BRUCIACCHIATA E FELICE

C'è poco da fare: il relax mi rimette al mondo. Un giorno col telefono spento e il sottofondo delle bimbe che cantano, e sono quasi come nuova, cioè nuova nuova no, però lavata con perlana abbastanza (voi non potete sapere il piacere triviale che mi provoca fare battute scontate che si rifanno agli anni 90,: rido proprio di gusto per il fatto di non fare ridere, dev'essere una psicosi strana e non ancora catalogata).

Dicevo.

Ieri abbiamo chiuso il negozio. Sono partita di casa con il cielo un po' nero sia metaforicamente che per davvero. Parlando di cielo nero, ultimamente mi fanno notare che mi massacro i capelli più del solito (che va anche bene, perché a causa della mia tricotillomania da ragazzina ho rimorchiato un sacco) e che sto curva con le spalle. Ma la gobba is a state of mind, you know.

Mi è bastato essere sdraiata sul lettino con accanto Bea, che è una persona positiva, e le bimbe all'ombra, che mi sentivo già meno curva (forse perché ero stesa, ma non sottilizziamo). No vabbè, a un certo punto ho dovuto spegnere il telefono per via del il flash mob intitolato "Se ti fai di roba pesante, manda un messaggio alla Vale in orario compreso tra le 11 e le 15".

Siamo state a Lido di Classe, un posto tranquillo accanto alla Bassona, l'unica spiaggia romagnola rimasta intonsa negli anni della cementificazione selvaggia (i nudisti li hanno vietati, se ve lo state chiedendo).

Però è bellissimo perché io, sia con il mare che con la collina, ho questo strano rapporto panteico. Guardo la natura e sento come se i pezzi del puzzle fossero tutti incastrati. Guardo il mare e ho la certezza che è tutto a posto. Al contempo, potrei guardare le onde per ore, ma entrare in acqua per me è una forzatura, come dormire in tenda. Ho paura degli insetti, del buio, del freddo, di tutto. Però vivo e lascio vivere. Guardo e mi lascio guardare. Come nella vita: non mi faccio entrare dentro del tutto (spero che il SEO comprenda il significato profondo e metaforico di questa espressione e non mi mandi tutti i porcomani internettiani. A proposito. Continuo a chiedermi se gli arrapati virtuali esistano anche dal vivo, o se sono segaioli ben cammuffati).

Insomma, ho talmente guardato che mi sono bruciata tipo spiedino. Poi devo essermi addormentata con una mano su una coscia perché ho un tondino bianco tipo Pimpa al contrario. E poi mi ero messa questi occhiali vintage (ne perdo circa due paia ogni estate ma non riesco a farne a meno) che mi arrivano da metà fronte a metà zigomo, roba che mi sono abbronzata solo il naso. Però facevano tanto Mina.

E quindi.

Di nuovo al lavoro, ma più carica per affrontare tutti gli sciroccati che mi girano attorno. Oggi non ho ancora avuto a che fare con nessuno di psicolabile: devono averli rinchiusi tutti. Un po' mi mancano. Mandatemi almeno un troll, dài.