FESTIVITA' E PATETISMI

Quest'anno non mi sento particolarmente motivata a perpetuare la mia consueta battaglia per la sobrietà natalizia, perché mi sembra che siano tutti abbastanza sobri, non so se per la manovra o se per la sfiga. Mio fratello ha appena perso il lavoro. Alla scuola di Carolina purtroppo una mamma ha avuto un brutto incidente e si è scelto per il momento di rimandare la serata con i genitori (per carità: avrei preferito mille volte martellarmi i coglioni alla festa di Natale). Mia madre, che è la regina della sovrabbondanza natalizia, quest'anno ce l'ha data un po' su, come si dice dalle mie parti per dire che ci ha rinunciato. E' che lei ha un appartamento minuscolo, e visto che si festeggia a casa mia, il ragionamento è molto semplice: Questa è casa mia e qui comando io. Ci si può alzare da tavola belli sazi, ma non devono esserci avanzi che verosimilmente si putrefaranno prima che qualcuno riesca a mangiarli tutti (una volta è capitato davvero: aveva fatto talmente tanti cappelletti in brodo che li abbiamo scolati e per giorni li abbiamo mangiati alla panna e al ragù e non siamo riusciti a finirli. L'anno dopo il cane Spank ha seppellito il tacchino congelato la sera della vigilia e lei s'è incazzata con tutti. E insomma, le abbiamo detto che la doveva smettere di torturarci con questo pranzo di Natale).
Poi mi rifiuto di vedere le bambine passare la giornata ad aprire regali per poi sopportare la frustrazione che l'accumulo comporta. Io devo avere la sindrome contraria all'Horror Vacui. Sono terrorizzata dal troppo.
Chissà se un giorno le bimbe si chiederanno perché a casa nessuno cantava Jingle Bells, ma robe allegre come John Brown giace nella tomba là nel pian ma l'anima vive ancor, oppure Dormi sepolto in un campo di grano o anche Impiccheranno Geordie con una corda d'oro. A scuola gli insegnano una roba che fa "Per noi, per voi, per tutto il mondo è Natale", e io ho spiegato che invece il Natale è una festa solo di alcuni Paesi e che ogni Paese ha le sue feste. Vabbè, poi finirà che per protesta da grandi si mettono con l'uomo medio e si prendono una villetta a schiera (speriamo solo che non si battezzino, per carità!). Per ora Camilla c'ha un innamorato la cui famiglia è musulmana convinta. E io già mi immagino tavolate multietniche con quintali di cous cous. Ma lei sembra che questo qui non lo voglia mica.
Ieri Cami ha perso il primo dentino, e stamattina al posto del dentino ha trovato delle monetine, con cui ha detto che comprerà un lecca lecca per lei e uno per le sorelle. Qualche adulto mi ha detto che sono una fottuta tirchia, a lasciare pochi euro, che invece dovrei lasciare banconote da mettere sul libretto postale. Ma io vedo la faccia felice di mia figlia quando compra tre lecca lecca e non mi sento affatto una fottuta tirchia.

Poi niente, dopo due anni di loop di Carmen Consoli, ora mi sono messa in loop con questo tizio del video qua sopra, che è stupenderrimo e mi ricorda una persona che è la prova lapalissiana del fatto che dio c'è, ma è una storia lunga.
Solo alla sera mi sento malinconica. Come ieri sera. Cala il silenzio e io mi consolo con le patatine. E dico: caro moroso che non ci sei, ora le patatine me le mangio tutte io, alla faccia tua. E il letto lo occupo tutto tutto io, alla faccia tua. E non sono affatto sola, sono solo libera.
Ed io casalinga disperata, riflessa sui surgelati, bè, mi faccio un sacco ridere. Ok, sono patetica ma mi diverto.