COME SI FA A RIMORCHIARE

L'altro giorno, apro la posta e c'era questo allegato da parte di mio fratello. 

Io ci avevo un po' paura ad aprirlo, perché vai te a sapere se ti manda un Priapo gigante e quello che hai dietro in coda alla cassa si accorge che stai scrutando un mega pisello col cellulare. 

Sì, vabbè, moderni un paio di palle, siamo sempre a BucoDelCulo.

E invece no, mi ha mandato questo grazioso banner di lui a due teste, tutto cuoricinato e con la stampa vichy in sottofondo (se so cos'è la stampa vichy è merito suo: io, fosse per me, escluso qualche rigurgito di autostima, sarei sempre in jeans, converse e capelli legati alla meno peggio). E niente, voleva che gli aprissi una rubrica sul mio blog.

Lui quando ci si mette è un cagaminchia di prima categoria: “Eddai, tanto non scrivi più molto. E io non ho voglia di aprire un blog mio”, mi ha incoraggiato. “E poi obiettivamente, sei una persona cattiva: pensa a quel poveraccio del padre delle tue figlie. Dopo averti conosciuto è diventato quadripolare. Dài, una bella rubrica ti serve. Dillo a Mattia”. 

No, vabbè, esclusi i modi, devo dirvi che mio fratello di affari di cuore ne sa a pacchi.
Vi faccio un esempio su tutti: un consiglio che gli ho chiesto quest'estate.
“Ho conosciuto uno”, faccio io.
“Eri ubriaca e simpatica?”
“Cosa vorresti insinuare? Vabbè, questo l'ho conosciuto qualche  sera fa e dopo qualche giorno me lo sono ritrovato qui in negozio, che voleva il mio numero. Dopo mezz'ora mi scritto se uscivamo...ma tipo non me lo poteva chiedere a voce?”
“E' carino?”
“Sì. Però non mi dice molto” 
“Devi uscirci. Sennò poi non ti lamentare che non trombi”
“No, ma infatti ho deciso di uscirci proprio perché sennò poi non mi posso lamentare. Dovevamo vederci stasera ma non l'ho più sentito, che faccio, chiamo?”
“Sei impazzita? Non ci provare”
Tempo un quarto d'ora e il tizio mi scrive se ci sono la sera stessa. Faccio per rispondere.
“Che stai facendo? Sei impazzita? Devi far passare almeno mezz'ora, prima di rispondere”
Tempo venti minuti e mi arriva il secondo messaggio, sempre suo.
“Scrivigli così e cosà”, mi insegna mio fratello.

Ci sono in seguito uscita, sono arrivata in ritardo di un'ora e mezzo, ci ho litigato la prima sera per divergenze politiche, e infine l'ho scaricato via sms dicendogli che aveva troppa poca poesia. Ebbene sì, o la poesia o niente.

Insomma, con il senno di poi penso che non avrei dovuto seguire il consiglio di mio fratello: dovevo dirgli che ero fidanzata e continuare a lamentarmi che nessuno mi voleva.

Però mio fratello è un genio del rimorchio. Se avete voglia di farvi insultare e anche di farvi dare consigli di cuore, se volete, scrivetemi. Vedete un po' voi. Io nel frattempo provo a cooptare anche un suo amico, gegno assoluto, apparte che mi dice che sono troppo magra e che dovrei vestirmi più da troia.

Il format è poco originale, voglio dire, mio fratello non è certo Marta Flavi, ma non ha un cazzo da fare, escluso sognare di diventare come Paolo Limiti, quindi gli concedo questo diversivo. Ciao.

p.s. Ho reso completi i feed del blog. Li avevo accorciati perché mi piaceva passaste fisicamente di qui. Poi qualcuno, a volte, mi ha detto: permetti i feed completi sennò non ti leggo più. E io ho pensato: cazzi tuoi?

Ora che invece finisce che anche io leggo quasi solo i feed, ho pensato che è carino metterveli a disposizione, tutto qui.