L'altro pomeriggio, quando sono tornata dal lavoro, ho trovato mia madre alle prese con un mini asilo domestico. E un po' mi fa ridere, se penso a quando lei aveva poco più di vent'anni e i bambini sembrava l'annoiassero a morte, compresi i suoi figli; e invece adesso è lì a ostentare un'espressione perplessa che tradisce ilarità mentre pulisce il pavimento del bagno perché il bambino dei vicini non ha centrato la tazza. E insomma, io avevo un impegno e malgrado le proteste ho dovuto sloggiare la piccola crew: li ho fatto inscarpare tutti e poi con le bimbe ho accompagnato Omar e Malika a casa loro, che si trova in linea d'aria di fronte alla nostra, dall'altro lato del fiume.
La mamma di Omar e Malika potrebbe avere tre o quattro anni in meno di me ed è molto bella, come i suoi bambini. Lei e suo marito vengono dal Marocco e credo che lei non capisca tutto quello che dico.
Io non so di preciso cosa pensi di me, la piccola comunità musulmana del mio paese. Una volta ho portato il mio vicino alla moschea, e lui mi ha detto che non conosceva nessuna donna che lavorasse quanto me, ma non sono certa che fosse un complimento. E comunque lui partiva al mattino, con un secchio pieno di fiori e andava in treno dove c'era il mercato, a vendere. Quando tornava, al pomeriggio, regalava a me e alle bimbe i fiori rimasti, e a noi faceva piacere avere sempre i fiori freschi sulla tavola, anche se poi io son fatta così, un po' cazzona, e li facevo appassire e non li toglievo mai.
Comunque.
Dicevo.
Abbiamo accompagnato Omar e Malika a casa. La loro casa è povera ma pulita, e mi ha colpito il salotto, che è piccolo, ma ha un enorme divano ricamato, grande quasi quanto tutta la stanza.
La mamma di Omar e Malika aveva appena fatto la pita e ce ne ha data una calda.
E mi sono ricordata di quella volta, al parco, che Carolina occupava abusivamente l'altalena da mezz'ora e una bambina con gli occhi azzurri le si è avvicinata e le ha detto: Scendi, o sei una musulmana.
Io ho detto a quella bambina con gli occhi azzurri che i bambini musulmani li trovo molto belli, ma in realtà avrei voluto prenderla per un orecchio e tirare forte, e poi fare lo stesso con le orecchie dei suoi genitori.
E quando vedo Carolina e Malika, una biondina pallida e una moretta scura, che corrono mano nella mano, bè, penso che ci sia molta speranza.
A volte Carolina si affaccia alla terrazza e chiama Malika, dall'altra parte del fiume. E per me è una cosa molto dolce: mi fa pensare a quando ero piccola, che mia nonna viveva al terzo piano di una casa popolare, e nessuno di noi usava mai il campanello. Ci mettevamo al centro del cortile e gridavamo mama, in dialetto, con le A molto chiuse, e lei si affacciava sempre, senza bisogno che suonassimo.
In questi giorni sono un pochino malinconica, forse a causa del ritorno del freddo. Stanotte ho sognato che aspettavo due gemelli. Mi si rompevano le acque a casa di nonna Cloe, e andavo in ospedale, dove nessuno mi aiutava a partorire. Li tiravo fuori da sola, e nel tirarli fuori, rompevo loro un braccio.
Poi passa.
Baci.
La mamma di Omar e Malika potrebbe avere tre o quattro anni in meno di me ed è molto bella, come i suoi bambini. Lei e suo marito vengono dal Marocco e credo che lei non capisca tutto quello che dico.
Io non so di preciso cosa pensi di me, la piccola comunità musulmana del mio paese. Una volta ho portato il mio vicino alla moschea, e lui mi ha detto che non conosceva nessuna donna che lavorasse quanto me, ma non sono certa che fosse un complimento. E comunque lui partiva al mattino, con un secchio pieno di fiori e andava in treno dove c'era il mercato, a vendere. Quando tornava, al pomeriggio, regalava a me e alle bimbe i fiori rimasti, e a noi faceva piacere avere sempre i fiori freschi sulla tavola, anche se poi io son fatta così, un po' cazzona, e li facevo appassire e non li toglievo mai.
Comunque.
Dicevo.
Abbiamo accompagnato Omar e Malika a casa. La loro casa è povera ma pulita, e mi ha colpito il salotto, che è piccolo, ma ha un enorme divano ricamato, grande quasi quanto tutta la stanza.
La mamma di Omar e Malika aveva appena fatto la pita e ce ne ha data una calda.
E mi sono ricordata di quella volta, al parco, che Carolina occupava abusivamente l'altalena da mezz'ora e una bambina con gli occhi azzurri le si è avvicinata e le ha detto: Scendi, o sei una musulmana.
Io ho detto a quella bambina con gli occhi azzurri che i bambini musulmani li trovo molto belli, ma in realtà avrei voluto prenderla per un orecchio e tirare forte, e poi fare lo stesso con le orecchie dei suoi genitori.
E quando vedo Carolina e Malika, una biondina pallida e una moretta scura, che corrono mano nella mano, bè, penso che ci sia molta speranza.
A volte Carolina si affaccia alla terrazza e chiama Malika, dall'altra parte del fiume. E per me è una cosa molto dolce: mi fa pensare a quando ero piccola, che mia nonna viveva al terzo piano di una casa popolare, e nessuno di noi usava mai il campanello. Ci mettevamo al centro del cortile e gridavamo mama, in dialetto, con le A molto chiuse, e lei si affacciava sempre, senza bisogno che suonassimo.
In questi giorni sono un pochino malinconica, forse a causa del ritorno del freddo. Stanotte ho sognato che aspettavo due gemelli. Mi si rompevano le acque a casa di nonna Cloe, e andavo in ospedale, dove nessuno mi aiutava a partorire. Li tiravo fuori da sola, e nel tirarli fuori, rompevo loro un braccio.
Poi passa.
Baci.
sei troppo tenera!!!
RispondiEliminacredo che il comportamento dei bambini sia la risposta di quello che viene insegnato dai genitori...e la tua Carolina è sulla buona strada!
Quando sono incasinata sul lavoro, e resto davanti al computer fino alle 2 di notte, confesso di voler essere un po' musulmana. Ma come dici tu, poi passa. Baci :)
RispondiEliminaDài, la primavera sembra essersi nascosta, ma è solo per poco: vedrai che tornerà e tutto sarà luccicoso e sgarrupato.
RispondiEliminaMalika è un bellissimo nome e sa di occhi neri e profondi..
RispondiEliminaE quella corsa mano nella mano ce l'hai fatta vedere anche senza foto...
Non mi ricordo se te l'ho già detto, ma credo davvero che tu sia una bella mamma. In tutti i sensi.
p.s. Da Domenica rientro in Romagna forevah...ci organizziamo uno spritz?
Sìììì! Scriviamoci!
EliminaSi dai, speriamo passi. I genitori che insegnano (o anche solo tollerano) il razzismo dei figli andrebbero per lo meno multati. Molti mie parenti sarebbero più poveri e meno boriosi
RispondiEliminail fatto è che da me gli stranieri sono quasi tutti musulmani, e mi chiedo come cavolo si debbano sentire tutti i bambini del parco dotati di mamma velata. Sono italiani rifiutati dai propri connazionali, che spesso non sentono neanche il senso di appartenenza al paese dei loro genitori: credo si trovino in un limbo identitario abbastanza infelice.
EliminaSei dolcissima... i miei fratellini sono italo-tunisini. Figli della mia mamy e del marito venuto dopo mio papà. Una volta mia nonna ha preso in braccio il secondo arrivato e ha detto: tu mi piaci di più perchè sei più bianco. L'altro è più marocchino. Non le parlo più da parecchio. A causa di questo e altri episodi più brutti. Forse sono cattiva, perchè è pur sempre mia nonna. Ma quelli sono i miei bambini. E non si toccano.
RispondiEliminaHo i brividi per quella cosa detta da tua nonna :(, spero sia stata una battuta infelice e inconsapevole. Un abbraccio.
EliminaPiù che inconsapevole, ignorante. L'unica attenuante che posso darle è questa. Figurati che da bambina mi chiedevano se l'uomo nero mi picchiava. O se mi davano da mangiare. Chissà cosa poteva farmi, quello lì! Fosse stato italiano e magari con un buon lavoro non si sarebbero posti neanche il problema. Ma ora basta sennò ti intaso il blog! :D baci!
Eliminasono andata su google a cercare cosa fosse la pita (non sapevo si chiamasse cosi) e ho visto come si fa. magari stesera compro il lievito e la farina.
RispondiEliminaMalika gioca con Carolina, tu scrivi da Faenza e io imparo a far la pita a Verona. ormai i confini esistono solo nella testa :)
basta figli eh? che poi devi per forza cambiare l'auto.
RispondiEliminaNon ci penso proprio ;)
Eliminaera da un pò che non passavo da queste parti e ti ritrovo, al solito, un post bello e delicato.
RispondiEliminache bello! continua così :) anch'io come te avrei tirato le orecchie a quella bimba grrr che rabbia, come non capiamo che il diverso può essere fonte di crescita e acculturamento, meno male ci sono persone come te che insegnano ai loro figli questo ;)
RispondiEliminaavevi mangiato pesante ieri sera che hai fatto quel sogno?? :) anche io stanotte ho fatto un incubo!
RispondiEliminacomunque...ci sono dei bambini che sono già razzisti da piccoli..ma cosa gli insegnano i genitori????
Che sogno inquietante. A leggere il tuo post mi son ricordata di quando, in una palazzina si strillava per le scale per chiamare la vicina amica dei miei.... altro che campanello o telefono....
RispondiEliminaLa Purulla crescerà con molti bimbi stranieri e di questo sono felice. Sarà che sono straniera anch'io qui (toscana in Veneto eh, ma pur sempre straniera secondo qualcuno).
RispondiEliminai bimbi a volte sono davvero teneri. il mio per riferirsi al vigilante interno del nostro supermercato dice "quel signore un po' marroncino"... per me è davvero carina questa espressione, invece di "nero, di colore, africano". no?
RispondiEliminaanche le mie bimbe dicono "marroncino". :)
Eliminascusami, sono un'inconcludente: ... volevo dirti, complimenti, le tue bambine non rilevano affatto la differenza nè di religione nè culturale. ben fatto. buon lavoro di mamma!
RispondiEliminaSe penso ai discorsi delle camice verdi che sento nel bar vicino casa mia quando la mattina passo velocemente a prendere il giornale e poi leggo il tuo post con relativi commenti, mi si allarga il cuore: allora c'è ancora qualcuno che usa il cervello!
RispondiEliminaIl dramma è che le camice verdi sono stati emigranti quasi tutti e in Svizzera Paese notoriamente accogliente nei decenni passati, ma poi un po' di benessere, ( magari evadendo le tasse), ha fatto loro perdere la memoria.
mah, a volte ho l'impressione che le ideologie varino al variare della denuncia dei redditi. Che poi non è solo un'impressione, via.
EliminaChe bello, brava. E che angoscia il tuo sogno. E il cane arancione e' troppo carino :)
RispondiEliminaAllora è epidemico, pure io mi sveglio alle 4 con sogni di bambini in pericolo. Ebbasta, fatemi dormire diobo'.
RispondiEliminaChe bella cosa che hai scritto. Stai facendo alle tue figlie un grandissimo dono...la capacità di non distinguere le persone per come si presentano ma per quello che sono! Brava.
RispondiEliminaIo rabbrividisco quando come l'altro giorno al parco o sentito un bambino dire ad un altro:"vieni che ho visto una cinesina vera!" ma per favore cosa gli insegnano in casa..
Oddio rabbrividisco anche per quello che ho scritto...ho senza l'h..Vergogna!
Eliminabè, vabbè, un conto è notare che uno è diverso (Una cinesina per me può passare, dài :D), un conto è usare la parola "musulmano" come insulto, e poi in un parco dove la metà delle mamme sono velate.
EliminaIl colore della pelle lo vediamo solo noi grandi. E i piccoli che hanno genitori a cui bisogna tirare forte le orecchie. Bello questo chiamarsi da lontano, vedo la scena.
RispondiEliminabello vero?
EliminaIo mia madre continuo a chiamarla dal mio monolocale. Ma niente. Me tocca puli da solo.
RispondiEliminaComunque sogni strani. Di soliti questi so sogni da donnacondesideriodimaternità.
Perlomeno i ricercatori Oral-B dicono cosi.
di' ai ricercatori che hanno scazzato!
EliminaOk. Chiederò ai piu simpatici ricercatori Mellin. Tu li conosci meglio però mi sa.
EliminaTe l'ho già scritto, credo, più di una volta.. e lo ribadisco: le tue bimbe sono fortunate ad avere una mamma come te. Sarà retorico, ma se tutte fossero così, educassero i loro figli alla tolleranza - parola che non mi piace, perché ha comunque un non so che di razzista... ma è per rendere l'idea -, al rispetto ed all'amore per l'altro, il mondo sarebbe migliore.
RispondiEliminaAbbraccio.
P.S. Poi, per i 50 E. (per questa sviolinata) passo più tardi... eheheh... :P
La colpa è sempre dei padri. Anche per me è la stessa cosa, ma al contrario. Siccome mio padre mi sotovalutava, io trovo sempre donne che mi mettono su un piedistallo. (O sarà perchè sono basso?)
RispondiEliminaIeri la mia duenne e novemesi ha infilato un bambolotto nella felpa e mi ha chiesto, porgendomi uno strofinaccio: "mamma, mi fai un lego(=nodo) sulla schiena come Mohamed?".
RispondiEliminaVoleva che le legassi il bambolotto sulla schiena come la mamma di Mohamed, il suo compagno dell'asilo, porta il suo fratellino minore.
Ecco, mi sembra che sia la direzione giusta. Credo che quando la mia due-quasi treenne avrà 20 anni non farà nessuna differenza, né con Mohamed, né con Alina, né con Aicha.