È* che volevo rendervi edotti circa un paio di miei smarrimenti quotidiani: semplice, ordinaria amministrazione. L'altra sera c'era la festa dell'Ale e io ho lasciato il telefono a casa sua. In ogni abitazione altrui dove sosto almeno un'ora, lascio un ricordo che va dal carica- batterie agli orecchini, nel caso io mi metta comoda. Lasciare in giro il telefono però, regala una frustrazione particolare. Tipo che arrivi a casa e vorresti telefonarti, a vedere se squilla. Ma non hai nè il fisso, nè un telefono di scorta. E a BucoDelCulo, dove vivo, non c'è un telefono pubblico, e alle 11.30 di mercoledì sera non c'è neanche un bar aperto, e i tuoi vicini dormono da...mhmm...ad occhio e croce sei ore. E non puoi tornare dall'Ale perché hai appena trasportato le bibine addormentate nel loro letto e se le svegli giustamente si incazzano; in più, se ti regali un'altra rampa di scale per tre volte, con 25 kg sulle spalle, potresti morire (male). Ergo, ho fatto
Vita, morte ma soprattutto miracoli di Valentina Santandrea