VOLI PROLETARI

Qualche tempo fa mi sono ritrovata a volare con Ryan Air. In realtà, l'avevo già fatto le ultime due volte che sono stata a Londra. Che io sono una che mica prende l'aereo tutti i giorni, indipercui, all'epoca, la Michi mi fa, C'è un volo low cost per Londra a 0,99 cents a tratta, facciamoci tre giorni di shopping molesto, ecco, io ho accettato ma mica ci ho fatto caso, che lo standard era leggerissimamente inferiore. Tipo che mi ricordo che avevano spento le luci, e noi ci dicevamo che era perché volevano farci riposare meglio, alle otto di sera.
L'altro giorno, riprenoto Ryan Air, volo Bologna Palermo. Ora, lasciamo perdere il fatto che ho prenotato il ritorno nel giorno sbagliato e che mi sono presentata in aeroporto il giorno dopo, che peraltro avevo pure perso la carta d'imbarco, e che quindi ho comprato il primo volo disponibile Alitalia.
Parliamo dell'andata.
Giassapevo, in virtù della mia solida esperienza, che alla Ryan Air sono soliti rompere i coglioni per via del bagaglio a mano, e quindi io, sgamatissima, avevo messo la borsa dentro al trolley, e avevo le tasche piene di robe, tipo Vanity Fair arrotolato, portafoglio gigante, chiavi di tutti i tipi, carta di credito volante, soldi sparsi, cellulare. Però veramente, le hostess erano stronzerrime, per poco non minacciavano quelli con un marsupio di troppo. Dice peraltro che un bambino di meno di tre anni è già un bagaglio a mano, non puoi pretendere di imbarcare anche la borsetta.
Roba che ho visto personalemente un tale che saltava sulla valigia semirigida per farla diventare delle dimensioni previste. C'avevano questo affare di ferro, con scritto: Il bagaglio delle dimensioni giuste deve entrare perfettamente qui. Io giro il mio bagaglio a rovescio ed entra perfettamente, da dritto è più difficile perchè le rotelline sforano leggermente. E insomma, mi dicono: Possiamo accettare solo bagagli al diritto, questa è l'ultima volta che glielo prendo. Roba che una battuta acida sul prenderlo non gliel'ho mica risparmiata. Vabbè, poi niente, si sale a bordo, i posti non sono assegnati, quasi arrivo alle mani con un bambino per il posto vicino al finestrino. Le hostess di volo sono abbastanza educate, la loro divisa è blu meccanico, e sotto una t shirt giallina bordata di blu, identica al mio pigiama. C'è pure Mafalda la cubana con lo smalto rosso acceso, e poi c'hanno le scarpe portate da casa perché sono tutte diverse.
Dopo un'oretta, noi passeggeri siamo alterati: non siamo ancora partiti. Il capitano diffonde un messaggio molto simile al seguente: "Siamo pronti a partire ma quelli che dovrebbero sbrinarci l'aereo sono spariti. Devono dare la precedenza ad Alitalia. Con tutti i disoccupati che ci sono, l'aeroporto di Bologna non assume sufficienti sbrinatori, e quelli che ci sono devono sbrinare prima Alitalia". E poi: "Abbiamo finalemnte gli sbrinatori, pare che partiremo tra dieci minuti. Sempre se la finiscono di chiacchierare".
Poi alla fine si è partiti eh. E si è anche arrivati, dopo un'ora e trenta di televendite in filodiffusione.

E niente, volevo dire a Ryan Air che noi proletari apprezziamo molto il low cost e poi che loro, come compagnia, sono dei burloni pazzeschi e a me fanno morire quando fanno girare quei comunicati il primo d'aprile o mettono quelle vignette su Berlusconi. Io visualizzo sempre questi manager in giacca, cravatta e All Star che se la ridono in consiglio d'amministrazione.
Volevo dire che la qualità si paga e che noi proletari soldi non ne abbiamo.
Però.
Speravo che la grazia fosse merce gratuita.