La stanchezza e l'arrivo delle mestruazioni sono un cocktail micidiale, che mi fa diventare di un malinconico che la metà basterebbe.
Ho pianto, l'altro giorno. Sai quelle giornate che va tutto tutto male e incassi, incassi, incassi, e alla fine arriva pure la calunnia, l'umiliazione di essere tacciata di qualcosa che non sei tu. Sai la rabbia di quando urli al telefono: "Non è vero, che cazzo stai dicendo". Quella rabbia che la senti che ti si accumula nella fronte e nel collo, e quel pianto nervoso, e quella sensazione paranoide di perdere tempo a guidare mentre potresti fermarti e fare qualcosa per risolvere la situazione, tipo spaccare tutto. Sai quei pianti che ti svegli la mattina dopo che ne hai ancora i segni: gli occhi gonfi, la fronte che pulsa?
Quei pianti lì arrivano sempre prima delle mestruzioni, per fortuna non tutti i mesi.
Quando ero una ragazzina affrontavo la vita diversamente. Come quando persi mio nonno, a diciotto anni. Fu un male che non vi sto a descrivere. È stato uno dei dolori più acuti che io abbia mai provato. Poi di dolori ce ne sono stati tanti altri, ma sono stati diluiti nel tempo, hanno decantato. Mi hanno lacerato, ma non mi sono mai esplosi dentro come quella domenica sera che l'ho perso. Ce n'è stato solo un altro, forte uguale, negli anni a venire.
E allora niente. Persi il nonno, e mi sforzavo di uscire, di divertirmi. Non mi divertivo mai. Non mi aprivo. Le persone respiravano la mia infelicità. A volte ho avuto anche l'impressione che mi evitassero, le persone.
Ora sono diversa. Mi sfogo. Chiamo. Piango. Scrivo. E poi basta. Poi vedo le bimbe e sono come aria buona; e poi esco anche e mi diverto.
Le bimbe le vedo arrivarmi incontro, la sera, e sono qualcosa di bello e pulito che non deve essere sporcato con le miserie del mondo. Sono qualcosa che io conosco nei dettagli, le riconosco dalla voce, dal pianto, dal suono che fanno il loro respiro e i loro passi quando al mattino scendono dal letto per venire a "coccolarci", nel mio. Sono persone per cui nutro un amore talmente indescrivibile, che le lascio andare per il mondo, che non le voglio tutte per me. Le amo così tanto da superare il concetto di possesso, le amo di più del possesso. Non sono mie. Le amo così tanto che cancello senza rimpianti tutti coloro che esprimono negatività nei loro confronti. E per fortuna non sono molti, perché quando le conosci, loro, non puoi essere negativo.
Io non credo di poter amare più di così.
Tutto il resto passa, anche le bugie e le umiliazioni.
Leviamo via il tappeto e poi mettiamoci dei pattini per scivolare meglio sopra l'odio
Torre di controllo aiuto, sto finendo l'aria dentro al serbatoio
Potrei ma non voglio fidarmi di te
Io non ti conosco e in fondo non c'è
In quello che dici qualcosa che pensi
Sei solo la copia di mille riassunti
Ho pianto, l'altro giorno. Sai quelle giornate che va tutto tutto male e incassi, incassi, incassi, e alla fine arriva pure la calunnia, l'umiliazione di essere tacciata di qualcosa che non sei tu. Sai la rabbia di quando urli al telefono: "Non è vero, che cazzo stai dicendo". Quella rabbia che la senti che ti si accumula nella fronte e nel collo, e quel pianto nervoso, e quella sensazione paranoide di perdere tempo a guidare mentre potresti fermarti e fare qualcosa per risolvere la situazione, tipo spaccare tutto. Sai quei pianti che ti svegli la mattina dopo che ne hai ancora i segni: gli occhi gonfi, la fronte che pulsa?
Quei pianti lì arrivano sempre prima delle mestruzioni, per fortuna non tutti i mesi.
Quando ero una ragazzina affrontavo la vita diversamente. Come quando persi mio nonno, a diciotto anni. Fu un male che non vi sto a descrivere. È stato uno dei dolori più acuti che io abbia mai provato. Poi di dolori ce ne sono stati tanti altri, ma sono stati diluiti nel tempo, hanno decantato. Mi hanno lacerato, ma non mi sono mai esplosi dentro come quella domenica sera che l'ho perso. Ce n'è stato solo un altro, forte uguale, negli anni a venire.
E allora niente. Persi il nonno, e mi sforzavo di uscire, di divertirmi. Non mi divertivo mai. Non mi aprivo. Le persone respiravano la mia infelicità. A volte ho avuto anche l'impressione che mi evitassero, le persone.
Ora sono diversa. Mi sfogo. Chiamo. Piango. Scrivo. E poi basta. Poi vedo le bimbe e sono come aria buona; e poi esco anche e mi diverto.
Le bimbe le vedo arrivarmi incontro, la sera, e sono qualcosa di bello e pulito che non deve essere sporcato con le miserie del mondo. Sono qualcosa che io conosco nei dettagli, le riconosco dalla voce, dal pianto, dal suono che fanno il loro respiro e i loro passi quando al mattino scendono dal letto per venire a "coccolarci", nel mio. Sono persone per cui nutro un amore talmente indescrivibile, che le lascio andare per il mondo, che non le voglio tutte per me. Le amo così tanto da superare il concetto di possesso, le amo di più del possesso. Non sono mie. Le amo così tanto che cancello senza rimpianti tutti coloro che esprimono negatività nei loro confronti. E per fortuna non sono molti, perché quando le conosci, loro, non puoi essere negativo.
Io non credo di poter amare più di così.
Tutto il resto passa, anche le bugie e le umiliazioni.
Leviamo via il tappeto e poi mettiamoci dei pattini per scivolare meglio sopra l'odio
Torre di controllo aiuto, sto finendo l'aria dentro al serbatoio
Potrei ma non voglio fidarmi di te
Io non ti conosco e in fondo non c'è
In quello che dici qualcosa che pensi
Sei solo la copia di mille riassunti
I tuoi figli non sono figli tuoi.
RispondiEliminaI tuoi figli non sono figli tuoi,
sono i figli e le figlie della vita stessa.
Tu li metti al mondo,
ma non li crei.
Sono vicino a te,
ma non sono cosa tua.
Puoi dar loro tutto il tuo amore,
ma non le tue idee.
Tu puoi dare dimora al loro corpo,
ma non alla loro anima,
perché la loro anima abita
nella casa dell’avvenire
dove a te non è dato entrare
neppure con il sogno.
Puoi cercare di somigliare a loro,
ma non volere che essi assomiglino a te,
perché la loro vita non ritorna
indietro e non si ferma a ieri.
Tu sei l’arco che lancia i figli verso il domani.
Kahlil Gibran(1883-1931)
E poi mi hai fatto piangere.
Ti mando un abbraccio panzuto, forte fortissimo.
Mi hai fatto piangere anche tu, non vale ;)
Eliminaoporcamiseria se la capisco quella sensazione, quella che spaccheresti tutto, quella che stai lì ad ascoltare cazzate e non riesci nemmeno a rispondere, quella di perdere un nonno ed ancora oggi pensare che è stato il dolore piu' grande, quella di sorridere dentro e fuori quando vedo i miei nani, quella della mattina che le coccole non vorrei finissero mai, quella del sentirli tuoi, come nemmeno un pezzo del tuo corpo, ma di essere felice nel vederli liberi. oh, se lo capisco!
RispondiEliminaso che sai.
Elimina:*
Scritto (è un peccato chiamarlo post) meraviglioso. Mi hai fatto venire il groppo in gola (si dice 'groppo in gola'?).
RispondiEliminaParentesi, che non c'entra moltissimo, diciamo: checché ne dicano gli altri, io ti percepisco come assolutamente sincera: sento persino l'amore che nutri per le bimbe, e forse sbaglierò, ma credo sia impossibile scrivere una cosa così vera non provandola.
Peraltro ho pubblicato una foto delle bimbe su Genitori Crescono. A meno che non vado nelle macchine della gente a fotografare bambini a caso che dormono (però solo nelle macchine di quelli che hanno due gemelle e una biondina), sono proprio le mie ;)
EliminaTutto il resto non conta.
RispondiEliminaContano solo le bimbe, e basta.
Io ho smesso tanto tempo fa di piangere per come vanno le cose, per le cattiverie degli altri, per l'amore sprecato, per il falso amico, per le batoste della vita.
Ho smesso perché mi azzerava la rabbia, la forza, necessaria per dire vaffanculo e riuscire a rialzarmi da sola.
Io non piango poi così spesso. E hai ragione: la rabbia è energia sprecata.
Eliminavai così che vai bene
RispondiEliminaun abbraccio
E sono loro la medicina per ogni malinconia.
RispondiEliminaUn bacio grande
Che post commuovente e bello!mi sono scese 2 lacrime..vedi, succede anche di piangere di commozione durante le mestruazioni!
RispondiEliminaSi, è ufficiale. Ti piace il nuovo lavoro e mi piace quando vieni qui e ti sfoghi.
RispondiEliminaPerò i capelli scioglili!
dillo che sei un fan degli articolo 31!
Elimina"I tuoi capelli son più belli se li sciogli ed il vestito se lo togli!"
che poi scusa, ma la coda da un lato è una roba anni 80 fighissima.
EliminaCi andavo ai concerti. Poi nella terza età ho smesso.
EliminaDo te pare, destra o sinistra. Basta che so sciolti tesò.
io mai come in questi giorni vedo in mio figlio la luce... ho un dolore nel cuore che più acuto non si può.
RispondiEliminacacchio.
Eliminati abbraccio.
ti ho citta nel mio blog spero non di scocci! abbraccio
EliminaMa quanto sei magra ragazza mia!!!! ma ti ricordi di mangiare ogni tanto??? Che le bimbe hanno te su cui contare e se ti ammali??????? Mangia un po' di più, un bel piatto di tagliatelle ben condite e al diavolo tutti quelli che spargono veleno, al diavolo le mestruazioni e la stramaledetta sindrome. Dai che sei una forza, ma DEVI mangiare di più!!!!!!
RispondiEliminaeddai, non sto mica morendo ;)
EliminaDovresti vedere i piatti di pasta che mi porta mia madre quando sono in negozio. :)
Lei te li porta, ma poi tu li mangi????????
EliminaViva le bimbe che ogni dolore attenuano.
RispondiEliminaIo che grossi dolori non ne ho mi sospendo appena sto con Lei.
E viva anche Bersani!
Dicevo ieri a Silver che qualsiasi considerazione penosa e preoccupata sul lavoro (qui siamo veramente messi male) passa quando arrivo apro la portiera e sento i bimbi che urlano "Papaaaa". Alzo la testa e sono lì, alla finestra che salutano.
RispondiEliminaMa tu mi spieghi come fai un giorno a farmi ridere ed un giorno a commuovermi così?
deve essere nell'aria questa ipersensibilità ormonale...condivido e scrivevo qualcosa di molto simile ieri ;)
RispondiEliminahttp://complicazionisentimentali.blogspot.it/
tanti anni fa venivo maltrattata sul lavoro,gli attacchi erano continui e inaspettati,un torcimento di budella ...ma bastava andare a prendere le mie figlie a scuola che ricevevo la mia boccata di ossigeno,la loro innocenza,l'entusiasmo,persino l'odore del loro sudore mi invertiva le frequenze e chiudevo la porta alle spalle....
RispondiEliminache belle! :)
Eliminammmh no...non smettere di piangere,sfogati.Poi smetti.
RispondiEliminaFai piangere anche me e penso di capirti.Perchè sono una mamma giovane,perchè amo mia figlia e perchè non posso amare più di così.
Come sei bellaaa!
;)
B.
Ajuto, le lacrime le tengo tutte per domattina che devo fare gli esami del sangue! 0_0
Eliminaah che bella questa canzone!
RispondiEliminasenti io piango un casino. e per fortuna! viva le lacrime. viva le tue pupe. viva te.
Mi hai fatto piangere, e Samuele ha strizzato ancora di più il cuore. FFFFFFF
RispondiEliminacredo che "sbottare" ogni tanto faccia più che bene.
RispondiEliminaforse dopo ti sentirai un pò in colpa, ti dirai che sei stata esagerata, che non c'era motivo di arrivare a tanto ecc..ecc.. ma il senso liberatorio mentre lo fai è sacrosanto.
:-)
Mi unisco a quelle che piangono. Io ogni tanto piango anche davanti al Nano che un po' si preoccupa e poi mi consola. Hai ragione, non si può amare più di così. E con la coda di lato sei fighissima!
RispondiEliminaGià, smettere di piangere. A volte non si comincia neanche per paura di non riuscire a smettere. Si guardano i figli (anch'io ho un bimbo piccolo) e si entra in un'altra dimensione, dove lacrime non trovano spazio, dove ti si appiccica l'amore addosso.
RispondiEliminaDurerà?
Aporia
l'amore credo di sì. La dimensione parallela non so...
EliminaIo non ho figli, però piango un sacco (Lui mi ha mollata di punto in bianco, senza preavviso, la settimana del mio compleanno, il giorno prima di un esame importante).
RispondiEliminaDimmi che ci sono ricette-felicità che non prevedano pupi!
maccerto che si può essere felice anche senza pupi. Tipo te, per fartela passare puoi andartene in vacanza, o a fare coachsurfing in giro per il mondo ;)
EliminaPensa quando il lavoro è una merda di sopprusi continui, palle cacciate con una sfacciataggine che ti sbatte al muro a fare i conti con chi sei arrivando a colpevolizzarti perchè non hai saputo venirne fuori prima quando eri ancora giovane, e non c'era la crisi, pensa quando quanto sopra è ciò che infili nel panino ogni giorno, te lo bevi col caffè alla macchinetta, e quando arrivi a casa c'è solo il più spettacolare dei mariti che ti dice: una casa senza bambini è una casa morta! love
RispondiEliminaalmeno è il più spettacolare dei mariti. Ecco, vedi, quello io non ce l'ho mai avuto.
EliminaForza e coraggio! Forza e coraggio ragazza! Che qui si fa il tifo per te!
RispondiEliminaAlessandra
Quando l'ormone parte, non ce n'è per nessuno. Ma non ho capito, qualcuno ha osato dire qualcosa sulle bimbe?
RispondiEliminaMi raccomando, un filetto leggermente al sangue con insalatina non fartelo mancare :)
Te lo condivido in religioso silenzio questo capolavoro. Cos'altro potrei aggiungere che tu non abbia già scritto?
RispondiEliminaEddai, non esagerare :)
EliminaQuelle lacrime lì...già...e quell'amore lì.
RispondiEliminaNient'altro da dire.
A volte sono stanca, mi guardo allo specchio e mi sembra mi sia passato sopra un tram. Mettere i figli a letto e' l'ultimo gesto di una giornata in cui mi sono trovata sola a fare tutto. A volte mi pesa. Pou, seduta per terra nella loro camera, sento i respiro che si abbassano e diventano piu' regolari. Mi passa tutto e penso che questa sia la mia felicita'.
RispondiEliminaHo appena scritto di rabbia anch'io.
RispondiEliminaCazzo se conosco quella sensazione.
Il primo capoverso potrei averlo scritto io. Mestruazioni a parte, s'intende! Quelle te le lascio volentieri. :-)
RispondiEliminaNo, un'altra piccola differenza c'è: se il down della sera prima ce l'ho ancora la mattina seguente, la fronte che pulsa dipende più dall'alcol che dal pianto... ^^' Chi non c'ha figli si butta su quel che può.
urge una sbronza collettiva :)
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