ACIDELLA

Ieri sera avevo a cena con me e le bimbe mia madre e mio fratello. A parte che noi davvero si sembra sul set di una sit-com ( a sapere cos'è una sit-com, visto che non ho la tv...): tipo io lavo i piatti con i guanti gialli e intanto, brandendo una padella insaponata, urlo all'Argentina di non cry for me, mentre mio fratello gioca a Trivial Pursuit vocale con le bimbe, che è uno tra i loro giochi preferiti. Funziona che uno fa una domanda e loro si aggrappano al primo adulto a portata di mano per carpire la risposta esatta: quella che la urla per prima o più forte vince. Mio fratello chiede cose come: Qual è la differenza tra un transgender e un crossgender?
Cioè. Poi uno si chiede perché anzichè giocare ai travestimenti le mie figlie giocano ai Transessuali.
Vabbè, tutto sto prologo per dire che quando mia madre ha annunciato che se ne stava per andare, io l'ho apostrofata con un freddo "Mi mancherai" e quando mio fratello ha reiterato lo stesso annuncio l'ho salutato con un "Porta a casa il tuo wok del cazzo che ce l'ho da un mese tra le palle". La loro risposta univoca è stata: "Ecco perché lei il moroso non lo troverà mai".
E' pensando a questo concetto opinabilissimo che stamattina mi sono data a Battisti (in senso metaforico, ovviamente).
Battisti è uno tra i miei uomini ideali. Fricchettone, poetico e finto-devoto, ma bastardo il giusto (ricordate? Seduto in quel caffè io non pensavo a te...Poi d'improvviso lei sorrise e ancora prima di capire mi trovai sottobraccio lei...Il sole ha cancellato tutto, di colpo volo giù dal letto e corro lì al telefono, parlo rido e tu, tu non sai perché, t'amo t'amo e tu, tu non sai perché. E' una di quelle espressioni del pensiero maschile, e ok, anche femminile, che ti fanno capire che proprio non c'è speranza per il genere umano).

Comunque, per farla breve, stamane ascoltavo quella che fa "Neanche un minuto di non amoreeeee", e al contempo pensavo a cosa avrei risposto IO, allo stupendo Lucio. Il risultato non è stato incoraggiante.
Succede che lei lo chiama e gli chiede di raggiungerla. Dal tono lei pare un po' depressa e lui, mentre guida ha il sospetto che ci sia qualcosa che non va tra di loro, ma poi non gli viene in mente "neanche un minuto di non amore". Arriva trafelato e scopre che in effetti tra loro va tutto bene però lei ha appena perso il lavoro. Premetto che io, se sono depressa, normalmente chiamo, nell'ordine: Serena, Mattia, Donatore, Mamma, Alice; e poi scrivo un'email a Alice (altra) e magari a un paio di blogger che possono capire la contingenza; e poi mando un paio di tweet depressi. Infine arriverebbe l'improbabile fidanzato, che probabilmente verrebbe messaggiato, quando il problema s'è verosimilmente sgonfiato.
Vabbè. Poniamo che io ho perso il lavoro, e mi dico Va', chiamiamo Lucio e trombiamoci sopra, che tanto come disoccupata non ho più un cazzo da fare tutto il giorno, e lui come artista idem.


Lucio: Salgo in auto e parto e guido verso te (...) la mente mia che scorre e indaga su di te, le ultime espressioni, le pause fra di noi, le minime emozioni, i gesti, gli occhi tuoi, neanche un minuto di "non amore": questo è il risultato dei pensieri miei.
Io: soccia se sei ego-riferito! Possibile che tutto debba essere ricondotto alla tua persona?
Lucio: e intanto grida un clacson dietro me, sto odiando questa strada che mi separa da te
Io: ma sei invornito che ruzzoli, che ti fai suonare dietro? Cosa sei un vecchio rincoglionito con il cappello? 
Lucio: Ciao come stai? Dimmi cos'hai, parcheggio dopo.
Io: Madonna che ansia, bambino! E sì, bravo, parcheggia dopo che nel frattempo il vicino chiama il carrattrezzi!
Lucio: Così hai perso il posto, hai pianto e che altro c'è?
Io: Come che altro c'è? Mi mantieni tu, bello?
Lucio: Scusami se rido, non pensavo a te.
Io: Lucio, ridi pure e nel frattempo vai a farti un giro, eh! 


E insomma. Ho pensato che io sono un'acidella. Però per un po' fingo bene. Dài, ho speranza.