei cani. E neanche delle persone, actually. Quindi ho rinunciato ai cani, e quando sono stata mollata e ho sentito un insistente meow fuori dalla porta, ho fatto entrare Lamici nelle nostre vite. Lamici è una gatta senza nome con gli occhi molto verdi. Lamici ci ha adottate e si degna di dormire nel cuscino di fianco al mio, di mangiare le crocchette e di uccidere sporadicamente qualche mosca. A volte reca in dono un uccellino e a volte passeggia con grazia nel rio sotto casa.
Vita, morte ma soprattutto miracoli di Valentina Santandrea