Oggi non sono di buonumore. Anche se ieri sera mi sono cimentata in una delle mie attività preferite (non LA preferita, eh), che è sognare con mio fratello. Lui che gira su e giù per la mia cucina snocciolando idee geniali, e io al pc che prendo appunti. Lui in giacca e cravatta, io in pigiama di pile. Lui che sorseggia una tisana, io che sgranocchio patatine. E giù a ridere. Faremo questo e quello, un giorno. Io la copy e lui l'art. Abbiamo gusti simili, ci piace il trash e il pop, e ci sentiamo molto sofisticati. E io non riesco mai a dare il massimo se non ho lui di fianco. E lui non riesce a licenziarsi se io non gli prometto che lavoreremo assieme.
E però stamattina non sono più di buonumore. Mi viene da piangere. Mi succede tipo una volta al mese, piango tutto il giorno, mi dico che sto diventando una depressa, sono schifata dalla mia vita. E poi scopro che ero solo in sindrome premestruale. La quale mi sta parecchio sul cazzo. Perché io non credo assolutamente nel fatto che gli stati d'animo e persino le malattie mentali possano essere causati da motivi organici. E la mia amica psicologa a contraddirmi. Ma mi sa che la Michi ha ragione. Tant'è.
E' un po' che sono creativa, che tollero male il grigiore. Tipo che stamattina ho deciso che quella stampa triste stava malissimo in salotto, e l'ho sostituita con un quadro colorato, così, con lo spazzolino in bocca e il pulmino giallo in arrivo. Dovevo proprio farlo.
Poi succede che ricevo un messaggio cattivo che non meritavo. Ascolto una canzone deprimente. Non è mica sano, ascoltare le canzoni deprimenti. Tipo che alcune ti fanno immedesimare in una storia d'amore, e quando vai a dare un volto alla controparte, per un momento dimentichi quanto quella che pensavi fosse la "tua" controparte in realtà ti abbia solo fatto male.
E penso che la mia vita sta diventando una lunga sequela di torti subiti e di miei "Non importa"; "Non fa nulla"; "E' lo stesso". E anche di qualche torto fatto, con tante scuse, e tanti sensi di colpa. E però sono stanca di essere la mamma di tutti, tranne poi per le mie figlie, che è un mese che non ci sono mai, e loro sono tornate a dormire con me e Carolina millanta il mal di pancia. E sono stanca di pensare, a ogni torto subito, che comunque in fondo lo meritavo perché non valgo niente. Non valgo un taxi, non valgo il pranzo, non valgo un paio di scarpe nuove, non valgo un libro che non sia quello della biblioteca, non valgo che qualcuno si innamori di me.
E sto qui a piagnucolare.
E sto qui ad aspettare, da ventotto anni, che arrivi qualcuno che mi dica "ci penso io"; "fidati di me"; "mi occuperò di te".
Poi mi riprendo eh. Lo so che non arriverà mai, e che se arrivasse io non ce la farei a mettermi nelle mani di qualcuno.
Anzi guarda, che mi sto già riprendendo, mi è bastato scriverlo e tac. E poi arriva quel cliente che tutte le volte si ricorda di portarmi un cioccolatino.

Fottuta sindrome premestruale.