Lei mi si siede accanto con fare incoraggiante e io penso Dio ti prego no . Guardo il suo orologio, con il cinturino verde di pelle e il quadrante dorato, che è simile a quello che mi comprò mia nonna a dodici anni per corrompermi, e fu così che feci anch'io la prima comunione, come gli altri bambini per bene, anche se due anni dopo. "Quanti anni ha tua madre?" Dio fai di no. "Quarantotto" "Ho subìto lo stesso intervento a cinquantadue anni" Fai che la smetta. "..." "E ora sono di nuovo qui, e domani mi operano" Le sorrido senza rispondere. Ho il telefono di mio fratello, suona che sembra l'apocalisse. Mi allontano dalla stanza e scendo con l'ascensore fino al blocco operatorio dell'ospedale pubblico, quello dove nasciamo, soffriamo e muoriamo, qui. Da quella porta mia nonna, una notte di febbraio, è uscita con una gamba amputata e quella volta, a diciannove anni, ho smesso di essere una bambina. Una nera
Vita, morte ma soprattutto miracoli di Valentina Santandrea