In Romagna c'abbiamo questo problema con l'eiaculazione. No, vabbè, non fraintendetemi.
Pensate sempre male, voialtri.
Credo di vivere nella provincia più fertile d'Italia, quasi tutte le mie amiche hanno figli. Nella scuola della frazione della frazione dove vivo, il prossimo anno, in prima elementare con Carolina, saranno una trentina. Negli anni ottanta le scuole di campagna contavano cinque- dieci bambini per classe.
Il problema con l'eiaculazione è evidentemente linguistico. Guardate che parlo con cognizione di causa, mi sono documentata sul dizionario Italiano di Romagna, di Valeria Miniati.
Quando parliamo, anche la gente per bene, l'eiaculazione compare spesso e sotto svariate forme. Tipo, sborone, lo sapete tutti cosa significa: gran eiaculatore, o anche persona che millanta molto. Lo diciamo continuamente. Poi c'è il verbo sborare, che significa spararle grosse.
E diciamo anche "Che sborata", e il relativo aggettivo è "Sburo" e ha valore apprezzativo. Mi accorgo che l'espressione è ritenuta poco fine solamente quando parlo con gente di fuori. Sapete, gente strana, che va in giro magari col suv quando noi preferiamo di gran lunga il trattore. Oppure quelli che ci hanno la Smart anziché l'Ape Car. Bah. Valli a capire quelli.
Tipo la mamma del mio ex, emiliana. Poi emiliana neanche tanto, perché Bologna non è del tutto emiliana, diciamo che è patrimonio condiviso. Diciamo che l'Emilia, per farvi capire, è quella landa desolata a nord di Bologna, con i campi piatti anziché le colline; le tigelle anziché le piadine; i circoli arci al posto delle discoteche e delle sale scommesse. Le cooperative sono un patrimonio condiviso, per intenderci. Per il resto noi siamo più tamarroni, loro forse più rock. Loro votanoa sinistra Grillo, noi no pure. Vabbè, diciamo che siamo cugini.
Dicevo, la mamma del mio morosino dei quindici anni, bolognese, ci sgridava sempre: "Smettetela di dire quella parola, fate schifo!". E io, sottovoce: "Tua mamma è proprio una pervertita, io quando dico sborata non penso mica a quella cosa lì. È solo un modo di dire".
Anyway, negli ultimi anni ho cercato di compiere l'immane sforzo di apparire una persona meno agricola dei miei compaesani, ergo ho quasi abolito quell'espressione, mantenendo l'enigmatico aggettivo "sburo", che scopro dalla mia amica Alice non essere in voga presso i nostri cugini di campagna più a nord.
Però c'è poco da fare. La mia lingua madre è sicuramente l'italiano romagnolo (che è diverso dal dialetto), e niente, quando una cosa è bella per me è una sborata, e questa parola non vuol dire quello che pensate voi. Ecco, vuol dire "È una figata", ed ha la stessa volgarità, nè più nè meno.
Per me i pervertiti siete voi.
Quando uno dice "che palle" mica visualizza i testicoli.
Quando le mie figlie hanno prodotto questa creazione, cosa credete, io l'ho capito subito che si trattava di design per forbici. Mica sono andata tutta preoccupata a chieder loro cosa avessero voluto rappresentare. Mica ce l'ho sempre in testa, io.
Pensate sempre male, voialtri.
Credo di vivere nella provincia più fertile d'Italia, quasi tutte le mie amiche hanno figli. Nella scuola della frazione della frazione dove vivo, il prossimo anno, in prima elementare con Carolina, saranno una trentina. Negli anni ottanta le scuole di campagna contavano cinque- dieci bambini per classe.
Il problema con l'eiaculazione è evidentemente linguistico. Guardate che parlo con cognizione di causa, mi sono documentata sul dizionario Italiano di Romagna, di Valeria Miniati.
Quando parliamo, anche la gente per bene, l'eiaculazione compare spesso e sotto svariate forme. Tipo, sborone, lo sapete tutti cosa significa: gran eiaculatore, o anche persona che millanta molto. Lo diciamo continuamente. Poi c'è il verbo sborare, che significa spararle grosse.
E diciamo anche "Che sborata", e il relativo aggettivo è "Sburo" e ha valore apprezzativo. Mi accorgo che l'espressione è ritenuta poco fine solamente quando parlo con gente di fuori. Sapete, gente strana, che va in giro magari col suv quando noi preferiamo di gran lunga il trattore. Oppure quelli che ci hanno la Smart anziché l'Ape Car. Bah. Valli a capire quelli.
Tipo la mamma del mio ex, emiliana. Poi emiliana neanche tanto, perché Bologna non è del tutto emiliana, diciamo che è patrimonio condiviso. Diciamo che l'Emilia, per farvi capire, è quella landa desolata a nord di Bologna, con i campi piatti anziché le colline; le tigelle anziché le piadine; i circoli arci al posto delle discoteche e delle sale scommesse. Le cooperative sono un patrimonio condiviso, per intenderci. Per il resto noi siamo più tamarroni, loro forse più rock. Loro votano
Dicevo, la mamma del mio morosino dei quindici anni, bolognese, ci sgridava sempre: "Smettetela di dire quella parola, fate schifo!". E io, sottovoce: "Tua mamma è proprio una pervertita, io quando dico sborata non penso mica a quella cosa lì. È solo un modo di dire".
Anyway, negli ultimi anni ho cercato di compiere l'immane sforzo di apparire una persona meno agricola dei miei compaesani, ergo ho quasi abolito quell'espressione, mantenendo l'enigmatico aggettivo "sburo", che scopro dalla mia amica Alice non essere in voga presso i nostri cugini di campagna più a nord.
Però c'è poco da fare. La mia lingua madre è sicuramente l'italiano romagnolo (che è diverso dal dialetto), e niente, quando una cosa è bella per me è una sborata, e questa parola non vuol dire quello che pensate voi. Ecco, vuol dire "È una figata", ed ha la stessa volgarità, nè più nè meno.
Per me i pervertiti siete voi.
Quando uno dice "che palle" mica visualizza i testicoli.
Quando le mie figlie hanno prodotto questa creazione, cosa credete, io l'ho capito subito che si trattava di design per forbici. Mica sono andata tutta preoccupata a chieder loro cosa avessero voluto rappresentare. Mica ce l'ho sempre in testa, io.
Ahahahah ormai lo scrivo in tutti i commenti, ma... devo conoscere le tue figlie! Andremmo molto d'accordo lo so u.u
RispondiEliminaComunque mi hai dato un'idea: la prossima volta che dirò "che palle" voglio visualizzare dei testicoli. Magari divento più educato :)
è che io dico cazzo meno volte di quanto ci penso, è un problema XD
EliminaEcco, così, per dire che siamo un attimo telepatiche: stamattina incontro una che ha la mia (quasi tua) età e ha cinque (C.I.N.Q.U.E.) figli di cui 2 alla materna, 2 alle medie e uno alle elementari. Ha colonizzato tutte le scuole del quartirere.
RispondiEliminaIo avrei colonizzato il reparto di psichiatria invece. Così, per dire, ma credo che anche il marito di questa abbia problemi con l'eiaculazione.
non ci credo, non si sopravvive a cinque figli.
Eliminao comunque non si lascia vivo l'eiaculatore compulsivo.
Fermatelo. E' la controfigura di un idrante.
EliminaAhahahahaha!!!
EliminaDa cugina emiliana, ti dirò che sì, a parte sborone, il resto è solo vostro romagnolo.
RispondiEliminaPerò il disegno, anch'io avrei detto fossero forbici.
voi comunque dite soccia che vuol dire succhia. XD
EliminaNo, soccia lo dicono a Bologna, mica a Modena!
EliminaNon confondiamo!!
:D
A proposito di parole, chissà perché il riferimento al sesso femminile (figata, figo, figherrimo) è positivo mentre invece quello al sesso maschile è negativo (cazzata, pirlata, balle!), eh?
RispondiEliminaSapevi che in Spagna è il contrario?
EliminaInvece in italiano di positivo si salva solo cazzuto, e non sai la fatica di spiegare a un polacco la differenza tra cazzone e cazzuto!
:)
Alex V
ps: che sbuto, che sborata, sborone, lo dico anche io che non sono né emiliana né romagnola (ma sarà l'effetto della vostra colonizzazione!)
Ah ecco anche mia madre si è scandalizzata quando mi ha sentita dire che era "sborone" papà nel dire che era bravo solo lui a guidare... e mi pare mi sia arrivato anche un ceffone.
RispondiEliminaOk ricordo con dolore i miei 14 anni post vacanza romagnola :D
mhm. Dovevi dirgli che era un "patacca", così forse non capivano.
EliminaMa noooooo! Che sburo! lo diciamo anche noi mezzi modenesi/mezzi bolognesi! E anche tutto il resto. Io forse però non faccio testo, che voi romagnoli vi amo e vi mangerei in mezzo ai tortellini da quanto siete belli. Altro che tamarroni. Cioè si, lo siete, ma noi non siamo poi rock più di tanto. Siamo solo più annebbiati e meno bucolici. Io amo i miei cugini romagnoli e questo post mi piace assai, stasera lo leggo ad alta voce per Pietro.
RispondiEliminaaspetta, noi non siamo bucolici, siamo proprio agricoli.
Eliminaagricoli + romagna, mi viene in mente Bagnacavallo.
EliminaPraticamente stai dicendo che in provincia. per un problema anche di mentalità, c'è la tendenz ad usare il pisello come un idrante impazzito feconda-donne?
RispondiEliminaPS: quanto era che non vedeva la parola "moroso".
credo che l'idrante si usi allo stesso modo che a Roma, però si vede che qui c'è più gente con scarso tempismo. Oppure, e qui lancio l'indagine antropologica, il fatto che quasi tutti hanno la casa di proprietà rende la percezione del futuro più solida. Mhm. Ok, il manuale di sociologia spicciola puoi tirarmelo dietro.
EliminaHa (stranamente) più senso di quanto immagini.
EliminaNo no dai continuiamo ti prego! :P
"Che Sboro" lo dicono anche a Mestre con la stessa accezione vostra. In veneto invece siamo molto meno sessisti del resto d'Italia perchè "Che monada", che tecnicamente dovrebbe essere un sinonimo di "che figata" (Mona=figa) ha in realtà significato opposto. Come la "Cassada" (cazzata, ndr). Casso, invece, pur riferendosi chiaramente al membro maschile, è un intercalare talmente in uso da risultare innocuo. Se vogliamo essere volgari ci mettiamo le "Z"
RispondiEliminaio la z non riesco a dirla neanche con la buona volontà.
EliminaGiuro che vorrei sentirti...
EliminaBanale, ma in che parte di mondo stai per non sentire mai la parola moroso?
RispondiEliminasta a RRRRoma
EliminaChe fagiane. e' ovvio che conosco la parola. Solo che è caduta in disuso a favore dei più utilizzati: pischella, trombamica, vagina, moglie, amicaamicaamica e buco.
EliminaPS: Io sto nella città dove anche di tirarsela anche a donne che somigliano a bidet comprensivi di manopole.
Buco????
EliminaFate proprio schifo voi maschi. Non so proprio perché ti ho messo nella blogroll.
Perchè fregnacce a parte mi vuoi moltomolto bene.
Eliminauffa.
Eliminaperchè a lui si e a me no??
Perche mi ritrovo sempre in questi triangoli?
Elimina(Sublime)
Buco, ma pensa te.
EliminaAò.
angh'io da giovane avevo un'autonomia settimanale, dopodichè il pensiero si ottenebrava ed ogni frase era infarcita sempre di qualcosa relativo agli attributi femminili.
RispondiEliminati conviene cedere, magari poi fai un salto qui da me in convento per una rapida assoluzione
In convento???
Elimina"sborone" va tantissimo anche qua a Bologna, che se però mi dici che fa parte della Romagna........... oddio..... fermi.. aiut..... ragazzi, tranquilli!!! stavo arginando una sommossa...... e le tigelle stanno in collina, in pianura fanno la crescentina fritta.......... diciamo che Bologna è il punto di incontro, ma indiscutibilmente in Emilia!!!!!!!
RispondiEliminaE comunque il disegno è chiarissimo: sono forbici, chissà quale mente perversa ci ha visto qualcosa d'altro!!!!!
nel dizionario di romagnolo diceva che Bo è linguisticamente romagnola. Dài, ok, solo imola.
Eliminascusate, urge specifica da modenese montanara: le tigelle sono (erano, adesso non si trovano più) gli stampi dove si cuocevano le crescentine (dette, appunto, nelle tigelle).
EliminaQuindi se venite dalle mie parti e chiedete una tigella, attenti: potrebbero tirarvi in testa uno stampo rotondo di terracotta, perché consideriamo un sacrilegio chiamare le crescentine "tigelle"... è proprio una cosa da "piangian"! (=abitante delle pianure, in senso dispregiativo)
E per dire che le differenze esistono anche in Emilia, noi quella che a Bologna chiamate crescentina fritta la chiamiamo gnocco fritto.
Però soccia, o socmél, lo usiamo anche noi!
A Roma "sborone" lo conosco solo come sinonimo di gradasso... e "moroso" con riferimento ad Equitalia :)
RispondiEliminaAnche a me sono sembrate forbici dalla prima occhiata! La gente non sa proprio cosa farsene del cervello :)
Odio la terminologia: "sboro", "sburo", "sborone" o ancora peggio "sburone". Non si possono sentire, sarà che ho vissuto troppo a contatto con i veneziani di "ghe sboro mi" per non sentirne l'orrenda volgarità.
RispondiEliminaIntanto ti segnalo questa illustratrice bravissima, trovata seguendo un commovente commente su un blog. Insomma, sembra una bella persona oltre che una brava disegnatrice. http://secondhand-life.blogspot.it/
grazie! Guardo!
Eliminaahahhahah oddio mi rotolo dalla sedia!! XD
RispondiEliminael_gae: bravo, hai riassunto le terminologie di noi ariani cazzoni del nord. cazzuti. cazzari. eh ma insomma!!!
'non fare lo sborone' lo dico sempre. Per fortuna in miei sono in Puglia e non sanno.
RispondiEliminaAndando nel linguaggio come mai in Sicilia il cazzo diventa la minchia?
RispondiEliminaHo scoperto di non saper commentare qui, quindi rispondo randomly al commento di sopra.
EliminaEcco, l'eiaculazione a Roma non è diventata fonte di metafore così argute come le voste, la 'sborata' intesa come la 'figata' non esiste se non nel suo vero e proprio significato. Che poi qui si pronuncia con due R, e io ero sicura che si scrivesse anche con due R. Cioè, vogliamo mettere quant'è più bello e armonioso il verbo 'sboRRare'?
Da noi va molto più in voga l'equipaggiamento femminile. C'è un termine veramente volgare. C'è il termine 'fregna'. Lo capisci dal suono che è una porcata. E ogni volta che sento qualcuno dire 'Aò, stai a dì na fregnaccia, sei proprio un fregnaccione ecc...' mi sento gelare il sangue.
Perchè sì, quando inveisco con cazzo e palle non le visualizzo, però con la fregna è differente.
Mio Dio, che commento volgaVe.
Sì, i cugini di campagna tendono molto all'organo genitale femminile o, in alternativa, ci si rifà al mondo animale: nadòr, gugnén, pùngon, bisia, vaca.
RispondiEliminaSaluti dalle nebbiose valli parmensi :)
no vabbè, parma è un'altra regione :)))
Elimina"nadòr, gugnén, pùngon" pare dialetto elfico...
EliminaSono chiarissimamente le forbici della Pimpa.
RispondiEliminaChi dice qualcosa di diverso deve esercitarsi di più e parlare di meno :)
eh, lo sapevo anche prima ;)
EliminaSul tamarro concordo. Io sono romagnola di forlì e quando sono arrivata a Milano, con i miei vestitini tutti paillettati mi sentivo gnocca. Invece i miei fidanzati, carinamente, mi facevano notare che ero un pò tamarra, così, ho ridotto le paillettes, ma ho continuato ad usare le suddette espressioni.
RispondiEliminaforse paillettes e sborate erano troppo tutto insieme.
E poi, che non c'entra niente con l'eiaculazione, la parola TINCO.
Ho scoperto che la usiamo solo noi!
tinco è bellissimo. Comunque se ti capita, procurati il dizionario di romagnolo. Non è il dizionario di dialetto, ma di tutte quelle parole che in romagna usiamo quando parliamo in italiano. Io lo uso quando scrivo, per verificare se scrivo in italiano o meno.
Elimina"mica ce l'ho sempre in testa, io" MITICA! :-)
RispondiElimina;)
EliminaNoooooo! Ma non avrai mica pensato che avessero disegnato dei cazzi a pois!?! :)
RispondiEliminaanyway, sei proprio ridicola.
RispondiEliminama parla come mangi va, altro che anyway
forbici da bimbe, arrotondate e colorate, giusto :-)?
RispondiElimina