Quando ero una ragazzina, praticamente fino a un'ora fa, ero convinta di essere una sfigata perché in discoteca mi veniva da addormentarmi. Vedevo A. che si agitava al ritmo di techno e per quanto provassi ad ancheggiare sembravo sempre ferma, poi mi cadeva pure la palpebra e se mi appoggiavo a un divanetto era la fine. Non avevo capito che il segreto era berci sopra. Dopo cinque o sei Martini si può ballare anche Il ballo del Qua Qua senza sentirsi scemi.
Ma a me non mi piace mica la techno, non sento l'esigenza naturale di muovermi. A me mi piace la chitarra elettrica, mi vedi proprio che in casa mi metto a saltare, e le mie figlie pure. L'altra sera abbiamo scoperto i Pantera, a una cena da amici. C'era un bimbo di due anni che ci dava come un'indemoniato con la batteria (quella vera), mentre noi pogavamo.

E' che nelle immediate vicinanze, le discoteche sono la brutta copia del Pineta di Milano Marittima. La brutta copia. Come dire. La brutta copia di un libro di Bukowski. La brutta copia di un cd di Avril Lavigne. La brutta copia di Babbo Natale. La brutta copia di (inserire cosa brutta).
E venerdì sera io e Serena ci siamo dette Facciamo le giovani, let's dance, vamos a bailar.
Il fatto è che ci sono molte cose più divertenti da fare che trascorrere una serata in un locale brutta copia del Pineta. Tipo passare una serata a fare sesso con qualcuno che ti piace. Oppure passare la serata a fare sesso con qualcuno che Non ti piace. Oppure anche leggere un libro e sgranocchiare patatine. O anche detergere il cesso. Con la lingua.
Epperò è dura digerire che non hai più l'età.
A ventotto anni ti dici, Dai, mi sforzo perché poi a trenta non potrò più; a trenta ti dici, Dai, mi sforzo perché a trentacinque non potrò più; e così via, e non si capisce perché uno dovrebbe sforzarsi di uscire a "divertirsi" se poi alla fine si diverte di più a stare a casa a farsi la maschera all'argilla.
E insomma, io una o due volte all'anno mi sforzo di recarmi in una discoteca.
Poi me ne sto lì con uno sguardo antropologico/accigliato e mi chiedo:
-se le persone si divertono davvero o fanno finta;
-quand'è che la gente smetterà di indossare pantaloni bianchi d'inverno che sono tamarri;
-quand'è che la gente smetterà di indossare borsette logate tarocche;
-se coloro che ti si avvicinano, scelgono te perché pensano che la tipa brasiliana di bianco vestita che scuote tette e culo non gliela dia;
-se la gente balla perché è ubriaca o perché ama l'house.

Venerdì, assorta in tali e tante considerazioni, mi ritrovo abbracciata a un tale. Dimenticavo di dirvi che i locali che vi ho descritto sono frequentati solo da arrapatoni, ovvero da gente che se sei fortunata ti si abbarbica solo addosso. Senza metterti la lingua in bocca.
E niente, questo soggetto è così improbabile che lo fotografo, e la foto fungerà da muta risposta alla prossima persona che mi dice: "se t'accontenti trombi".
Per levarmelo di torno accetto di prendere nota del suo numero di telefono. Ecco, costui pare si chiami Nello. E' incredibile come nelle discoteche non si incontri mai nessuno che si chiami, chessò, Luca. Tutti Saverio, Carmelo, Eustachio. E Nello, per l'appunto.
Io scrivo Nello, con quel cazzo di touch. E gli chiedo, tra il frastuono delle casse: "Neeello cosììììì?", mostrando il telefono. Il caso vuole che il correttore avesse salvato Bello.
Bello, capite?
Ho pensionato sia il telefono che la discoteca.
Sono tornata al vecchio Nokia e ai pigiama party.
Non ho l'età.
Nello comunque pensa di essere bello.