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CRONISTA MANCATA PER UN PELO


Non vi ho mai raccontato come e perché ho messo fine alla mia, ahem, brillante carriera di giornalista (talmente brillante che in sei anni e molti articoli non ho mai ritenuto interessante la possibilità di diventare pubblicista). Non ve lo racconterò ora. Però, ora che mi vergogno un po’ meno della figura di merda, parlerò di un episodio accadutomi quest’estate.
Da diversi anni collaboravo con un settimanale locale di approfondimento, e a un certo punto ho deciso di mollare, per alcuni motivi che non vi starò a elencare. Solo il principale: questa cosa che facevo, a livello creativo, stava cominciando a darmi veramente poco. E io c’ho questo difetto o pregio (ma credo difetto) che inseguo solo le cose che mi piacciono e mai quelle che mi portano dei vantaggi. Tipo non so, se vogliamo ampliare il ragionamento, è come quando vedi certe donne e ti dici “c’è qualcuno al mondo che si scopa sempre il tipo giusto”. Ecco, io non sono quel tipo di donna intelligente e fortunata, per farvi capire.
Quindi dicevo, mollo una collaborazione e dopo qualche mese, per qualche oscuro motivo, mi salta in mente di cominciarne un’altra, però con un quotidiano. Solo che siamo partiti male e io in seguito non ho avuto il tempo neanche per un caffè, figuriamoci per ripristinare la mia reputazione perduta.
Insomma, avevo appena appreso accordi con tale Alessio (nome di fantasia), redattore locale, e mi trovavo, una mattina d’estate, a casa con le bimbe, con un paio di bermuda con le tasche appartenenti al Donatore quando era magro; maglietta bianca; infradito. Vabbè, era in corso un litigio surreale con il Donatore, ma non ve lo voglio raccontare. Mi chiama questo tale Alessio e mi chiede un favore. In redazione era appena arrivato un comunicato del pronto soccorso circa la morte di una persona di BucoDelCulo, ma i carabinieri non volevano comunicare cosa fosse successo. La cosa insospettiva Alessio, che mi ha chiesto se riuscivo a fare un salto nei pressi della casa del defunto, semmai intervistando qualche passante. Questo compitino non mi rendeva particolarmente felice, ma trattavasi dell’opportunità di fare bella figura. Dico, non garantisco niente ma vado. Carico le bambine in macchina e arriviamo con gli Oasis a palla in un quartiere residenziale deserto, d’estate a mezzogiorno. Abbasso gli Oasis, chiedo alle bimbe di non urlare perché stiamo giocando agli investigatori, e fischiettando, mi avvicino ai campanelli cercando di carpire un nome. Segno sul retro di uno scontrino e provo a chiamare una signora che normalmente sa tutto. In quel caso sono io a darle l’annuncio della morte e vorrei seppellirmi. La signora mi comunica che chiederà conferma a suo cugino e lo raggiunge telefonicamente mentre il suddetto è con la vedova. Io ancora mi chiedo chi è il morto e perché i carabinieri non commentano, ma non mi sembra il caso di fare ulteriori domande né di interpellare altre persone che potrebbero essere informate dei fatti. Ergo, lo cerco su Facebook e scopro che è un coordinatore provinciale PD. Chiamo in redazione, comunico cosa ho scoperto e ci dividiamo i compiti: loro si occuperanno della cronaca, così il mio strazio finisce lì, e io sentirò il sindaco per un commento.
Nel giro di qualche minuto, mi richiamano. Hanno sentito il PD per chiedere una foto del caro estinto, e il presunto caro estinto non l’ha presa bene: si trattava di omonimia. Il tizio morto, ancora non so chi fosse.
E così, ho scoperto di non essere portata per fare la cronista di nera. Nel giro di qualche giorno ho inviato un pezzo su dei lavori pubblici, e poi mi sono silenziosamente defilata.
La cosa bella è che sapevo già da un po’ di non voler fare la giornalista da grande. Peraltro leggere mi piace molto di più che scrivere. 

Commenti

  1. Ah ah ah!! :D
    A scrivere ciò che ti riguarda però sei molto brava :)

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  2. concordo con Mafalda; non sarai una cronista di nera, ma fai scassare dal ridere quando racconti di te. Grazie per tenerci su!

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  3. hi hi capita.....forse il lutto aveva un suo messaggio subliminale ......stroncato definitivamente dai lavori pubblici....
    ciau!!!

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  4. ...diciamo che ti sei salvata da una passione che puo' rivelarsi anche e addicting e distruttiva...a me i primi articoli di cronaca hanno dato un'emozione talmente forte che dopo dieci anni ne sono ancora schiava!

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    1. Anche a me ha dato emozione la prima volta che ho visto il mio nome scritto da qualche parte. Poi mi sono accorta, tra le altre cose, che le persone credevano a quello che dicevo e quindi in pratica veicolavo frasi di assessori e ne garantivo la veridicità, più o meno.

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  5. Peccato.
    Cronista.

    D'assalto.
    Come nelle mie fantasie.

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  6. Ma quindi avevano capito male pure i Carabinieri?

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  7. E io che pensavo che lì da voi a BDC tutti sapessero tutto di tutti

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  8. Ma quindi tu hai dato la notizia di morte alla signora, quando in realtà suo marito era ancora vivo????

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    1. NO! Il morto era morto davvero, però io parlavo di uno del pd (vivo) e lei di suo marito (morto).

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  9. mi fai morire -non per davvero eh?-

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    1. ecco, perché di morti a sto giro ne ho abbastanza ;)

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  10. Vorrei leggermelo tutto ma per oggi mi fermo al primo capoverso scoprendo che non sono l'unica rincoglionita che insegue solo quello che le piace e che non si scopa mai quello giusto.
    Grazie. Domani leggo il resto, per oggi sono soddisfatta così.
    X-D

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  11. ....potevi giocarti il numero MORTO CHE PARLA....:)...alla fine hai fatto bene a scriverla... sempre gradevole!!
    un abbraccetto!!!

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    1. (la sapevi già? Ho omesso un dettaglio che se non facesse piangere farebbe ridere)

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  12. ahahaahahahha..."giochiamo agli investigatori"! XDD

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  13. che poi scrivere può essere bello,
    ma magari tralasciando la gente morta...

    ho riso troppo :)

    (new entry)

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    1. è bello quand'è creativo (vedi blog, o quando devi trovare tre parole per esprimere un'idea). Mentre scrivere di lavori pubblici è una gran palla, fidati.

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  14. Ma in fondo son dettagli: mica se la saran presa per così poco?

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  15. Ho scritto il mio primo articolo per un noto (oltre che unico) settimanale locale a 18 anni: la selezione locale per Miss Italia al Baccara di Lugo.
    La vincitrice aveva la mia età, era più bassa di me, con l'apparecchio, le calze contenitive, i capelli color melone. Ed era andata via con l'organizzatore. Mi sentivo tanto giornalista d'inchiesta mentre lo scrivevo.
    Naturalmente è stato anche il mio ultimo articolo (non pubblicato per giunta, ma chissà perché...).
    Poi in dieci anni di ufficio stampa ho visto pubblicati centinaia di articoli miei, con un'altra firma sotto naturalmente e spesso nemmeno una virgola spostata. Chissà quanti mi devono almeno una parte del loro titolo di pubblicista (ma chissene, in realtà).

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    1. Vabbè, se fai comunicati stampa è normale che li copino e incollino ;)

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    2. ah beh, certo! Non mi sono espressa bene (ecco perché non faccio la giornalista!). Intendevo che ho fatto più la giornalista quando non la facevo che quando la facevo. Sempre più ingarbugliata. :-D

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  16. NO!!!MI hai fatto troppo ridere..ho letto quattro o cinque post di seguito, tra cui questo e quello sulle figlie ingrate e..ahahah..adesso mi "unisco" a te!

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